Aristotele: la metafisica e la logica

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia
Download:1033
Data:01.02.2010
Numero di pagine:10
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
aristotele-metafisica-logica_1.zip (Dimensione: 13.8 Kb)
trucheck.it_aristotele:-la-metafisica-e-la-logica.doc     47 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Aristotele: le strutture della realtà e del pensiero – La metafisica e la logica
Principio di non-contraddizione = ogni essere ha una natura precisa = la natura di un essere non può essere diversa da com’è = la natura di un essere è quindi necessaria = questa natura necessaria di un essere è la sostanza = la sostanza è l’equivalente ontologico del principio logico di non-contraddizione = la sostanza è l’essere dell’essere
La sostanza
soggetto reale di proprietà
Sostanza = individuo concreto che funge da
soggetto logico di predicati
Es. sostanza è “questo” uomo cui riferisco delle proprietà (o qualità) (biondo, magro, alto,…) e che è soggetto logico e grammaticale dei predicati che lo caratterizzano
Sostanza = tóde ti = “questo qui”
Sostanza : soggetto = ente autonomo = cioè qualcosa che a differenza delle sue qualità ha vita propria
Essere = insieme di sostanze e di qualità di tali sostanze;
ogni sostanza = sinolo (unione indissolubile) di forma e materia
Forma = natura di una cosa = struttura che la rende quella che è (es. degli esseri viventi la forma è la specie a cui appartengono)
Materia = ciò di cui una cosa è fatta (es. marmo di cui è fatta la statua)
Forma = l’elemento attivo che struttura la materia
Materia = l’elemento passivo, in quanto viene strutturato dalla forma
Sostanza = forma = ciò che fa sì che il sinolo (individuo) sia quello che è = la sua essenza
Accidente = qualità che una cosa può avere o non avere = senza smettere di essere quella cosa (o sostanza)
Es. un uomo se è un uomo è sempre tale, ma nel corso della vita può diventare pallido, triste, vecchio,…
Le quattro cause
Conoscenza e scienza = consistono nel rendersi conto della cause delle cose
Cause delle cose = perché? = questo perché può essere diverso = varie specie di cause
1) causa materiale = materia = ciò di cui una cosa è fatta (es. l’argento di un gioiello)
2) causa formale = forma = essenza necessaria di una cosa (es. causa formale dell’uomo è la natura razionale)
3) causa efficiente = ciò che origina qualcosa (es. madre causa efficiente del figlio)
4) causa finale = scopo al quale una cosa tende (es. fine del bambino è diventare adulto)
Nei processi naturali = causa formale, efficiente e finale = stessa cosa
Es. uomo = causa formale, efficiente e finale del bambino
Nei processi artificiali = cause sono distinte tra loro
Es. un conto è la statua classica (c. formale), un conto l’artista (c. efficiente), un conto è la celebrazione del mondo classico (c. finale)
La dottrina del divenire
Potenza e atto.
Il divenire esiste (es. un uomo cresce, o invecchia, un fiore sboccia, o appassisce,…)
Problema = come deve essere pensato il divenire
Parmenide = divenire impossibile perché implicava passaggi dall’essere al non essere = quindi l’esistenza del nulla
Aristotele = passaggio dall’essere al non essere impossibile = perché dal nulla non nasce nulla e l’essere non può cadere nel nulla; quindi divenire = passaggio da un tipo di essere ad un altro tipo di essere
Quindi : essere = unica realtà esistente = il non essere non esiste; divenire = modalità dell’essere
Potenza = possibilità della materia di assumere una certa forma
Atto = assunzione di questa forma da parte della materia
Quindi : potenza : materia = atto : forma
Quindi : punto di partenza del divenire = materia (o pura potenza)
Atto = entelechìa (realizzazione)= punto di arrivo
Gnoseologica = la conoscenza della potenza presuppone la conoscenza dell’atto
Atto = ha una priorità cronologica = l’atto viene prima della potenza (il seme (potenza) viene prima
rispetto alla pot. della pianta(atto), ma il seme (potenza) prima di essere pianta (atto) deve
provenire dalla pianta (atto)
ontologica = atto = superiore alla potenza = poiché costituisce la causa, il
senso e il fine della potenza
potenza = necessità dell’atto
es. da uova di aquila (potenza) nascerà per forza un’aquila (atto)
La materia prima

