L'Unione europea e gli scambi internazionali

Materie:Riassunto
Categoria:Economia Aziendale

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Testo

Economia
Dal 1950 si è verificato l’inizio degli scambi internazionali grazie a:
• Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione e trasporto e il miglioramento delle vie di comunicazione;
• L’abbattimento delle barriere doganali;
Tale fenomeno, chiamato internazionalizzazione dell’economia, è successivamente sfociato nella globalizzazione, cioè l’intensificazione degli scambi commerciali(merci e servizi) e delle transazioni finanziarie(denaro e titoli), il decentramento delle attività produttive in nuove aree e il diffondersi delle informazioni in aree sempre più vaste. Questo processo si divide in vari settori:
• Commerciale;
• Produttiva;
• Dei servizi;

Il sistema economico nazionale si può dividere in varie zone:
• Paesi occidentali, formata dalle economie di mercato(Paesi europei, Stati Uniti, Canada e Giappone), che si caratterizzano per una politica libero-scambista nei confronti dell’estero, basata sull’innovazione tecnologica e sulla competitività;
• Paesi ex-comunisti, formata dai Paesi che si stanno avvicinando all’Unione Europea e che si caratterizzano perché in passato erano rigidamente pianificati e caratterizzati da un certo sviluppo dell’industria militare e dei servizi collettivi;
• Paesi produttori di petrolio ed altre materie prime, formata da quei Paesi che hanno produzioni in eccedenza rispetto alla domanda;
• Paesi poveri del Terzo e del Quarto Mondo, formata da quei Paesi fortemente indebitati, dove prevalgono condizioni di denutrizione aggravate dall’incremento demografico elevato.
Tutto ciò è causato dalla distribuzione non omogenea della ricchezza, creando problemi al commercio in quanto i paesi nel terzo e quarto mondo non hanno le risorse necessarie per pagare le importazioni necessarie per la sopravvivenza. Tale situazione induce i Paesi Occidentali a forme d’aiuto e cooperazione.
I fenomeni che si stanno diffondendo sono:
• Crescente polarizzazione degli scambi, causata dalla frammentazione delle economie in blocchi;
• Consistente sviluppo delle transazioni tra aree differenti.
Nei confronti delle relazioni economiche internazionali, ogni Paese ha assunto un atteggiamento proprio che può essere:
• Liberismo, cioè l’assoluta libertà di commercio sia nazionale che internazionale;
• Autarchia, cioè l’autonomia di un Paese nei confronti del resto del mondo. Le importazioni vengono eliminate, in quanto uno Stato deve risultare autosufficiente, producendo tutto il necessario. Questo atteggiamento fu assunto dall’Italia fra le due guerre, per risolvere la grave crisi economica;
• Protezionismo, cioè un atteggiamento intermedio tra il liberismo e l’autarchia. Questa prevede l’intervento dello stato nella modifica dei prezzi dei beni esteri rispetto a quelli esteri e si differenzia:
- Dall’autarchia, perché non prevede l’isolamento commerciale;
- Dal liberismo, perché prevede la limitazione delle importazioni, soprattutto per quanto riguarda i prodotti concorrenziali e competitivi con quelli nazionali mediante l’imposizione di divieti, contingenti o dazi doganali.
Questa politica oggi viene attuata dai Paesi sottosviluppati, cercando di tutelare le proprie industrie.
In alcuni paesi viene attuato invece un protezionismo settoriale, importando tecnologia, ma limitando acquisti di prodotti di consumo. Tuttavia a volte anche Paesi che hanno un atteggiamento liberista, si avvalgono di interventi protezionistici.
A volte viene anche assunto un atteggiamento di protezionismo strisciante, attuando un rallentamento delle importazioni utilizzando maggiori controlli merceologici o richieste di numerosi certificati, senza però limitare la loro politica commerciale.
La politica protezionistica cerca di equilibrare anche la bilancia dei pagamenti. Questa è un documento contabile dove vengono registrati tutti gli scambi monetari che in un certo periodo si verificano tra un Paese e il resto del mondo.

PARTITE VISIBILI(MERCI)→BILANCIO COMMERCIALE(IMPORT/EXPORT)
1_ BILANCIO PARTITE PARTITE INVISIBILI(SERVIZI)→TURISMO(NOLI E ASSICURAZIONI)
CORRENTI

TRASFERIMENTI UNILATERALI→RIMESSE EMIGRATI/IMMIGRATI(DONAZIONI
INTERNAZIONALI)

