Alitalia: tesina approfondita sulla compagnia di bandiera

Materie:Tesina
Categoria:Economia Aziendale

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Testo

L’identità del Gruppo Alitalia coincide fortemente con la sua storia, o meglio con l’intreccio che, per oltre 50 anni, ha unito lo sviluppo di questa Compagnia a quello dell’Italia intera.
Oggi il Gruppo Alitalia vanta un fatturato di circa 5.000 milioni di Euro e fa volare nel mondo 22 milioni di passeggeri all’anno, grazie ad una flotta giovane ed efficiente di circa 180 aeromobili e all’impegno quotidiano di oltre 22.000 dipendenti in Italia e all’estero.
Il modello imprenditoriale adottato, incentrato sul “core business” passeggeri e merci e sempre più orientato verso l’efficienza dei processi e l’impiego ottimale delle risorse, intende offrire solide basi ai programmi di sviluppo della Compagnia, garantendo nel contempo competitività e qualità del servizio.
L’attenzione al cliente, al centro delle strategie Alitalia, ha ispirato nel 2001 l’ingresso della Compagnia in SkyTeam, una delle più grandi alleanze internazionali che la vede al fianco di partner di prestigio come Air France, Delta Air Lines, Aeromexico, Korean Air e CSA.
Oltre 8.000 voli giornalieri verso 512 destinazioni in 114 Paesi: questi i numeri salienti della grande sfida SkyTeam che si rinnova ogni giorno anche sulle ali Alitalia, per offrire a milioni di passeggeri nel mondo un’esperienza di viaggio unica e riconoscibile, all’insegna della qualità e della cura per i particolari.
La stessa cura con cui da anni Alitalia si impegna con continuità nella sfera sociale, estendendo la propria propensione al servizio ad ambiti che contribuiscono sensibilmente al progresso del Paese e della comunità internazionale, quali la cultura, l’ambiente, la solidarietà.

Articoli di giornale

Il Gruppo ALITALIA è costituito da ALITALIA-Linee Aeree Italiane S.p.A. e da altre società che operano essenzialmente nel settore del trasporto aereo e/o in ambiti a esso connessi.
Nel far seguito a quanto deliberato dall’Assemblea degli Azionisti nella riunione del 28 maggio 2002, si è realizzata, con efficacia dal 1° agosto 2002, la fusione per incorporazione nell’ALITALIA delle controllate Alitalia Team S.p.A. e Racom Teledata S.p.A.
Alla fine del mese di giugno 2002 si è perfezionata la vendita dell'azienda della Sigma S.p.A. (successivamente ridenominata Alitalia Teledata S.p.A.).
Nell’ultima decade del mese di ottobre 2002, le Assemblee degli Azionisti delle due Società interessate hanno, poi, approvato il progetto di fusione per incorporazione nell’ALITALIA della predetta controllata Alitalia Teledata.
La fusione si è perfezionata con effetto dal 21 dicembre 2002.
Alla fine del mese di dicembre 2002, ALITALIA ha acquisito l’intera partecipazione, già detenuta dalla controllata Italiatour S.p.A., nel capitale sociale della GA 2000 Travel Service Ltd ed in quello della Global Executive Travel Selections Inc.
In data 13 maggio 2003, si è perfezionata la vendita dell’80% della partecipazione detenuta nel capitale sociale di Italiatour S.p.A.; società già interamente controllata dalla Compagnia.
In data 15 settembre 2003, si è perfezionata la vendita dell’80% della partecipazione detenuta nel capitale sociale di Eurofly S.p.A., società già interamente controllata da ALITALIA. Il 9 luglio 2004, la Compagnia ha ceduto la quota azionaria residua.
In data 24 settembre 2003, ALITALIA ha ceduto alla Lufthansa Technik - nel quadro di un progetto di partnership con quest'ultima - il 40% della partecipazione detenuta nel capitale sociale della Alitalia Maintenance Systems S.p.A., società nella quale la Compagnia aveva già conferito il ramo di azienda deputato alla manutenzione e revisione di motori e di auxiliary power units (A.P.U.).
In data 10 novembre 2004, è stata costituita la Società ALITALIA Servizi S.p.A., inizialmente partecipata dalla sola ALITALIA. Detta costituzione dà la prima concreta attuazione all’articolazione societaria del Gruppo di cui al Piano Industriale 2005-2008.
ALITALIA EXPRESS S.p.A.
Azionista: ALITALIA 100%.
Principale attività: Esercizio di aeromobili, di linee aeree e di servizi, direttamente o per conto di terzi, per il trasporto di persone, posta e merci in Italia e tra l’Italia e Paesi esteri.
Capitale sociale: euro 23.400.000 interamente versato.
ATITECH S.p.A.
Azionista: ALITALIA 100%.
Principale attività: Manutenzione e revisione aeromobili; lavorazione, riparazione, manutenzione e revisione delle parti e dei componenti aeronautici.
Capitale sociale: euro 32.039.941,56 interamente versato.
ALITALIA AIRPORT S.p.A.
Azionista: ALITALIA 100%.
Principale attività: Servizi di assistenza a terra ai passeggeri, alle merci e agli aeromobili del Gruppo Alitalia e ai terzi.
Capitale sociale: euro 7.650.000 di cui versati i 3/10.
GA 2000 Travel Service Ltd
Socio: ALITALIA 100%.
La società ha per oggetto l’effettuazione di attività di vendita di biglietteria e di servizi connessi al trasporto aereo.
Il capitale sociale è rappresentato da azioni no par value.
Global Executive Travel Selections Inc.
Socio: ALITALIA 100%.
La società ha per oggetto l’effettuazione di attività di vendita di biglietteria e di servizi connessi al trasporto aereo.
Il capitale sociale è rappresentato da azioni no par value.
AVIOFIN S.p.A.
Azionista: ALITALIA 100%.
Principale attività: Acquisizione, gestione e coordinamento di partecipazioni e interessenze in società, consorzi e altri enti operanti nei settori trasporto aereo, aeroportuale e merci.
Capitale sociale: euro 516.460 interamente versato.
ALINSURANCE S.r.L.
Soci: Aviofin S.p.A. 88%, ALITALIA 6%, Aeroporti di Roma S.p.A. 6%.
Principale attività: Agente plurimandatario che opera nel settore dell’intermediazione assicurativa, prevalentemente a favore del Gruppo Alitalia.
Capitale sociale: euro 104.000 interamente versato.
ALITALIA MAINTENANCE SYSTEMS S.p.A.
Azionisti: ALITALIA 60%, Lufthansa Technik A.G. 40%.
La società ha per oggetto lo svolgimento di attività industriali di manutenzione, revisione, riparazione, modifiche di impianti e di configurazione di aeromobili, di loro parti, motori e componenti, nonché la prestazione di servizi di supporto logistico integrato per il mercato sia civile sia militare.
Capitale sociale: euro 10.120.000 interamente versato.
SISAM – Società Italiana Servizi Aerei Mediterranei S.p.A. in liquidazione
Azionista: ALITALIA 100%
La Società ha per oggetto lo svolgimento, in Italia ed all’estero, di servizi di lavoro aereo nonché di trasporto aereo non di linea ed attività di scuola di volo.
Capitale sociale: euro 1.548.000 interamente versato.
ALITALIA Servizi S.p.A.
Azionista: ALITALIA 100%
La Società ha per oggetto l’esercizio di tutte le attività strumentali e di supporto a compagnie aeree.
Capitale sociale: euro 120.000,00 interamente versato.
Concentrazione sul “core business” (passeggeri e cargo) e una forte attenzione al cliente, attraverso il coordinamento di tutti quegli aspetti operativi che concorrono all’efficienza dei processi e alla qualità del servizio: questa la formula del nuovo assetto imprenditoriale Alitalia.
Una formula che, secondo gli indirizzi strategici del Piano Industriale 2004-2006, intende rilanciare l’offerta (puntando sulle leve di marketing e network, comunicazione pubblicitaria, vendite dirette e indirette), con il sostegno di una rinnovata struttura dei costi.