la causa efficiente = che dà inizio al divenire
Il divenire presuppone anche
la causa finale = il fine del divenire
Movimento = trasformazione da materia a forma > forma = materia per un altro movimento
Quindi : una stessa cosa può essere sia materia (potenza) che forma (atto)
Es. pulcino = potenza della gallina (atto) ma anche atto dell’uovo (potenza)
una materia prima (potenza pura) = materia-madre
Questa catena del divenire presuppone però
una forma pura = atto puro = sostanza più alta dell’universo, immobile e divina
La concezione aristotelica di Dio
Metafisica e teologia
Metafisica > studia le cause e i principi primi
Studiare essere in quanto essere e la sostanza = studiare anche le cause ultime
Metafisica > teologia = studia Dio e la sostanza immobile
Dimostrazione dell’esistenza di Dio
Prova dell’esistenza di Dio > ricavata dalla cinematica > teoria del movimento = inteso come possibilità di assumere nuove forme
Aristotele dice : tutto ciò che è in moto è necessariamente mosso da altro = questo altro sarà a sua volta mossa da altro che sarà mosso da altro, ecc…
Non potendo andare all’infinito ci deve essere un primo motore immobile = Dio
Attributi di Dio
Dio è atto puro = senza potenza = perché potenza implica movimento = e non può essere soggetto al movimento perché è immobile
Dal momento che materia : potenza = atto : forma > Dio non può contenere materia ed è forma pura
Aristotele : universo e il suo movimento = eterni
Dio = causa dell’universo e dei suoi movimenti = realtà eterna
Dio è motore immobile = quindi non può essere causa efficiente = ma finale
Dio = oggetto d’amore = fine verso cui protendono gli amanti di Dio = come una calamita

Materia prima = che “avida” di forma tende verso di essa
In conclusione i protagonisti
della storia dell’universo sono 2
Dio = forma pura = “attira” la materia prima
Di conseguenza > universo = tensione della materia verso Dio = desiderio di “prendere forma”
Non è Dio a formare il mondo = ma è il mondo che si auto-forma
Questo moto è infinito = in quanto la materia non potrà mai divenire forma puro = atto puro
Dio = entità perfetta = genere di vita migliore
Genere di vita migliore = quello dell’intelligenza = di cui Dio ne gode in eterno
Dio = perfetto = pensa alla perfezione stessa = cioè se stesso
Dio = pensiero di pensiero
Vita di dio = la più felice ed eccellente
La logica
L’Órganon di Aristotele si articola in:
- logica del concetto
- logica della preposizione
- logica del ragionamento
I concetti
I concetti sono gli oggetti del nostro discorso e possono essere classificati mediante un rapporto di genere/specie.
Ogni concetto è “specie” di un concetto più universale e “genere” di un concetto meno universale.
Es. tra animali, mammiferi e gatto, “animali” è genere rispetto alla specie “mammiferi” e “mammiferi” è genere rispetto alla specie “gatto”.
La specie è un concetto che può includere un maggior numero di caratteristiche (è più specifico del genere), ma può essere riferito a un numero ristretto di individui (es. gatto).
Il genere invece è un concetto che include meno caratteristiche rispetto alla specie, ma include un numero più ampio di individui (es. animali).
L’insieme delle caratteristiche di un concetto è detto comprensione.
Il numero degli individui cui fa riferimento un concetto è detto estensione.
Nel rapporto tra specie/genere la comprensione e l’estensione sono quindi inversamente proporzionali.
Andando dal genere alla specie, aumenta via via la comprensione e diminuisce l’estensione, fino a giungere ad un punto dove non si può andare avanti: la specie infima (massima comprensione/minima estensione)
La specie infima non è altro che la sostanza prima, che si distinguono dalle sostanze seconde.
La sostanza prima è la sostanza per eccellenza.
Le sostanze seconde sono le specie e i generi dove le sostanze prime si trovano.
Anche se Aristotele chiama “sostanze” le specie e i generi che servono a classificare le sostanze prime, ritiene che solo queste ultime esistono principalmente.
Andando invece dalla specie al genere, diminuisce via via la comprensione ed aumenta l’estensione, fino a giungere ai generi sommi (minima comprensione/massima estensione), cioè le dieci categorie.
Le preposizioni

