Autodifesa

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Testo

TEORIA E TECNICHE DI AUTODIFESA
Autodifesa: nozioni giuridiche
Il nostro sistema giuridico garantisce ad ognuno il diritto alla legittima difesa, purché la reazione di difesa personale risulti proporzionata all’offesa.Riferendoci ad un esempio concreto, se si subisce un tentativo di scippo, si è autorizzati a difendersi, ma senza procurare lesioni gravi (o addirittura la morte) allo scippatore, poiché a quel punto non ci sarebbe proporzione tra il diritto minacciato (quello di proprietà) e l’attività della reazione che ha leso un altro diritto (quello dell’integrità fisica), anche se a favore esiste l’articolo del Codice Penale che dice: ”non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui con un pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa.”In riferimento all’articolo appena citato dobbiamo specificare che per pericolo si intende l’offesa che deve essere soltanto minacciata e non realizzata già da tempo, altrimenti la nostra autodifesa diverrebbe vendetta.

Le situazioni di pericolo
Molteplici sono le tipologie di aggressione con le quali una persona si può scontrare; come le:
1. liti che degenerano in aggressioni;
2. aggressioni da parte di teppisti;
3. aggressioni a scopo di rapina;
4. aggressioni da parte di ubriachi;
5. aggressioni da parte di maniaci;
6. aggressioni finalizzate a nuocere alla persona.
Ognuna di queste forme di aggressione presenta dei livelli di pericolosità ai quali non bisogna necessariamente rispondere con le tecniche dell’autodifesa; per esempio: nelle liti che spesso degenerano in aggressioni il qui livello di pericolosità è basso o medio-basso è sufficiente assumere un atteggiamento di calma e di autocontrollo, per evitare inutili scontri fisici.
Nel caso di aggressioni da parte di teppisti bisogna tenere presente, innanzi tutto, che avviene uno scontro psicologico poiché, generalmente, chi va alla ricerca di pretesti per una rissa, fondamentalmente è molto insicuro e perciò molto spesso, per superare il problema, mostra aggressività apparente nei confronti dei più deboli. Ed ecco perché nella maggior parte dei casi i teppisti agiscono in “branco”, in quanto nel gruppo si rafforza l’aggressività dei singoli. In questo caso due sono i comportamenti da assumere:
1. mostrarsi sempre sicuri di sé, ma senza provocare il nemico;
2. nel caso di scontro fisico, in cui si trovi inferiorità numerica, ricordare di rimanere sempre in movimento per evitare di essere immobilizzati.
Quando si ha a che fare con delle aggressioni a scopo di rapina il livello di pericolosità aumenta a seconda della reazione. E’così anche se conosciamo le tecniche dell’autodifesa, è meglio assecondare lo scopo del rapinatore, che è quello di sottrarci in valore, in quanto il rapinatore potrebbe rispondere con un’arma.
Nelle aggressioni da parte di ubriachi o drogati, sapendo che l’aggressore è alterato da alcool o droga e quindi probabilmente soggetto ad uno stato confusionale, è necessario verificare se è possibile un approccio verbale per calmare l’assalitore oppure se è più conveniente colpire e fuggire e, in questo secondo caso, tenere a mente che i punti più vulnerabili per il drogato e per l’ubriaco sono lo stomaco e il fegato.
Accomunabile a questo tipo di aggressione vi è poi quella esercitata dai maniaci le cui intenzioni sono per lo più finalizzate a nuocere alla persona. La reazione ideale potrebbe essere di un tono di voce conciliante, ma poiché tranquillizzare un maniaco è pressoché impossibile, è necessario preventivare una fuga con massima velocità e determinazione non appena si è avvertito il pericolo, oppure colpire con estrema decisione e poi darsi alla fuga.
Altra tipologia di aggressione tra le più pericolose è quella finalizzata a nuocere alla persona, in questo caso occorre cercare subito la fuga e se questa non è possibile, infliggere nel minor tempo possibile dei colpi che rechino danno.
Come prevenire il danno a priori
Consigli
• tenere i soldi in tasche e portafogli diversi, o addirittura predisporre portafogli con poche lire e nessun documento da consegnare ad un eventuale rapinatore;
• a protezione dallo scippo, borse, valigie e altri contenitori vanno sempre tenuti sottobraccio (e con decisione) e sempre dal lato interno del marciapiede;
• evitare di camminare da soli in zone buie o sconosciute. Di notte, tenersi sempre sul lato più illuminato della strada;
• evitare contatti con persone sospette;
• se qualcuno vi chiede che ore sono, non abbassate la testa per guardare l’orologio, ma piuttosto mostrateglielo direttamente così, qualora avesse avuto brutte intenzioni, si troverà spiazzato;
• quando vi spostate, non attirate mai l’attenzione mostrando ciò che di valore vi portate appresso;
• un consiglio per le donne. Quando andate al cinema, per evitare molestatori, se siete sole sedete vicino ad un’altra donna o all’estremità di una fila.
