Aristotele: la vita e le opere

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Categoria:Filosofia

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Testo

ARISTOTELE

Nacque a Stagira (Grecia) nel 384 a.C. Rimasto orfano, a 18 anni entrò nell’Accademia di Platone.
Prima fu discepolo, poi vi insegnò.
Poi, Aristotele rompe con gli accademici e apre ad Atene una sua scuola, che sorge nel ginnasio dedicato ad Apollo Liceo e prende appunto il nome di Liceo. Viene però chiamata anche Peripato per i suoi giardini attraverso i quali Aristotele teneva lezione passeggiando.
Gli scritti di Aristotele si dividono in essoterici (rivolti a un vasto pubblico) ed esoterici (destinati alla scuola).
Ai primi appartengono le opere giovanili, che sono andate perdute; i secondi costituiscono invece il corpus aristotelico, pubblicato nel I sec. d.C. da Andronico di Rodi.
Questo si divide in:
• scritti di logica (Organon, lo strumento del sapere)
• scritti di fisica (sui principi generali della natura)
• scritti di metafisica (così chiamati perché Andronico inserì tali scritti nel suo catalogo “dopo quelli di fisica”. Tale espressione è stata poi usata per indicare ciò che Aristotele chiamava “filosofia prima”, ovvero la filosofia in senso stretto, per distinguerla dalle altre scienze teoretiche, quali la matematica e la fisica, che egli chiamava “filosofie seconde”.
• scritti poietici (riguardanti le scienze poietiche, ovvero pratiche; riguardano la politica, l’etica, la poetica)
I suoi primi scritti sono decisamente platonici, poi invece, egli elabora una propria filosofia, distaccandosi da quella del maestro.

LA POSIZIONE DI ARISTOTELE NEI CONFRONTI DI PLATONE
Nello scritto “Sulle idee” Aristotele espone la sua posizione nei confronti della dottrina platonica delle idee (cioè del mondo intelligibile separato dal mondo sensibile).
Per Aristotele le idee, se si trovano nel mondo intelligibile non possono essere anche nel mondo sensibile.
Ammettendo che vi sono due mondi, per es. uno dell’uomo (materia) e l’altro dell’idea dell’uomo (la forma, l’anima), si dovrà ammettere un terzo mondo, somma dei due mondi, che comprende tanto gli individui che la loro idea.
Si avrà così il “sinolo”, cioè l’unione di materia e forma.
Quindi, a differenza di Platone, per Aristotele la forma non si può distaccare dalla materia, di conseguenza quando viene meno il corpo viene meno anche l’anima, cioè l’anima è mortale.
Anche Aristotele come Platone ammette l’esistenza di 3 anime: l’anima razionale (tipica dell’uomo), l’anima vegetativa che presiede al nutrimento e alla crescita (tipica delle piante), e l’anima sensitiva (che presiede ai piaceri e ai sensi, tipica degli animali).
Per Aristotele nulla c’è nell’intelletto che prima non sia passato attraverso i sensi.
L’intelletto umano possiede potenzialmente tutti i concetti, ma per passare dalla potenzialità del concetto alla conoscenza vera e propria c’è bisogno dell’intervento di un intelletto universale di origine divina.