Le preposizioni sono gli atti mentali con cui uniamo o separiamo i concetti nell struttura soggetto-predicato.
Le preposizioni possono essere:
• per quanto riguarda la “qualità”:
- affermative, nel caso in cui venga attribuito qualcosa a qualcosa;
- negative, nel caso in cui venga separato qualcosa da qualcosa;
• per quanto riguarda la “quantità” (o estensione):
- universali, in cui il soggetto è universale (es. tutti)
- particolari, in cui il soggetto si riferisce a una classe particolare (es. alcuni).
- singolari, in cui il soggetto è un singolo (es. Maria)
Quadrato logico A-E-I-O
Universale affermativa Universale negativa
(tutti gli uomini sono bianchi) A contrarie E (nessun uomo è bianco)

s s
u u
b b
a a
l l
t. t.
Particolare affermativa I sub-contrarie O Particolare negativa
(alcuni uomini sono bianchi) (alcuni uomini non sono bianchi)
Nello schema sono :
- contrarie: le proposizioni universali affermativa e negativa, che sono quantitativamente uguali (sono entrambe universali) ma qualitativamente diverse (una è affermativa l’altra negativa);
- contraddittorie : tra loro l’universale affermativa e la particolare negativa, e l’universale negativa e la particolare affermative, che sono differenti sia qualitativamente che quantitativamente;
- sub-contrarie: le proposizioni particolari affermativa e negativa, che sono quantitativamente uguali (sono entrambe particolari) ma qualitativamente diverse (una è affermativa l’altra negativa).
Due preposizioni contrarie non possono essere entrambe vere (se tutti gli uomini bianchi, non può nessun uomo essere bianco) ma possono essere entrambe false (può essere falso che tutto gli uomini siano bianchi e anche falso che nessun uomo sia bianco).
Le proposizione contraddittorie devono essere necessariamente una falsa e l’altra vera.
(se tutti gli uomini sono bianchi, è falso che alcuni non siano bianchi, in quanto sono tutti bianchi.
Viceversa, se è vero che alcuni uomini non sono bianchi, è falso dire che tutti gli uomini sono bianchi.
Se nessun uomo è bianco, è falso dire che alcuni uomini sono bianchi, in quanto non lo è nessuno.
Viceversa se alcuni uomini sono bianchi, è impossibile che nessuno lo sia, in quanto alcuni sono bianchi)
Le proposizioni sub-contrarie possono essere entrambe vere, ma non entrambe false.
(può essere vero che alcuni uomini siano bianchi e alcuni non lo siano, ma dire che è falso che alcuni sono bianchi e alcuni non lo sono è impossibile)
Le proposizioni sub-alterne sono la universale/particolare affermativa e la universale/particolare negativa.
Esse sono qualitativamente uguali (sono entrambe affermative o negative) e quantitativamente diverse (sono una universale e l’altra affermativa).
Inoltre partendo col dire che “tutti gli uomini sono bianchi” si può dire che è vero che “alcuni uomini sono bianchi” ma non al contrario.
La stessa cosa vale con il dire “nessun uomo è bianco” in cui si può dire che è vero che “alcuni uomini non sono bianchi” ma non viceversa.
Le modalità di proposizione sono 3 e sono:
- l’asserzione (A è B)
- la possibilità (A è possibile che sia B)
- la necessità (A è necessario che sia B).
Prendendo dei concetti isolati (es. “uomo”, “bianco”, …) non si può dire né che siano veri né che siano falsi, dal momento che lo si può dire solo quando si trovano in una proposizione.
Da qui i due teoremi fondamentali sulla verità:
1) la verità è nel pensiero, e non nella cosa
2) la misura della verità è la cosa, e non il pensiero asserisce affezioni
Infatti una cosa è bianca non perché si afferma che è bianca, ma perché è realmente bianca.

