Il prezzo delle bambine nei paesi del terzo mondo

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Testo

IL PREZZO DI UN BAMBINO
Fongkam Panya ha un viso largo e sorriden, seduta accanto ai figli (due bellissime ragazzine e un maschio più piccolo) sulla soglia della sua casa fatta di legno e stuoie di canna. Siamo a Dok Kaam Tai, nell'interno della Thailandia; zona di contadini poveri, pochi campi e un po' d'artigianato tradizionale come unica fonte di reddito. " Quelli vengono ogni due o tre mesi- dice Fongkam con voce ferma e tranquilla, mentre il marito annuisce- con i loro fuoristrada e gli orologi d'oro al polso, sempre facce diverse, sempre lo stesso discorso. Mi chiedono se voglio vendergli le mie figlie, dicono che le porteranno in città a lavorare,che guadagneranno bene. Offrono molti soldi in anticipo, centinaia di migliaia di baht- e farebbero comodo per aggiustare il tetto e fare qualche lavoro. Ma io gli ho sempre detto di no - quei soldi non ci cambierebbero la vita. Vedi i vicini, la casa qui di fronte? Ne hanno vendute tre di figlie a 30.000 baht. Ma loro continuano a essere poveri, i soldi sono finiti subito. E le ragazze non si sono più viste. Una aveva 11 anni appena. Io lo so che lavoro vanno a fare in città, è disgustoso. No, non c'è prezzo per questo, preferisco avere tutta la famiglia qui con me, vedere le bambine crescere. Ho mandato la più grande a lavorare alla pompa di benzina qui vicino, guadagna solo 1.500 baht al mese, ma può continuare ad andare a scuola." Quelli- i mezzani, i mercanti di carne umana- da anni battono le campagne thailandesi alla ricerca di bambine da avviare alla prostituzione nei locali a luci rosse di Bangkok, di Pattaya e delle altre località turistiche della Thailandia. Perché c'è un turismo speciale, che viene da queste parti a cercare proprio loro, le bambine e i bambini schiavi dei trafficanti del sesso. Sono 800.000, secondo alcune stime recenti, i minori vittime della prostituzione in Thailandia, e fra i loro clienti sono molti gli europei (anche italiani). E il prezzo che i bambini pagano è altissimo: devastati nel corpo e nell'anima dalle violenze subite, quasi mai riescono a tornare a casa. Oltre al problema del recupero psicologico, e del reinserimento nella vita sociale, insegnando un lavoro a questi ragazzi e ragazze, facendoli tornare a scuola, associazioni come l'UNICEF devono affrontare un'emergenza sanitaria gravissima, quella dell'AIDS. Nell'anno 2000, 4 thailandesi su 100 saranno sieropositivi. E tra loro, moltissimi sono bambini, vittime dirette della prostituzione ma anche figli di giovanissime prostitute, condannati a una breve vita: da qui al 2000 si stima che sranno 40.000 l'anno i nuovi casi d'infezione nei bambini, e che ogni anno moriranno di AIDS 20.000 bambini. Il problema non riguarda solo la Thailandia: in India si stimano in mezzo milione le piccole prostitute, in Brasile, in Sri Lanka e in molti altri paesi la situazione è gravissima. Ogni anno nel mondo, sono milioni i bambini costretti a prostituirsi o ad alimentare l'industria pornografica. Tra questi anche bambini e bambine di città come New york, Sidney, Parigi o Amsterdam.

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