INVESTIMENTI FINANZIARI→COMPRAVENDITA TITOLI CON L’ESTERO
2_BILANCIO DEI MOVIMENTI
DI CAPITALE
INVESTIMENTI DIRETTI→INVESTIMENTI PER LA CREAZIONE D’AZIENDE
ALL’ESTERO
3_ VARIAZIONE RISERVE UFFICIALI→SALDO GLOBALE
SITUAZIONI:
A)EQUILIBRIO(PAREGGIO)→ENTRATE = USCITE
B) AVANZO( ATTIVO/SURPLUS)→ENTRATE > USCITE
C) DISAVANZO(PASSIVO/DEFICIT)→ENTRATE < USCITE
Al fine di sostenere e sviluppare gli scambi commerciali fra i diversi stati, mediante la soppressione degli elementi che impedivano la libera circolazione delle merci, delle persone e di capitali, sono sorte fin dal dopoguerra numerose organizzazioni. Alcune di queste sono:
• FMI(Fondo Monetario Internazionale), per la stabilizzazione dei cambi;
• GATT(Accordo generale sui dazi doganali e il commercio), per il progressivo abbattimento delle barriere doganali al fine di agevolare lo sviluppo del commercio;
• WTO(World Trade Organisation), la nuova GATT;
• OCSE(Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), per l’attuazione del piano Marshall nella distribuzione degli aiuti statunitensi ai Paesi europei.
• COMECON(Consiglio per l’assistenza economica reciproca), costituito dai Paesi comunisti(Mongolia, Cuba, Vietnam, Albania e Yugoslavia). Quest’associazione si è sciolta con il crollo del comunismo dopo il 1989.
A livello europeo, nel 1951, con il Trattato di Parigi di Parigi, venne costituita la Ceca(Comunità europea del carbone e dell’acciaio), con il quale i Paesi aderenti decidevano di mettere in comune queste 2 risorse per gestirne insieme il consumo.
Pochi anni dopo, nel 1957, con il Trattato di Roma, i Paesi aderenti alla Ceca, considerando molto positiva l’esperienza, estesero la cooperazione a tutti i settori economici, compresa l’energia atomica: nacquero così la Cee(Comunità economica Europea) e l’Euratom.
Si proseguì dunque verso l’unificazione europea:
• Nel 1979 entrò in vigore lo SME(Sistema Monetario Europeo), per assicurare una maggior coesione economico-politica;
• Nel 1986 vi fu l’emanazione dell’Atto Unico Europeo, che fissava il termine per l’entrata in vigore del Mercato Unico(31/12/92)
Nel 1992 però i capi di Stato e Governo dei 12 Paesi aderenti si incontrarono a Maastricht e sottoscrissero il Trattato sull’Unione Europea, ratificando il Trattato di Roma, e consentendo così anche la libertà di circolazione delle merci, dei servizi, dei capitali e delle persone.
Con questo trattato si ebbe:
• L’eliminazione di tutte le restrizioni commerciali dei Paesi aderenti;
• La rimozione delle barriere tra gli Stati membri che ostacolavano la libera circolazione di merci, servizi, capitali e persone;
• Il coordinamento delle scelte degli stati membri per gli interventi a sostegno dell’economia.
Ma con questo trattato si ebbe anche:
• L’Unione economica e monetaria;
• Una politica estera di sicurezza comune;
• Una situazione di cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni.
A Maastricht però si fissarono anche degli obiettivi comuni, come:
• La convergenza tra le economie dei Paesi Membri;
• L’emissione di una moneta unica (Euro) entro il 1999;
• L’istituzione di una banca centrale europea(BCE) per governare le monete e i tassi d’interesse(attiva dall’1/1/99);
• L’istituzione del Sistema Europeo di Banche Centrali(SEBC), per mantenere la stabilità dei prezzi.
E dei criteri di convergenza, come:
• Il debito pubblico;
• Il disavanzo del bilancio pubblico;
• L’inflazione;
• Il livello dei tassi a lungo termine.
Le operazioni con l’estero sono classificate a seconda dei Paesi con i quali avvengono:
• Importazioni/Esportazioni→ Europa ↔ Resto del mondo
• Scambi intracomunitari→ Europa ↔ Europa(richiedono sempre l’emissione della fattura)
Gli esportatori abituali, che nel corso dell’anno precedente hanno ceduto all’estero almeno il 10% del loro volume d’affari, possono effettuare gli acquisti in sospensione d’imposta, entro i limiti di un plafond. Esso può essere costituito:
• Dall’ammontare complessivo delle esportazioni risultanti nell’ultimo anno solare;
• Dall’ammontare complessivo delle esportazioni risultanti negli ultimi 12 mesi;
Per beneficiare di tale regime, gli esportatori devono rilasciare una dichiarazione, redatta su un modulo predisposto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Anche le cessioni intracomunitarie relative a beni e servizi concorrono all’acquisizione dello status d’esportatore abituale e quindi alla formazione di un plafond utilizzabile per gli acquisti in sospensione d’imposta.
Le operazioni con l’estero il più delle volte avvengono tramite operatori specializzati, come le trading companies, che instaurano con le aziende operanti con l’estero rapporti di partnership. Esse assicurano intervengono anche per sostenere e assistere gli operatori nella procedura di scambio mediante 3 supporti:
