"La Città del sole" di Campanella

Materie:Riassunto
Categoria:Filosofia

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Data:14.12.2005
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Testo

La Città del sole, opera che si ispira molto alla Repubblica di Platone, è scritta sotto forma di dialogo tra due personaggi: l’Ospitalario, cavaliere dell’ordine di Malta, e il Genovese, nocchiero di Colombo. Quest’ultimo racconta di aver girato il mondo scoprendo nell’isola di Taprobana, una città ideale per leggi e costumi, ma tuttavia utopica.
La città è retta da un Principe Sacerdote, chiamato Sole (o Metafisico) che detiene assoluto potere spirituale e temporale. I requisiti fondamentali di questo governatore devono essere: erudizione, saggezza, conoscenza sia dal punto di vista teorico e pratico, creatività e vena artistica. Inoltre deve avere più di 35 anni perché abbia l’esperienza necessaria a condurre lo stato. Egli è assistito da tre Prìncipi: Pon (Potestà), a capo della guerra e della pace, Sin (Sapienza) che ha cura delle scienze, e Mor (Amore) al quale è affidata la procreazione, la salute, la produzione, il lavoro e l’educazione degli abitanti.
La città sorge su un colle ed ha una struttura circolare , formata da sette cerchie di mura concentriche che prendono nome dai sette pianeti. Ogni girone è fortificato, pertanto è quasi impossibile conquistarla, in quanto bisognerebbe espugnarla sette volte. Vi si accede attraverso quattro porte rivolte verso i quattro punti cardinali. In cima al colle vi è una grande pianura in mezzo alla quale sorge il tempio del Sole, di forma circolare, e sull’altare anch’esso di forma circolare e diviso in una croce, è posto un mappamondo.
L’organizzazione della città è del tutto razionale, ordinata e regolata dagli «offiziali» i quali vigilano affinché nessuno possa far torto all’altro.
Hanno un'offiziale per ogni virtù: Liberalità, Magnanimità, Castità, Fortezza, Giustizia criminale e civile, Operosità, Verità, Beneficienza, Gratitudine, Misericordia, ecc.; si eleggono da bambini nelle scuole in base alla virtù a cui inclinano. Non essendoci tra loro latrocini, né assassini, né stupri ed incesti, adultèri si accusano d'ingratitudine, di malignità, di bugia, che detestano più che la peste; e per questi peccati sono esclusi della mensa comune, o dalle donne, e da alcuni onori, finché ha deciso il giudice.
Le leggi sono scolpite su tavole di rame e impongono una rigorosa condotta di vita. Non ci sono carceri, ma solo un torrione dove vengono isolati i «membri infetti» della comunità.
Come nella Repubblica non esiste la proprietà privata, i solari dividono la stessa mensa e vestono gli stessi costumi.
Si nutrono di erbe e di carni, minestre, frutta, formaggio alternativamente, secondo precise regole dietetiche e secondo il proprio lavoro.
Gli offiziali hanno la parte migliore; ma spesso mandano il loro cibo a chi più si è fatto più onore la mattina nelle lezioni o nelle gare di scienze e di armi, e chi lo riceve prova grande onore e favore
Vestono abiti bianchi,di giorno, e rossi di notte, il nero è vietato.
Ognuno ha pari opportunità e riceve la stessa educazione: non esistono beni privati, in quanto indurrebbero all’egoismo e alla violenza.
I “Solari” hanno in comune anche le donne e gli accoppiamenti sono gestiti e diretti da Mor, il quale determina l’equilibrio necessario e interpreta gli astri ed i medici. Nessuna femmina si concede prima dei diciannove anni e nessun maschio prima dei ventuno.
La società non è divisa in classi, ognuno è abile ed adatto ad un mestiere, un’arte o un impiego, compatibilmente con l’età, il sesso e la predisposizione individuale.
Campanella ritiene che tutti debbano lavorare sia manualmente che intellettualmente perciò i “Solari” lavorano quattro ore al giorno e per il resto del tempo si dedicano alle conoscenze intellettuali.
I bambini crescono assieme, e come nella Repubblica, non conoscono i genitori. I nomi vengono assegnati secondo le caratteristiche individuali e poi arricchiti con cognomi che rispecchino un’arte nella quale la persona eccelle. Vengono educati a partire dai 3 anni, i maestri li conducono lungo le sette mura che circondano la città che con i loro dipinti costituiscono un vero e proprio libro di testo .
Nel primo girone sono rappresentate le figure matematiche, una carta geografica di tutta la terra e le tavole riguardanti ogni provincia con i rispettivi riti, i costumi, le leggi e gli alfabeti delle varie lingue. Nel secondo girone sono raffigurati i minerali, le pietre ed i metalli, i mari, i laghi e i fiumi. Nel terzo, gli alberi, le erbe e le loro virtù medicinali, i pesci e il loro modo di vivere. Nel quarto sono riprodotti le varie specie di uccelli, rettili e insetti. Nel quinto gli altri animali terrestri. Le mura del sesto girone illustrano le arti meccaniche e gli inventori delle leggi, delle scienze e delle armi.
Inoltre li fanno correre e giocare per rinforzarli. È essenziale che la scuola non si svolga in un luogo chiuso perché l’istruzione non deve essere una costrizione.
I “Solari” ricorrono alle arti militari solo in caso d’attacco oppure in caso di richiesta d’aiuto, dopo aver consultato il volere divino. Anche le donne vengono addestrate all’attività di guardiane.
Le città sconfitte subito mettono ogni bene in comune, e ricevono gli offiziali, i solari e la guardia, in modo da sistemarsi come la Città del Sole, tanto che mandano li figli ad imparare in quella, senza contribuire a spese.
Dimostrano le loro abilità ogni due mesi, ma ogni giorno si esercitano nelle armi, o in campagna, cavalcando, o leggono sempre le storie di Cesare, di Alessandro, di Scipione e d'Annibale, per imparare le strategie militari e poi confrontano i loro giudizi tra loro e con il maestro che risponde e specifica.
Gli abitanti della Città del sole vivono esclusivamente secondo la ragione e secondo la religione naturale, che è innata e propria dell’uomo e corrisponde al Cattolicesimo. Credono nell’immortalità dell’anima e nell’infinita metempsicosi, non credono in un castigo eterno, dopo la morte, onorano Cristo e i dodici apostoli, ma anche Mosè, Osiride, Giove, Mercurio, Maometto.
Volpe Laura IV F

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