eutanasia

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Testo

• DEFINIZIONE TERMINE EUTANASIA
• CENNI STORICI ATTIVA

• DIVERSE FORME INDIVIDUALE PASSIVA
DI EUTANASIA
EUGENICA
COLLETTIVISTA
ECONOMICA
• QUESTIONI LEGALI (ITALIA, OLANDA, SVIZZERA, SPAGNA, FRANCIA, GERMANIA, GRAN BRETAGNA, USA)
• QUESTIONI MEDICHE (ACCANIMENTO TERAPEUTICO, TESTAMENTO DI VITA CON APPROFONDIMENTO)
• PROBLEMI ETICI (POSIZIONE DELLA CHIESA)
• STORIA TERRY SCHIAVO
• OPINIONE PUBBLICA EUTANASIA

RICERCA SVOLTA DA:
CRISTINA REGONASCHI
SILVIA BARBIERI
ELISA FIOLINI
CLAUDIA BERGHELLA
BIANCHI MONICA
DEFINIZIONE DEL TERMINE EUTANASIA
Etimologicamente significa “buona morte” (dal greco eu = buona + hanatos = morte).
Buona morte termine che si è evoluto e adesso fa riferimento all’atto di concludere la vita di un’altra persona dietro sua richiesta, allo scopo di diminuirne le sofferenze.
Questa definizione può essere integrata aggiungendo al concetto di morte senza dolore, quello di “morte con dignità”, significando con quest’ultima il rispetto che ciascuna persona deve dare al proprio Io.
Questo concetto diventa sempre più importante ai giorni nostri perché nel mondo occidentale l’80% delle morti non avviene più a casa propria ma nell’ambiente ospedaliero.
CENNI STORICI
L’eutanasia è una pratica antica, che risale ad alcune società dell’antichità.
Nella Grecia così come a Roma era infatti possibile praticarla in particolari situazioni, ad esempio a Sparta venivano soppressi i bambini che presentavano difetti fisici, cioè venivano eliminate quelle persone che potevano risultare un peso per la società.
Nel Medioevo con la nascita d’organizzazioni religiose, l’eutanasia divenne eticamente e moralmente inaccettabile. Il cristianesimo, l’ebraismo e l’islamismo, ritenendo sacra la vita umana, condannarono qualsiasi forma d’eutanasia.
Soprattutto nel XX secolo, cresce in generale la domanda eutanasica e l’eutanasia sociale viene praticata in modo più massiccio.
In Germania già prima dell’inizio del nazismo si assiste ad un’impennata delle morti dei malati cronici presenti negli ospedali, sia per alleviare le sofferenze di essi e dei parenti, che per ridurre le spese dello stato.
Con il nazismo, l’eutanasia veniva utilizzata nei confronti d’alcune categorie di persone, (malati gravi o minorati psichici) per preservare la razza ariana (eutanasia collettivista eugenica).
Con questo metodo, consistente nel prelevare i malati dagli ospedali e portarli in luoghi lontani, dove avveniva l’uccisione all’interno di camere a gas mascherate da docce, vennero eliminati circa 70.000 malati psichici.
Poi con la creazione dei campi di concentramento gestiti dalle SS, i malati vennero uccisi insieme agli ebrei e ad altre persone inabili al lavoro.
Dopo la scoperta di questi metodi si è assistito ad un periodo di relativa cautela sul dibattito eutanasistico; che è ripreso con i progressi della medicina che consentono la sopravvivenza (talora in condizioni fisiche piuttosto precarie) di persone che in altre epoche non sarebbero riuscite a sopravvivere. Infatti in passato si moriva abbastanza presto perché la malattia non poteva essere efficacemente contrastata o sorgevano complicanze.
Quindi oggi ci si pone il problema di sapere se vale sempre la pena di prolungare la vita umana anche oltre i suoi limiti naturali.
DIVERSE FORME DI EUTANASIA
È possibile distinguere diversi tipi d’eutanasia, innanzi tutto: quella collettivista, cioè che riguarda più persone e quella individualistica che riguarda invece la singola persona.
1-forme d’eutanasia collettivistica sono l’eugenica, con cui vengono eliminate persone portatrici di handicap per migliorare la qualità della razza e l’economica, con cui sono soppresse persone anziane o inutili nel processo economico per favorirne altre socialmente più utili.
2-l’eutanasia individualistica, che consiste nel porre fine alle sofferenze di una persona destinata a morire, si distingue in attiva e passiva:
-Nell’eutanasia attiva il medico, accogliendo la richiesta di un malato terminale, per il quale non vi siano più speranze ne di guarigione ne di attenuazione delle sofferenze, somministra un farmaco ad azione letale, dopo avergliene fatto sottoscrivere la richiesta.
-Quella passiva si riferisce alla morte naturale, quando cioè viene sospeso l'uso degli strumenti vitali o delle medicine in modo che si verifichi una morte completamente naturale, che non contrasti le leggi della natura.
-Una variante dell'eutanasia attiva é il cosiddetto "suicidio assistito", che si verifica quando un medico o un'altra persona fornisce del veleno ad un ammalato, che ne abbia fatto richiesta, ed assista a che esso venga ingerito dal richiedente, senza prestare alcuna collaborazione.
QUESTIONI LEGALI
ITALIA
Nel nostro Paese l'eutanasia è vietata dalla legge, anche se il malato è consenziente, viene equiparata all'omicidio ed è perseguita penalmente, anche se viene considerata meno grave rispetto all'omicidio volontario.
Per l’omicidio del consenziente, l’articolo 579 del codice penale afferma che “chiunque causi la morte di un altro uomo con il consenso di lui, è punito con la reclusione da 6 a 15 anni”.
