macroeconomia

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Testo

MACROECONOMIA
Contabilità nazionale: insieme dei documenti contabili che descrivono sinteticamente l’insieme complessivo dell’attività produttiva, di scambio e di trasferimento di risorse di un Paese in un determinato arco di tempo.

Per
• conoscere lo stato di salute economica
• verificare se la ricchezza prodotta e l’occupazione aumentano o diminuiscono
• verificare se gli investimenti aumentano o stagnano facendo invecchiare il sistema produttivo nazionale e se il Paese produce abbastanza risparmio per finanziarli
• controllare che gli scambi con l’estero, unitamente ai conti pubblici, siano equilibrati
c
Elaborazione di una procedura corretta per definire e misurare concretamente il valore complessivo dei beni prodotti nel Paese in un determinato periodo di tempo, che normalmente è l’anno solare.
s
Possibilità di individuare e quantificare le aree di crisi
i
Intervento pubblico dei Parlamenti e dei Governi per migliorare la situazione economica.
Italia: il Governo deve presentare al Parlamento entro il mese di marzo di ogni anno la “Relazione generale sulla situazione economica del Paese”, che contiene i dati macroeconomici del Paese relativi all’anno precedente; l’ISTAT (Istituto nazionale di Statistica pubblica) pubblica gli stessi dati in forma maggiormente sintetica sulla pubblicazione “I conti degli Italiani”.
SEC (Sistema europeo dei conti economici integrati) = sistema adottato dei paesi appartenenti all’Unione Europea per uniformare a livello comunitario la metodologia di rilevazione e definizione della contabilità nazionale e facilitare la comparazione dei dati economici.
Soggetti che determinano, con le loro scelte economiche, la contabilità nazionale:
- famiglie (anche se composte da unico componente)
- imprese
- Amministrazione pubblica
- Resto del Mondo (i rapporti economici con l’estero sono sintetizzati nella bilancia dei pagamenti)
Prodotto nazionale lordo (PNL)
• sommatoria del valore complessivo della produzione di beni e servizi (al netto dei beni intermedi, utilizzati come input e distrutti nel processo produttivo) prodotti in un determinato arco di tempo, attraverso l’utilizzo dei fattori produttivi nazionali (compresi beni e servizi prodotti dalla Pubblica Amministrazione)
I beni e i servizi che concorrono alla formazione del PNL vengono definiti beni finali (= beni di consumo e di produzione che non necessitano di ulteriori trasformazioni per soddisfare bisogni, i primi; per produrre altri beni, i secondi)
I fattori produttivi possono anche essere utilizzati all’estero, ma il valore dei beni prodotti viene conteggiato nel PNL del Paese in questione, perchè trattasi di fattori produttivi nazionali.
I beni intermedi non vengono computati nel valore del prodotto nazionale lordo perchè essi sono già incorporati nei beni finali che hanno contribuito a realizzare; se anche il loro valore venisse computato nel PNL si avrebbe una forte sopravvalutazione dell’effettivo ammontare della produzione nazionale.
• sommatoria della retribuzione complessiva dei fattori produttivi remunerati per la loro partecipazione al processo produttivo.
valore del PNL suddiviso (in relazione all’apporto produttivo del fattore di produzione) in
- parte che remunera gli imprenditori (profitto)
- una parte che remunera i lavoratori (salari)
- parte che remunera chi ha messo a disposizione i capitali e le materie prime (rendita finanziaria e fondiaria)
PNL P = rendita nazionale (somma dei redditi percepiti in un determinato arco di tempo dai residenti di un determinato Paese in cambio dell’utilizzo dei fattori produttivi di loro proprietà (utilizzo avvenuto indifferentemente all’interno del paese o all’estero)
• sommatoria dei valori aggiunti , ossia gli incrementi di valore apportati ai beni in ciascuna delle fasi di produzione attraverso l’utilizzo di fattori produttivi nazionali. Valore aggiunto = “arricchimento” del valore delle risorse iniziali attraverso l’attività produttiva (fasi di trasformazione, confezionamento, trasporto...dei beni e servizi prodotti)
Il PNL può essere calcolato
ai prezzi di mercato: comprende nel suo valore anche le imposte indirette: imposte di fabbricazione, imposte sui consumi, sulle vendite, dazi...
al costo dei fattori produttivi: si ottiene sommando in redditi (salari, rendite e profitti) corrisposti ai fattori produttivi, con l’aggiunta degli utili non distribuiti alle imprese (al lordo degli ammortamenti)
Prodotto nazionale netto (PNN)
Durante il processo di produzione del PNL i mezzi di produzione di usurano o si accantonano perchè superati tecnologicamente; l’usura e la sostituzione dei macchinari viene definita ammortamento.
. valore non più disponibile per la collettività deve essere sottratto al PNL, per la produzione del quale è stato sacrificato si ottiene il PNN
Reddito Pro-Capite (PNN : numero di abitanti del Paese)
= quanta ricchezza produce e/o ha a disposizione mediamente ogni singolo residente del Paese considerato.
Evidenzia:
- livello tecnologico di avanzamento del sistema produttivo nazionale; per ottenere un elevato reddito pro-capite prodotto è necessario migliorare la produttività dei fattori produttivi, mediante l’ausilio di importanti investimenti nell’innovazione tecnologica dell’apparato produttivo
- il livello medio di benessere materiale del cittadino di un determinato Paese
Normalmente i Paesi capitalisticamente avanzati hanno elevati redditi pro-capite, mentre i paesi in via di sviluppo hanno bassi redditi pro-capite.
Se aumenta la produzione nazionale ma la popolazione aumenta in maniera più che proporzionale, il reddito diminuisce.
PNL nominale e reale
PNL ai prezzi di mercato = PNL nominale
Aumento prezzo dei beni a produzione invariata p crescita del PIL nominale