L’INDAGINE SCIENTIFICA : FILOSOFIA TEORETICA E PRATICA
Aristotele distingue le scienze teoretiche da quelle pratiche.
Le scienze teoretiche comprendono la metafisica, la fisica e la matematica.
La metafisica o teologia studia l’essenza delle cose, di cui il fondamento è Dio, causa prima e fine ultimo di tutto l’universo.
La fisica è la scienza che studia i corpi dotati di movimento o in quiete.
Aristotele distingue 4 tipi di movimento:
1. per accrescimento o diminuzione (rispetto alla quantità)
2. per alterazione (rispetto alla qualità)
3. per traslazione (rispetto al luogo)
4. per generazione o corruzione (rispetto al nascere e al morire)
Di essi il più importante è il terzo, poiché tutti gli altri si riducono a traslazioni di materia.
Il movimento per traslazione può verificarsi in tre modi: verso l’alto, verso il basso, circolare.
A questi corrispondono i 5 elementi : il fuoco e l’aria si muovono infatti dal centro del mondo verso l’alto, la terra e l’acqua si muovono dall’alto verso il centro del mondo, l’etere infine si muove circolarmente intorno al centro del mondo.
Tra questi, il moto circolare è perfetto perché non ha né inizio né fine.
Di qui deriva l’eternità dell’etere che compone gli astri e le sfere cristalline.
Il moto concentrico delle sfere cristalline è poi dovuto a Dio che attira a sé tutto l’universo.
Inoltre vi sono 4 qualità : il caldo, il freddo, il secco e l’umido. Le loro combinazioni caratterizzano poi gli elementi.
Per Aristotele nella natura nulla avviene a caso, ma sempre secondo un fine. Oltre al caso, egli negò anche l’esistenza del vuoto.
Le scienze pratiche o poietiche sono invece l’etica, la politica, la retorica e la poetica.
L’etica (o costume) studia il comportamento dell’uomo che tende a raggiungere l’armonia e la felicità e comprende 2 virtù:
virtù etiche (che pongono un freno alle passioni, come la giustizia) e dianoetiche (sapienza, arte, cioè quelle virtù che l’uomo ha di proprio).
L’etica trova il suo prolungamento nella politica, dato che l’uomo, come “animale politico”, può realizzare se stesso solo nella società.
A differenza di Platone, che mirava a delineare uno stato perfetto o ideale, Aristotele si impegna nella descrizione dei vari tipi di Stato esistenti.
Forma elementare di associazione è la famiglia. Più famiglie costituiscono un villaggio. Più villaggi danno vita alle città, o Stato.
Vi sono 3 tipi di Stato : la monarchia (governo di uno solo), l’aristocrazia (governo dei migliori), la politeia (governo dei più).
Ognuna di queste tre forme ha i suoi vantaggi, ma Aristotele ritiene comunque superiore la terza, perché più equa.
Ogni forma di governo può però degenerare in eccesso negativo: la monarchia in tirannide, l’aristocrazia in oligarchia, la politeia in democrazia.
Bisogna poi ricordare che lo Stato riguarda solo gli uomini liberi e non gli schiavi (come i barbari), che per natura non sono veri uomini, ma “strumenti animati”, al livello degli aratri e dei buoi.
Con la natura Aristotele giustificava quindi la schiavitù, comune al suo tempo.
La retorica è l’arte del persuadere, tipica della politica.
La poetica è l’arte della poesia. Mentre Platone condanna l’arte perché è imitazione del mondo delle idee, Aristotele la predilige, perché crea qualcosa di nuovo.
Tra le varie arti preferisce la tragedia a cui attribuisce una funzione di catarsi, cioè di purificazione dalle passioni.

LA LOGICA
Aristotele è il creatore della logica, cioè della scienza che ci insegna a ragionare correttamente.
Aristotele distingue tra ragionamenti che sono rigorosamente veri (scientifici) e quelli che sono solo probabili (dialettici).
Alla base di ogni ragionamento vi sono alcuni principi o assiomi :
• Il principio di identità : (A è A)
• Il principio di non contraddizione : (A non può essere nello stesso tempo “non A”)
• Il principio del terzo escluso (una cosa o è A, o è non A, non si ha una terza possibilità)
Nella logica Aristotele affronta il discorso sul sillogismo, che è la forma (struttura) tipica del ragionamento.
Il sillogismo si compone di 2 premesse (la maior e la minor) e di una conclusione, che devono essere in rapporto tra loro.
Il sillogismo dialettico parte da premesse che sono solo probabili, mentre quello scientifico da premesse vere.
Es.: “Se tutti gli asini volano, questo è un asino e vola” (sill. dialettico)
“Tutti gli uomini sono mortali, Socrate è un uomo, allora è mortale.
(sill. scientifico)
La I parte (“Tutti gli uomini sono mortali”)è la maior, essendo il soggetto più esteso; la II (“Socrate è un uomo”) è la minor, la III è la conclusione.
Un ragionamento può essere deduttivo o induttivo.
Nel I caso si parte da una proposizione generale per arrivare ad una particolare. Nel II caso si procede del particolare al generale.
Altra dottrina di Aristotele è quella delle categorie, cioè attributi dell’essere.
Le categorie sono 10 : la sostanza o essenza, la qualità (bianco), la quantità (alto 2 cubiti), il luogo (sulla piazza), la relazione (maggiore di), il tempo (ieri), la situazione (disteso), la condizione (povero), l’agire (parlare), il subire (è stato condannato).
Attraverso queste 10 categorie ogni ente è compiutamente definito.
La sostanza è il punto di appoggio per tutte le altre categorie dette accidenti.
Infatti, tutte le altre categorie esprimono il suo modo di essere o accidentale.

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