I finanziamenti alle imprese

Materie:Riassunto
Categoria:Economia Aziendale
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Data:04.06.2007
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Testo

I FINANZIAMENTI ALLE IMPRESE
In passato, in regime di specializzazione del credito le banche operavano soprattutto a breve termine, per cui erano in grado di soddisfare le imprese solo per le esigenze finanziarie connesse all’acquisizione dell’attivo circolante, ossia dei fattori produttivi a breve ciclo di utilizzo.
Spesso venivano utilizzati prestiti a breve termine, magari rinnovabili, per sostenere l’acquisizione di beni strumentali; ciò portava a una struttura finanziaria non equilibrata.

Oggi la moderna banca, di tipo universale e despecializzato, è in grado di soddisfare – direttamente o indirettamente attraverso società controllate facenti parte del proprio “gruppo polifunzionale”- anche i bisogni finanziari delle imprese in riferimento al capitale fisso.

Le attuali banche operano a 360° nei confronti delle imprese e possono concedere finanziamenti finalizzati a tutte le esigenze aziendali, per cui gli istituti di credito sono ormai divenuti dei partner insostituibili, specie per quelle imprese che – non risultando quotate in Borsa- non hanno la possibilità di reperire capitali emettendo titoli azionari o obbligazionari.

Se le banche hanno oggi maggiori possibilità di impiego, sorge ancora di più l’esigenza di seguire una determinata politica di concessione dei finanziamenti. Dovendo rendere compatibili necessariamente redditività e sicurezza, i criteri sono:
1. selezione delle imprese da affidare, in base ai programmi e alle garanzie esibite nonché alla situazione economico-patrimoniale dei soggetti richiedenti;
2. frazionamento dei rischi, che non è un’opportunità ma anche un obbligo, in quanto un istituto di credito non può concedere finanziamenti a un solo “gruppo aziendale” per un importo superiore al 25% del proprio patrimonio.
3. revisione periodica dei fidi, attraverso un monitoraggio dell’andamento dell’azienda affidata. Tali dati, da riportare in un apposito schedario di fidi, devono permettere alla banca di cogliere tempestivamente i segnali e di adeguare l’entità dei finanziamenti e delle garanzie.
Per raggiungere risultati soddisfacenti, gli istituti di credito non devono però escludere le possibilità di:
-stabilizzare i propri impieghi e rapporti d’affari, instaurando rapporti di collaborazione e consulenza con le imprese da finanziare;
-razionalizzare e differenziare l’allocazione di risorse, considerando anche l’eventualità di investire in un numero limitato di aziende dinamiche e con potenzialità di sviluppo.

I Finanziamenti in conto corrente
Costituiscono la forma di finanziamento più utilizzata sia dalle imprese sia dalle famiglie in ragione della relativa facilità con cui si possono ottenere e della loro elasticità.
L’elasticità dei finanziamenti si definisce sotto 3 aspetti:
-l’elasticità di utilizzo, in quanto la banca mette a disposizione del richiedente una determinata somma, che questi può prelevare mano a mano che si manifesta il suo fabbisogno finanziario, non sussistendo l’obbligo a utilizzare l’intera somma. Ciò costituisce un vantaggio per le imprese mercantili e industriali che hanno un fabbisogno finanziario variabile e possono limitare il loro indebitamento solo alle effettive necessità.
-l’elasticità di costo, in quanto il finanziato pagherà gli interessi solo sulle somme utilizzate, e anche posticipatamente a scadenza trimestrale secondo la scansione del cc e le relative chiusure;
-il carattere rotativo del credito, in quanto il cliente che ha utilizzato parte del credito e quindi presenta un saldo debitore sul cc può ripristinare la sua disponibilità e quindi utilizzare più volte il credito.

3.1.1 le aperture di credito in cc
Per apertura di credito si intende il contratto con il quale la banca si obbliga a tenere a disposizione dell’altra parte una somma di denaro per un dato periodo o a tempo indeterminato.
L’apertura di credito rappresenta quindi un contratto consensuale, bilaterale e a titolo oneroso, che produce un effetto immediato, ossia la messa a disposizione del credito da parte della banca, e un effetto successivo ed eventuale, che consiste nell’utilizzo del credito per mezzo di atti concreti da parte del cliente. A seconda del contenuto di tale credito si hanno:
-aperture di credito per firma, quando il cliente può disporre della firma della banca-a garanzia dei propri impegni- entro determinati limiti di importo;
-aperture di credito per cassa, quando l’utilizzo avviene tramite il prelevamento di somme in denaro entro i limiti di fido stabiliti. Si dividono in:
--aperture di credito semplici, quando l’importo a disposizione può essere utilizzato una sola volta attraverso uno o più prelevamenti. Sono poco diffuse!
--aperture di credito in cc, le più utilizzate per gli indubbi vantaggi collegati alla loro elasticità.

