Aristotele:la politica

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Testo

ARISTOTELE POLITICA
LIBRO I
Nel primo libro viene trattato l’oikos, cioè la casa e la famiglia, e le parti che la compongono.
Per riuscire ad analizzare bene lo stato, fino a giungere a una definizione di stato modello, bisogna innanzi tutto considerare le singole parti che lo compongono, cioè le famiglie, in cui coesistono esseri che separati non potrebbero esistere (femmina-maschio) ed esseri legati per natura (padrone-schiavo in cui per natura il primo utilizza l’intelletto e quindi comanda, il secondo per natura usa il corpo e quindi è comandato).
Ogni stato per natura è un insieme di villaggi e quindi per natura è il loro fine, quindi chi per natura non vive nello stato o è superire all’uomo o è un individuo degno di disprezzo. E per natura lo stato è anteriore alla famiglia perché il tutto è anteriore alla parte, quindi lo stato per natura esiste da sempre ed è anteriore all’individuo. Ma sempre per natura la famiglia esiste da sempre, da prima del villaggio, che è un insieme di famiglie, e da prima della polis, che è un insieme di villaggi.
La famiglia perfetta si compone di schiavi e di liberi e all’interno di essa persistono 3 rapporti principali ciascuno con diverse qualità e ciascuno fondato sulla natura (physis).E il fine della famiglia è la felicità, che può essere raggiunta solo all’ interno della polis, poiché solo quest’ultima le mette a disposizione tutti i mezzi indispensabili.
3 PARTI AMMINISTRAZIONE DOMESTICA
padrone-servo, rapporto padronale (tirannide)
un essere che per natura non appartiene a se stesso ma ad
un altro è per natura schiavo
e appartiene a un altro chi è oggetto di proprietà
Certi esseri subito dalla nascita sono segnati o al comando o all’essere comandati. Ma ciò non avviene solo tra gli uomini, ma anche dentro di noi.Noi per natura siamo formati da anima e corpo e sempre per natura la prima comanda sul secondo. Quando il corpo comanda sull’anima (come negli esseri viziati) si ha una situazione contro natura. Ne risulta che una condizione di parità (o inversa) tra padrone e schiavo nuocerebbe a tutti.
Il padrone non è tale in quanto acquista schiavi, ma in quanto se ne serve, poiché lo schiavo fa parte della proprietà.
padre-figlio il padre esercita la sua autorità come su esseri liberi, ma equivale
all’autorità di un re (governo monarchico).
marito-moglie anche sulla moglie la sua autorità è pari a quella che esercita
su un essere libero, ma è più simile all’autorità di un uomo di
stato (governo aristocratico).
Esistono poi delle virtù proprie a ciascun componente della famiglia?
Tutti possiedono le parti dell’anima, ma ciascuno in maniera diversa: lo schiavo non possiede totalmente la parte relativa alla libertà, la donna la possiede, ma senza autorità, il ragazzo la possiede, ma non sviluppata.
Lo stesso avviene con le virtù morali. Ciascuno ne possiede, ma quanto basta per svolgere il proprio compito.
E’ chiaro, dunque, che l’amministrazione domestica è più complessa del semplice possesso di oggetti inanimati.
All’interno dell’amministrazione domestica esiste un’arte propria del padre-padrone-marito e cioè la crematistica, l’arte dell’usare con saggezza le cose, i beni e le ricchezze.
Viene studiata in due diverse forme:
crematistica naturale provvede all’esistenza degli uomini, procurando loro il necessario per sopravvivere secondo natura, soddisfacendone i bisogni primi.
crematistica innaturale aumenta all’infinito le ricchezze dell’uomo, secondo istinto. Ovviamente questa è respinta in quanto innaturale, è accettata la prima.
LIBRO II
In questo libro vengono criticate alcune costituzioni del periodo di Aristotele e alcuni scritti riguardo possibili costituzioni.