Le tecniche di difesa personale
da applicare in caso di scontro
Nel caso in cui ci dovessimo trovare nella situazione di contrattaccare al fine di preservare la nostra incolumità, è importante sapere dove e come colpire in modo da conoscere l’entità della nostra reazione, e a questo proposito vi è una scala di pericolosità che caratterizza ogni colpo, così graduata:
1. colpo doloroso, ma che non causa danni all’organismo;
2. colpo che può provocare danni temporanei;
3. colpo che può provocare perdita di conoscenza e altri danni permanenti (ma non gravi);
4. colpo che può provocare gravi danni permanenti;
5. colpo letale.
I punti vulnerabili, rapportati alla scala di pericolosità, sono i seguenti:
* Congiunzione tra osso parietale e osso frontale.
A seconda della potenza del colpo e del punto di impatto può provocare shock vascolare, perdita di conoscenza, frattura del cranio e morte. Scala di pericolosità: 2 – 3 – 4 – 5.
* Zona frontale.
Un colpo inflitto in tale zona può causare il “colpo di frusta”. Scala di pericolosità: 1 – 2 – 3.
* Zona oculare.
Colpire l’occhio crea dolore, lacrimazione e offuscamento della vista. Se il colpo è potente e inferto con le punte delle dita si crea la rottura del bulbo e la perdita definitiva della vista. Scala di pericolosità: 2 – 3 – 4.
* Zona auricolare.
A seconda della potenza del colpo può causare shock al timpano e concussione della massa cerebrale con conseguente morte. Scala di pericolosità: 2 – 3 – 4 – 5.
* Zona nasale.
Colpire il naso significa provocare un dolore intenso, lacrimazione, fuoriuscita di sangue e perdita dei sensi. Se molto violento, il colpo inflitto dal basso verso l’alto può provocare la morte. Scala di pericolosità: 3 – 4 – 5.
* Bocca, labbra, denti, mascelle.
Un colpo forte in tali zone può causare rottura di denti e labbra, emorragie, slogamento o frattura della mascella, perdita di sensi. Scala di pericolosità: 2 – 3 – 4.
* Mento
Il colpo può essere molto dannoso in quanto può comportare la perdita di conoscenza e, a volte la morte. Scala di pericolosità: 3 – 4.
* Nuca.
La nuca e le zone limitrofe, se colpite violentemente, generano la perdita di conoscenza. Scala di pericolosità: 3 – 4 – 5.
* Gola.
Colpire la gola significa indurre il soffocamento. Scala di pericolosità: 3 – 4 – 5.
* Clavicola e costole.
Se fratturate (in casi estremi), esse possono penetrare nei polmoni. Scala di pericolosità: 3 – 4.
* Spalle e ascelle.
entrambe sono soggette a slogamenti e lussazioni e, se colpite violentemente, possono produrre una “paralisi” temporanea. Scala di pericolosità: 1 – 2.
* Gomiti.
Un colpo in una giuntura così delicata provoca l’incapacità di usare momentaneamente l’arto. Scala di pericolosità: 1 – 2 – 3.
* Dita delle mani.
I colpi sulle dita originano dolore intenso, fratture e distorsioni. Scala di pericolosità: 1 – 2 – 3.
* Colonna vertebrale. A seconda del colpo inflitto su di essa si può incorrere nella paralisi o addirittura nella rottura, provocando la morte. Scala di pericolosità: 3 – 4 – 5.
* Petto.
Non è particolarmente vulnerabile, ma ciò è diverso per la donna poiché si possono generare emorragie e grande dolore. Scala di pericolosità: 1 – 2 – 3.
* Plesso solare.
A seconda dell’intensità del colpo si possano avere perdita di conoscenza e lesioni degli organi interni. Scala di pericolosità: 2 – 3 – 4.
* Diaframma.
Colpirlo implica dei problemi alla respirazione. Scala di pericolosità: 1 – 2.
* Stomaco.
E’ un punto particolarmente vulnerabile per ubriache e drogati e, se colpito, si provocano conati di vomito e spasmi. Scala di pericolosità: 1 – 2.
* Fegato, milza, reni.
Se colpiti violentemente possono “spappolarsi” o rompersi provocando la morte. Scala di pericolosità: 2 – 3 – 4 – 5.
* Testicoli e vescica.
Un serio colpo ai testicoli può generare anche la sterilità, inoltre sia i testicoli che la vescica possono essere soggetti ad emorragie. Scala di pericolosità: 3 – 4 – 5.