Il nuovo modello imprenditoriale Alitalia si articola in un’area di Corporate (in cui sono state accentrate tutte le funzioni gestionali e di pianificazione strategica) e in aree di business corrispondenti alle attività su cui Alitalia intende puntare per connotare il proprio ruolo di vettore aereo nazionale e internazionale.
E’ l’area che presidia il disegno (marketing e network), la comunicazione (advertising) e la vendita (attraverso le rappresentanze italiane ed estere, nonché i canali di vendita diretta come il call-centre e il sito Internet) del prodotto passeggeri.
Obiettivo dell’area è quello di affermare la leadership della Compagnia sui collegamenti da e per l’Italia e di consolidarne la presenza commerciale nei principali mercati internazionali: Europa, Nord America, Medio Oriente ed Estremo Oriente.
In questo settore operano circa 2.500 persone, di cui 1.500 in Italia e 1.000 all’estero.
Il sistema di network, oggetto di costante attenzione da parte dell’area, è incentrato sugli hub di Roma-Fiumicino e Milano-Malpensa e offre un vasto numero di destinazioni in Italia e nel mondo.
Insieme alle compagnie partner di SkyTeam, Alitalia opera 8.000 collegamenti giornalieri raggiungendo oltre 512 destinazioni in 114 paesi.
Grande valore strategico ricoprono, in particolare, le politiche di fidelizzazione della clientela, il disegno del servizio di terra e di bordo, l’analisi e applicazione delle tecnologie web per lo sviluppo dello
“e-commerce”, il posizionamento del marchio Alitalia in coerenza con i valori dell’identità aziendale e con gli obiettivi di business, l’implementazione delle alleanze e degli accordi con altri vettori aerei.
E’ l’area che sviluppa e gestisce il business Alitalia nel settore del trasporto merci e della logistica, offrendo ogni giorno servizi altamente specializzati e competitivi ad una clientela selezionata (società di import-export, grandi firme della moda, dell’industria ecc.), che desidera sviluppare il proprio business a livello globale.
Nel comparto Cargo & Logistics lavorano circa 700 persone che operano in oltre 50 uffici nel mondo e gestiscono non solo spedizioni “ordinarie”, ma anche quelle di automobili da corsa, capi di alta moda, opere d’arte, merci particolarmente preziose, pericolose, voluminose e beni altamente deperibili. Massima attenzione ed impegno sono riservati al trasporto di organi umani, farmaci salva-vita ed animali.
Oltre allo spazio disponibile nelle stive di tutti gli aerei passeggeri del Gruppo, Alitalia Cargo & Logistics utilizza attualmente 2 Boeing 747 All-Freighter, in grado di accogliere fino a 100 tonnellate di merce. Le partnership con altri vettori forniscono inoltre la capacità equivalente ad un aeromobile all-cargo aggiuntivo.
Il piano di sviluppo e rinnovo della flotta prevede a partire dal 2005 l’introduzione progressiva di 5 aerei MD11 all-cargo, che porteranno in meno di un anno l’offerta di Alitalia Cargo & Logistics a ben 32 voli freighter settimanali.
Alla rete degli scali raggiunti dalla flotta passeggeri si aggiungono anche destinazioni puramente cargo, scelte per soddisfare una sempre crescente domanda di traffici commerciali intercontinentali. Un’articolata rete domestica ed internazionale di servizi gommati su strada è stata creata sia ad integrazione dei collegamenti aerei sia per completare l’offerta di servizi logistici integrati.
Dall’agosto del 2001 Alitalia Cargo & Logistics è partner della più grande alleanza mondiale tra vettori cargo: SkyTeam Cargo, che offre ai propri clienti un network capillare nel mondo ed un comune portafoglio prodotti, ampio e dinamico, per garantire servizi di elevata qualità e personalizzati in base alle esigenze del cliente.
Alitalia Cargo & Logistics ha inoltre deciso di aderire alla U.S. Cargo Sales Joint Venture, che con Air France Cargo, Delta Air Logistics e Korean Air Cargo, offre ai clienti tutti i vantaggi di una forza vendite comune, di un centro servizi e prenotazioni unificato, oltre ad un sistema di rotte integrato.
E’ l’area che gestisce e sviluppa le attività di revisione e manutenzione flotta del Gruppo Alitalia, presidiando al meglio il sistema di qualità e i rapporti con i clienti captive e terzi (per un fatturato che nel 2002 ha superato i 160 milioni di euro).
All’interno dell’area operano la Aircraft Engine & Component Maintenance (con sede presso la “Citta del Volo di Fiumicino”, una struttura di circa 700 mila metri quadrati composta da 7 hangar e 40 officine), la società del Gruppo Atitech (presso i due stabilimenti di Napoli-Capodichino e Taranto–Grottaglie) e la nuova società Alitalia Maintenance Systems (partecipata al 60% da Alitalia e al 40% da Lufthansa Tecnich, con l’obiettivo di realizzare un centro d’eccellenza nel panorama europeo per la manutenzione e revisione dei motori).
Complessivamente, circa 5.000 persone ogni giorno, 24 ore su 24, mettono al servizio della flotta Alitalia e di quella di clienti importanti (tra i quali KLM, Iberia, Volare, Gemini Air Cargo, Das Air, China Eastern, Boeing Capital e Aeroflot) un bagaglio di professionalità ed esperienza riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
In particolare, l’audit compiuta nel 2002 dalla FAA (Federal Aviation Administration) ha guadagnato ad Alitalia il novero tra le Compagnie con standard di qualità più elevati nell’ambito manutentivo. Questo grazie anche al forte investimento che ogni anno viene compiuto nel settore addestrativo, con circa 140.000 ore d’aula organizzate ogni anno per il personale specializzato
Quest’area rappresenta il "cuore pulsante" di Alitalia, in quanto coordina tutti quegli aspetti operativi (ad es. attività di scalo, rotazione aeromobili, avvicendamenti equipaggi, interventi di "line maintenance" sulla flotta, implicazioni con il sistema di controllo del traffico aereo) che concorrono al delivery del programma voli in termini di efficienza, impiego delle risorse, ma soprattutto regolarità e puntualità e che, pertanto, hanno un forte impatto sul servizio offerto al cliente.
In tale ambito s’inserisce l’area Ground Operations, che cura l’assistenza passeggeri ed aeromobili per Alitalia, i vettori partner ed i clienti terzi direttamente sui 59 scali esteri del network Alitalia ed attraverso la società Alitalia Airport per gli scali della rete nazionale.
Alitalia Airport S.p.A., fornisce servizi di ground handling ai passeggeri, agli aeromobili e alle merci sia attraverso la formula dell’autoproduzione sia attraverso la supervisione di società terze, perseguendo gli obiettivi di regolarità, puntualità e qualità al fine del raggiungimento della massima soddisfazione del cliente vettore e passeggero.
L’immagine di una compagnia aerea dipende anche dalla qualità dei servizi aeroportuali per questo dall’accettazione ed assistenza passeggeri al coordinamento di scalo, dal servizio bagagli al bilanciamento ed assistenza degli aeromobili sottobordo, fino al trasporto di passeggeri ed equipaggi ed alla movimentazione a terra degli aeroplani, la qualità del servizio offerto è garantita dall’esperienza e dalla professionalità del personale oltre che dalle avanzate tecnologie utilizzate, nel rispetto delle norme JAR OPS-1 e della Certificazione ISO 9001/2000.
Speciali giornate di formazione nell’ambito dei corsi addestrativi del personale front line sono dedicate alle assistenze particolari verso la clientela di maggior prestigio Alitalia, i bambini e i portatori di handicap. In tutti gli scali della rete Alitalia, queste tipologie di passeggeri sono ospitate presso le sale VIP e le sale Amica dove ricevono un’assistenza esclusiva e dedicata.
In un mercato in fase avanzata di liberalizzazione, evoluzione della concorrenza ed incremento del traffico, grande attenzione viene riservata all’ampliamento delle attività per i clienti terzi oltre allo sviluppo di sinergie nell’ambito dell’alleanza SkyTeam. In particolare, la qualità dell’assistenza fornita ad Air France presso l’aeroporto di Fiumicino negli ultimi anni, ha consentito di raggiungere un’integrazione ed un coordinamento sempre più efficace con la compagnia francese.
Nel primo trimestre del 2004 le performance riguardanti la puntualità, l’assistenza passeggeri e soprattutto il servizio bagagli hanno registrato un sensibile miglioramento rispetto agli stessi mesi del 2003. Dalla statistica AEA (Association of European Airlines) di gennaio e febbraio 2004 relativa al servizio bagagli, è emerso che la performance di Alitalia sull’hub di Fiumicino è stata la migliore, in entrambi i mesi, rispetto ai 12 principali concorrenti europei per miglior servizio reso alla clientela.

Quest’area rappresenta l’altra metà del “cuore pulsante” dell’Azienda, in quanto gestisce lo sviluppo, l’addestramento tecnico professionale e l’impiego di tutto il personale che compone gli equipaggi Alitalia, curando in particolare l’erogazione del servizio di bordo.
Il settore esprime un altissimo livello di professionalità e competenza sia tra il personale di staff sia tra quello navigante tecnico (circa 2.500 persone) e di cabina (circa 4.800 persone).
Per quanto riguarda l’area piloti, grandi investimenti sono stati compiuti nel settore addestrativo, con il completamento dell’installazione dei simulatori di volo di ultima generazione, prevista dall’accordo tra Alitalia e CAE.
L’arrivo dei nuovi simulatori ha permesso l’acquisizione di ulteriori clienti sia italiani che stranieri, tra cui Air France e KLM, e la conseguente ed ambita certificazione dell’Autorità Aeronautica dei rispettivi Paesi.
Per quanto riguarda l’area assistenti di volo, significativi interventi sono stati compiuti nella formazione delle risorse e nello sviluppo delle competenze. Oltre al progetto di miglioramento delle conoscenze linguistiche, focalizzato sul perfezionamento della lingua inglese, sono stati organizzati incontri dedicati alla relazione con i passeggeri portatori di handicap, all’interazione e comunicazione tra i membri dell’equipaggio e, in risposta alle richieste espresse dalla categoria, sono stati istituiti dei seminari sui processi e gli obiettivi aziendali.
Inoltre, l’attivazione di un canale di confronto e dialogo con le aree Assistenti di Volo delle Compagnie partner SkyTeam sta contribuendo alla definizione di un ruolo sempre più vicino alle esigenze del cliente “globale”, che deve poter vivere un’unica esperienza di qualità e attenzione a bordo di tutti i voli dell’Alleanza, secondo la formula “Caring more about you”.
In quest’ottica di crescente attenzione al cliente e alle sue specifiche esigenze si inserisce, sempre nell’ambito dell’area volo, l’attività di Alitalia Express, una realtà societaria autonoma (composta da circa 600 dipendenti) interamente controllata da Alitalia, che si caratterizza per un’elevata efficienza e costi competitivi rispetto al mercato di riferimento.
La società ha avviato la sua attività operativa nell’ottobre 1997, ponendosi come obiettivo lo sviluppo del trasporto aereo regionale nazionale ed internazionale. In tale settore di attività Alitalia Express effettua dalla base di armamento di Fiumicino i voli di alimentazione da/per gli hub e i collegamenti point to point nell’ambito della provincia italiana ed europea, inserendo nella propria rete nuove destinazioni strategiche per il Gruppo, ove il mercato lo richieda.
Snellezza e flessibilità sono i cardini fondamentali di questa Società, che esercita l’attività di volo con una flotta mista turbo-elica e jet, cui il recente ingresso dell’Embraer 170 ha fornito un rilevante apporto in termini di comfort, tecnologia avanzata e flessibilità d’impiego.
In un mercato che sta sempre più eleggendo il consolidamento tra imprese quale leva strategica di successo, la scelta di Alitalia di entrare a far parte di una grande alleanza come SkyTeam rappresenta non solo una grossa opportunità sotto il profilo competitivo ma anche una scelta di consapevolezza da parte della Compagnia sul valore delle proprie forze e sulla capacità di metterle in gioco per un importante obiettivo, quello di mantenere un ruolo da protagonista nel panorama del trasporto aereo internazionale ma soprattutto quello di offrire alla propria clientela un servizio ancora migliore.

