Epicuro

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Testo

Epicuro

EPICURO ED IL GIARDINO
Epicuro benché si ispiri a Platone ed Aristotele, concepisce un'idea di filosofia che di base è fortemente materialistica.
Per noi non è sempre facile comprendere a pieno il significato dei testi epicurei perchè non conosciamo il contesto preciso in cui Epicuro si colloca, ma la sua filosofia va al di là di una concezione precisa nel tempo tanto è vero che ha sedotto per molti secoli anche altre culture.
Gli epicurei vivevano in piccole comunità collegate fra loro i cui adepti sono uniti da un forte sentimento d'amicizia.
Venivano chiamati "Quelli del Giardino" perchè la comunità di Atene viveva in una casa con un grande giardino.
Rispetto alle altre scuole filosofiche, quella Epicurea mantiene nei secoli inalterata la dottrina di base.
Epicuro ha scritto molto, più di 300 libri.

EPICURO E LA POLEIS
Epicuro fonda la sua scuola con l'intento di far conoscere agli uomini la via che porta alla felicità.
Non fa distinzione tra Greci e Barbari, uomini liberi e schiavi, perchè il contesto storico in cui lui agisce è lontano da quella concezione per la quale la filosofia è riservato al cittadino inteso nel senso di appartenente alla poleis

Egli si rivolge all'uomo in quanto tale senza alcuna distinzione.

LO SCOPO DELLA CONOSCENZA DELLA NATURA
Epicuro parte dalla concezione che gli uomini hanno un'idea vaga ed errata della natura delle cose, che genera ansie, paure e superstizioni.

Il suo obbiettivo è quello di far conoscere agli uomini la vera natura delle cose eliminando le false credenze che sono solo frutto dell'ignoranza.

Epicuro sostiene che non è possibile senza lo studio della natura avere gioie pure.
E' fortemente critico con la cultura greca tradizionale che è fondata sulla retorica e non è capace di liberare gli uomini dalla paura delle superstizioni, come è anche critico contro quelle forme di sapere che non permettono la comprensione semplice e facile della verità delle cose.

SPIEGARE LA REALTÀ CON LA REALTÀ STESSA
Epicuro sostiene che tutta la realtà sia comprensibile per il pensiero dell'uomo.
Tutta l'impostazione di questo pensiero è antiplatonica perchè Platone era infatti convinto che la realtà sia altrove ed immutabile.

Epicuro invece sostiene che dobbiamo sempre cercare di spiegare la realtà con la realtà stessa, rintracciando in essa le cause della sua nascita e del suo sviluppo.

ETICA

L'etica è la parte più nota della filosofia epicurea

FILOSOFIA E FELICITÀ
La filosofia è per tutti e per tutte le età perchè Epicuro ritiene che la verità possa essere facilmente compresa dalla ragione dell'uomo e che quindi sia alla portata di tutti.
Solo la conoscenza della verità è capace di liberare il cuore degli uomini dalle inquietudini e di avviarlo al facile cammino che porta al raggiungimento di un equilibrio razionale.
Epicuro sostiene che se siamo felici abbiamo tutto ciò che occorre, e che per possedere la felicità bisogna liberarsi dalle paure e dalle ansie.
La filosofia si presenta sotto una duplice veste:

- insegna attraverso la conoscneza della natura delle cose a liberare la mente dalle inquitudini
- insegna a godere del piacere della vita

GLI DEI
Epicuro ritiene che gli dei esistano e non si preoccupa di dimostrare la loro esistenza pechè sostiene che anch'essi come tutte le cose sono composti di atomi e che noi possiamo percepire solo i loro simulacri.
Gli dei vivono negli intermundia, ovvero lo spazio fra i mondi e sono lontassimi dal nostro mondo.
Le loro caratteristiche fondamentali sono 2: l'immortalità e la felicità.

La felicità degli dei non è diversa dalla nostra, ma è solo il risultato della loro perfezione. Gli dei sono felici perchè non hanno mai bisogno di nulla.

L'immortalità viene dal fatto che loro posso reintegrare gli atomi che perdono evitando la disgregazione del corpo.

Essi non si interessano agli uomini perchè considerano estraneo tutto quello che non è simile a loro.
I desideri

La felicità è una sensazione che non nasce dal desiderio in quanto tale ma dalla sua soddisfazione. Il dolore invece nasce dai desideri insoddisfatti.

L'etica epicurea deve condurre alla felicità la quale consiste nel piacere. Ma la felicità viene definita anche come atarassia (assenza di turbamento) e aponia (assenza di dolore).
Per garantire il raggiungimento dell'aponia e dell'atarassia Epicuro ha distinto:

- 1 piaceri naturali e necessari i piaceri che sono strettamente legati alla conservazione della vita dell'individuo, essi sono gli unici che veramente giovano sottraendo il dolore del corpo (mangiare quando si fame, bere quando si ha sete….)

