L'Iliade

Materie:Riassunto
Categoria:Epica
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Data:09.03.2007
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Testo

PATROCLO VESTE LE ARMI DI ACHILLE
Gli Achei rimangono sbigottiti per il rifiuto di Achille, tuttavia decidono fieramente di riprendere a combattere anche senza lui. All’alba la battaglia si riaccende furibonda e sembra favorire i Troiani, che, protetti da Zeus e trascinati dall’impeto di Ettore, cominciano ad avanzare verso il muro che protegge le navi greche per incendiarle. Zeus solleva un turbine di polvere che acceca gli Achei mentre tendono di difendere il baluardo; infine Ettore solleva un macigno gigantesco e lo scaglia contro il muro, aprendovi una breccia attraverso la quale penetrano i Troiani incalzando i nemici che fuggono atterriti. La battaglia infuria presso le navi: i Greci sembrano perduti, ma Era, con la complicità del dio Sonno, riesce a far addormentare Zeus, cosicché Poseidone, il dio del mare, può intervenire a rianimare gli Achei suoi protetti. Dopo che Ettore viene gravemente colpito da Aiace, Zeus si risveglia e torna ad imporre agli altri dei il suo volere, mentre Apollo scende a risanare le ferite di Ettore e ad infondergli nuove forze per il combattimento. L’eroe troiano allora si lancia con furore contro le schiere nemiche spronando i suoi uomini dar fuoco alle navi e i Troiani avanzano minacciosi brandendo le fiaccole accese. La situazione è gravissima per gli Achei, allora Patroclo corre alla tenda di Achille e, piangendo, lo implora di permettergli di indossare le sue armi e di scendere sul campo di battaglia alla testa dei Mirmidoni: in tal modo i Greci crederanno che Achille è tornato alla guerra e sicuramente indietreggeranno. Achille, profondamente turbato alla vista del fuoco che i nemici hanno appiccato proprio in quel momento ad una delle navi greche, acconsente.
LA MORTE DI PATROCLO
Patroclo scende sul campo di battaglia alla teste dei mirmidoni, ben duemilacinquecento uomini divisi in cinque schiere. I Troiani,a quella vista, credendo che Achille sia tornato alla guerra, sono presi dal terrore e si scompigliano in una fuga disordinata. Ma Patroclo li insegue e riesce a tagliare loro la strada, facendone strage. La mischia si riaccende furibonda ed i Troiani hanno la peggio; lo stesso Ettore li esorta allora a fuggire verso Troia ed a riposarsi nelle mura della città. Patroclo, imbaldanzito, li insegue, continuando ad abbattere numerosi guerrieri. Sembrerebbe l’ultima ora di Troia, se il dio Apollo, sceso su una delle torri della città, non stesse preparando la rovina del generoso eroe.
ACHILLE PIANGE LA MORTE DI PATROCLO
Sul campo si accende una feroce mischia intorno al cadavere di Patroclo, che i Troiani tentano di portar via come trofeo e gli Achei difendono con determinazione. La battaglia intanto continua ad infuriare ed i Troiani, sempre favoriti da Zeus, ancora una volta hanno la meglio sui nemici, mettendoli in fuga verso le navi. Achille, intanto, che segue da lontano l’andamento degli scontri, alla vista degli Achei in rotta è turbato da tristi presagi sulla sorte di Patroclo, quand’ecco che gli si presenta Antiloco, che è stato inviato da lui per comunicargli la notizia della morte dell’amico.
ETTORE AFFRONTA ACHILLE
Tetide, vista la decisione irremovibile di Achille, si reca dal dio Efesto il fabbro degli dei, a chiedergli di fabbricare delle nuove armi per il figlio; frattanto Achille, spinto dagli dei, si mostra ai nemici sul margine del fossato che circonda il mura di protezioni delle navi: alla sua vista e all’orribile grido che per tre volte l’eroe fa prorompere dalla sua gola, i Troiani fuggono disordinatamente , mentre gli Achei possono così recuperare il corpo di Patroclo e comporlo nella bara. Inizia la veglia funebre e nella notte il campo acheo risuona degli alti lamenti di Achille. Al sorgere del sole Tetide consegna al figlio le nuove armi divine. Mentre gli Achei si dispongono sul campo di battaglia, l’eroe si arma e, imbracciando l’asta, balza sul carro ed avanza splendente come il sole incontro ai nemici. Nuovamente gli dei scendono fra i combattenti a proteggere chi i Troiani chi gli Achei. La strage infuria, aizzata da una parte di Achille e dall’altra da Ettore. Achille incalza come una furia i nemici uccidendone una gran quantità mentre tentano di trovare scampo gettandosi nel fiume Scamandro, le cui acque si tingono completamente del sangue degli uccisi. Priamo, allarmato, ordina allora di aprire le porte di Troia per accogliere i superstiti. Soltanto Ettore, sordo alle implorazioni del padre che lo invita a rientrare con gli altri nella città, decide di restare a sostenere lo scontro con il formidabile; ma, alla vista di Achille che gli fa incontro terribile e minaccioso, viene preso dal terrore e si dà alla figura incalzato implacabilmente dal Pelide. Per tre volte i due compiono il giro delle mura di Troia. Zeus, a quella vista, impietosito per Ettore, getta sulla bilancia del destino le sorti dei due eroi: quella di Ettore si abbassa, indicando che l’ora della sua morte è arrivata. Il padre degli dei lascia allora che il Fato si compia e conceda ad Atena di intervenire in favore di Achille. La dea, assunte le sembianze di Deifobo, uno dei fratelli di Ettore, compare quindi a fianco del troiano che ancora fugge incalzato dall’avversario e lo esorta ad affrontare Achille, offrendogli il suo appoggio. Ettore, convinto, si ferma e si volge verso Achille, pronto al combattimento.

Esempio



  


  1. barbara

    i troiani avanzano

  2. jkjdkgs

    la morte di patroclo