Questa scelta di qualità e di sviluppo si inserisce in un solco che da molti anni vede Alitalia al fianco di altri vettori internazionali (attraverso accordi di code-sharing su specifici segmenti di mercato) o di altre grandi società di servizio (attraverso accordi che hanno via via arricchito l’offerta del programma MilleMiglia rivolto ai frequent-flyers), per offrire al cliente un ampio ventaglio di opportunità lungo l’intera esperienza di viaggio, sia a terra che in volo.
L’effetto “moltiplicatore” che tali partnership sono in grado di innestare in termini sia di prodotto (rotte, frequenze, destinazioni) sia di servizio (accessibilità, innovazione) rappresenta una grande risorsa dalle infinite potenzialità, che una costante attenzione da parte di Alitalia verso le reali esigenze del cliente saprà sempre più tradurre in benefici apprezzati e “riconoscibili” nel tempo.
La flotta Alitalia è in continuo rinnovamento, per migliorare sia il comfort di bordo sia l'efficienza dei fattori di produzione, attraverso la standardizzazione e progressiva riduzione del numero delle famiglie di aeromobili. Tra gli ultimi arrivati sul lungo raggio, il nuovo B-777, tecnologicamente all'avanguardia sotto il profilo dei consumi e dell'impatto ambientale ma soprattutto dell'avionica e della configurazione di bordo. In entrambe le classi di servizio sono state inserite poltrone dalla particolare ergonomia, dotate di personal video con sofisticati sistemi d'interattività e multimedialità, per offrire a ciascun cliente l'opportunità di accedere ad una programmazione personalizzata d'intrattenimento a bordo e di usufruire di personal phone, film on-demand, Internet e posta elettronica. La flotta del Gruppo Alitalia, al 23 settembre 2004, era composta da 193 aeromobili, di cui 23 impegnati sul lungo raggio e 170 sul breve medio raggio.
Giancarlo CIMOLI Presidente-Amministratore Delegato
Amministratori Ministro Plen. Gabriele CHECCHIA
M. Jean-Cyril SPINETTA
Avv. Roberto ULISSI
Dott. Augusto ZODDA
Segretario del Consiglio di Amministrazione Dott. Leopoldo L. CONFORTI
Collegio Sindacale
Presidente Prof. Dott. Bruno STEVE
Sindaci Effettivi Avv. Luca ARNABOLDI
Prof. Dott. Leone BARBIERI
Prof. Dott. Claudio BIANCHI
Prof. Dott. Luigi PACIFICO
Sindaci Supplenti Dott. Mauro CICCHELLI
Dott. Giorgio FERRARI
Società di Revisione: Deloitte & Touche S.p.A.
Il settore artistico e culturale ha sempre guardato con diffidenza al marketing ed in genere a tutto ciò che facesse riferimento ad un approccio economico alla cultura.
Questo atteggiamento era dovuto a svariate ragioni, tra cui la paura di una “mercificazione dell’arte”, della manipolazione del consumatore, l’ignoranza dei principi del marketing,
Oggi, però, le aziende culturali attraversano una fase di grandi cambiamenti per il concorso di numerosi fattori, che hanno portato ad una rivalutazione del ruolo del marketing in questo settore.
Tra le ragioni che hanno portato ad un approccio marketing-oriented dell’arte e della cultura si ha l’insufficienza delle risorse pubbliche, l’incremento dell’offerta di servizi per il tempo libero, il maggiore coinvolgimento dei privati sui progetti culturali, la crescita delle competenze gestionali degli operatori culturali e il consumo di arte e cultura come fattore di differenziazione degli stili di vita e di costruzione di una nuova identità collettiva.
Il settore culturale ha preso coscienza del ruolo determinante che il marketing può avere, per conferire dignità di bene economico alle opere d’arte e parziale autonomia alle istituzioni, fornendo a queste gli strumenti per l’acquisizione di maggiori fondi, per la definizione di criteri di pianificazione strategica e di gestione delle risorse.
Tutto ciò è realizzabile a condizione che il marketing divenga elemento integrante della struttura e della filosofia delle organizzazioni culturali.
E’ importante sottolineare come l’obiettivo del marketing culturale sia non tanto di soddisfare qualsiasi bisogno del pubblico, quanto di incoraggiare quest’ ultimo a conoscere le iniziative artistiche.
Indipendentemente dal fatto di voler realizzare un’iniziativa in funzione o meno dei bisogni dello spettatore, è infatti tuttavia importante sapere come raggiungere le fasce di pubblico potenzialmente interessate, così come è utile ed opportuno individuare gli strumenti che aiutino a fidelizzare e ad incrementare il pubblico.
Il marketing non porta ad una mercificazione dell’arte, in quanto “La creazione artistica (il prodotto) è il punto di partenza, non di arrivo”, come sostiene Colbert.
Alitalia da molti anni contribuisce attivamente alla promozione e alla diffusione del linguaggio universale dell’arte e della cultura in Italia e nel mondo.
Grande attenzione viene riservata al sostegno delle manifestazioni artistiche di richiamo nazionale e internazionale, per le quali la nostra Compagnia è costantemente impegnata in qualità di vettore ufficiale.
Per il 2004 le iniziative culturali e mostre per le quali è prevista la collaborazione di Alitalia sono:
• “Velàzquez, Bernini, Luca Giordano - Le Corti del Barocco”in programmazione alle Scuderie Papali del Quirinale dal 13 febbraio al 2 maggio 2004

• ”Paul Klee” dal 13 marzo al 27 giugno 2004 - Complesso del Vittoriano - Roma
• ”Van Dick” dal 19 febbraio al 20 giugno 2004 - Palazzo Reale - Sala delle Cariatidi - Milano

• “Caravaggio” autunno 04 - Museo di Capodimonte - Napoli
• “Caravaggio e Caravaggesi” autunno 04 - Castel S. Elmo – Napoli
Prosegue anche il progetto “Alitalia per l’arte” con l’esposizione, negli ampi spazi del Centro Direzionale e nelle salette vip dei più importanti aeroporti nazionali e internazionali, delle opere di artisti quasi sempre italiani, conosciuti o non ancora affermati presso il grande pubblico, a dimostrazione dell’impegno della nostra Compagnia a sostegno dell’arte “emergente”.
Alitalia è inoltre sponsor e vettore ufficiale di “Genova 2004”: nel corso di quest’anno il capoluogo ligure ospita la più grande manifestazione di cultura in Europa.
Per quanto riguarda musica e spettacolo anche quest’anno Alitalia sarà presente ad Umbria Jazz, uno dei più importanti jazz festival in Europa, alla 46esima edizione del Festival di Spoleto, con un cartellone sempre più ricco di momenti di alto spessore culturale e alla stagione 2004 dei concerti sinfonici dell’Accademia Nazionale di S.Cecilia.

Il servizio di trasporto aereo fornito da Alitalia comprende una serie di attività che vanno dai servizi aeroportuali alla manutenzione della flotta, dalle operazioni di terra fino al trasporto merci; operazioni che inevitabilmente presentano impatti sull’ambiente circostante.
È pertanto importante disporre di strumenti di gestione avanzata per identificare e controllare le interazioni del proprio ciclo di servizio con l’ambiente, assicurando nel frattempo elevati standard di qualità e sicurezza.
Il Rapporto di Sostenibilità è lo strumento che il Gruppo Alitalia ha scelto per comunicare il suo impegno verso l’ambiente e per testimoniare gli sforzi intrapresi per il rispetto dell’obiettivo, da tempo acquisito, di "sviluppo sostenibile". Nel Rapporto sono descritte le principali relazioni tra Alitalia e l’ambiente, gli sforzi compiuti per il miglioramento dell’efficienza nell’uso delle risorse ambientali, il perseguimento degli obiettivi ed i programmi intrapresi per il loro raggiungimento.

