Cartesio

Materie:Riassunto
Categoria:Filosofia

Voto:

1.5 (2)
Download:306
Data:22.12.2006
Numero di pagine:7
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
cartesio_22.zip (Dimensione: 10.24 Kb)
trucheck.it_cartesio.doc     46 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

CARTESIO
IL PROBLEMA DEL METODO
Il discorso sul metodo e la critica al sapere del suo tempo:
L’opera principale di Cartesio è il discorso sul metodo che viene elaborato nel 1600;egli ha operato una vera e proprio svolta nella filosofia contemporanea.Le dimensioni dell’opera erano ridotte e c’era molta trasparenza della prosa francese,viene scelta questa lingua per rivolgersi non solo ai professori,ma ad un pubblico più ampio.Nel procedimento autobiografico egli delinea il proprio ideale scientifico(sapere cos’è vero e falso).Dice che bisogna quindi elaborare un vero e proprio metodo d’indagine e distinguere la verità scientifica giusta da quella falsa.Egli rileva che la filosofia non è stata in grado di giungere ad un sapere certo.Questa opera riscosse un plauso notevolissimo:
1. Egli indicò un problema che avevano in molti;
2. Fece un libro accessibile,facile e comprensibile.
3. Sceglie la lingua francese nonostante la lingua veicolante fosse quella latina.Lui scrive un opera agile non impegnativa e non usa più il latino ma la lingua madre.
Le regole del metodo vengono applicate per regolamentare il comportamento sociale.
La critica del formalismo e la mathesis universalis(matematica):
La chiave per fare tutto secondo Cartesio è la mathesis universalis.Cartesio rivolge molte attenzioni alla geometria e all’algebra,e in generale alle discipline matematiche.egli osserva inoltre come queste non costituiscano un sistema coerente,e come le loro dimostrazioni appaiano superficiali e i risultati scoperti in modo casuale.Egli rileva un’ eccessiva frammentazione dei diversi settori disciplinari;ció nonostate la matematica merita di essere assunta a modello nel rinnovamento di tutto il sapere perché portano ad un grado di evidenza incomparabilmente superiore a quello conseguito dalla filosofia e dalle altre scienze.Risalendo alla differenziazione della matematica nelle sue varie discipline,bisogna considerare quella che Cartesio definisce mathesis universalis o vera matematica.Egli osserva come le scienza matematiche presentino un elemento che le accomuna,ciascuna non studia altro se non i rapporti di quantità o di proporzionalità intercorrenti tra gli oggetti che vi sono compresi.La convinzione del filosofo era che la sapienza umana rimanga sempre una e la stessa per quanto possa essere applicata tra oggetti diversi.
Le quattro regole fondamentali del metodo:
Cartesio riassume il suo metodo sotto forma di quattro precetti molto generali:
1. Regola dell’evidenza(chiarezza);contiene l’indicazione del fondamentale criterio di verità;devono essere accolte come vere soltanto quelle idee che si presentano alla nostra mente in modo chiaro e distinto.
2. Regola dell’analisi;suggerisce di dividere ogni problema nelle sue parti elementari.
3. Regola della sintesi;afferma la necessità di disporre i propri pensieri da una complessità minore a una maggiore.
4. Regola dell’enumerazione completa;esso raccomanda di fare dovunque enumerazioni così complete e revisioni così generali da essere sicuro di non aver trascurato nulla.Si tratta quindi di una regola di verifica sia dell’analisi,sia della sintesi.
IL COGITO
Le Meditazioni e la metafisica cartesiana:
Cartesio nel discorso offre un saggio dell’utilità del proprio metodo,applicandolo alle questioni di fisica,metafisica e morale.Nelle Meditazioni metafisiche,vuole trovare un criterio di verità certo e indubitabile che garantisca l’universale applicabilità delle regole del metodo.Si parte però sempre dal metodo matematico.Bisogna inoltre risolvere grandi questioni di metafisica generale(quali il problema dell’esistenza di Dio e dell’immortalità dell’anima),al fine di mostrare la perfetta compatibilità della scienza moderna con la fede cristiana.Il problema di trovare un metodo giusto diventa poi difficile da tradurre.Il dubbio metodico è un mezzo che si utilizza per giungere ad una chiarificazione dei contenuti.