- 2 piaceri naturali ma non necessari piaceri che sono variazioni superflue dei piaceri del primo gruppo: mangiare troppo, bere bevande raffinate. Questi piaceri non hanno più quel limite perché non sottraggono il dolore corporeo, ma variano solo il piacere e possono provocare un notevole danno

- 3 piaceri non naturali e non necessari. piaceri vani nati cioè dalle vani opinioni degli uomini, sono tutti desideri legati al desiderio di ricchezza, potenza e onore. Questi piaceri non tolgono dolore al corpo ma provocano sempre turbamento all'anima

Per raggiungere la felicità totale dobbiamo raggiungere lo stesso stato di perfezione raggiunto dagli dei che non hanno bisogno di niente, non desiderano niente e quindi sono felici.

Epicuro condanna il consumismo perchè se l'uomo si abitua ai grandi consumi rimane schiavo delle sue abitudini e più difficilmente si può soddisfare.

L'AMICIZIA
Epicuro vive in un periodo nel quale l'uomo ha cessato di essere uomo-cittadino, ed è diventato uomo-individuo. Fra questi individui l'unico legame è dato dall'amicizia.

Nell'amicizia nulla viene imposto dal di fuori e in modo innaturale, dunque nulla viola l'intimità dell'individuo.

Nell'amico Epicuro vede quasi un altro se stesso.

Epicuro dice che i sentimenti di amicizia sono fonte di grande piacere i sono privi di qualsiasi cattiva conseguenza. C'è infatti nell'amicizia una serenità profonda perchè si può conservare più a lungo libera da cattivi sentimenti.

L'amore è eccessivo e fa quasi violenza sull'anima.

FATO E FORTUNA
Il termine fortuna va inteso sia in senso favore che sfavorevole. Fortuna è quindi l'imprevedibilità che degli eventi.

Il Fato per Epicuro non può esistere perchè tutto si può ricondurre alle leggi della natura libere da ogni predisposizione e quindi casuali.

LA VITA POLITICA
La vita politica viene considerata innaturale, comporta dolori e turbamenti, compromette l'aponia e l'atarassia, quindi la felicità. Infatti i piaceri provenienti dalla vita politica sono pure illusioni. Gli epicurei affermano che essi vivranno lontano dalle folle vivranno in disparte, nascosti perché solo rimanendo in sé e vivendo in tranquillità può essere trovata la pace dell'anima

IL TETRAFARMACO
Epicuro vede nella filosofia la via per raggiungere la felicità intesa come liberazione dalle passioni. Egli ritiene che la filosofia è come un tetrafarmaco, con 4 funzioni ben precise:

- liberare gli uomini dal timore degli dei
- liberare gli uomini dal timore della morte
- dimostrare la facile raggiungibilità del piacere
- dimostrare la provvisorietà e la brevità del dolore

La necessità di queste formule a scopo pedagogico nasce dal fatto che Epicuro riteneva la filosofia aperta a tutti, ma non tutti hanno le capacità o la possibilità di poter seguire o approfondire la sua dottrina.

La morte
Per Epicuro come è insensato avere paura degli dei in vita lo è ancor di più averne dopo la morte perchè per l'uomo oltre la morte non c'è più niente perchè anche l'anima è fatta di atomi che di disperdono con il corpo al momento della morte.

Per Epicuro come prima cosa bisogna risolvere il problema dell'immortalità. A questo proposito dice che il saggio non rifiuta la vita e non teme la morte perchè pur non essendo contrario alla vita non considera un male il non vivere.

La vita è bella perchè da piacere la morte non è ne bella ne brutta perchè non da nulla.

Quando ci siamo noi non c'è la morte e quando c'è la morte non ci siamo noi.

La morte non è ne un male ne un bene è solo la fine.

EDONISMO E UTILITARISMO
L'uomo è felice secondo natura a meno che non gli manchi qualcosa. Infatti il paicere è la felice sensazione di pienezza che l'uomo prova naturalmente se non lo limitano nei desideri insoddisfatti.
Poiché Epicuro considera il piacere come carattere primo della vita dell'uomo chiamiamo la sua etica edonismo
Per il materialismo epicureo il piacere non è una lunga e difficile conquista, ma è vicinissimo a noi.
Tutto ciò che dobbiamo fare è mantenerci nel piacere eliminando le cause che disperdono la pienezza del nostro essere.

Ogni piacere per noi è un bene, ma non è detto che le sue conseguenze per noi siano nel tempo un vantaggio. Ogni dolore è un male ma non è detto che da un male non possa derivare un bene per noi.

Epicuro consiglia una vita frugale che ci consente di trarre piacere dal poco e essere facilmente felici; allo stesso tempo non ci impedisce affatto all'occasione di godere dell'abbondanza senza abusarne

Il saggio non cerca i cibi più abbondanti ma i migliori

Il termine epicureo è stato travisato nel tempo assumendo il significato di gaudente.
La prudenza è l'abitudine a contenere i desideri ed a valutare le conseguenze delle nostre scelte per evitare che da un bene possa derivare un male.
La vita sarà felice se sarà vissuta con saggezza e giustizia.

Poiché la teoria epicurea considera l'utile come metro per valutare la correttezza dell'azione è una teoria utilitarista. Il bene non è un valore ma una sensazione e il metro per il bene è il piacere e per il male il dolore.

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