idea di una prosperità
in realtà inesistente
Valutazione dell’effettiva variazione della
produzione globale di beni e servizi p bisogna depurare il PNL nominale
dall’effetto delle variazione dei prezzi

PIL reale
(produzione globale attuale x i prezzi in essere nel periodo precedente)
Redditi :
-nominali = valore monetario (inglobano aumento prezzi)
-redditi reali = considerando il potere d’acquisto dei redditi percepiti (depurati da variazione
Modo approssimativo per calcolare i redditi: dei prezzi)
variazione percentuale dei redditi – variazione percentuale dei prezzi (=tasso di inflazione)

Prodotto interno lordo (PIL)
= valore della produzione che avviene all’interno del Paese anche grazie all’utilizzo di fattori produttivi esteri (es. capitali finanziari stranieri).
PNL = riferito alla nazionalità dei fattori produttivi
PIL = riferito alla collocazione geografica della produzione
Se il Paese in questione ha effettuato molti investimenti all’estero molto probabilmente il PNL è superiore al PIL; nel caso in cui il Paese riceva molti investimenti dall’estero è il PIL ad essere probabilmente superiore al PNL.
Quando varia il PNL
• Aumenta il PNL
A I residenti del paese hanno a disposizione maggiori redditi
m essendo aumentata la produzione, aumenta anche l’occupazione; però l’occupazione aumenta solo nel caso in cui la produzione sia aumentato in misura più che proporzionale rispetto alla produttività del lavoro. L’occupazione non aumenta nel caso in cui vi sia stato un parallelo e proporzionale aumento della produttività dei lavoratori rispetto all’incremento di produzione; se l’incremento della produttività dei lavoratori è maggiore all’incremento della produzione, l’occupazione non solo non cresce ,ma diminuisce perchè occorre meno manodopera per produrre una maggiore quota di produzione.
p essendo aumentata la ricchezza nazionale, aumenta, a parità di aliquote fiscali, il gettito fiscale; in tal modo è possibile incrementare la spesa pubblica
; essendo aumentata la produzione, normalmente aumenta lo sfruttamento delle risorse naturali e l’inquinamento; ma il maggior gettito fiscali può essere impegnato in parte in interventi a tutela dell’ambiente.
; essendo aumentata la produzione e l’occupazione aumentano le importazioni; infatti le imprese avranno bisogno di un maggiore quantitativo di materie prime, semilavorati e macchinari; tale domanda viene in misura più o meno grande soddisfatta anche attraverso la domanda di beni di produzione estera. Parallelamente l’incremento occupazionale (dovuto alla crescita economica), facendo aumentare i consumi, fa aumentare di riflesso anche la domanda di beni esteri.
• Diminuisce PNL
D diminuisce l’occupazione
diminuisce il gettito fiscale
diminuiscono le importazione
diminuiscono nel breve periodo lo sfruttamento delle risorse naturali e l’inquinamento
o se l’attività economica ristagna meno profitti per gli imprenditori e meno risorse finanziarie per lo Stato m non ci sarà l’ammodernamento degli impianti produttivi (gli impianti nuovi sono meno inquinanti) e non ci sarà un sensibile intervento pubblico a tutela dell’ambiente per carenza di risorse
Il valore del PNL può essere bugiardo
• La crescita del PNL apporta nel complesso benefici alla collettività.
In realtà un’analisi basata solo sulle cifre non consente di verificare se la crescita economica si è trasformata anche in benessere sociale.
(es. Aumento produzione autovetture u aumento PNL MAM danni dovuti alla congestione del
traffico, incidenti, inquinamento
Produzione servizio pubblico di trasporto p incide meno sull’incremento del PNL ma
apporta maggiori benefici
Ricostruzione città distrutta da un terremoto aumento PNL MAM non corrisponde ad
un aumento del benessere)