A seconda delle possibilità del cliente di presentare saldi debitori in cc si distinguono:
-aperture di credito ordinarie in cc, quando il cc dell’affidato può presentare saldi debitori in modo continuativo anche per lunghi periodi.
-aperture di credito in cc per elasticità di cassa, quando la banca pretende non solo una determinata movimentazione ma impone al cliente di alternare ai saldi debitori anche dei saldi creditori, per dimostrare la “buona salute” finanziaria.
Nelle aperture di credito non sono richieste particolari garanzie, sia per l’importo non molto elevato di tali affidamenti sia per la possibilità di controllare l’utilizzo e le garanzie sono date dal “buon nome” del cliente, dalla sua correttezza e dal suo reddito; per limitare i rischi, solitamente le banche richiedono garanzie personali che coinvolgono terze persone, come le fideiussioni.

Ai fini pratici, la tenuta di un’apertura di credito in cc nel corso di un trimestre e la rilevazione delle relative operazioni presentano gli stessi problemi della gestione del cc di corrispondenza. In questo caso, le operazioni effettuate presentano maggiori addebitamenti e saldi debitori più frequenti.
Due problemi delle aperture di credito in cc:
--il grado di utilizzo dell’apertura, che può essere monitorato dalla banca, preoccupata che il mancato obbligo di un prelievo minimo del fido porti a un sottoutilizzo tale da non permetterle un guadagno significativo di interessi, a fronte di un immobilizzo delle somme impegnate.
--il costo effettivo dell’apertura di credito, che può essere determinato dall’utilizzatore per verificare la convenienza di tale forma di finanziamento.

3.1.2 le anticipazioni in cc

l’anticipazione costituisce una forma di finanziamento garantito da pegno su beni mobili (titoli o merci). In pratica, il cliente costituisce una garanzia reale presso la banca, o un suo fiduciario, e questa concede un finanziamento proporzionale al valore di tali beni.
La specificità dell’anticipazione come forma di finanziamento consiste dunque nel pegno, che il cliente deve costituire.

L’entità del finanziamento non coincide con il valore dei beni che il cliente ha costituito in pegno, in quanto la banca anticipa al cliente solo il valore di garanzia, che si ottiene decurtando il prezzo corrente di uno scarto prudenziale. Tale margine di garanzia consiste in una percentuale, che risulta inversamente proporzionale alla stabilità di quotazione e alla facilità di vendita dell’oggetto in pegno. Esso ha la funzione di cautelare la banca, la quale-di fronte a difficoltà da parte del cliente a rimborsare il finanziamento-dovrebbe vendere all’incanto i beni costituenti il pegno, rischiando di realizzare un importo inferiore alle somme erogate.
A 2° della natura dei beni offerti in pegno alla banca, si distinguono:
--anticipazione su titoli, quando l’oggetto del pegno è costituito da titoli (azionari o a reddito fisso). Dal punto di vista pratico, i titoli non presentano particolari problemi di custodia e di valutazione e, in caso di insolvenza da parte del cliente, la vendita risulta agevole. I diritti sui titoli dati in pegno spettano tutti al cliente (interessi e dividendi, premi e valore di rimborso, diritto d’opzione) tranne il diritto di voto, che spetta alla banca pignoratizia;
--anticipazione su merci, che deve avere per oggetto merci con determinati requisiti, come la non deperibilità o la conservazione senza particolari attrezzature, un valore intrinseco abbastanza elevato, oggetto di scambi in grandi quantità, di agevole quotazione e non soggette a frequenti ed elevate oscillazioni di prezzo. La maggior parte delle banche non dispone di magazzini idonei allo stoccaggio delle merci, per cui la costituzione di esse in pegno avviene in genere presso magazzini terzi fiduciari.