• Supporto assicurativo, garantito attraverso l’assunzione da parte dello Stato di una serie di rischi inerenti alle esportazioni, per ragioni di instabilità politica
• o economica, variazione dei cambi o catastrofi naturali, attraverso la SACE(Istituto per i Servizi Assicurativi del Commercio Estero);
• Supporto finanziario, concedendo finanziamenti agevolati all’export attraverso la CIPE(Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica)
• Supporto tecnico, Commerciale e informativo, sviluppando, agevolando e promovendo i rapporti economici e commerciali delle imprese italiane con l’estero attraverso l’ICE(Istituto nazionale per il Commercio Estero).
Anche le Camere di Commercio svolgono un compito di consulenza nell’ambito del commercio con l’estero assegnando agli operatori abituali un numero meccanografico e un certificato d’origine.
Ogni volta che un operatore vuole importare o esportare merci deve avviare una procedura doganale le cui principali fasi sono:
• Presentazione alla dogana di una dichiarazione doganale;
• Presentazione delle merci e della dichiarazione;
• Finalità(Import/Export)
• Pagamento tributi doganali.
Per la dichiarazione doganale, l’UE ha predisposto un Documento Amministrativo Unico (DAU) dove bisogna indicare:
• Generalità venditore/compratore;
• Paese d’origine;
• Descrizione merci;
• Paese di destinazione.
Il controllo merceologico delle merci alla dogana può essere:
• Qualitativo, riguarda la natura dei beni;
• Quantitativo, attuato per mezzo di contingenti stabilendo di limiti.
Negli scambi con l’estero, il contratto di compravendita presenta caratteristiche particolari a causa:
• Della distanza che separa i contraenti;
• Alle clausole di consegna diverse;
• Alla difficoltà di trovare clausole simili gradite ai 2 contraenti;
• Dei maggiori rischi a causa della scarsa conoscenza, della diversità del linguaggio e degli usci commerciali;
• Dei problemi connessi ai regolamenti;
Ma le clausole tipiche del contratto restano:
• Le trattative preliminari;
• La stipulazione del contratto;
• L’esecuzione del contratto.
Prima della stipulazione di un contratto però i contraenti si devono preoccupare di eventuali controversie e delle diverse legislazioni commerciali dei Paesi coinvolti. E’ necessario allora inserire delle clausole salvaguardia come:
• Clausola del diritto applicabile, ossia l’indicazione della legge da seguire in caso di controversia;
• Clausola di giurisdizione, riguardante la scelta del tribunale e del luogo;
• Clausola di alternativa fra tribunale e arbitrato, per decidere in modo più rapido ad economico le controversie affidandosi ad arbitri.
Particolarmente importanti sono le clausole che riguardano:
• La qualità, che determina il prezzo. Le clausole più diffuse sono:
- Vendita su campione tipo;
- Vendita su descrizione.
Solitamente sono ammesse delle tolleranze qualitative, con la possibilità per il compratore di ottenere abbuoni. Nel commercio internazionale si utilizzano anche certificati d’origine, di sanità, d’ispezione e di controllo;
• La quantità, indicata con unità di peso, di capacità o di lunghezza del Sistema Metrico Decimale.Spesso si ricorre alla clausola “circa”, in base alla quale il compratore può spedire una certa quantità in più o in meno(5-10%). Spesso viene utilizzata anche la clausola “peso garantito in partenza con tolleranza di calo”, con la quale il calo grava su entrambi i contraenti.
• La consegna che cambia però in base:
- Al tempo(immediata, pronta, differita o frazionata);
- Al modo(reale, effettiva, virtuale, simbolica)
- Al luogo, indicando come vengono ripartiti i rischi e gli oneri del trasferimento delle merci fra il venditore e il compratore e sono detti Incoterms.
Gli incoterms influenzano il costo della merce. Quelli più diffusi sono:
• EXW(Ex Works), o franco fabbrica. I rischi e le spese del trasporto gravano tutti sul compratore/importatore dal momento in cui le merci sono messe a sua disposizione presso lo stabilimento del venditore;
• FAS(Free Alongside Ship), o franco lungo il bordo della nave. Il venditore si impegna a segnalare al compratore il porto d’imbarco e a portare la merce fino dove verrà caricata se la nave è in porto, o su chiatte se è in mare;
• FOB(Free On Board), o franco a bordo. Il venditore s’impegna a caricare le merci sulla nave nel porto di partenza che deve essere indicato nel contratto; così I rischi e gli oneri per il compratore iniziano quando la nave oltrepassa il bordo della nave;
• CIF(Cost, Insurance and Freight), o costo, assicurazione e nolo. Il venditore sopporta l’onere dell’assicurazione contro i rischi dei danni della merce durante il viaggio;
• DDP(Delibered, Duty and Payed), o reso sdoganato.

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