Perché gli altri non sono solo clienti, e nella stessa vision della Compagnia è presente un forte legame con il tessuto sociale in cui è radicata. Accanto alla vocazione aziendale, c’è la sensibilità delle persone che lavorano in Alitalia; insieme, queste due forti motivazioni spingono ad attuare progetti concreti per cercare di restituire serenità ai bambini bisognosi nelle aree più depresse del mondo.
Con questo spirito, il 26 novembre 2001 è nata l’"Area Solidarietà Alitalia onlus", un’associazione costituita da dipendenti del Gruppo che ha come obiettivo principale la distribuzione di aiuti ai bambini nel periodo più delicato della crescita: l’infanzia. L’Associazione non ha alcun fine di lucro e si fonda sull’adesione volontaria di tutte le persone in azienda disposte a offrire un piccolo contributo a favore di specifiche e concrete iniziative. L’"Area Solidarietà" infatti, dà vita a progetti propri come il dormitorio per i piccoli orfani di Obuasi in Ghana, e si prende cura di singoli casi umani proposti dai dipendenti, come l’episodio della collega Giulia Deledda che ha preso a cuore Raj, un bambino indiano di dieci anni che chiedeva l’elemosina tutti i giorni a Bombay, davanti all’albergo dove alloggiavano gli equipaggi.
Accanto a questo progetto di solidarietà, Alitalia ha attivato nel 2001 un Charity Program che, rivolgendosi sempre ai bambini bisognosi, coinvolge i clienti frequent flyer.
Il Charity Program offre supporto a cinque Associazioni Umanitarie impegnate in attività a sostegno dell'infanzia. I Soci del club MilleMiglia che aderiscono al Charity Program Alitalia scelgono l’Associazione a cui destinare alcune miglia che vengono versate su conti correnti creati appositamente.
Associazione Peter Pan: aiuta i bambini ricoverati presso il reparto di Oncologia dell'Ospedale di Roma Bambin Gesù e le loro famiglie.
Save the Children: il movimento internazionale per migliorare la qualità di vita dei bambini, vittime di violenze e catastrofi naturali.
Comitato Aurora: a sostegno dei bambini malati di Adrenoleucodistrofia (ALD), presso l'ospedale Bambino Gesù di Palidoro e delle loro famiglie.
Ail: l'Associazione contro le leucemie nata per sostenere la ricerca ed aiutare i malati e i loro familiari.
Medici Senza Frontiere: presente in più di 80 Paesi, molti dei quali in stato di guerra, è la più importante organizzazione privata per le emergenze di soccorso sanitario.
Transportation is a key element of distribution.
The choice of the means of transport to use (by road, by rail, by sea or by air) depends on:
➢ the cost involved
➢ the urgency of the order
➢ the speed and security of the transport
➢ the distance involved
AIR TRANSPORT
This is the most recent means of transport, and is, of course, the fastest.
A shipper can, with an air charter party, charter a whole aircraft for the transport of his goods.
Advantages:
• fast over long distances
• suitable for urgently-required, perishable goods
Disadvantages:
• expensive
• suffers from delays
• needs other forms of transport to and from the airport
SEA TRANSPORT
Transport by sea is still very popular. These are the most important types of vessel used in good transport:
• Ro-ro ferries: lorries of all kinds can drive on to the ship and off again the other side. This is quick and efficient;
• Bulk carriers: these ships are built to carry particular types of bulk cargoes.
• Liners: they are ship that sail at regular times on fixed routes and they can carry passengers, cargo or both;
• Tramp ships: they have no set times or routes, but go wherever they can find suitable cargoes
• Container ships: they are specially built to carry containers that are large steel boxes of an international agreed size, which are transported as a sealed unit.
Advantages:
• Suitable for bulk goods
• Cheaper than air transport
• Can cover long distances
Disadvantages:
• Slower than air transport
• Needs other forms of transport to and from the port of destination
• Subject to weather conditions and timetables
• Risk of accidents can have very serious effects on the environment
RAIL TRANSPORT
The railway is road transport’s major inland competitor. Unlike road s, railways run is relatively straight lines, uninterrupted by geographical obstacles.
Advantages:
• Faster for long journeys than road transport
• Suitable for bulk goods
• Not subject to bad weather or traffic conditions
Disadvantages:
• Slower and more expensive over short distances than road transport
• Cannot deliver door-to-door
• Subject to timetables and fixed routes
• Strikes and manpower problems can cause delays
ROAD TRANSPORT
Transport by road is the main means of inland transport over short distances. Companies involved in the road transport business range from large-scale road haulage firms which deliver goods nationally, to much smaller carriers who service small geographical areas.
A useful way of transporting large quantities of goods easily across international borders is the TIR lorry.
Under this system, trucks or containers are loaded, inspected and sealed in the country of departure and finally in the country of destination by customs officials. In this way, they are not opened at border controls and pass quickly across countries.
Advantages:
• fairly cheap and fast over short distances
• can deliver door-to-door
• not subject to fixed timetables
• routes can be changed at short notice
Disadvantages:
• slower over long distances
• the weight of each load is limited
• road traffic, strikes and bad weather can cause delays
• risk of road accidents