• Molti imprenditori non denunciano alle autorità pubbliche competenti la loro attività o ne denunciano solo una parte ai fini di:
- non pagare le imposte
- non pagare contributi pensionistici ai dipendenti
- non rispettare i contratti di lavoro subordinato
- non rispettare gli obblighi normativi di sicurezza ed igiene dei luoghi di lavoro

forte riduzione dei costi di produzione
concorrenza sleale nei confronti delle imprese che operano regolarmente
=
ECONOMIA SOMMERSA
(di cui il PNL non tiene conto)
PNL di piena occupazione
= produzione massima che si può ottenere attraverso la piena occupazione dei
fattori produttivi a disposizione
MA non occorre utilizzare interamente tutti e tre i fattori della produzione.
Massima produzione potenziale
Per raggiungere la massima produzione potenziale è sufficiente che sia utilizzato interamente un solo fattore produttivo; al PNL di piena occupazione non è detto che corrisponda l’azzeramento della disoccupazione.
Capacità produttiva degli impianti
= quantità di produzione massima che gli impianti possono realizzare in un determinato periodo di tempo
Impianti non utilizzati al massimo = capacità produttiva inutilizzata è possibile aumentare immediatamente la produzione, qualora ciò sia richiesto da incrementi della domanda.
Impianti sfruttati al massimo del loro potenziale = capacità produttiva pienamente utilizzata
anche se vi sono incrementi della domanda, la produzione non può essere immediatamente aumentata s occorrerà realizzare nuovi investimenti, che potranno diventare operativi solo dopo un certo periodo di tempo.
Obiettivo principale della politica economica = far avvicinare il più possibile il PNL effettivamente realizzato a quello di piena occupazione attraverso aumento dell’attività produttiva, minore disoccupazione possibile
Conto economico delle risorse e degli impieghi
Consumo
Beni a disposizione di un Paese impieghi
= Investimenti
risorse
Importazioni: acquisto di beni e servizi all’estero da parte di soggetti economici nazionali
Esportazioni: acquisto di beni e servizi nazionali da parte di soggetti esteri
Livello delle importazioni influenzato da:
- minor prezzo e/o migliore qualità dei prodotti esteri
- impossibilità del Paese in questione di produrre determinati beni, che quindi devono necessariamente essere importati
- la crescita economica e occupazionale stimola la domanda di beni di produzione e di consumo, che inevitabilmente si rivolge in misura più o meno rilevante alla produzione estera in fasi di crescita economica le importazioni aumentano e diminuiscono nella fasi di crisi economica
Valore dei beni a disposizione dei soggetti nazionale (risorse =R) è dato dal valore del PIL (ossia il valore dei beni prodotti in territorio nazionale, anche con l’impiego di fattori produttivi esteri - il valore degli ammortamenti) + il valore delle importazioni (IMP), meno il valore delle esportazioni (EXP), in quanto esse rappresentano beni che fuoriescono dal paese.
R = PIL + IMP - EXP