Il sillogismo (ragionamento)
Il sillogismo è un ragionamento di tipo deduttivo (dal generale al particolare).
Esempio:
soggetto: predicato:
premessa maggiore: ogni animale (termine medio) è mortale (termine maggiore)
premessa minore: ogni uomo (termine minore) è animale (termine medio)
conclusione: ogni uomo (termine minore) è mortale (termine maggiore)
Il sillogismo è composto da tre proposizioni:
- 2 premesse (una maggiore e l’altra minore) che fungono da antecedenti;
- 1 conclusione che funge da concludente.
Nel sillogismo abbiamo anche:
- il termine maggiore (ha l’estensione maggiore ed è predicato della prima premessa)
- il termine minore (ha l’estensione minore ed è predicato della seconda premessa)
- il termine medio (ha estensione media e compare sia come soggetto che come predicato)
Nella conclusione appaiono poi il termine minore e quello maggiore che compaiono come soggetto e come predicato.
Formalizzazione del sillogismo:
se A inerisce a B, B inerisce a C, allora è necessario che A inerisca a C (oppure B è A, C è B, allora C è A)
le caratteristiche fondamentali del sillogismo di rifanno al: termine medio e alla necessità.
Per quanto riguarda il termine medio è importante perché esso rappresenta la causa, la sostanza di ciò che sta nelle premesse.
Es. la causa del fatto che l’uomo sia mortale, è determinata solo dal fatto che egli è un animale (termine medio).
La necessità si riferisce al fatto che le premesse debbano essere sempre universali e debbano riferirsi alla essenza necessaria dell’oggetto.
Problema delle premesse
La validità di un sillogismo non va trovato nella sua verità.
Anche se il ragionamento è logicamente corretto, esso non equivale sempre alla realtà, in quanto può anche partire da premesse false.
Il sillogismo che parte da premesse vere è il cosiddetto sillogismo “scientifico”.
Aristotele identifica queste premesse vere con gli “assiomi”, cioè delle preposizioni che sono intuitivamente vere e che sono comuni a più scienze.
Questo caso è quello del principio di non-contraddizione, di identità (secondo cui ogni cosa è uguale a se stessa A=A) e del terzo escluso (secondo cui tra due cose opposte non c’è via di mezzo A o è B o è non-B).
Ma non essendo sufficienti, accanto ad essi occorrono dei principi propri delle singole scienze = definizioni
Le definizioni partono da:
- un concetto (es. uomo)
- il suo genere prossimo (es. animale)
- la sua differenza specifica (es. ragionevole)
Nelle definizioni è la differenza specifica che distingue una cosa da un'altra (l’uomo è ragionevole, l’animale non lo è)
Poiché la definizione presuppone sempre un genere prossimo entro cui deve entrare il concetto, allora le categorie per Aristotele non si possono definire.
Per A. le definizione si ricava attraverso l’induzione = ragionamento che va dal particolare all’universale
Ma l’induzione per essere veramente reale dovrebbe considerare tutti i casi possibili (il che è impossibile) e prendendo in esame solo ciò che si è constatato di fatto, senza dare il perché le cose stanno così, l’induzione non riesce a giungere all’universale vero e proprio, ma a quello “perlopiù”, cioè un universale di cui non si può essere totalmente sicuri.

Esempio