Sia nella fase della costituzione, sia durante il normale svolgimento della sua gestione, l’azienda presenta un certo fabbisogno finanziario, cioè la necessità di disporre di una certa quantità di capitali. L’entità di tale fabbisogno dipende da numerosi fattori, i principali dei quali sono:
• l’ammontare degli investimenti nei beni che costituiscono la sua struttura tecnico organizzativa
• il fatto che il sostenimento dei costi dei fattori a veloce ciclo di utilizzo precede il conseguimento dei ricavi e che i nuovi cicli di produzione devono essere iniziati prima che giungano a compimento quelli precedentemente iniziati
• la necessità di avere determinate scorte di magazzino affinché l’attività aziendale non subisca interruzioni
• l’opportunità di concedere certe dilazioni di pagamento ai clienti e di mantenere un minimo di fondi liquidi in cassa e presso banche
Inoltre l’entità del fabbisogno finanziario varia nel tempo in relazione a molteplici circostanze tra le quali, oltre alla diversa distribuzione nel tempo di flussi di costi e ricavi, vi sono:
• La successione più o meno regolare delle vendite e delle entrate che ne derivano
• La diversa velocità di circolazione dei vari fattori produttivi, che si traduce nel tempo più o meno lungo tra l’attuazione degli investimenti e il loro ritorno in forma monetaria
L’azienda soddisfa il proprio bisogno finanziario ricorrendo a finanziamenti provenienti da diverse fonti e caratterizzate da diverse forme di “vincolo”, i quali si traducono in due fondamentali categorie:
1. finanziamenti di capitale proprio
2. finanziamenti di capitale di terzi
Il capitale proprio o capitale di rischio indica l’ammontare dei mezzi propri investiti nell’organismo aziendale ed presenta le seguenti caratteristiche:
• è vincolato all’azienda per un tempo indeterminato, in quanto non è fissata l’epoca del rimborso, per cui la sua restituzione avverrà di norma al momento della cessazione dell’azienda;
• non comporta un obbligo di remunerazione, la cui misura dipende dai risultati della gestione;
• è capitale di “pieno rischio”, nel senso che può essere intaccato dalle perdite di gestione.
Il capitale di credito, detto anche capitale di terzi o capitale di prestito, è costituito dai finanziamenti provenienti dai soggetti esterni all’impresa e corrisponde tipicamente ai debiti che essa ha contratto nei confronti di altre economie.
Il capitale di credito presenta le seguenti caratteristiche:
• di norma deve essere rimborsato ad una scadenza determinata;
• comporta l’obbligo di una remunerazione sotto forma di interessi
• è capitale soggetto al rischio d’impresa solo “indirettamente e in modo limitato”, in quanto viene intaccato solo dopo che le perdite hanno assorbito tutto il capitale proprio.
Le varie fonti di finanziamento sono tra loro concorrenti, nel senso che la direzione aziendale sceglierà la combinazione più opportuna, sia in relazione alla maggiore o minore facilità con cui in un dato momento è possibile reperire sul mercato mezzi finanziari con vincolo di prestito o di capitale, sia in relazione alla durata dei fabbisogni da coprire e, con riferimento alle varie forme di capitale di credito, agli oneri finanziari che le varie alternative comportano.
Ovviamente, fra i due tipi di fonti di finanziamento non è possibile stabilire un rapporto ottimale in senso assoluto: ogni azienda, infatti, presenta combinazioni variabili nel tempo e diverse rispetto a quelle che possono caratterizzare altre aziende.
• LE FONTI DI CAPITALE PROPRIO
Le fonti di capitale proprio possono essere distinte in due classi fondamentali:
1. Il capitale di apporto, costituito dai conferimenti in denaro o in natura eseguiti dal proprietario o dai soci al momento della costituzione o in tempi successivi. Esso è una parte ideale positiva del patrimonio netto aziendale. Nelle aziende individuali il capitale di apporto rappresenta il patrimonio netto conferito dal titolare, nelle società i conferimenti aziendali dei soci e quelli successivi formano il capitale sociale.
2. Il capitale di risparmio è rappresentato dagli utili conseguiti e non prelevati dal patrimonio o non distribuiti ai soci. Infatti, nella misura in cui non sono prelevati, gli utili di bilancio non provocano uscite di mezzi monetari e restano investiti nell’impresa, concorrendo così alla copertura del fabbisogno finanziario: in tal modo, l’azienda attua un autoinvestimento della sua attività.
Nelle aziende individuali, gli utili conseguiti e non prelevati, gli utili di bilancio vengono portati in aumento del patrimonio netto. Nelle società, invece, gli utili reinvestiti nell’azienda vanno a costituire delle particolari parti del patrimonio netto che vengono dette riserve di utili.
Un’altra forma di autofinanziamento, sia pure impropria, è data dai costi non monetari rilevati in sede di scritture di assestamento, come le quote di ammortamento, il trattamento di fine rapporto, gli accantonamenti ai fondi rischi e ai fondi spese future.
Nella misura in cui trova copertura nei ricavi d’esercizio insieme con gli altri costi non monetari, il complesso dei costi che non provocano uscite monetarie concorre a finanziare il processo produttivo: si parla, in questo caso, di autofinanziamento improprio.
• LE FONTI DI CAPITALE DI TERZI
Quando i mezzi propri sono insufficienti a coprire l’intero fabbisogno finanziario occorrente per la costituzione e la gestione dell’azienda, è necessario ricorrere ad altre fonti di finanziamento, cioè al credito accordato da fornitori,banche,altre finanziatori,ecc. I finanziamenti ottenuti da terzi si possono distinguere in:
1. debiti di finanziamento
2. debiti di regolamento
I debiti di finanziamento sorgono in relazione a prestiti che l’azienda ottiene da banche o da altri finanziatori e che, all’atto dell’accensione, le procurano entrate di mezzi finanziari.
Tali finanziamenti comportano il pagamento di un interesse esplicito e possono assumere forme tecniche diverse a seconda della durata, della modalità di utilizzo e di rimborso, ecc.
In relazione alla scadenza si distinguono:
• finanziamenti a breve termine, se la durata non supera i 12 mesi;
• finanziamenti a medio termine, se la scadenza è compresa fra i 12 mesi e i 5 anni;
• finanziamenti a lungo termine, se la durata è superiore ai 5 anni e, in certi casi, raggiunge o supera i 20 anni.
L’azienda può ottenere i finanziamenti a titolo di prestito rivolgendosi:
• al sistema bancario
• ad altri operatori del sistema finanziario
• direttamente al mercato finanziario
➢ I finanziamenti bancari
L’azienda ricorre al sistema bancario sia per finanziare gli investimenti dell’attivo circolante, sia per coprire il fabbisogno legato agli investimenti in immobilizzazioni.
In particolare, il fabbisogno finanziario a breve termine può essere soddisfatto dal sistema bancario attraverso operazioni di smobilizzo o di prestito.
Le operazioni di smobilizzo sono quelle con cui l’azienda ottiene dalla banca il pagamento anticipato di crediti non ancora scaduti che essa ha concesso ai suoi clienti. Ne sono esempi:
• Lo sconto di cambiali commerciali (ormai quasi in disuso);
• Gli anticipi su fatture e su ricevute bancarie;
• L’accredito s.b.f. di effetti e ricevute con disponibilità immediata;
• Factoring con accredito anticipato.
Le operazioni di prestito, invece, sono quelle con cui la banca mette a disposizione del cliente una certa somma di denaro per un dato periodo di tempo o a tempo indeterminato.
L’utilizzo della somma messa a disposizione può aver luogo:
• In un’unica soluzione, con successivo rimborso alla scadenza prestabilita; per queste operazioni si parla di finanziamenti a scadenza fissa;
• In più riprese, secondo le esigenze aziendali, mediante prelevamenti dal c/c bancario del cliente; si parla in questo caso di finanziamenti in c/c.
Inoltre, quando deve finanziare investimenti in fattori produttivi a lungo ciclo di utilizzo l’azienda può ottenere dei prestiti bancari a medio-lungo termine, i quali assumono generalmente la forma di mutui, spesso assistiti da ipoteca su immobili o da altro tipo di garanzia.
➢ Forme particolari di finanziamento
L’azienda può soddisfare il suo fabbisogno finanziario anche ricorrendo a forme particolari di finanziamento, quali il leasing, il factoring, forfaiting, il confirming.
Queste operazioni possono essere stipulate:
• Direttamente con una banca
• Con apposite società che la banca controlla o alle quali è collegata
Il leasing si presenta come una particolare forma di finanziamento poiché, anziché effettuare un prestito di denaro, la società locatrice investe una certa somma nell’acquisto di particolari beni strumentali per cederli in prestito d’uso all’impresa utilizzatrice, contro pagamento di un certo numero di canoni periodici.
Il factoring consiste nel trasferimento di una massa concordata di crediti commerciali dal titolare a un factor che, con la ritenuta di alcune commissioni per il servizio reso, si assume l’incarico della loro riscossione e può garantirne il buon anche in caso di insolvenza temporanea o definitiva del debitore.
La funzione finanziaria del factoring consiste nelle possibilità data al cedente di smobilizzare i crediti ottenendone il pagamento anticipato da parte della società di factoring. È quanto accade quando il contratto prevede l’accredito immediato o anticipato: in questo caso l’operazione è concorrente e complementare rispetto al credito bancario.
Il forfaiting e il confirming sono forme speciali di finanziamento volte a sostenere le imprese che operano con l’estero.
➢ Il ricorso al mercato finanziario
Le grandi società per azioni o in accomandita per azioni che siano conosciute e che godano della fiducia dei risparmiatori e degli altri investitori possono finanziarsi a medio-lungo termine attraverso il diretto ricorso al mercato finanziario con l’emissione di prestiti obbligazionari.
Tali prestiti offrono il vantaggio di poter essere contratti con una massa notevole di soggetti e di essere rappresentati da titoli facilmente negoziabili e perciò facilmente smobilizzabili in ogni momento.
I debiti di regolamento sorgono in relazione a dilazioni di pagamento che l’azienda ottiene dai propri fornitori di beni e servizi. Tali debiti costituiscono temporaneamente un’uscita monetaria e quindi sono espressione del credito mercantile di cui l’azienda gode presso i propri fornitori.
Nella misura in cui i fornitori concedono regolamenti differiti si ha un loro concorso al finanziamento dell’attività aziendale, in quanto ne risulta abbreviata la durata del ciclo monetario e diminuito il fabbisogno di liquidità.
I debiti di regolamento comportano il pagamento di un interesse.
Anche i clienti possono concorrere alla copertura del fabbisogno finanziario aziendale versando anticipi sul prezzo delle opere o delle opere in corso di costruzione.
Contabilmente le fonti del capitale di debito sono passività patrimoniali. In base alla loro scadenza o durata, si distinguono in:
1. passività correnti, che comprendono tutte le fonti del capitale di credito con scadenza a breve termine, cioè non oltre l’anno;
2. passività consolidate, che comprendono tutte le fonti del capitale di credito la cui esigibilità sia superiore all’anno.
