Cartesio: padre della filosofia moderna

Materie:Riassunto
Categoria:Filosofia

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Testo

CARTESIO 1596-1650
PADRE DELLA FILOSOFIA MODERNA
1. INTRODUZIONE
o con Cartesio la filosofia registra una svolta decisiva assumendo un impostazione nuova sostanzialmente diversa da quella che aveva avuto nell’antichità e nel medioevo
o con Cartesio la filosofia assume un impostazione gnoseologica , vuole cioè verificare il valore della conoscenza umana
o perché questa svolta radicale?…constatata l’impossibilità di raggiungere l’accordo definitivo sui problemi della metafisica Cartesio avverte l’urgenza di spostare l’indagine sullo strumento e sul metodo con cui si era fin ora fatta filosofia.
o questa attenzione preminente al METODO sarà il carattere costante di tutta la filosofia moderna, da Cartesio ad Hegel. Dunque Cartesio a buon diritto viene chiamato “padre della filosofia moderna”.
2. VITA E OPERE
Cfr. pag 131 del libro
3. IL “DISCORSO SUL METODO” (1637):
METODO E LE SUE REGOLE
• Nella filosofia, secondo Cartesio, regna una grande confusione ed essa non ha fatto progressi come invece le scienze matematiche e geometriche principalmente a causa dell’impiego di un cattivo metodo, complicato e sterile.
• Il metodo aristotelico (metodo sillogistico) può servire per spiegare o per allenare gli studenti alle discussioni, ma non è di nessun giovamento per la scoperta della verità.
• I metodi possibili in definitiva sono due:
o induttivo
o deduttivo
Dei due solo il secondo può condurci a un avanzamento del sapere, perché questo è il metodo usato dalla matematica.
• Cartesio fissa poi le quattro regole fondamentali del metodo deduttivo, la cui ispirazione è di tipo matematico: questa infatti prende le mosse dai principi primi o postulati di Euclide che sono INTUITI immediatamente e su questi costruisce le sue dimostrazioni DEDUCENDOLE con rigoroso ragionamento logico l’una dall’altra.
Ecco le quattro regole del metodo deduttivo-matematico da applicarsi anche alla filosofia:
1) REGOLA DELL’EVIDENZA: non ammettere come vero se non ciò che si presenta in modo chiaro e distinto tale che escluda ogni possibilità di dubbio. Questo atto intuitivo si autofonda e autogiustifica.
2) REGOLA DELL’ANALISI: la divisione di un problema complesso nelle sue parti più semplici per poterlo risolvere.
3) REGOLA DELLA SINTESI: a partire dal semplice procedere verso il composto e il complesso.
4) REGOLA DELLA ENUMERAZIONE O REVISIONE: il controllo è di aiuto alla memoria specie quando si devono compiere molti passaggi nel processo dell’analisi e della sintesi.
N.B.
• due filosofi cronologicamente vicini a Cartesio, Pascal e Vico, prenderanno posizione contro il metodo delle idee chiare e distinte.
• il metodo di Cartesio è antitetico a quello di Galileo e Bacone, scienziati del tempo, che utilizzano essenzialmente il metodo induttivo che meglio si addice alle scienze sperimentali; il metodo di Cartesio è invece ricavato dalla matematica e dalla geometria.
• Il “Discorso sul Metodo” può essere considerato il manifesto del razionalismo: vi si sostiene infatti la possibilità di costruire tutto il sapere sviluppando per via deduttiva alcune evidenza che la mente coglie intuitivamente, come “idee chiare e distinte”, per esempio i concetti di estenzione e di materia.
4. IL FONDAMENTO DELLA FILOSOFIA CARTESIANA:
“IL COGITO”
➢ una volta in possesso di un metodo sicuro Cartesio si accinge a costruire il suo edificio filosofico. Ma da dove partire? c’è qualche fondamento certo che possa far da sostegno a tutta la costruzione?
➢ questo modo di procedere è assolutamente nuovo. La sua prima preoccupazione non è lo studio del mondo, del uomo o di Dio (metafisica). Per Cartesio il problema iniziale è la CONOSCENZA: che cosa posso conoscere con verità?
➢ per stabilire il valore della conoscenza la via migliore è quella del DUBBIO METODICO. Il dubbio è la via che porta a scoprire la verità prima, la prima certezza.
Col dubbio metodico, di tutto Cartesio dubita:
• mette in disparte come mal sicure le conoscenze acquisite coi sensi
• rinuncia a tutte le conoscenze apprese a scuola o ottenute con il ragionamento perché molto spesso ci si sbaglia
• anche nella matematica che pare evidente ci potrebbe essere uno “spirito maligno” un “diavoletto” che ci inganna.
➢ Bisogna allora dubitare proprio di tutto? NO perché dal dubbio emerge UNA VERITA’ INDUBITABILE: “se dubito è assolutamente vero che io esisto come un io che dubita” = COGITO ERGO SUM
