Domede attacca e ferisce Ares

Materie:Appunti
Categoria:Epica
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Testo

DIOMEDE ATTACCA E FERISCE ARES

Ma come Ares vide Diomede, subito lasciò il cadavere di Peritante; si precipitò contro Diomede. Come furono vicini Ares si levò per primo sopra il giogo del carro con l’asta di bronzo per uccidere Diomede. Atena afferrò la lancia e la gettò lontano. Diomede lanciò la sua asta; e Pallade Atena spinse l’arma nel basso ventre e Ares urlò poiché la dea la ritrasse. Sgomento percorse gli Argive e i troiani, tanto urlò Ares mai sazio di battaglie.
Come una bufera quando c’è calura apparve Ares a Diomede salendo in cielo. Raggiunse velocemente l’Olimpo e sedette vicino a Zeus col cuore angosciato mostrando il sangue immortale sgorgare dalla ferita; disse lamentoso parole sfuggenti: “ Padre Zeus, non ti arrabbi a vedere cose così atroci? Continuamente noi dei subiamo mali orrendi, gli uni a causa degli altri, per compiacere i mortali. Tutti ce l’abbiamo con te, perché hai generato una pazza, che progetta sempre azioni malvagie. Tutti gli altri numi obbediscono a te e ti temono; questa però non rimproveri mai, né con parole né con cenni; la lasci fare quello che vuole, perché solo tu l’hai generata. Essa ora ha scatenato l’orgoglioso Diomede contro gli dei; prima ha ferito Afrodite al polso, poi s’è levato contro di me, pareva un nume, mi hanno salvato solo i piedi veloci, altrimenti a lungo avrei sofferto pene tra i tetri cadaveri oppure vivo sotto i colpi del bronzo.”
Guardandolo bieco Zeus gli rispose: “ Non stare qui seduto a piangere, banderuola! Per sei il più odioso tra tutti i numi: sempre ti è gradita contesa, guerra e battaglia. Hai lo stesso furore indomito di tua madre Era; anch’ella a fatica posso domare con le parole. Sono sicuro che soffri perché hai ascoltato i suoi consigli. Non posso volere che tu patisca di più, sei mio figlio, la madre ti ha generato da me. Se però fossi figlio di un altro dio da molto tempo ti toccherebbe una sorte peggiore di quella dei Titani”.
Disse così e ordinò a Peione di curarlo. Peione spargendo farmaci sopra di lui lo guarì. Allora Ebe lo lavò e gli porse abiti puliti, e sedette orgoglioso vicino a Zeus. Intanto ritornavano a casa Era e Atena, posta fine alle stragi di Ares.

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