• CORRELAZIONI TRA INVESTIMENTI E FONTI DI FINANZIAMENTO
La varia combinazione delle fonti di finanziamento, che vede la contemporanea presenza di capitale proprio e prestiti di terzi, determina la struttura finanziaria dell’impresa.
La composizione qualitativa e quantitativa delle fonti di finanziamento va convenientemente adattata all’entità e ai caratteri dei fabbisogni: deve cioè esistere una correlazione tra la durata dei finanziamenti e la durata degli investimenti. In pratica, data una certa situazione patrimoniale, si deve verificare:
• che il capitale proprio e le passività consolidate, che sono capitali “permanenti”, siano complessivamente di importo superiore a quello dell’attivo immobilizzato: in tal caso una parte dei suddetti capitali finanzia anche l’attivo circolante;
• che i finanziamenti di terzi a breve termine non siano di importo superiore a quello dell’attivo circolante.
La correlazione, quindi, non è fra il singolo finanziamento e il singolo investimento, bensì fra la struttura degli impieghi e quella delle fonti.
L’analisi delle relazioni tra le classi di investimenti e classi di finanziamenti si attua mediante alcuni indicatori o “margini” che consentono di formulare un giudizio attendibile sull’equilibrio finanziario dell’azienda. Tali indicatori sono:
• il margine di struttura primario o secondario
• il patrimonio circolante netto
• il margine di tesoreria
Il margine di struttura primario indica la misura in cui i mezzi propri finanziano l’attivo immobilizzato ed è quindi dato dalla differenza tra il capitale proprio e il valore delle immobilizzazioni nette.
a. Un margine di struttura primario positivo significa che il capitale proprio finanzia interamente l’attivo immobilizzato e in parte anche l’attivo circolante.
b. Un margine di struttura primario negativo segnala che i mezzi propri non sono sufficienti a coprire gli impieghi fissi e che quindi la restante parte viene finanziata mediante l’indebitamento.
Il margine di struttura secondario segnala in quale misura le fonti permanenti finanziano gli impieghi durevoli ed è pertanto dato dalla differenza fra il capitale permanente (capitale proprio + passività consolidate) e l’attivo immobilizzato.
a. Un margine di struttura secondario positivo indica che il capitale permanente finanzia interamente l’attivo immobilizzato e in parte anche l’attivo circolante
b. Un margine di struttura secondario negativo segnala uno squilibrio strutturale fra impieghi e fonti, in quanto le immobilizzazioni risultano finanziate anche con il concorso delle passività correnti.
Il patrimonio circolante netto segnala la capacità dell’impresa a fronteggiare gli impegni a breve termine facendo assegnamento sulle liquidità e sulle disponibilità di magazzino. Esso è dato dalla differenza fra l’ammontare dell’attivo circolante e quello delle passività correnti.
a. Se la differenza è positiva significa che le attività a breve, dalle quali nel corso del periodo successivo si attendono flussi monetari in entrata,superano le passività correnti,che nel corso dello stesso periodo generano flussi in uscita.
b. Un risultato negativo indica una situazione strutturalmente anomala, in quanto i debiti a breve superano l’attivo circolante e finanziano gli investimenti in attività immobilizzate.
Il margine di tesoreria indica in quale misura le liquidità riescono a coprire i debiti di prossima scadenza. Esso è dato dalla differenza tra il totale delle liquidità immediate e differite e le passività a breve o correnti.
a. Il margine di tesoreria è positivo se le disponibilità liquide esistenti e i crediti a breve superano i debiti di prossima scadenza. Esso segnala una situazione di equilibrio finanziario di breve periodo e quindi la capacità dell’azienda di fronteggiare i rimborsi dei debiti a breve senza ricorrere al disinvestimento del magazzino.
b. Il margine di tesoreria è negativo se le liquidità immediate e quelle di prossimo realizzo non coprono completamente gli impegni finanziari a breve scadenza.
L’ambiente è stato trattato per secoli come una riserva infinita di risorse, molte delle quali, invece, sono esauribili. Inoltre, la relazione tra ambiente naturale, attività produttiva e consumo è stata caratterizzata da un rilascio incontrollato di rifiuti.
Fino agli inizi del Novecento, il geosistema Terra è riuscito a rispettare i tempi naturali del riciclo dei rifiuti, ma, successivamente, il continuo processo di industrializzazione e di sviluppo economico, unito all’aumento esponenziale della popolazione e alla concentrazione di essa in aree sempre più ristrette, ha accelerato la produzione di rifiuti e ha portato il sistema allo squilibrio.
Infatti, conseguenza principale dell’agire umano è stata la progressiva alterazione dell’ambiente. Con l’emergere di alcuni fenomeni ambientali, come il riscaldamento globale, la deforestazione, la desertificazione, la perdita di biodiversità, l’inquinamento delle riserve di acqua dolce, si è diffusa sempre più la consapevolezza che il modello di vita che gli uomini si sono dati,o a cui ambiscono, e l’attuale ritmo di consumo delle risorse distruggano irreparabilmente le possibilità di benessere per le generazioni future. È vero che lo sviluppo tecnologico ha dimostrato di poter moltiplicare le risorse attraverso un’azione sostitutiva, ma la biosfera non è più capace di assorbire gli effetti dell’attività umana e l’ambiente si sta degradando in modo irreversibile.
Alcuni esempi possono essere considerati quelli riportati qui di seguito.
EFFETTO SERRA
Esso costituisce un fenomeno essenziale per l’equilibrio termico della Terra. Grazie all’effetto serra essa è riuscita a mantenere la sua temperatura media entro i limiti compatibili per la vita anche quando si è manifestato un aumento della potenza irraggiata dal sole.
L’atmosfera mantiene le condizioni ideali per la vita sulla Terra. Diversamente dalla luce del Sole, che può ritornare sulla Terra nello spazio dopo aver riscaldato la superficie terrestre, il calore non riesce a superare la barriera formata dall’atmosfera stessa e viene perciò respinto di nuovo verso la superficie terrestre.
BUCO DELL’OZONO
L’ozono è l’unico gas capace di schermare le radiazioni ultraviolette che raggiungono il nostro pianeta e che sarebbero estremamente dannose per la salute e la riproduzione degli ecosistemi.
Mutamenti nella distribuzione verticale dello strato di ozono causano variazioni della temperatura con effetti sull’intero clima.
Numerose ricerche hanno confermato che ai composti del cloro va imputata la diminuzione dello strato di ozono nella medio-alta stratosfera, mentre in quella bassa l’azione negativa dipende dall’aumentata presenza di metano.
Anche il biossido di carbonio e l’ossido nitroso, combinandosi chimicamente con il metano e con i cluorofluorocarburi, in concentrazioni crescenti, sono responsabili dell’impoverimento dell’ozono atmosferico.
PIOGGE ACIDE
Un’altra alterazione, connessa con l’inquinamento dell’aria, è quella del fenomeno delle piogge acide. L’acqua delle precipitazioni non è pura: essa contiene le sostanze presenti in sospensione nell’aria che si disciolgono nelle gocce e con esse precipitano al suolo.
Le goccioline che compongono le nubi le incorporano così le componenti acide verranno depositate sulla superficie terrestre sotto forma di pioggia o neve.
Il fenomeno avviene da sempre per cause naturali, poiché questi gas sono prodotti dagli incendi, dalle eruzioni vulcaniche, dalla respirazione di piante e animali.
È però dall’epoca della Rivoluzione industriale, e soprattutto negli ultimi decenni, che si è assistito ad una sua accentuazione come conseguenza del crescente consumo di combustibili fossili. Gli effetti delle piogge acide si rilevano sulla vegetazione, sia direttamente sulle foglie sia attraverso modificazioni nella composizione chimica del suolo. Anche il patrimonio artistico-culturale subisce gravissime conseguenze.
RISCALDAMENTO DEL PIANETA
La continua emissione di gas provocherà un lento, ma significativo, riscaldamento su scala planetaria. Un riscaldamento generalizzato sarebbe positivo per regioni fredde come il Canada e le zone settentrionali dell’Europa e dell’Asia, dove la stagione vegetativa è breve.
Un clima più umido sarebbe auspicabile nelle regioni in cui la produzione agricola è limitata dall’aridità.
È vero, però, che un ulteriore aumento di temperatura ridurrebbe la resa dei raccolti nella fascia tropicale e subtropicale.
Infine, un innalzamento della temperatura provocherebbe una dilatazione termica degli oceani e la fusione dei ghiacci polari: il livello marino più alto che ne consegue potrebbe causare la sommersione delle piane costiere coltivate e, in seguito, l’aumento della salinità nelle falde idriche costiere.
Al fine di evitare tutto ciò bisognerebbe assicurare uno sviluppo “sostenibile”, ossia quello sviluppo che soddisfi i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere la capacità di quelle future di rispondere ai loro.
Un passo in avanti può essere identificato nella ratifica del “Protocollo di Kioto” avvenuto proprio quest’anno, ma concepito già nel 1997.
L’impegno di porre rimedio agli sconvolgimenti climatici del pianeta è stato sottoscritto da 141 paesi, tra cui 39 industrializzati (non vi è la partecipazione degli Usa che considerano il Protocollo assolutamente costoso e inefficace).
Con la sua rinascita prenderanno avvio i complessi meccanismi finalizzati alla riduzione dei 6 gas prodotti dall’uomo che surriscaldano l’atmosfera e alterano il clima: anidride carbonica, metano, protossido d’azoto, fluoroclorocarburi, perfluorocarburi e esafluoruro di zolfo. Di questi gas serra, sparsi nell’aria da ciminiere, tubi di scappamento, terreni agricoli, allevamenti zootecnici, si cita prevalentemente l’anidride carbonica in quanto relativamente più abbondante.
In particolare i 39 Paesi industrializzati dovranno abbassare le emissioni dei gas serra entro il 2012, sotto i livelli del 1990,di quote percentuali variabili la cui media si aggira al 5.2%.
I paesi non industrializzati sono esentati, per il momento, da obblighi di riduzione, pur potendo partecipare agli altri meccanismi del protocollo.
Alle riduzioni si arriva attraverso “azioni domestiche strutturali”:
• Miglioramento delle centrali elettriche e dei motori
• Risparmio energetico
• Sostituzione di idrocarburi con fonti rinnovabili
• Incremento delle superfici forestali che assorbono CO2
Le secteur tertiaire joue dèsormais un role fondamental dans la sociètè et l’èconomie française.
Le poids du tertiarie est considèrable : 2 Français sur 3 sont des tertiaires.
Ce secteur, qui produit plus de PIB et assure ¼ du commerce extèrieur, est le seul dans lequel les crèations d’emplois l’emportent sur les suppressions. La France est devenue le deuxième exportateur de service du monde.
La montèe du tertiaire est propre à tous les pays industrialisès. Cela est du au fait que, dèsormais, les services sont omniprèsents dans tous les domaines de la production.