➢ osservazione circa il cogito
o ”cogito ergo sum” è una intuizione, una evidenza come i postulati di Euclide. E’ la trasparenza del io a se stesso e non la conclusione di un ragionamento o di un sillogismo (tutto ciò che pensa esiste, io penso, io esisto) se cosi fosse non sarebbe la verità prima.
o già Agostino aveva fatto uso del dubbio metodico ma in modo diverso:il “si fallor sum” mirava al superamento dello scetticismo e non a costruire la prima certezza; il cogito invece mira a fondare la verità.
o il “cogito” mi dice che il pensiero è inseparabile dalla mia esistenza, dal mio “sum”: io sono una cosa che pensa, una sostanza pensante, io sono RES COGITANS.
o ma anche questa certezza non potrebbe essere minata da un “genio maligno”? se anche così fosse non ci sarebbe dubbio che io esista perché il “diavoletto” non potrà far sì che io sia nulla perché non potrebbe ingannare il nulla.
o Cartesio porta in primo piano il valore del soggetto: è nel soggetto che risiede il fondamento della verità. Questa svolta sarà gravida di conseguenze nella storia del pensiero.
5. LA METAFISICA
Stabilito il principio fondamentale Cartesio ricostruisce tutto il quadro della metafisica classica, seguendo le orme di Platone e Agostino.
A] UOMO
• dall’esame del cogito risulta che l’essere dell’uomo è un essere pensante. Il suo essere si rivela come pensiero. Solo il pensiero è essenziale per l’essere dell’ uomo. “Io posso fingere di non vere alcun corpo, ma non per questo posso fingere di non esistere… da ciò risulta che io sono una sostanza della quale tutta l’essenza non è che di pensare e che per essere non ha bisogno di alcun luogo e non dipende da alcuna cosa materiale… l’anima è interamente distinta dal corpo” (Discorso sul metodo).
• nell’uomo a differenza di tutti gli altri esseri si trovano congiunte due SOSTANZE OPPOSTE:
➢ RES COGITANS = pensiero = inestesa
➢ RES EXTENSA = corpo = esteso
ciò che distingue l’uomo dagli animali è l’anima, gli animali non hanno pensiero e dunque non hanno l’anima (l’anima umana non è da intendersi né come “vegetativa”, né come “sensitiva”).
• Il dualismo posto da C. fra res cogitans e res extensa pose una serie di difficoltà : se le due sostanze si definiscono per opposizione reciproca, come pensare ad un loro rapporto ? Nell’essere umano infatti a differenza, di ogni altro vivente, vi sono entrambe le sostanze: il pensiero, pur non avendo alcuna forma spaziale e non essendo quindi in alcun luogo del corpo, tuttavia è in grado di interferire continuamente con esso, di modificare la propria res extensa. La soluzione proposta da C. fu l’interazionismo delle 2 sostanze in una – con termine moderno - “interfaccia” individuata nella ghiandola pineale (epifisi). Anche per C. questa è una verità più che di tipo anatomico, di modello teorico il più possibile aderente alla realtà.
• La “res cogitans” è l’anima spirituale che non può derivare dalla materia, perché tra i due tipi di sostanza la separazione è netta, essa deriva, dunque, direttamente da Dio che l’ha creata immortale.
Nelle “Meditazioni” dirà che l’anima ha tre facoltà:
➢ sensazione: all’origine delle idee AVVENTIZIE
➢ fantasia o immaginazione: all’origine delle idee FITTIZIE
➢ ragione: all’origine delle idee INNATE cioè non prodotte dall’esperienza né dalla fantasia. Idee come “perfetto” “infinito” “ eterno” non possono essere spiegate ricorrendo alla sensazione o alla fantasia e quindi devono essere ritenute innate. Con questa teoria dell’innatismo che ha cercato di dare una soluzione al problema risolto da Platone con la reminiscenza e l’anamnesi, da Aristotele con l’intelletto agente, da Agostino con l’illuminazione.
• le regole della morale provvisoria
Nel “Discorso sul metodo” Cartesio propone 4 regole per una morale che doveva servire temporaneamente finchè non si fosse trovata quella definitiva; per questo è definita PROVVISORIA da C.
1) osservare leggi, tradizioni, religioni, educazioni del proprio paese, seguendo sempre opinioni moderate
2) una volta presa una decisione essere fermi e risoluti nel mantenerla; non restare nell’indecisione: si compie il proprio dovere solo quando si è scelto.
3) prima di cambiare l’ordine del mondo, occorre mutare se stessi.
4) impiega tutta la vita a coltivare la tua ragione cercando di progredire sempre più nella conoscenza della verità
N.B.
anche Spinosa formulerà 3 regole di una morale provvisoria!