* Coscia, ginocchio, polpaccio, stinco, caviglie, piedi e dita dei piedi.
Colpi inferti a tali parti del corpo sono in grado di togliere temporaneamente la motilità all’aggressore. Scala di pericolosità: 1 – 2 – 3.
Ricorda
Per riuscire ad applicare positivamente una tecnica di autodifesa qualora ci si presenti di fronte una situazione di pericolo, bisogna “imparare” a non aver paura. Ebbene, si! La paura deve divenire un sentimento a nostro favore, poiché producendo adrenalina ci aiuterà ad aumentare la nostra volontà di sopravvivere e la nostra determinazione.
Come riuscirci?
Un consiglio potrebbe essere quello di simulare più volte, con gli amici, le eventuali aggressioni che potremmo subire.
Qual e’ il ruolo della voce
La voce come “arma” e come “scudo”
La voce è estremamente importante per la difesa in quanto può servire a:
1. calmare l’aggressore nel caso in cui l’aggressione sia di scarsa pericolosità.
2. invocare aiuto o, perlomeno, attirare l’attenzione i terzi con effetto deterrente sull’aggressore.
3. emettere grida marziali che, da un lato rinforza la carica psicologica, dall’altro scoraggiano l’assalitore.
Consiglio importante
In tutti i casi di aggressione è meglio evitare di gridare “AIUTO”, in quanto la gente, per la paura non accorre. E’ quindi consigliabile gridare piuttosto “ AL FUOCO”. Chi sente tale appello prova meno timore e si sente più in grado di intervenire, meno “frenato” nel soccorrere.
Difesa contro tentativo di stupro
Una legge italiana ha stabilito che lo stupro è un reato contro la persona, non più contro la morale. Esso rappresenta una delle aggressioni più pericolose per la donna, quindi nel caso in cui subiate un tentativo di stupro, non esitate a servirvi di copi che in altre circostanze, si giudicherebbero “scorretti” per le norme del codice penale.
Nel caso in cui l’aggressore sia giunto a distanza ravvicinata e cerchi di immobilizzarvi servitevi di:
➢ morsi: se avete a portata di denti le “parti sensibili”, come il collo, le dita, il braccio in generale, il naso e le orecchie;
➢ testa: se l’assalitore è di fronte a voi e vicinissimo, dovete colpire con la fronte e mirare al setto nasale;
➢ graffio: l’obiettivo è il viso dell’assalitore e l’ideale è mirare agli occhi;
➢ strappo dei capelli: afferrare la chioma del vostro assalitore e strappatela con forza. Esso stimola le ghiandole lacrimali, così la vista potrebbe offuscarsi, dandovi il tempo di portare altri colpi o di fuggire.
➢ le torsioni e le pressioni: usare un semplice ed efficace “pizzicotto”, nei testicoli, nei capezzoli, nel naso, nelle orecchie, nei fianchi e nelle braccia. Non sono certo colpi risolutori, ma servono per farvi uscire da situazioni molto scomode. Lo stesso dicasi per la pressione, usando cioè i pollici e facendo pressione nella zona oculare.
E’ bene ricordare che nella difesa personale è importante sfruttare a proprio vantaggio l’ambiente circostante, così come saper utilizzare gli oggetti a portata di mano, come matite, penne, ombrelli, schede telefoniche, ecc. che possono diventare armi.
Un discorso diverso è per le armi improprie, come pali di ferro, bombolette spray o oggetti analoghi, per lo più proibite dalla legge e punibili dal codice penale.
Difesa contro più aggressori
Quando ci si trova da solo contro due , tre o più aggressori occorre essere particolarmente reattivi, rapidi, precisi e veloci; è fondamentale perciò
1. “spezzare la catena”, cioè guadagnarsi una via di fuga, cercando di colpire il più debole o il più forte del gruppo;
2. restare sempre in movimento, in modo da evitare accerchiamenti e immobilizzazioni;
3. far si che il proprio movimento sia di intralcio ai movimenti degli avversari;
4. scegliere tra le tecniche di difesa personali i colpi più efficaci e più rapidi;
5. agire sempre con la massima determinazione e “cattiveria”, ma allo stesso tempo anche con calma e lucidità;
6. urlare o fare comunque un gran baccano se esiste una possibilità di richiamare soccorritori; viceversa, qualora siate in un territorio “ostile”, combattere in silenzio per evitare il sopraggiungere di altri aggressori;
7. usare molto “la coda dell’occhio”, controllando tutti i movimenti, essere sempre all’erta, non scontrarsi con un unico avversario, ma avere sempre una visione della situazione;
8. nel caso di aggressione con un coltello, utilizzare il calcio, perché le gambe hanno un allungo maggiore di quello del braccio armato dell’aggressore.

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