A 2° della modalità di utilizzo del credito si distinguono:
--anticipazione a scadenza fissa, quando la banca versa l’importo del finanziamento al cliente in un’unica soluzione, al momento della stipulazione del contratto e della costituzione del pegno; il cliente riceve il netto ricavo, ossia il VN dell’anticipazione diminuito dell’interesse liquidato anticipatamente ed eventuali rimborsi spese;
--anticipazione in cc, quando la banca non versa immediatamente l’importo del finanziamento, ma lo accredita su un “cc garantito”, e il cliente farà prelievi a seconda del suo fabbisogno finanziario, in tal modo, egli corrisponderà gli interessi solo sugli scoperti rilevati e x i giorni di effettivo utilizzo.

3.2 le operazioni di smobilizzo dei crediti commerciali

La possibilità di concessione del credito di regolamento costituisce un importante stimolo allo sviluppo delle vendite; le imprese industriali e mercantili, tuttavia, non potrebbero praticare dilazioni più o meno lunghe alla clientela senza compromettere la propria situazione finanziaria.
Di qui la necessità di smobilizzare i crediti commerciali per ottenere un riequilibrio finanziario.

Le operazioni di smobilizzo dei crediti commerciali negli ultimi tempi si sono diffuse ampiamente, in quanto esse risultano convenienti sia per l’impresa-cliente sia per la banca.
---l’impresa ottiene delle liquidità immediate, cedendo crediti a 30-120 gg-a un costo competitivo- specie se i clienti ceduti sono di provata solvibilità;
---la banca impiega i mezzi raccolti a un tasso remunerativo e a una classe di rischio inferiore a quello di altre tipologie di finanziamento. Ciò deriva dal fatto che le operazioni di smobilizzo dei crediti sono forme di impiego autoliquidanti, in quanto le somme anticipate trovano un rimborso alle scadenze facciali dei documenti commerciali ottenuti.

Lo sviluppo delle operazioni di smobilizzo non è stato solo quantitativo, ma anche qualitativo, in quanto ci sono nuove tipologie possibili: sconto cambiario, portafoglio sbf, anticipi su fatture e factoring.

La rapida evoluzione che ha caratterizzato in alcuni decenni le forme di smobilizzo dei crediti è dovuta a diversi fattori, ma è riconducibile ella mutevolezza degli strumenti di riscossione delle vendite adottati nel tempo. Infatti:
---in passato si usavano le cambiali, per la sicurezza che derivava al venditore dal possesso di un titolo di credito esecutivo a fronte delle merci vendute a dilazione.
---si è poi passati alle riba, per agevolare i clienti e aumentare così le vendite, data la radicata diffidenza a rilasciare cambiali e l’onere notevole di un bollo proporzionale del 12 per mille.
---si tende oggi a utilizzare il cc come strumento monetario per pagare le fatture, in tal modo si ricorre al bonifico da parte del debitore anziché alle ricevute bancarie.

L’eliminazione di ogni tipo di effetto dà diversi vantaggi: il debitore non risulta tale su documenti bancari in circolazione e anche la “lavorazione” dell’operazione da parte delle banche si semplifica. Il flusso immateriale dei dati permette un risparmio di costi del personale e un trasferimento più rapido.

3.2.1. lo sconto cambiario

l’operazione di sconto costituiva in passato una delle forme tipiche e più importanti di impiego degli istituti di credito ordinari, che venivano denominati “banche di deposito e di sconto”. La diminuzione della circolazione cambiaria ha ridimensionato l’importanza dell’operazione.
1.il cliente, titolare di un fido per castelletto di sconto, compila la distinta di presentazione allo sconto in diverse copie, alla quale allega le cambiali attive che vengono girate in bianco a favore della banca.
2.lo sportellista, che ha ricevuto la pratica, la passa all’Ufficio portafoglio che esamina gli effetti per verificare la presenza dei requisiti di bancabilità.
3.l’UP annota sulla distintadpas le condizioni da applicare all’operazione, specie il tasso di sconto, e inoltra la pratica al CED, che redige la distinta di sconto.
4.la banca invia una lettera al cliente, per comunicargli l’accredito in cc del netto ricavo ottenuto dall’operazione, con valuta il giorno successivo a quello dell’ammissione.
5.lo scontista, interessato a conoscere il costo complessivo dell’operazione può determinare il tasso effettivo di sconto, che richiede la preventiva determinazione della scadenza media, utilizzando la scadenza antecedente come epoca e calcolando i giorni che decorrono da questa alle altre scadenze.