La très forte croissance des services marchands, des services non marchands ( services rendus par la guise de paiement et du secteur commercial) est à l’origine de la majoritè des emplois nouveaux crèès depuis les annèes 60. Au total le secteur regroupe près de 15 millions de salariés.
Le tertiaire est présent sur tout le territoire mais son poids varie selon les Régions. En effet, la Corse est très tertiarisée en raison du faible développement de l’industrie et de son agricolture. Inversement, en France-Comté, où les emplois industriels dominent, le tertiaire est réduit.
Le tertiaire, qui se distingue du secteur primaire et secondaire, est un secteur d’activités transactionelles : commerce, transports et services.
Les services se distinguent des commerces en sens qu’ils ne transfèrent pas une marchandise, mais un savoir ou un travail.
Sorto a Milano, che non a caso era la città più avanzata d’Italia e d’Europa, il Futurismo si diffuse rapidamente in tutta Italia nei primi anni del ‘900, assicurandosi numerosissime adesioni.
Il futurismo non è stato un movimento d’avanguardia circoscritto all’ambito letterario, ma con una ricca produzione di appelli, dichiarazione, manifesti, ha proposto nuove strade per tutte le arti, ha avuto una chiara ideologia politica e ha persino codificato un nuovo senso del vivere e nuovi modelli di comportamento.
I Futuristi, a differenza di D’Annunzio e dei crepuscolari, si rendevano conto che la strada già imboccata dalla società europea e, seppur con ritardo, dall’Italia, era quella della rapida industrializzazione e portavano la loro attenzione e la loro simpatia alle componenti di questa nuova realtà: le macchine, i grandi complessi industriali, le grandi masse operaie, le città moderne, le metropoli, l’automobile nuovo mito nascente, la velocità. Addirittura essi arrivarono ad affermare: “Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità; un’automobile da corsa col suo cofano adorno di tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo è più bella della vittoria di Samotracia.”
Si può quindi comprendere come il programma futurista si basi sui valori della velocità, del dinamismo, dello sfrenato attivismo, considerati come segni distintivi della moderna realtà industriale, che ha il suo emblema nel mito della macchina.
Il culto dell’azione violenta ed esasperata respinge ogni forma di organizzazione politico-sindacale nel nome di un individualismo assoluto, in cui si può individuare una nuova incarnazione del mito del superuomo che si può scorgere dall’affermazione: “ Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo e il pugno”.
Di qui l’adesione all’ideologia nazionalista e militarista, che celebra la guerra come “sola igiene del mondo”.
Anche l’uomo finisce per ridursi ad un essere meccanico e dinamico; disinteressandosi del tutto della dimensione psicologica, i futuristi disprezzano i comuni atteggiamenti spirituali e sentimentali.
Questa polemica si estende alla sensibilità romantica e decadente e, di conseguenza, alla letteratura che si basava su quei valori e che viene considerata come espressione di una civiltà ormai superata.
Sul piano delle soluzioni letterarie, come risulta dal Manifesto tecnico della letteratura futurista, scritto da Marinetti nel 1912, il Futurismo respinge ogni forma consueta di causalità e di consequenzialità, sostituendo, all’impianto logico del pensiero, una forma più sintetica ed abbreviata, quella dell’analogia. L’analogia accosta fra loro realtà diverse e lontane, non per un passaggio di giustificazioni logiche, ma attraverso un semplice accostamento che suggerisce un rapporto di somiglianza fantastica.
La parola perde la funzione che le era stata attribuita dalla letteratura tradizionale, di indicare concretamente l’oggetto al quale si riferisce; il suo significato diventa allusivo, evocatore, permettendo di cogliere la vastità e lo spessore del reale, al di là di ogni sua rappresentazione in termini superficiali e puramente fenomenici. In questo senso viene rifiutata ogni forma di soggettivismo sentimentale e romantico, per dare voce indipendente all’infinita relazione tra le cose.
Il Futurismo si proponeva così di distruggere la sintassi tradizionale che riflette un ordine concatenato di eventi; vengono anche aboliti i tradizionali elementi di interpunzione, con lo scopo di suggerire il fluire ininterrotto delle sensazioni, la rapidità folgorante dei passaggi, il compenetrarsi “analogico” fra i diversi piani del reale. Per rafforzare questi effetti, ad esempio, Marinetti utilizza il verbo all’infinito, che indica il senso della durata e della continuità.
Alla distruzione della sintassi si sostituisce la teoria delle “parole in libertà” che consiste nel disporre i sostantivi a caso, come nascono.
Notevole rilievo assume anche la forma grafica delle parole. La parola non vale solo per l’immagine mentale che resta impressa, ma anche per la sensazione uditiva o tattile che ne scaturisce: da qui l’importanza della sinestesia.
Evidente è anche il rapporto tra letteratura e pittura nelle tavole parole libere, che si basano su un libero accostamento di parole, segni grafici e immagini.
Inoltre questo movimento letterario sostituisce alla ragione l’intuizionismo riprendendo la lezione di Bergson che, indebolendo la fiducia nella scienza, aveva aperto la via all’affermazione di valori spiritualistici, religiosi, mistici o comunque irrazionalistici. Proseguendo su questa strada Bergson fa una critica del concetto di tempo: per una conoscenza estrinseca il tempo è puramente una successione di attimi che si susseguono in un ben determinato ordine rettilineo; per la realtà della coscienza il tempo è invece qualcosa di irriducibile all’istante, è durata, è processo fluido che conserva il passato e crea il nuovo.
L’esaltazione della coscienza interiore è visibile d’altra parte nella soluzione che Bergson dà al problema della conoscenza: il senso più profondo della realtà noi lo cogliamo non con l’intelligenza che utilizza i concetti e le astrazioni elaborate dalla scienza, ma con l’istinto, che al suo grado più alto diventa intuizione.
È questo il risultato ultimo e più rivoluzionario della proposta dei Futuristi.
LA RICOSTRUZIONE IN ITALIA
In Italia la ricostruzione incontrò le stesse difficoltà che incontrarono gli altri Paesi, sia per gli aspetti economici che per quelli politici.
Le conseguenze della guerra erano state gravissime: quasi due milioni di case distrutte, 1.600.000 disoccupati, la produzione industriale precipitata a 1/3 di quella dell’anteguerra, quella agricola ai 2/3. Per fronteggiare questa situazione non si fece ricorso a particolari interventi dello Stato, ma ci si affidò alla spontaneità delle forze economiche, alle scelte degli imprenditori e ai sacrifici degli operai.
Comunque lo slancio del Paese fu eccezionale.
LA POLITICA ECONOMICA
Nel 1946 la produzione industriale era risalita al 61% di quella del 1938, nel 1947 all’ 81% e nel 1948 si era giunti esattamente ai livelli di prima della guerra.
Nel 1947 fu varata una politica economica rigida che, rendendo più difficile la possibilità di ottenere crediti dalle banche, portò alla chiusura di molte aziende non in grado di operare con le proprie risorse. Sopravvissero le più sane e le più sostenute dallo stato, in settori chiave come quelli dell’industria automobilistica e dei beni di consumo.
Il prezzo pagato fu molto alto in termini di licenziamenti e di disoccupazione.
Un grande impulso venne naturalmente dagli aiuti americani, soprattutto finanziario.
Ciò fu favorito dal Piano Marshall, uno strumento di natura anche più direttamente politica che fu varato nel 1945 dal segretario americano George Marshall che promise a tutti i Paesi europei l’aiuto straordinario degli USA alla sola condizione che essi cercassero insieme i mezzi da usare per rimettere in sesto le proprie economie.
In particolare, il piano poneva come obiettivi economici fondamentali:
• L’aumento della produzione
• La realizzazione della stabilità finanziaria interna
• La creazione di un ente permanente per la cooperazione economica
• L’eliminazione del deficit commerciale in dollari con un’espansione delle esportazioni
L’influenza degli USA accelerò la tendenza all’unità europea anche sul piano politico-militare. Il 4 aprile 1949 entrò in vigore il Patto Atlantico: era la NATO, un’alleanza militare progettata per difendersi dalla minaccia dell’URSS.
Nel 1951 sorse anche il primo organismo economico: era la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) per il controllo dei prezzi del carbone e dell’acciaio.
Nel 1957 i Trattati di Roma diedero infine vita all’EURATOM e alla CEE, la Comunità Economica Europea, con il compito di
• realizzare gradualmente l’unione doganale
• garantire la libera circolazione della manodopera e dei capitali
• assicurare la progressiva integrazione della politica sociale e fiscale
I sei paesi fondatori di questo nucleo portante dell’intera costruzione economica e istituzionale dell’Europa furono, insieme all’Italia, la Francia, la Repubblica Federale Tedesca, il Belgio, l’Olanda e il Lussemburgo.
RIPRESA POLITICA
Quanto alla ripresa politica, l’evento più significativo fu il ritorno, dopo vent’anni di dittatura, alle libere elezioni.
Nella primavera del 1946 ci furono le elezioni amministrative; poi, il 2 giugno, si votò per eleggere i deputati dell’Assemblea Costituente, chiamata a elaborare la nuova Costituzione dello Stato italiano, in sostituzione dello Statuto Albertino.
Sempre il 2 giugno si votò per il referendum per scegliere tra monarchia e repubblica come forma istituzionale del nostro Stato. Vinse la repubblica con il 54.3% dei voti contro il 45.7%.
Per la prima volta avevano votato anche le donne.
I risultati si rivelarono una delle tante spaccature che allora dividevano il Paese: il nord diede il 64.8% dei voti alla repubblica, mentre il Sud il 64% alla monarchia.
Ciò era la conseguenza del diverso modo in cui le due zone avevano vissuto la guerra.
Al Nord i venti mesi della Resistenza contro i nazisti aveva determinato un orientamento più favorevole alle sinistre,una grande disponibilità verso significativi cambiamenti.
Al Sud, all’ombra della monarchia, si erano ricostruiti tutti i vecchi gruppi dirigenti, favorevoli ad una rigida continuità tra il Vecchio Stato prefascista e il nuovo Stato che nasceva dalla guerra.
Tuttavia la repubblica conquistata il 2 giugno si rivelò un successo esclusivamente per i partiti di sinistra che videro salire al governo il leader della DC Alcide De Gasperi.
Ma lo slancio unitario che aveva visto tutti i partiti antifascisti combattere insieme nella Resistenza si stava affievolendo.
Il 13 giugno Umberto di Savoia partì per l’esilio in Portogallo.Quindici giorni dopo l’Assemblea Costituente elesse come presidente provvisorio della repubblica Enrico De Nicola.
L’11 maggio 1948, quando la Carta Costituzionale era già definitivamente approvata, Luigi Einaudi divenne il primo vero presidente della Repubblica italiana.
MURO CONTRO MURO
A questa situazione si aggiunse la “guerra fredda” che faceva sentire i suoi effetti anche in Italia, provocando una netta contrapposizione tra destra e sinistra. Il 12 maggio 1947 De Gasperi allontanò comunisti e socialisti dal governo, varando un “monocolore” appoggiato dai soli democristiani.