Il dubbio e la facoltà del ben giudicare:
La prima delle sei Meditazioni,cioè il tema del dubbio,espone le ragioni per le quali possiamo dubitare di tutte le cose,soprattutto delle cose materiali.Cartesio parla della necessità di un dubbio generale,esteso a tutte le conoscenze,viene visto come unico metodo per acquisire certezza nel campo della filosofia e della scienza.Ciò esprime una fiducia di saper ben giudicare e saper discernere tra vero e falso.Cartesio non è uno scettico(privo di dubbi).
Dubbio scettico e metodico:
Il dubbio cartesiano anzichè essere inteso come dubbio scettico venne inteso come dubbio metodico.Questo è un procedimento artificioso con cui si eliminano dall’edificio del sapere tutte le opinioni di carattere incerto e problematico,allo scopo di fornire tale edificio di un saldo fondamento razionale.Il procedimento del dubbio metodico permette di riconoscere come falsa qualsiasi opinione su cui sia possibile sollevare anche il minimo dubbio.Si possono distinguere due fasi fondamentali del dubbio:nel primo stadio si rivolge agli oggetti dei sensi,considerati come la sorgente più comune e più certa del nostro sapere che peró a volte si sono dimostrati ingannatori e quindi è bene non fidarsi mai di quelle cose che almeno una volta mi hanno ingannato.(Il bastone immerso nell’acqua che appare spezzato).Egli rafforza quest’argomento e lo rende ancora più universale mediante l’ipotesi del sogno,in cui si vive la realtà come vera.con il dubbio scettico che ha un carattere universale ci risulta impossibile individuare un criterio di veritá che permetta di distinguere il vero dal falso e se non è possibile pervenire ad alcuna conoscenza certa bisogna dubitare di ogni teoria e affermazione.
Le verità di ragione e il genio maligno:
Il secondo stadio del dubbio quello iperbolico si rivolge invece agli oggetti dell’intelletto come per esempio le cognizioni matematiche che conservano il proprio valore sia nel sogno,sia quando si è svegli.Sia che io vegli o che dorma due più tre fanno sempre cinque e sembra che tali verità così manifeste(evidenti)non possano essere sospettate di falsità.Per estendere il dubbio agli oggetti dell’aritmetica e della geometria,introduce l’ipotesi di un Dio ingannatore,che potrebbe volere che l’uomo si inganni,ma poiché tale idea contrasta con il nostro concetto di Dio infinitamente buono si ipotizza l’esistenza di un genio maligno.Considererò me stesso privo di mani,occhi e carne.Perdo la certezza di tutto
Il cogito:penso,dunque sono:
Dopo aver portato all’estremo il dubbio nella seconda Meditazione giunge al principio del cogito:di tutto posso dubitare tranne che del fatto stesso di dubitare,cioè di pensare e se dubito esisto.Il genio malefico ci illude in tutto e da questo nasce l’ipotesi di cogito ergo sum(se penso allora esisto). Cartesio concluse che l’attributo essenziale dell'io o del soggetto che pensa è il pensiero stesso:"io non sono, dunque, per parlar con precisione, se non una cosa che pensa, e cioè uno spirito, un intelletto o una ragione".
Il dualismo di res cogitans e res extensa:
Cartesio non riesce a collegare res cogitans(cosa pensante) e res extensa(realtà che ha estensione).Se non voglio lasciarmi trarre in inganno da semplici apparenze non è ai sensi che bisogna affidarsi ma bensì al pensiero.Cartesio proseguì nella sua riflessione sostenendo che Dio aveva creato due ordini di sostanze: la sostanza pensante (res cogitans) e la sostanza estesa (res extensa). Quest'ultima si identifica con la materia,la cui caratteristica essenziale è quella di occupare una determinata estensione spaziale;pertanto,se la sostanza pensante si conforma alle leggi del pensiero,la sostanza estesa si conforma alle leggi meccaniche della fisica.Ne nasceva il problema di conciliare l'anima, in quanto spirituale e inestesa,con il corpo,in quanto realtà materiale ed estesa.La bipartizione della realtà nelle due sostanze, quella fisica e quella mentale,è nota come dualismo cartesiano e ha influenzato straordinariamente la filosofia moderna.Il filosofo dice di essere una cosa che pensa,mentre sa solamente di avere un corpo.
Le obiezioni alla metafisica di Cartesio:
