Analisi di bilancio per indici

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Categoria:Economia Aziendale
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Testo

RIELABORAZIONE DEL BILANCIO E SUA ANALISI PER INDICI
A) INTRODUZIONE
Le analisi di bilancio sono particolari tecniche che, attraverso confronti tra valori patrimoniali ed economici, consentono l’interpretazione sia dei dati di bilancio sia dei fenomeni aziendali che li hanno generati.
Per effettuare l’analisi del bilancio si utilizzano due metodologie complementari:
• le analisi per indici;
• le analisi per flussi.
Per poter analizzare un bilancio occorre prima di tutto effettuarne un’analisi e interpretazione revisionale, per poterne accertare la credibilità e attendibilità, la corrispondenza delle poste del bilancio con i dati contabili, la correttezza dei criteri di valutazione e dei principi contabili adottati. La seconda fase da affrontare è quella della riclassificazione del bilancio, attraverso la quale si rielaborano i valori dello Stato patrimoniale e del Conto economico.
Occorre pertanto procedere a una ricomposizione dei dati, per adattarne la struttura alle finalità dell’analisi.
B) LA RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE
Questa riclassificazione mira a evidenziare la struttura degli investimenti (Attività) e la composizione delle fonti di finanziamento (Passività e Patrimonio Netto). I valori vengono riclassificati secondo il criterio finanziario, il quale richiede:
• il raggruppamento dei valori dell’attivo secondo il grado di liquidità (cioè l’attitudine a trasformarsi in forma monetaria nel breve periodo). L’ordine di liquidità sarà decrescente o crescente: nel primo caso si partirà dalle attività già liquide fino agli impieghi meno liquidi; nel secondo caso si procederà al contrario;
• l’aggregazione delle fonti di finanziamento in relazione al loro grado di esigibilità decrescente o crescente: nel primo caso si partirà dalle passività a breve per giungere gradatamente alle fonti con scadenza indeterminata; nel secondo caso si procederà al contrario;
• L’iscrizione in bilancio degli impieghi al netto dei relativi valori rettificativi.
Il punto di arrivo del processo di riclassificazione è la formazione di un prospetto che prende il nome di: Stato patrimoniale sintetico
Riclassificazione degli impieghi.
Gli elementi dell’attivo devono essere collocati nelle seguenti due classi:
• Attivo corrente o circolante: vi si trovano gli elementi del patrimonio che presumibilmente ritornano in forma liquida nel breve periodo (12 mesi). E’ formato dalle:
1. disponibilità liquide (liquidità immediate)
2. disponibilità finanziarie (liquidità differite)
3. rimanenze di magazzino
• Attivo immobilizzato: formato da tutti gli elementi attivi destinati a essere durevolmente impiegati nell’azienda. Si distingue in:
1. immobilizzazioni materiali (macchinari,fabbricati,ecc.);
2. immobilizzazioni immateriali (brevetti, avviamento, costi d’impianto, ecc.)
3. immobilizzazioni finanziarie (investimenti permanenti in titoli e partecipazioni)
Riclassificazione delle fonti.
Le fonti di finanziamento dovranno essere distinte in:
• passività correnti (debiti con scadenza entro l’anno compresi gli utili da distribuire);
• passività consolidate (debiti scadenti oltre l’anno);
• capitale proprio (Capitale sociale, riserve, utile da accantonare).
Da quanto detto risulta evidente che nella rielaborazione dello Stato patrimoniale occorre seguire le seguenti regole:
1. i crediti dell’attivo circolante scadenti oltre l’anno vanno riclassificati tra le immobilizzazioni;
2. i crediti verso soci per versamenti ancora dovuti si collocano tra le liquidità differite per la parte già richiamata e tra le immobilizzazioni finanziarie per la parte da richiamare;
3. i risconti attivi si collocano tra le liquidità differite o tra le immobilizzazioni immateriali a seconda che si riferiscano a periodi di tempo inferiori o superiori all’anno;
4. i debiti esigibili entro l’anno e la quota di fondi che si prevede di utilizzare nell’esercizio devono essere riclassificati tra le passività a breve;
5. i risconti passivi sono da inserire tra le passività correnti o consolidate a seconda che si riferiscano a rettifiche di valori di durata annuale o pluriennale.