Poichè le risorse (R) possono essere utilizzate per consumi (C) o per gli investimenti (I) l’equazione può essere riscritta nel seguente modo:
C + I = PIL + IMP – EXP
C
PIL + IMP (RISORSE) = C + I (IMPIEGHI) – EXP
A quest’ultima formula corrisponde nel sistema europeo dei conti (SEC) un prospetto che prende il nome di conto economico delle risorse e degli impieghi (anche detto bilancio economico nazionale).
EQUILIBRIO ECONOMICO NAZIONALE
somma del valore dei consumi, degli investimenti e delle esportazioni = valore delle risorse disponibili a sistema economico in equilibrio (alla domanda di beni e servizi corrisponde un’analoga disponibilità di prodotti)
valore delle risorse disponibili < valore della domanda di beni e servizi aumento generalizzato dei prezzi (ossia l’inflazione)nel sistema economico, a causa della pressione della domanda insoddisfatta; in alternativa occorre aumentare le importazioni (in quanto l’aumento di produzione dovuto a nuovi investimenti richiede un certo periodo di tempo prima di verificarsi).
valore delle risorse disponibili > domanda di beni e servizi > eccedenze di produzione, per cui le imprese riducono la produzione per smaltirle, ma ciò ha inevitabilmente effetti negativi sull’occupazione; in alternativa occorre cercare per la produzione nazionale sbocchi di mercato all’estero.
Cosa determina la ricchezza di un paese
Nell’era della globalizzazione dell’economia la ricchezza non è determinata dal possedimento di grandi risorse naturali bensì dalla capacità di produrre beni di qualità a prezzi competitivi in modo tale da invadere con i propri prodotti i mercati internazionali.
le imprese devono quindi aumentare la produzione, creando una maggiore occupazione e realizzando maggiori profitti d maggiore convenienza a realizzare nuovi investimenti e lo Stato ha maggiori risorse per finanziare lo Stato Sociale aumento del benessere economico sociale del paese.
Il paese non riesce a produrre beni concorrenziali a quelli prodotti in altri paesi I si sviluppa situazione opposta
I Paesi capitalisticamente avanzati non possono competere con i Paesi più poveri nella produzione di beni ad alto contenuto di manodopera, perchè il costo del lavoro in questi Paesi è estremamente basso, per cui i beni prodotti possono avere prezzi molto più bassi.
Importanza della ricerca scientifica e del capitale umano
Investimenti in ricerca scientifica e formazione del capitale umano (istruzione e formazione professionale) u possibilità di produrre beni ad alto contenuto tecnologico, con una scarsa concorrenza a livello internazionale ed una domanda rigida rispetto al prezzo, poichè si tratta di beni indispensabili per lo sviluppo economico e il miglioramento del benessere sociale. Trattandosi di beni ad alto valore aggiunto, i profitti delle imprese risulterebbero elevati o grossi benefici per il paese.
Lo stato sociale
Se il PNL aumenta ma la popolazione del paese aumenta ancora più rapidamente, il reddito pro- capite diminusice.
Se a produzione è sempre più realizzata attraverso l’utilizzo di macchinari e tecnologie (riducendo in tal modo l’occupazione) i salari rispetto ai profitti diminuiscono S gran parte della ricchezza prodotta si concentra nelle mani di un numero relativamente ridotto di persone.
Per migliorare il benessere sociale complessivo della collettività, per combattere la microcriminalità (spesso è conseguenza della povertà), e per mantenere la pace sociale
E’ NECESSARIO l’intervento redistributivo dello stato = far pagare maggiori imposte e contributi alle imprese e alle famiglie a reddito medio-alto, per finanziare gli interventi dello Stato sociale = Stato che oltre alla sua tradizionale funzione di garantire la sicurezza della collettività, cerca di garantire ai cittadini, anche sprovvisti di reddito proprio, un minimo di benefici economico-sociali.
Stati capitalisticamente avanzati e democratici hanno iniziato a sostanziarsi significativamente come Stati sociali a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale a il fenomeno ha riguardato in particolare i paese europei.
PRINCIPALI STRUMENTI DELLO STATO SOCIALE
- sussidi di disoccupazione ai disoccupati
- pensioni ai lavoratori anziani
- pensioni di invalidità per gli inabili al lavoro
- assegni familiari di sostegno alle famiglie numerose
- cure mediche gratuite o semigratuite per le famiglie con reddito medio-basso
- trasporti pubblici gratuiti o semi gratuiti per famiglie a reddito medio-basso
- istruzione e formazione professionale di base gratuita
VANTAGGI DELLO STATO SOCIALE
- riduzione disuguaglianze sociali e rafforza la solidarietà sociale
- riduzione livello di povertà r riduzione microcriminalità
- fornitura di un livello minimo di sussidi e benefici alle famiglie povere e sostegno alla domanda di beni di consumo le imprese producono si possono mantenere in tal modo buoni livelli occupazionali
POSSIBILI RISCHI DELLO STATO SOCIALE
- aiuti alle famiglie economicamente disagiate troppo elevati a disincentivazione dei disoccupati a trovare un lavoro
- partiti politi per ottenere voti concedono i benefici dello Stato sociale non ai gruppi sociali più bisognosi ma a quelli elettoralmente più significatici e determinanti per il successo elettorale