B] DIO

I° - Cartesio formula tre prove dell’esistenza di Dio
1. Se io dubito significa che non sono perfetto, ma allora da dove mi viene l’idea di perfetto? Questa idea innata non può essere stata causata dal mio stesso pensiero. Anche l’esperienza che è finita e imperfetta non può produrre l’idea di infinito e perfetto. Non resta allora che Dio come la vera causa della sua idea nella mia mente. Dunque Dio esiste. Questa prova è fondata sul principio di causalità applicato ad una idea presente nella ragione di ogni uomo.
2. Io esisto come sostanza pensante che ha in se l’idea di Dio come perfetto. Quale è la causa di questa mia esistenza? Non sono io perchè mi sarei dato un esistenza perfetta, non i miei genitori… solo Dio può essere la causa di questa mia esistenza. È il principio di causalità applicato all’esistenza
3. Nell’idea di essere perfetto è necessariamente inclusa anche l’esistenza di questo essere. Vedi Anselmo e Kant (prova ontologica).
II° - Provata l’esistenza di Dio come ENTE PERFETTO, questo Dio diventa il GARANTE DELLA VERACITA’ DELLA MIA CONOSCENZA.
o Dio proprio perché è perfetto è vero
o Dio non può ingannarmi nelle mie idee innate e in ciò che penso con chiarezza e distinzione, con evidenza.
o Dunque tutte le verità raggiunte col suo metodo sono garantite da Dio.
• L’intelletto umano finché rimane nell’ambito delle idee chiare e distinte è infallibile; quando valica questo limite è soggetto a sbagliare. L’errore però non viene da Dio ma dipende dalla volontà dell’uomo che è libera.
• La massima perfezione di Dio è la sua LIBERTA’ ASSOLUTA che non soggiace a nessuna limitazione. Anche le verità eterne (es. principio di identità, di non contraddizione, del terzo escluso) non precedono la libertà di Dio; ma una volta che Dio le abbia volute, le vuole per sempre.

