Tasso di interesse - Nozioni Base

Materie:Riassunto
Categoria:Economia Aziendale

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Testo

Il Tasso di interesse

Il tasso di interesse è senza dubbio importante perché ci dà la misura del costo del finanziamento e quindi di quanto bisogna restituire al mutuante nel tempo di durata del contratto. Esso può essere sostanzialmente di tre tipi: fisso, variabile, misto. Nel caso del tasso fisso esso è determinato al momento della stipula del contratto di mutuo e rimane sempre lo stesso per tutta la durata del contratto. Il tasso variabile, invece, è caratterizzato dall’essere composto da un parametro di riferimento e da una componente fissa. Il parametro di riferimento è assunto come base ed è l’elemento variabile; i parametri oggi più usati sono: l’Euribor a 1, 3 o 6 mesi. La componente fissa è chiamata "spread” ed è la cifra che la banca aggiunge al valore del parametro per giungere al tasso proposto (ad es. Euribor 3 mesi + 0,90 %). Il valore del parametro scelto è riscontrabile sui quotidiani finanziari e, quindi, se ne può tranquillamente tenere sotto controllo l’oscillazione che è comunque in sintonia con l’andamento dei tassi del mercato.
Il tasso misto è una variazione rispetto alle due tipologie precedenti e viene studiato appositamente dalla banca: un possibile esempio è quello del mutuo a tasso fisso rinegoziabile che concede la possibilità di poter rinegoziare a scadenza prestabilita il tasso iniziale. All’interno di questa tipologia è molto importante scegliere soltanto quei prodotti bancari che consentono di effettuare autonomamente una scelta alla fine del periodo a tasso fisso: se cioè rimanere in quest’ultimo o passare a quello variabile. Sono da rifiutare invece quei mutui che obbligano a passare al tasso variabile. È fondamentale essere a conoscenza che il tasso di interesse, a prescindere dalla tipologia, non può essere superiore al tasso che viene indicato periodicamente dal Ministero del Tesoro (tasso antiusura) attraverso un decreto pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale”, in base a quanto stabilito dalla legge 7 marzo 1996, n. 108 (legge sull’usura).

Esempio