- risparmio delle famiglie benestanti e profitti delle imprese fortemente tassati per finanziare elevata spesa sociale a trasferimento di risparmi e imprese all’estero, nei paesi con minore prelievo fiscale e contributivo minore risparmio per finanziare gli investimenti minore attività produttiva nazionale à crisi dell’occupazione e impoverimento generale del paese diminuzione prelievo fiscale e quindi delle risorse pubbliche destinate alla spesa sociale
- incremento eccessivo della spesa sociale non accompagnato da un parallelo aumento fiscale o dalla riduzione di altri tipi di spesa pubblica o disavanzi e debiti pubblici
- aumento degli oneri contributivi a carico dei datori di lavoro a aumento costo del lavoro diminuzione domanda di lavoro
ECCESSO DI DOMANDA SOCIALE
- riduzione risorse disponibili per ceti sociali più poveri
- riduzione risorse da investire nella ricerca scientifica, università, scuola e formazione professionale che garantiscono il benessere economico-sociale futuro del Paese
- rischio per l’equilibrio dei conti pubblici
- crisi della crescita economica ed occupazionale
Consumo, risparmio e investimento
CONSUMO = domanda di beni finali idonei a soddisfare i bisogni
= scopo dell’attività produttiva
INVESTIMENTI = domanda di beni di produzione
RISPARMIO = per prudenza circa eventi negativi nel futuro
per ottenere in futuro redditi più alti, investendo quanto risparmiato
RAPPORTO CONSUMI-RISPARMI-INVESTIMENTI
< quota del reddito nazionale destinata al consumo < >risparmio e viceversa
• CONSUMO ELEVATO
C cresce la produzione
l cresce l’occupazione
rischio aumento tassi di interesse
rischio aumento dell’inflazione
• CONSUMO SCARSO
C imprenditori non realizzano investimenti
contrazione del reddito nazionale diminuzione del risparmio
CONSUMO E RISPARMIO PER GLI ECONOMISTI CLASSICI E NEOCLASSICI
ECONOMISTI CLASSICI : il risparmio dipende dalla classe sociale di appartenenza
- lavoratori l salario di sussistenza consumano interamente il loro reddito
- redditieri r intero reddito per consumi di lusso, non hanno bisogno di risparmiare perchè dotati di patrimoni ereditati che consentono un flusso costante di reddito
- imprenditori i unici a risparmiare risparmiano interamente i profitti conseguiti (detratti
delle spese per i consumi essenziali) e li reinvestono in attività produttive
ECONOMISTI NEOCLASSICI : il risparmio e il consumo dipendono dal tasso di interesse
- tasso di interesse elevato t meno consumo e maggior risparmio molti interessi maggiore guadagno
- tasso di interesse basso t non è conveniente il risparmio s maggior consumo
Consumo e risparmio nella teoria KEYNESIANA
Consumo e risparmio sono correlati positivamente con il reddito disponibile (=reddito percepito al netto del prelievo fiscale, cui bisogna aggiungere i vari sussidi pubblici)
- Aumento del reddito aumento consumo e risparmio
- Diminuzione del reddito - diminuzione consumo e risparmio
PROPENSIONE AL CONSUMO DELLE FAMIGLIE (quota percentuale del consumo sul proprio reddito) cresce meno che proporzionalmente rispetto al crescere del reddito
PROPENSIONE AL RISPARMIO (quota percentuale di risparmio sul proprio reddito) cresce più che proporzionalmente al crescere del reddito ( anche le famiglie a reddito medio-basso hanno una propensione al consumo più alta di quelle a reddito medio-alto)
Valore della produzione, man mano che cresce, rischia di non essere assorbito da una domanda equivalente a eccedenze produttive necessità diminuzione produzione disoccupazione
CONSEGUENZE
Alla crescita del reddito prodotto, il consumo globale è sempre inferiore al valore della produzione complessiva, perchè aumenta in modo più che proporzionale il risparmio e parte della produzione rimane invenduta CRISI DI SOTTOCONSUMO crisi produttive ed occupazionali
RICETTA KEYNESIANA
Per non avvitarsi in crisi di sottoconsumo il sistema capitalistico ha bisogno dell’intervento dello stato finalizzato a mantenere alta la domanda di beni attraverso:
- la spesa pubblica diretta
- aiuti economici e assistenziali a favore delle famiglie a reddito medio-basso
ECONOMISTI KEYNESIANI
James Duesenberry : gli individui consumano in relazione al reddito passato, non a quello presente se il reddito aumenta, per un pò di tempo le famiglie, per abitudine, continueranno a consumare come prima che migliorasse il loro benessere economico e vicerversa.
Franco Modigliani : gli individui pianificano le loro decisioni di consumo e di risparmio considerando l’intero arco della loro vita (teoria del ciclo vitale) propensione al risparmio più alta da giovani per garantirsi una vecchiaia più agiata a per incrementare i consumi è più efficace dare sgravi fiscali e benefici assistenziali agli anziani;
per contenere i consumi , invece, è più efficace aumentare il prelievo fiscale sugli anziani
Critica neoliberista alla teoria Keynesiana del consumo
Monetarista Milton Friedman: rapporto consumo risparmio rispetto al reddito si mantiene costante nel lungo periodo. Infatti: incremento di reddito : incremento di consumo solo se il migliorato benessere è percepito duraturo. Decremento di reddito o riduzione dei consumi solo se è considerato di lunga persistenza