Repubblica di Platone non si può considerare lo stato come una massa di uomini tutti uguali, bisogna considerarlo un insieme di uomini specificamente diversi da cui deriva un’unità.”Infatti la famiglia è più autosufficiente dell’individuo, lo stato più della famiglia e uno stato vuol essere veramente tale quando la comunità dei suoi componenti arriva ad essere ormai autosufficiente”. Ma in uno stato ognuno ha il suo punto di vista, ed è quasi impossibile raggiungere una totale unità a causa di troppi dissensi.
L’unità deve esserci, ma non in modo assoluto. Se la terra fosse comune a tutti ne risulterebbero inconvenienti.La situazione migliore si ha quando la proprietà è privata ma se ne fa uso comune. L’unità non deve essere totale: non si può avere uno stato senza dividere i cittadini secondo la famiglia o il ceto o altro.
Leggi di Platone su questa raccolta di leggi ci sono varie critiche da apportare.
Platone divide le proprietà in lotti uguali, ma non si preoccupa di regolare il numero dei cittadini e delle nascite (che non dovrebbero superare un certo numero).
Non stabilisce in cosa governanti e governati differiscono e assegna a ciascuno due abitazioni in due luoghi differenti, cosa che nuoce all’amministrazione domestica.
Platone presenta una società oligarchica in cui solo quelli delle classi più alte o con un determinato censo sono obbligati a votare, gli altri no . Ma allora in politica quelli delle classi di più alto censo saranno più numerosi per il fatto che quelli delle classi popolari non voteranno non essendo obbligati.
Costituzione di Falea vale solo per le piccole ingiustizie sociali, non dice niente né delle relazioni con i vicini né con gli stranieri, niente in vista della forza militare né per la proprietà.
Costituzione di Ippodamo progettava uno stato piccolo con 10000 abitanti divisi in tre classi (artigiani, agricoltori, difensori armati), divideva poi il territorio in tre zone: sacra (riti agli dei), pubblica (fornire sostentamento ai difensori),privata (degli agricoltori). Vi erano poi tre sorte di leggi: oltraggio, danno, omicidio e una sola corte suprema in cui ogni ogni giudice segnava su una tavoletta il giudizio. Proponeva una ricompensa per coloro che avessero fatto un’invenzione utile allo stato e il mantenimento dei figli dei caduti in guerra. I magistrati erano eletti dal popolo.
Critiche:la divisione in tre classi avrebbe portato dissensi perché quelli senza armi si sarebbero sentiti quasi schiavi di quelli armati.Poiché nessuno produce per i difensori non ci sarebbero più distinzioni tra loro e gli agricoltori.
Ci sarebbero dissensi tra i giudici, e i premi o i sostentamenti non potrebbero essere pagati per il pericolo di malignità e dissensi.
Costituzione dei Lacedemoni non bisogna dare troppa libertà né agli schiavi né alle donne, per non danneggiare lo stato. Le proprietà devono essere ben distribuite, per evitarne di eccessivamente grandi o di troppo piccole.
Bisogna evitare che poveri diventino efori (coloro che controllano gli affari più importanti dello stato) perché spesso sono venali. Gli anziani non dovrebbero essere scelti tra dei candidati, ma votati e “costretti” ad adempiere al loro compito.
Costituzione di Creta i cosmi sono dieci a differenza degli efori che sono cinque e sono eletti tra certe famiglie selezionate, gli anziani sono sostituiti dal consiglio formato da ex-cosmi. Questi due gruppi prendono le decisioni che poi sono confermate dall’assemblea formata da tutti i cittadini.
Costituzione di Cartagine gli efori erano eletti secondo il merito, i re erano scelti tra famiglie particolarmente meritevoli e insieme agli anziani decidevano se presentare o meno al popolo certe questioni. Era un sistema oligarchico, che però presentava anche caratteristiche da sistema aristocratico.
Il fatto che una stessa persona copra più cariche può sembrare un difetto, ma allora era considerata una cosa degna d’onore.

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