Vi fu chi fraintese la famosa frase cartesiana “cogito ergo sum”,che veniva interpretato come una conclusione sillogistica:che abbia come premessa maggiore tutto ciò che pensa esiste e come premessa minore io penso.Alcuni videro nel suo argomento una riproposizione del tema Agostiniano si fallor sum(se sbaglio sono)
L’ESISTENZA DI DIO
Il ruolo di Dio nella metafisica cartesiana:
nella metafisica cartesiana il problema dell’esistenza di Dio che si propone come diretta conseguenza del dubbio assume un ruolo di grande importanza. Nelle meditazioni, Cartesio enuncia di nuovo il suo criterio di veritá e afferma che tutte le cose che percepiamo come chiare e distinte sono vere.Non contraddice la possibilitá di dubitare dei sensi perché con essi nulla puó essere appreso chiaramente e distintamente.Ma che dire della possibilitá di dubitare delle veritá intellettuali, matematiche?Ció si legava all’esistenza di un Dio ingannatore.Se il dubbio iperbolico non verrá sconfitto, il criterio di veritá garantirá l’evidenza del cogito ma non potrà estendersi al di là di ciò che percepisco in me.Solo se riuscirò a dimostrare l’esistenza di Dio, avró sconfitto definitivamente il dubbio iperbolico e fornito una definitiva conferma del criterio di veritá.
Idee innate,avventizie,e fattizie:
Le idee sono il contenuto del pensiero e si dividono in tre generi:
Innate:sono presenti nell’uomo dalla nascita come l’idea innata di dio.
Avventizie:provengono dal mondo esterno(idea di palazzo)
Fittizie:frutto della nostra immaginazione.idee appartenenti alla fantasia(ippogriffo)
La prima dimostrazione dell’esistenza di Dio:
L’uomo è di per se imperfetto anche se nel suo pensiero alberga l’idea di un essere perfetitssimo.Ciò dimostra come questa idea gli provenga da un essere più perfetto di lui.non può essere lui la causa dell’idea di dio perché è una sostanza finita.
La seconda prova e il concetto di causa efficiente:
se non esistesse dio da chi avrei l’essere?forse dai miei genitori ma questi a loro volta da chi l’hanno ricevuto? Se il soggetto fosse autore del suo essere, avrebbe ogni perfezione, sarebbe Dio.(cartesio dice che è più difficile darsi l’essere dal nulla che darsi delle perfezioni..come l’essere diligenti o belli).Cartesio quindi con un regressus in infinitum arriva all’esistenza di Dio.
La terza prova:Dio come essere perfettissimo
La terza prova dell’esistenza di Dio applica all’idea di Dio il criterio di veritá delle idee chiare e distinte.Cartesio ha l’idea di Dio non meno di quanto abbia l’idea di una qualsiasi figura o numero e come è contraddittorio negare che il triangolo abbia tre lati, così è contraddittorio negare l’esistenza di Dio.
LA MORALE PROVVISORIA:
Cartesio traccia le regole per la morale provvisoria,per evitare l’accusa di essere privo di religione e fede.
1. essere fedele alla religione ricevuta dai padri.
2. mantenersi costante e risoluto nelle proprie azioni
3. per cambiare se stessi,non andare oltre le proprie possibilità e non il mondo, tentare di vincere le proprie paure e non la fortuna.
4. per indagare il vero,sempre e con metodo.
Perché secondo Cartesio l’uomo deve ricercare la via di mezzo?
Cartesio suggerisce di seguire la via di mezzo e sempre le opinioni più moderate perché queste vengono considerate come le più comode oltre che come le migliori.Ogni eccesso infatti per Cartesio è una limitazione della nostra libertà.
Cosa intende per costanza?
Cartesio cerca di essere il più possibile costante ed una volta scelto di seguire le opinioni dubbie,tirarsi indietro era per lui sbagliato.Una volta deciso di accettarla doveva considerarle come se fossero le più sicure.Cartesio quindi vuole differenziare dalle personalità deboli,che si lasciano andare nell’agire a cose che li per lì giudicano buone e poco dopo malfatte.
COGITO ERGO SUM:
1. è la prima certezza;
2. non è un sillogismo ma un’intenzione;
3. l’io è una sostanza indipendente dal corpo e dal mondo.La sua natura è di essere pensante(res cogitans).
IL DUBBIO METODICO:
1. Consiste nel dubitare di tutto,dei sensi e della ragione.
2. è un dubbio alla ricerca di un metodo,non si dubita come facevano gli scettici.
3. Il dubbio iperbolico è un dubbio portato alle estreme conseguenze.

Esempio