Risparmio nazionale
Risparmio privato : realizzato dalle famiglie
+
Risparmio pubblico : realizzato dal settore pubblico (entrate pubbliche > spesa pubblica)
=
Risparmio nazionale
- elevato e risorse economiche per finanziamento di nuovi investimenti ampliamento e
ammodernamento della capacità produttiva effetti produttivi sul benessere economico
- scarso o negativo (basso risparmio delle famiglie o elevato debito pubblico dello Stato che supera il risparmio delle famiglie) mancanza di risorse per effettuare investimenti importazione capitali dell’estero MA pericolosa dipendenza dall’estero
CARENZA DI RISPARMIO NAZIONALE C SOTTOSVILUPPO
CICLO ECONOMICO
= alternanza di periodi in cui l’andamento dell’economia è più sostenuta e altri in cui rallenta sensibilmente
Fasi (Definite anche fasi congiunturali o stato della congiuntura economica)
FASE DI ESPANSIONE
1) ripresa economica inizio aumento investimenti privati in seguito al miglioramento
delle aspettative degli imprenditori
2) prosperità p oltre all’accelerazione degli investimenti privati si ha una forte
(boom economico) crescita dei consumi, stimolati dal miglioramento delle condizioni
economiche (aumento occupazione) delle famiglie e delle loro
aspettative
FASE DI CONTRAZIONE
1) stagnazione s valore del PNL ristagna o cresce ad una tasso percentuale di poco
superiore allo zero e comunque inferiore all’1%; gli investimenti
privati diminuiscono, se gli imprenditori non hanno aspettative di un
immediata ripresa economica, che consente l’aumento della domanda
di beni ciò può determinare un aggravamento della situazione
economica
2) recessione r valore del PNL diminuisce rispetto al valore del periodo precedente
preso in considerazione (l’economia viene definita in recessione se per
tre trimestri consecutivi il valore del PNL diminuisce (anche se di
poco); il calo degli investimenti privati assume dimensioni importanti
3) depressione valore del PNL diminuisce in modo marcato rispetto ai precedenti
periodi di riferimento; di fatto cessano gli investimenti privati, mentre
i consumi delle famiglie si riducono fortemente a causa dell’aumento
della disoccupazione dovuta al calo della produzione nazionale.
MODALITA’ DI RIPRESA
- aumento delle esportazioni (dovuto ad una ripresa dell’economia mondiale nel suo complesso). Se il PNL dei Paesi esteri cresce, la conseguente maggiore domanda di beni da parte delle imprese e delle famiglie di questi Paesi stimola anche la richiesta di prodotti esteri
- stimolo diretto e indiretto dello Stato per incrementare la domanda di beni
TEORIA NEOCLASSICA DEL LAVORO
Domanda di lavoro è in funzione al salario reale pagato dai datori di lavoro ai lavoratori
- minore è il salario reale pagato m maggiore è la convenienza ad assumere i lavoratori e
viceversa
- maggiore è il salario m maggiore è la convenienza ad aumentare il numero di ore lavorate e
viceversa
Il mercato del lavoro si presenta con le stesse caratteristiche con le caratteristiche degli altri mercati: la domanda e l’offerta del bene trattato variano al variare del prezzo.

