Copernico Brahe Keplero

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

Nicolò Copernico

La prima scossa decisiva all’imperante sistema geocentrico tradizionale, che mise in moto tutto il processo della rivoluzione astronomica, venne dal polacco Nocolò Copernico.
La sua opera fondamentale De Revolutionibus orbiunm coelestium (le rivoluzioni dei corpi celesti) vide la luce solo nel 1543, dopo la morte dell’astronomo.
Studioso di fisica celeste, Copernico, che era soprattutto un teorico e un matematico, riteneva la dottrina tolemaica antieconomica e quindi errata per il fatto stesso di essere troppo complessa. Copernico s’imbatté nell’idea eliocentrica per caso; rileggendo le opere di tutti i filosofi si chiese se qualcuno di loro avesse mai pensato che le sfere dell’universo potessero muoversi secondo moti diversi da quelli che propongono gli insegnanti di matematica delle scuole. Egli, scoprendo che alcuni filosofi, tra cui i pitagorici, erano già pervenuti nella convinzione eliocentrica, si persuase dalla sua capacità di produrre una notevole semplificazione del calcolo matematico dei movimenti celesti.
Al centro dell’Universo, sostituito alla Terra, immobile, sta il Sole; attorno al Sole ruotano i pianeti; la Terra prende posto tra questi e gira su se stessa, originando così il moto apparente, attorno ad essa, del Sole, dei pianeti e delle stelle; la Luna ruota attorno alla Terra; infine, lontane dal Sole e dai pianeti, stanno, fisse, le stelle.
L’astronomo polacco concepiva ancora l’universo come sferico, unico e chiuso dal cielo e dalle stelle fisse. Inoltre accettava il principio della perfezione dei moti circolari uniformi delle sfere cristalline, pensate ancora come entità reali e incorruttibili.
Il teologo luterano Osiander, che pubblicò l’opera copernicana, premise, senza il consenso dell’autore, una prefazione anonima dal titolo Al lettore sulle ipotesi di quest’opera. Osiander sosteneva la natura puramente ipotetica della nuova dottrina astronomica, affermando che essa era un puro strumento di calcolo senza alcuna pretesa di rispecchiare la realtà autentica del mondo. Ovviamente questa posizione, che venne scambiata come propria di Copernico, tradiva il pensiero dell’astronomo polacco. Egli infatti riteneva che la sua teoria non fosse una semplice ipotesi ma la riproduzione fedele della struttura reale del cosmo.

Tycho Brahe

L’astronomo danese Tycho Brahe sostituì il concetto fisico di orbe con quello matematico di orbita. Attraverso lo studio delle comete, Brahe negò l’esistenza dell’essere poiché esse si muovono ellitticamente attraversando lo strato soprasensibile e lunare.
Egli ideo un nuovo sistema cosmologico misto, a metà fra i due opposti di Tolomeo e Copernico. Tale sistema sosteneva che i pianeti girano intorno al sole, mentre il sole gira a sua volta intorno alla terra, che rimane al centro dell’universo. Questo modello astronomico ebbe migliore accoglienza di quello copernicano, poiché, pur conservando molti vantaggi matematici, era sostanzialmente conservatore, al meno per quanto riguarda a posizione della terra, e quindi sembrava escludere ogni ragione di conflitto con le Sacre Scritture.

Johannes Keplero
Keplero studia il moto di Marte intorno alla terra attraverso l’osservazione. Notò che, se ruotava circolarmente, il tempo di rotazione che Marte impiega per 90° corrisponde esattamente a ¼ di un giro completo. Ma il tempo non corrispondeva, allora ideò la teoria degli epicicli. Per Keplero le orbite erano ellittiche.

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