C) LA RIELABORAZIONE DEL CONTO ECONOMICO

La rielaborazione del Conto economico deve consentire -di mettere in evidenza aggregazioni, margini e risultati intermedi che facilitino l’analisi del bilancio. La forma scelta per la rielaborazione è quella scalare; gli schemi prevalentemente adottati dagli analisti sono due:
1. Conto economico a valore aggiunto
2. Conto economico a costi e ricavi della produzione venduta
Con il Conto economico “a valore aggiunto” , si perviene a risultati intermedi di particolare rilievo:
• Valore della produzione ottenuta = Ricavi netti di vendita + ricavi complementari tipici +/- variazione delle rimanenze di prodotti, semilavorati e prodotti in corso di lavorazione, + costi patrimonializzati per costruzioni interne e lavori in economia;
• Valore aggiunto caratteristico = valore della produzione ottenuta – costo delle materie consumate (acquisti + Esistenze iniziali – rimanenze finali) – costi dei servizi consumati e altri costi diversi di gestione;
• Margine operativo lordo (MOL) = valore aggiunto caratteristico – i costi per il personale (tale margine esprime il margine di contribuzione destinato a coprire i costi fissi);
• Reddito operativo = MOL – ammortamenti, accantonamenti a fondi rischi e oneri e svalutazioni dei crediti relativi alla gestione caratteristica;
• Reddito della gestione corrente = reddito operativo +/- risultato della gestione finanziaria +/- risultato ella gestione accessoria (detta anche atipica);
• Reddito prima delle imposte = Reddito della gestione corrente +/- risultato della gestione straordinaria;
• Reddito netto dell’esercizio = Reddito prima delle imposte – imposte sul reddito.
Nel conto economico a costi e ricavi della produzione venduta i componenti di reddito sono classificati per destinazione; ad esempio gli ammortamenti devono essere divisi tra la quota da imputare alla gestione industriale e quella da attribuire al settore commerciale,al settore amministrativo e alla gestione atipica.
In questa configurazione occorre prima di tutto determinare i ricavi netti di vendita e poi il costo del venduto con la seguente formula:
• Costo del venduto =
Acquisti di materie prime sussidiarie e di consumo
+ costi industriali (per servizi, personale, ammortamenti e altri costi del settore industriale)
+/- variazione rimanenze materie, semilavorati e prodotti finiti
– costi patrimonializzati per costruzioni interne e lavori in economia
Si perviene, quindi, ai seguenti risultati intermedi:
• Margine lordo industriale lordo (detto anche margine lordo sulle vendite) = Ricavi netti di vendita + Ricavi complementari tipici – Costo del venduto;
• Reddito operativo = Margine lordo sulle vendite – costi commerciali e amministrativi + altri ricavi e proventi diversi;
• Reddito della gestione ordinaria (detta anche gestione corrente) = Reddito operativo +/- risultato della gestione finanziaria +/- risultato della gestione patrimoniale;
• Reddito al lordo della imposte = Reddito della gestione corrente +/- reddito della gestione straordinaria;
• Reddito netto dell’esercizio = Reddito al lordo delle imposte – imposte sul reddito.
D) ANALISI DI BILANCIO PER INDICI
D1) ANALISI SITUAZIONE ECONOMICA
Per situazione economica si intende l’attitudine di un’impresa a remunerare in misura congrua il capitale proprio impiegato nei processi produttivi.
Gli indici di redditività
Sono quozienti volti a mettere in evidenza la capacità dell’impresa di produrre reddito nel tempo. I principali sono:
• ROE (Indice di redditività del capitale proprio) = (Utile netto d’esercizio / Capitale proprio) % (questo indice, se confrontato con i tassi di remunerazione di investimenti alternativi privi di rischio, consente di valutare la convenienza dell’impiego dei mezzi propri nell’attività imprenditoriale a rischio)
• ROI (Indice di redditività del capitale investito) = ( Reddito operativo / Totale impieghi) % (misura l’efficienza economica della gestione caratteristica, quindi della capacità dell’impresa di produrre un reddito adeguato alle risorse impiegate)
• ROD (indice di onerosità del capitale di credito) = (Oneri finanziari /Capitale di terzi) %. (esprime il tasso mediamente pagato sui finanziamenti)
• ROS (indice di redditività delle vendite) = ( Reddito operativo/ Ricavi netti di vendita) %
• Tasso di incidenza della gestione non caratteristica = (Utile netto d’esercizio / Reddito operativo) (il valore dell’indice varia in funzione dello scarto tra il reddito operativo e il reddito netto. Più è elevato il divario, più l’indice si discosta dal valore 1 che indica la mancanza di componenti estranei alla gestione caratteristica)
Gli indici di rotazione segnalano quante volte il capitale investito e gli elementi che lo compongono ritornano in forma liquida nel periodo di tempo considerato. Ricordiamo tra i principali:
1. Rotazione degli impieghi (capitale investito) = Ricavi netti di vendita / Totale impieghi;
2. Rotazione dell’attivo circolante = Ricavi netti di vendita / Attivo corrente;
3. Rotazione del magazzino = Ricavi netti di vendita / Giacenza media di magazzino.
D2) ANALISI DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE
Tale analisi fa riferimento allo schema sintetico dello Stato patrimoniale riclassificato ed esamina l’equilibrio strutturale dell’azienda.