si raggiunge un salario reale di equilibrio che eguaglia la domanda di lavoro all’offerta di lavoro
Disoccupazione volontaria
Gli imprenditori non possono pagare salari più elevati del valore della produttività marginale del lavoro, perchè produrrebbe in perdita r il lavoratore non può essere pagato più di quanto rende, mentre viene sicuramente assunto se rende più di quanto è pagato.
I lavoratori che accettano di lavorare solo ad un salario superiore al valore della loro produttività marginale rimangono disoccupati = disoccupazione volontaria, perchè nessun imprenditore rifiuta di assumere chi accetta un salario inferiore (o almeno pari) al valore della produttività marginale del lavoro.
TEORIA KEYNESIANA DEL LAVORO
Mercato del lavoro = monopolio bilaterale domanda di lavoro è controllata dalle associazioni dei datori di lavoro, mentre l’offerta di lavoro è controllata dal sindacato
Sindacato molto forte lavoratori possono ottenere salari molto alti, superiori al valore della produttività marginale del lavoro a blocco delle assunzioni e persistenza di disoccupazione da addebitarsi alle richieste sindacali
Disoccupazione involontaria imprenditori non assumono la forza lavoro disoccupata, anche con livelli salariali molto bassi, se non hanno l’aspettativa di poter vendere i beni prodotti, ossi se persiste una debole domanda di beni e servizi
Per migliorare i livelli occupazionali bisogna migliorare le aspettative degli imprenditori con politiche economiche espansive.
Modello Keynesiano e liberista della lotta alla disoccupazione
Disoccupazione = conseguenza della carenza di domanda aggregata, che deprime la produzione e quindi la creazione di posti di lavoro
Ricetta Keynesiana contro la disoccupazione
Per sostenere la domanda nelle fasi negative del ciclo economico, occorre l’adozione di politiche economiche espansive.
Per un continuo sostegno ai consumi delle famiglie è anche opportuno adottare i seguenti provvedimenti legislativi:
- elevati sussidi di disoccupazione e le famiglie non riducono i loro consumi anche in periodi di crisi economica
- fissazione di minimi salariali molto elevati (salario contrattato non può essere inferiore ad un livello stabilito dalla legge) e di limiti stringenti alle ore di lavoro che giornalmente o settimanalmente il lavoratore può svolgere e le famiglie hanno denaro e tempo da dedicare ai consumi
- fissazione di minimi pensionistici molto elevati, in modo tale che anche la popolazione anziana abbia consumi elevati
- garantire la stabilità dell’occupazione attraverso vincoli giuridici limitativi della libertà di licenziamento da parte degli imprenditori; infatti solo la garanzia di un reddito persistente può indurre le famiglie ad effettuare consumi, sostenendo in tal modo la produzione e quindi l’occupazione
Critica liberista
Le proposte dei Keynesiane sono nocive perchè:
- forte sostegno della domanda aggregata può produrre inflazione
- le misure proposte possono creare squilibri nei conti pubblici, con i conseguenti effetti negativi
- il conseguente aumento del costo del lavoro (causato dagli incrementi salariali e contributivi pensionistici) rende meno conveniente procedere a nuove assunzioni
- le misure poste dai liberisti dirottano la domanda dei lavoratori verso prodotti esteri venduti a minore prezzo; gli effetti per l’occupazione nazionale sono quindi nulli, se non negativi.
Ricetta liberista contro la disoccupazione
Per ridurre la disoccupazione bisogna ridurre i costi di produzione in modo tale che le merci nazionali siano competitive a livello mondiale. Quindi propongono:
- riduzione del prelievo fiscale sulle imprese; per compensare il minore prelievo fiscale bisogna ridurre i sussidi di disoccupazione ed altri aiuti assistenziali che, se elevati, disincentivano la ricerca di un’occupazione
- aumenti salariali molto contenuti
- libertà da ogni eccessiva regolamentazione dei licenziamenti l nei momenti di crisi economica possibilità per gli imprenditori di ridurre la manodopera eccedente e possibilità di sostituire i lavoratori con altri con capacità professionali più adatte alle tecnologie più recenti
- flessibilità della forza lavoro in termini di orari di lavoro, di mansioni e di trasferimento da una sede ad un’altra
Critica Keynesiana
Adozione di queste misure = impoverimento dei lavoratori e delle famiglie A clima di incertezza i riduzione dei consumi calo della domanda aggregata a livello internazionale crisi dell’intera economia mondiale
POLITICA DI BILANCIO
politica economica = insieme dei provvedimenti presi dai Parlamenti e dai Governi per determinare un’equilibrata crescita economica di lungo periodo del Paese in questione, che consenta il maggior possibile livello di occupazionale