3.2.2 portafoglio sbf

le ricevute bancarie, non essendo titoli di credito ma semplici documenti di quietanza, non possono essere scontate. L’operazione tipica di smobilizzo consentita è quella della presentazione all’incasso sbf; che si è sviluppata in seguito alla notevole diffusione delle ricevute, i cosiddetti EFFETTI, e sono assimilate alle tratte non accettate. L’incasso sbf viene praticato anche per i crediti rappresentati da cambiali. Avviene quando la banca anticipa l’importo di un credito alla condizione che, in caso di insolvenza del debitore, risponde il cedente e la banca si rivale addebitando l’importo del credito o dell’anticipo, più eventuali spese.
Al di là della clausola giuridica, la banca nell’operazione vera e propria di presentazione di ricevute all’incasso sbf accredita immediatamente, ma con valuta successiva, un credito a scadenza futura.
L’incasso sbf di ricevute o cambiali si configura quindi come un finanziamento vero e proprio quando l’accredito avviene immediatamente, al momento della presentazione, con libera disponibilità per il cedente. Modalità di contabilizzazione:
--accredito diretto sul cc di corrispondenza;
--accredito in un cc speciale con trasferimento contestuale nel cc ordinario.

3.2.3 anticipi su fatture

pur rientrando nelle forme di smobilizzo dei crediti di fornitura, l’operazione di ASF costituisce una particolare forma di apertura di credito; ASF necessita dell’affidamento da parte dell’utilizzatore. Il rischio è ridotto e l’operazione di impiego risulta autoliquidante, in quanto la banca custodisce i crediti-fattura ceduti dai creditori-sovvenzionati a fronte degli impegni anticipati. Tuttavia, negli ASF la banca non custodisce né un titolo di credito esecutivo, come la cambiale, né un documento di quietanza con una scadenza facciale che se non pagato viene ritirato entro 3gg dichiarando l’insoluto. Semplicemente, il fornitore che vende merci con regolamento differito appone sulla fattura la dicitura “da regolare con bonifico a ns favore” e in seguito presenta i dati relativi ai suoi crediti in banca, chiedendo anticipazione sugli stessi.
La banca, in presenza di rischi:
--economici di insolvenza
--finanziari per l’eventuale ritardo della riscossione, essendo le date stabilite per i bonifici indicative in quanto non risultano riportate su effetti;
tende a cautelarsi, quindi:
--chiedere al fornitore la cessione del credito. Si tratta però di una procedura formale, che viene utilizzata per lo più per i crediti vantati nei confronti degli enti pubblici.
--ricorrere al mandato irrevocabile d’incasso, con cui il cedente autorizza la banca a riscuotere tutte le sue fatture su quel determinato cliente e trattenere parte delle somme riscosse per rivalersi su eventuali insoluti.

Oltre a tali misura giuridiche, la banca può erogare il finanziamento per l’importo totale delle fatture cedute oppure applicare uno scarto prudenziale.

I PRESTITI A SCADENZA FISSA

Tali forme di finanziamento sono caratterizzate dall’erogazione del finanziamento, da parte della banca, in un’unica soluzione e dal ritiro dell’intera somma a opera del cliente; in genere, essendo nota la durata, gli interessi vengono calcolati anticipatamente. Questi vengono decurtati dal VN del debito da rimborsare alla scadenza, in modo da ottenere il netto ricavo, cioè il finanziamento effettivo. La banca calcola gli interessi anticipati sul VN, in quanto risulta più conveniente. Essendo maggiore il tasso effettivo di costo del finanziamento, questa forma non risulta conveniente per il soggetto finanziato, inoltre va a suo discapito anche la rigidità dell’operazione. Infatti, se prima della scadenza la situazione finanziaria dell’operatore migliorasse, egli non potrebbe diminuire l’entità del finanziamento e ridurre il costo degli interessi in modo proporzionale,m essendo già stati corrisposti anticipatamente.
Questi PASF non trovano larga diffusione.

3.3.1 Anticipazione a scadenza fissa
prestito tramite sconto di carta finanziaria, ossia di una cambiale rilasciata dal cliente a favore della banca . operazioni in disuso.

Esempio



  


  1. Paola

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