L’opposizione sperava di prendersi la rivincita alle successive elezioni, ma ciò non avvenne ameno fino agli anni Novanta fino a che la DC rimase incessantemente alla maggioranza.
RITORNO AL PLURALISMO
Uno degli eventi più significativi del dopoguerra in Italia fu il ritorno alla democrazia e al pluralismo determinato dal riaffacciarsi sulla scena dei partiti politici.
Fu allora, anzi, che i partiti assunsero compiutamente strumenti organizzativi per l’attuazione di una linea politica e di una ideologia, espressione degli interessi collettivi di interi gruppi sociali.
Durante il regime fascista, a partire dal 1925, i partiti erano stati tutti soppressi tranne, ovviamente, il PNF.
Prima ancora, nel vecchio Stato liberale prefascista, solo il PSI aveva avuto una fisionomia ben precisa.
Soprattutto prima della concessione del suffragio universale maschile, gli strumenti con cui le classi dirigenti facevano politica erano i partiti di notabili, nei quali gli uomini contavano più dei programmi.
Dopo la Prima guerra mondiale, l’esperienza del Partito Popolare e Comunista era durata troppo poco per poter lasciare una traccia significativa.
Di qui la grande novità politica e istituzionale del secondo dopoguerra italiano: la nascita dei partiti di massa.
IL “MIRACOLO ECONOMICO”
A metà degli anni ’50, l’Italia poteva vantare un certo progresso nei settori dell’acciaio, dell’automobile e dell’energia elettrica, ma questo era confinato principalmente nelle regioni nord-occidentali. La maggior parte degli italiani era ancora impegnata in settori tradizionali come piccole aziende tecnologicamente arretrate, negozi, e soprattutto agricoltura. Solamente il 7.4 per cento delle case italiane possedeva l’elettricità, l’acqua potabile e i servizi igienici.
Nel periodo 1958-63 ci fu un abbondante crescita economica del paese, il prodotto nazionale lordo crebbe a un tasso medio annuo del 6.3 per cento. La produzione industriale fu più che raddoppiata, ad esempio i frigoriferi prodotti in Italia passarono dai 18500 del 1951 ai 3 milioni 200 mila del 1967. Un altro settore caratteristico del “miracolo economico” italiano, assieme a quello di elettrodomestici, fu la produzione di automobili.
Lo sviluppo industriale provocò un aumento della popolazione urbana e una rarefazione di quella rurale; questo fenomeno interessò principalmente le città industriali del nord che videro crescere vertiginosamente la propria popolazione.
Il motivo per cui l’Italia fu interessata dal “miracolo economico” va ricercato in tre principali condizioni; alcune di carattere internazionale, alcune interne e altre grazie al potere pubblico. Un primo fattore fu determinato dall’adesione al Mercato comune europeo attraverso i trattati di Roma del 1957; le merci italiane esportate in Europa nel 1953 ammontavano al 23 per cento del prodotto totale, mentre nel 1965 arrivarono al 40 per cento. Altri fattori dello sviluppo furono interni. In primo luogo il basso costo della forza-lavoro: le imprese italiane poterono presentarsi in modo competitivo sui mercati, proprio a causa dei bassi livelli salariali. Un ruolo di rilievo ebbe anche il potere pubblico, che condusse una politica economica espansiva e diede impulso diretto, con le partecipazioni statali, allo sviluppo dell’industria di base.
NUOVI STILI DI VITA E DI CONSUMO
Anche se una quota rilevante del prodotto era destinata al mercato estero e i salari erano molto bassi, lo sviluppo economico fu accompagnato da un benessere diffuso alla gran parte di popolazione, interessando anche parte dei ceti popolari. L’aumento del reddito comportò anche un cambiamento nello stile di vita e di consumo degli italiani: la televisione e l’automobile furono i prodotti che caratterizzarono maggiormente questa nuova epoca di consumi. Un risultato di questo fenomeno fu sicuramente un miglioramento del tenore di vita medio della popolazione italiana, ma contribuì anche ad aumentare gli squilibri di fondo della nostra economia.
In primo luogo, i settori che conobbero il maggiore sviluppo furono quelli ad alta intensità di lavoro (meccanici, tessili), cioè basati su un largo impiego della manodopera a buon mercato. In secondo luogo, una quota molto grande del reddito nazionale fu destinata ai consumi privati delle famiglie: ciò, anche perché i redditi medi e medio-alti potevano beneficare di un sistema fiscale iniquo che limitava le entrate dello Stato. La conseguenza fu che vennero trascurati i consumi pubblici o sociali (case, ospedali, scuole). In terzo luogo, si approfondì il divario economico e sociale tra nord e sud.
Neppure l’intervento dello Stato valse a riequilibrare il dualismo dello sviluppo tra nord e sud: infatti, buona parte dei fondi della Cassa del Mezzogiorno andarono ad alimentare il clientelismo e l’assistenzialismo, fallendo l’obiettivo di innescare un ammodernamento dell’economia meridionale.
Si può quindi comprendere come le conseguenze della pesarono su tutto il mondo in modo tragico.
Le nuove gerarchie mondiali fissate dal secondo conflitto mondiale furono sancite attraverso difficili e laboriosi trattati di pace.
Questi ultimi furono la prima pietra per la ricostruzione di un nuovo sistema internazionale; a completare l’opera doveva poi essere l’ONU (l’Organizzazione delle Nazioni Unite) il cui Statuto fu approvato a San Francisco il 26 giugno del 1945.
A questa nuova organizzazione mondiale fu assegnato lo scopo di mantenere la pace e la sicurezza tra gli stati.
Il numero degli stati aderenti all’ONU, che era originariamente di 50, è progressivamente aumentato attraverso l’adesione dei nuovi stati indipendenti che si sono formati in seguito alla decolonizzazione, soprattutto in Africa e in Asia.
L’ONU ha sede a New York nel “Palazzo di Vetro”. I suoi organi principali sono:
• ASSEMBLEA GENERALE che si convoca una volta all’anno e riunisce tutti gli stati membri; ogni stato ha diritto a un voto, in omaggio al principio della parità giuridica tra gli stati. L’assemblea generale ha il potere di adottare, a maggioranza, risoluzioni su qualsiasi argomento di carattere internazionale.
• CONSIGLIO DI SICUREZZA che ha il potere effettivo, cioè il potere di decidere concreti interventi, è formato da 15 stati membri, di cui 10 sono eletti ogni 2 anni, mentre 5 sono membri permanenti; questi ultimi sono gli USA, la Russia, la Francia, la Gran Bretagna e la Cina (ossia le potenze uscite vincitrici dal secondo conflitto mondiale). Ciascuno dei 5 membri permanenti ha diritto di veto sospensivo su ogni decisione del consiglio di sicurezza, può cioè impedire qualsiasi intervento.
Questa regola pertanto riconosce la superiorità delle grandi potenze.
• SEGRETARIO GENERALE che è eletto dall’assemblea generale su proposta del consiglio di sicurezza e dura in carica 5 anni; egli dirige l’apparato burocratico delle Nazioni Unite e cura l’esecuzione delle decisioni del consiglio di sicurezza.
• CORTE DI GIUSTIZIA INTERNAZIONALE, composta da 15 giudici nominati per 9 anni dall’assemblea generale, giudica sulle controversie che insorgono tra gli stati sulla base delle norme del diritto internazionale. Ha sede all’AIA (Paesi Bassi).
La finalità fondamentale dell’ONU è quella di mantenere la pace e la sicurezza tra le nazioni. Per raggiungere questo scopo l’art.1 dello statuto affida all’Onu il compito:
1. di perseguire, con mezzi pacifici, la composizione o la soluzione delle controversie tra gli stati che potrebbero portare alla violazione della pace;
2. di prendere efficaci misure per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione.
Quando scoppia un conflitto tra due o più stati, lo statuto dell’Onu prescrive innanzi tutto che le parti debbano ricorrere a procedure pacifiche di composizione del conflitto. Se tuttavia il conflitto giunge a minacciare o a violare la pace, il consiglio di sicurezza ha il potere di prendere due tipi di misure coercitive:
1. misure che non comportano l’uso della forza militare (es. sanzioni)
2. misure che comportano l’uso della forza militare
Un aspetto particolarmente importante dell’azione dell’Onu riguarda la difesa dei diritti umani. Uno dei primi atti dell’assemblea generale, all’indomani della fondazione dell’Onu, fu l’approvazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948).
Nel 1998, con il Trattato di Roma, è stata decisa l’istituzione della corte penale internazionale che ha il potere di giudicare coloro che commettono i più gravi delitti contro i diritti umani, qualora lo stato non potesse o non volesse giudicare i responsabili.
Il regno d’Italia che fu proclamato nel 1861 non si configurò come uno stato nuovo, ma come la continuazione del regno sardo. Proprio per questo allo stato italiano furono automaticamente estese le leggi dello stato piemontese e i relativi obblighi internazionali. Lo stesso accadde per la Costituzione: lo Statuto Albertino, emanato nel 1848 dal re Carlo Alberto per far fronte ai moti insurrezionali che si stavano diffondendo in Europa. Era, quindi, una Costituzione concessa dall’alto senza alcuna consultazione democratica.
Inoltre lo Statuto non prevedeva nessuna particolare procedura per modificare le proprie norme e lasciava, implicitamente, questa funzione al parlamento mediante l’adozione di leggi ordinarie. Era dunque una costituzione flessibile, a differenza della Costituzione promulgata il 27 dicembre del 1947, una costituzione rigida.
Infatti, il titolo VI della seconda parte, intitolato “Garanzie costituzionali” stabilisce le speciali procedure occorrenti per la modificazione delle norme costituzionali e istituisce uno speciale giudice, la corte costituzionale, con il compito di controllare la costituzionalità delle leggi.
Il contenuto della Costituzione riflette il clima del fermento politico dell’immediato dopoguerra. Era chiaro che non si trattava di tornare allo stato liberale prefascista, ma di costruire uno stato nuovo, più libero, più democratico, più aperto ai bisogni delle classi subalterne.
A tale scopo essa fu caratterizzata da una forte tensione innovativa e riformatrice soprattutto sul piano dei diritti civili e su quello delle politiche sociali e dalla costante ricerca di un compromesso tra i valori delle principali correnti politiche presenti nell’Assemblea costituente.
La Costituzione della Repubblica italiana è un documento composto da 139 articoli (più 18 articoli delle “Disposizioni transitorie e finali”).
Il testo si apre con i Principi fondamentali (art 1-12) ed è suddiviso in due parti:
1. la prima parte intitolata “Diritti e doveri dei cittadini”,tratta del rapporto tra lo stato e i cittadini e quindi tra stato-apparato e società civile ed è a sua volta divisa in 4 titoli;
2. la seconda parte intitolata “Ordinamento della Repubblica” tratta dell’organizzazione dei pubblici poteri ed è divisa in 6 titoli
Seguono le “Disposizioni transitorie e finali”(18 articoli) contenenti in prevalenza norme transitorie per il passaggio al nuovo ordinamento.

Esempio



  


  1. Marco

    Bella bella. Davvero una bella tesina. Cercavo qualche spunto e devo dire che è davvero interessante.