Politica economica tra liberismo ed interventismo
Liberisti (neoclassici) : giudicano inutile e dannoso l’intervento dello Stato in economia, perchè ritengono che il mercato, se realmente libero, sia in grado di realizzare autonomamente:
-equilibrio tra domanda e offerta di beni
-maggiore occupazione possibile
-equa distribuzione del reddito
-soddisfazione dei consumatori
Lo stato deve quindi limitarsi:
- a garantire la sicurezza dei cittadini
- a costruire grandi opere pubbliche che i privati non sono in grado di realizzare
Il bilancio dello stato deve essere in pareggio perchè il debito pubblico sottrae risparmio agli investimenti privati.
Interventisti (Keynesiani): ritengono necessario l’intervento dello Stato per rimediare agli squilibri che inevitabilmente si producono nell’economia di mercati, a causa dell’assenza di coordinamento tra le iniziative degli operatori economici privati; in altre parole ritengono che il libero mercato lasciato a se stesso, senza interventi correttivi del settore pubblico, si può avvitare in crisi economiche
Instabilità del sistema capitalistico
- i prezzi non sono flessibili verso il basso data la natura non perfettamente concorrenziale dei mercati. Eccedenze si riduce la produzione non i prezzi;i salari non sono flessibili verso il basso perchè vi si oppongono i sindacati mancata diminuzione del costo del lavoro mancata ripresa assunzioni
- propensione al consumo delle famiglie cresce in modo meno che proporzionale rispetto all’aumentare del reddito prodotto il livello dei consumi tende ad essere insufficiente rispetto alla produzione riduzione produzione crisi
Politica del DEFICIT SPENDING
= aumento della spesa pubblica e della riduzione del prelievo fiscale a carico delle famiglie e delle imprese nei periodi di crisi
- acquisto diretto dello Stato di beni e servizi dalle imprese
- erogazione di benefici accrescendo il reddito disponibile per i consumi privati (alle famiglie medio-basse che hanno maggiore propensione al consumo)
- riduzione del prelievo fiscale a carico delle famiglie a reddito medio-basso per incentivare i consumi
- riduzione prelievo fiscale a carico delle imprese per incentivare gli investimenti
Disavanzo pubblico e debito pubblico
Deficit spending D eccesso spesa pubblica sulle entrate disavanzo dei conti pubblici
Il deficit verrò riassorbito in tempi successivi all’aumento della domanda di beni e quindi all’aumento della produzione e dell’occupazione aumentando il gettito fiscale.
Politica di bilancio espansiva
Obiettivo = mantenere buona crescita economica e alti livelli occupazionali aiutando l’economia ad uscire dalla crisi attraverso lo stimolo della domanda dei beni.
Tipi di spesa pubblica
- per funzionamento (stipendi dipendenti, gestione...)
- per trasferimento (pensioni, sussidi di disoccupazione...)
- per investimento (costruzione grandi opere)
Condizioni per adottare politiche di bilancio espansive
- esiste capacità produttiva inutilizzata
- non vi sono squilibri nei conti con l’estero
Conseguenze degli squilibri nei conti pubblici
- inflazione e aumento tassi di interesse i calo della produzione e dell’occupazione
Politica di bilancio restrittiva
Riduzione della spesa pubblica e aumento del prelievo fiscale riduzione della domanda dei beni riduzione dell’inflazione con riequilibrio dei conti pubblici (effetti negativi = calo della produzione e dell’occupazione)
Investimento pubblico
Essenziale per migliorare la qualità del Sistema Paese = insieme di strutture che rendono più efficiente, meno costosa e più competitiva la produzione del Paese
Investimento in:
- moderne infrastrutture
- ricerca scientifica
- formazione scolastica e professionale
- tutela della salute pubblica
+ necessità di pubblica amministrazione efficiente e non corrotta
Effetto moltiplicatore degli investimenti
Investimenti I effetto moltiplicatore aumento più che proporzionale della produzione nazionale rispetto al valore iniziale dell’investimento = aumento occupazione, aumento domanda beni in altri settori c crescita produzione e occupazione
Effetti cumulativi a catena che determinano la crescita più che proporzionale del PNL rispetto all’investimento iniziale
Diminuzione quota investimenti D minore occupazione n minore consumo produzione nazionale diminuisce in modo più che proporzionale rispetto alla diminuzione degli investimenti
Per Keynesiani in periodi di crisi economica è importante fare investimenti pubblici per avviare l’effetto moltiplicatore.

Aumento produzione = I x 1

1 – C
I = investimento
C= propensione al consumi delle famiglie
1

1

Esempio