C] IL MONDO FISICO: IL MECCANICISMO

• Cartesio dimostra l’esistenza del mondo fisico avvalendosi del principio della veracità divina. L’uomo si accorge, che oltre il pensiero può muoversi e fare esperienze che sono all’origine delle idee avventizie. È certo che tutto ciò non può venire dal “cogito”, cioè dall’”io penso”, cioè dalla “res cogitans”, cioè dal soggetto, si è dunque portati a credere che esista
- il nostro corpo capace di movimento e
- il mondo esterno.
Questa consapevolezza è presente in noi in modo CHIARO E DISTINTO è una evidenza. Perciò se queste condizioni fossero false, bisognerebbe ammettere che Dio ci vuole ingannare, ma ciò è palesemente assurdo.
Dunque esiste realmente sia la realtà corporea personale che il mondo fisico, in una parola esiste la “res extensa”.
• Gli elementi costitutivi del mondo si riducono a due: estensione e movimento.
Contro la metafisica classica Cartesio spiega il mondo senza ricorrere alla tradizionale distinzione materia e forma (corpo ad anima); basta l’estensione e il movimento. D’accordo con Galileo accetta le qualità primarie perché sono proprietà geometriche-meccaniche della estensione: quantità, grandezza, movimento. Rifiuta invece le qualità secondarie perché non si trovano nella “res extensa”, ma nei sensi dell’uomo: dolore, sapore, odore, ecc.. cioè nella “res cogitans”.
• Ne consegue un rigido meccanicismo.
Tutto ciò che è “res extensa” non conosce la libertà e il finalismo perché sono le proprietà della “res cogitans”. Ogni corpo organico vivente - anche il corpo dell’uomo - è un semplice automa: tutte le funzioni si spiegano in termini meccanici di movimento e spostamento di parti, di azione e reazione. Anche gli animali rispondono meccanicisticamente agli istinti, senza libertà.
• Le leggi fondamentali del meccanicismo
o Principio di conservazione
o Principio di inerzia.
Dio quando ha creato il mondo vi ha impresso un movimento che resta costante, non cresce non diminuisce: l’universo è tutto “res extensa” di materia più o meno sottile, come ad esempio l’etere, che nelle sua particelle trasmette con gli urti il movimento.

6. L’EREDITA’ DI CARTESIO
• La fondazione della metafisica dualista operata da Cartesio costituisce l’evento filosofico fondamentale della modernità. Secondo Cartesio tutto il mondo è composto esclusivamente da due tipi di sostanze, due realtà opposte ed incommensurabili fra le quali non vi è nulla in comune: il Pensiero e la Materia.
• Cartesio ha lasciato una preziosa eredità per quanto riguarda l’impostazione dell’indagine filosofica e il suo metodo. Ma questa eredità è anche carica di almeno 2 problemi:
o Il dualismo umano: C perde l’unità dell’uomo: res cogitans e res extensa sono due sostanze di natura diversa: l’uomo è un composto di due sostanze anima e corpo; per la filosofia precedente invece l’uomo era una sostanza di sui il corpo era la materia e l’anima la forma. Se le due sostanze non hanno nulla in comune come spiegare un atto della volontà dell’anima che muove il corpo? La soluzione proposta da C di un ponte individuato nella ghiandola pineale ci lascia insoddisfatti.
o Il problema della conoscenza del mondo fisico. Lo sviluppo della dottrina cartesiana delle idee innate portò a svalutare la conoscenza sensitiva e a sopravvalutare la potenza della ragione (razionalismo) e, infine alla negazione del mondo fisico (idealismo). L’errore fondamentale di Cartesio sarà messo in luce da Pascal e da Vico.
L’influsso di Cartesio sui contemporanei e sui posteri fu enorme; i suoi testi si leggevano e si studiavano nei salotti, nei conventi, nelle università e nei seminari.
Hegel dirà di Cartesio nelle “Lezioni sulla storia della filosofia”: “ormai possiamo dire di trovarci a casa nostra e come il navigante dopo lungo errare sul pelago infuriato possiamo gridare: Terra!. A Cartesio mette capo infatti la cultura dell’età moderna, il pensiero della filosofia moderna dopo che a lungo si era andati avanti sulla vecchia strada.”

Appunti – classe IV
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Esempio



  


  1. angelica

    sto cercando la spiegazione filosofica della 12° regola di cartesio