Indici di composizione degli impieghi: mettono in rilievo il grado di elasticità della struttura aziendale nei seguenti modi:
1. Indice di rigidità degli impieghi = Attivo immobilizzato / Capitale investito
2. Indice di elasticità degli impieghi = Attivo corrente / Capitale investito
3. Indice di elasticità globale = Attivo corrente / Attivo immobilizzato
Indici di composizione delle fonti: mettono in evidenza la maggior o minore dipendenza finanziaria dell’impresa dal capitale di terzi nei seguenti modi:
1. Indice di autonomia finanziaria = Capitale proprio / Totale finanziamenti
2. Indice di dipendenza finanziaria = Capitale di terzi / Totale finanziamenti.
3. Indice di dipendenza finanziaria a medio/lungo termine = Debiti a media/lunga scadenza / Totale finanziamenti
4. Indice di dipendenza finanziaria a breve termine = Debiti a breve scadenza / Totale finanziamenti
D3) ANALISI DELLA SITUAZIONE FINANZIARIA
Il principale indice di analisi della situazione finanziaria è:
1. Indice di indebitamento (più comunemente chiamato leverage) = Totale impieghi / Capitale proprio (assume valori via via crescenti all’aumentare della dipendenza finanziaria da terzi, in genere è opportuno non superi il valore di 2)
Un altro importante rapporto è:
2. Indice di capitalizzazione (o di indebitamento) = Capitale di terzi / Capitale proprio (se è uguale a 1 segnala che gli impieghi sono stati finanziati nella stessa misura dal capitale proprio e dal capitale di terzi)
Analisi della solidità aziendale
Ha lo scopo di accertare la capacità dell’azienda di mantenere nel medio lungo periodo un costante equilibrio tra flussi monetari in uscita e in entrata.
Prima di procedere con gli indici può essere utile calcolare i seguenti due margini (non sono indici ma indicatori assoluti):
1. Margine di struttura essenziale (primario) = Capitale proprio – Attivo Immobilizzato (se positivo segnala una relazione fonti/impieghi ben equilibrata);
2. Margine di struttura globale (secondario) = Capitale proprio + Passività consolidate – Attivo Immobilizzato ( se positivo esprime una situazione di equilibrio strutturale).
Le stesse indicazioni vengono date in termini relativi dai seguenti due indici:
1. Indice di autocopertura delle immobilizzazioni = Capitale proprio / Attivo immobilizzato;
2. Indice di copertura globale delle immobilizzazioni = (Capitale proprio + Passività consolidate) / Attivo Immobilizzato.
Analisi della situazione di liquidità
Controlla l’esistenza di flussi monetari equilibrati che consentano di far fronte in ogni momento agli impegni di uscita che la gestione richiede.
Anche qui può essere utile fare precedere il calcolo dei seguenti margini a quello degli indici:
1. Patrimonio circolante netto = Attivo corrente – Passività correnti (segnala l’attitudine dell’impresa a far fronte autonomamente agli impegni finanziari a breve)
2. Margine di tesoreria = Liquidità immediate e differite – Passività correnti (indica in che misura le liquidità riescono a coprire i debiti a breve scadenza)
Le stesse indicazioni vengono date in termini relativi dai seguenti due indici di correlazione:
1. Indice di disponibilità = Attivo corrente / Passività correnti (tale indice per essere soddisfacente dovrebbe essere compreso tra 2 e 1,5)
2. Indice di liquidità secondaria = Liquidità immediate e differite / Passività correnti (tale indice per essere soddisfacente dovrebbe essere maggiore o uguale a 1)
3. Indice di liquidità primaria = Liquidità immediate / Passività correnti
Oltre agli indici di correlazione possono essere utilizzati anche indici di rotazione (vedi punto D1) e di durata.
D4) IL COORDINAMENTO DEGLI INDICI
Il ROE, ossia la redditività del capitale proprio, varia in misura direttamente proporzionale al variare:
1. della redditività del capitale investito (ROI);
2. dell’indice di indebitamento (leverage);
3. del peso degli oneri finanziari e dei proventi non tipici (Tasso di incidenza della gestione non caratteristica).
Infatti se consideriamo la seguente relazione :
ROE = Ro/Ti x Ti/Cp x Re/Ro = Re/Cp
Notiamo che il ROE è scomponibile nel prodotto di tre quozienti, il primo dei quali è il ROI, il secondo è l’indice di indebitamento, il terzo è il tasso di incidenza della gestione non caratteristica.
E’ da notare inoltre che l’indebitamento genera un effetto leva che spinge il ROE al di sopra della redditività del capitale investito (ROI). Il punto critico dell’effetto moltiplicativo dell’indebitamento sul ROE è rappresentato dal ROD; infatti:
• se ROI > ROD = il ROE cresce con l’aumentare del finanziamento (leva finanziaria positiva)
• se ROI = ROD = l’aumento dell’indebitamento non provoca nessun effetto sul ROE (leva finanziaria nulla)
• se ROI < ROD = il leverage agisce come demoltiplicatore; un ulteriore indebitamento provoca perdita di redditività (leva finanziaria negativa)
A sua volta anche il ROI varia in misura direttamente proporzionale al variare:
1. della redditività delle vendite (ROS)
2. della velocità di riciclo del capitale impiegato (Rotazione degli impieghi)
Anche qui si può impostare la relativa formula:
ROI = Ro/Rv x Rv/Ti = Ro/Ti
Esistono inoltre altre relazioni logiche e di tipo intuitivo che collegano fra di loro tutti gli indici in un unico Sistema degli indici di bilancio.

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