E' vietato anche il "suicidio assistito" (è il paziente che si toglie la vita, ingerendo egli stesso i farmaci forniti dal medico), anch'esso perseguito penalmente, considerato come aiuto o istigazione al suicidio, articolo 580 del codice penale, che prevede la reclusione da 5 a 12 anni.
Non è consentita neppure l’eutanasia passiva, che ricorre quando il medico sospende le cure.
OLANDA
L’Olanda è stato il primo paese al mondo a consentire l’eutanasia e il suicidio assistito, anche se con la condizione che il paziente abbia fatto una scelta volontaria e meditata, abbia di fronte sofferenze insopportabili e non abbia alternative.
Generalmente il paziente pone fine alla sua vita assumendo in dosi eccessive i farmaci prescritti dal medico (suicidio assistito), il medico può anche prestare assistenza.
SVIZZERA
In Svizzera l’eutanasia non è consentita, ma viene accettata la pratica del suicidio assistito, cioè il paziente deve ingerire da solo un farmaco letale, un barbiturico molto potente.
FRANCIA
L’eutanasia è illegale, ma il codice penale tratta diversamente quella attiva e quella passiva: nel primo caso, quando si provoca direttamente la morte del paziente, il reato è assimilato all'omicidio, mentre nel secondo caso, ossia in assenza di azione terapeutica nei casi di coma irreversibile, non c'è reato, quindi l'eutanasia passiva è accettata.
GERMANIA Secondo la Corte tedesca, la "dolce morte" può essere autorizzata solamente se è inequivocabilmente corrispondente alla volontà del paziente, ma deve comunque essere approvata dai tribunali tutori.
GRAN BRETAGNA Nel Regno Unito non sono ammessi né l'eutanasia né il suicidio assistito, ma si sono verificati dei casi in cui la giustizia britannica ha autorizzato alcuni medici ad anticipare la morte di malati ormai senza speranza di sopravvivere e tenuti in vita in maniera artificiale.
SPAGNA In Spagna dal 1995 il codice penale non tratta più l'eutanasia e l'assistenza al suicidio come un omicidio.
USA Negli Stati Uniti l'eutanasia è vietata dalla legge federale. Nel 1997 la Corte federale ha rimandato ai singoli Stati l'approvazione di specifiche leggi su quest’argomento. Attraverso un referendum nell'Oregon è stata autorizzata l'eutanasia per i malati terminali. In California ogni maggiorenne può lasciare per iscritto una disposizione al proprio medico con cui chiede di interrompere le terapie di sostentamento vitale nel caso di condizioni irreversibili.
QUESTIONI MEDICHE
La classe medica è da sempre al centro delle controversie riguardanti l’eutanasia. Sia i governi, che i gruppi religiosi e gli stessi medici concordano che questi ultimi non devono necessariamente utilizzare “misure straordinarie”, cioè l’accanimento terapeutico per prolungare la vita a persone che soffrono di malattie terminali.
Per accanimento terapeutico s’intende l'impiego d’interventi fortemente invasivi e spesso umilianti utilizzati esclusivamente per rimandare di brevissimo tempo la morte imminente, e cosi facendo prolungando però anche agonie fisiche o inutili sofferenze.
Per i medici potrebbe sembrare giusto (anche dal punto di vista del progresso scientifico) mantenere in vita le persone in queste situazioni, mentre per un parente no, visto le gravi sofferenze a cui sono sottoposti.
L’assemblea medica mondiale nel 1983 nella Dichiarazione sulla fase finale della malattia, ha affermato che il medico deve astenersi da ogni forma di accanimento terapeutico.
Infatti bisogna tener conto anche della dignità dell’uomo, che potrebbe sentirsi mortificato dall’uso di cure che non portano benefici ma solo prolungamento delle sofferenze.
Il living will o testamento biologico, è una dichiarazione attraverso cui il soggetto dichiara di rifiutare l’accanimento terapeutico e di voler essere trattato con terapie che alleviano il dolore, richiede consapevolezza e assenza di costrizione.
PROBLEMI ETICI
Il giudizio etico circa l’eutanasia non può che essere radicalmente negativo. Essa costituisce infatti una forma inaccettabile di arbitrio, frutto della presunzione dell’uomo di poter esercitare un potere assoluto sulla vita e sulla morte.
Un altro problema etico nasce dalla visione della Chiesa Cattolica. Secondo essa la vita è sacra, è stata donata da Dio, e solo lui può disporne: ragion per cui l’eutanasia è considerata un atto disumano e paragonata all’omicidio.
È al massimo ammessa la fine delle cure qualora venissero ritenute sproporzionate.
È chiaro che una posizione del genere si pone esclusivamente dal punto di vista del medico, e mai dal punto di vista del paziente sofferente. In passato, anzi, talvolta questa sofferenza era ritenuta un modo di «partecipare» alla passione di Gesù e di avvicinarsi al divino.
Vi sono però diverse chiese protestanti che hanno assunto posizioni più liberali, e alcune chiese minori riconoscono apertamente il diritto dell’individuo di disporre della propria vita.
STORIA DI TERRY SCHIAVO
La storia drammatica di Terry Schiavo inizia nell’1990 quando, dopo una rovinosa caduta, cade in un coma profondo, da ragazza piena di vita si trasforma in una donna fragile e indifesa, destinata a vivere in stato “persistentemente vegetativo”, incosciente e incapace di nutrirsi,camminare e parlare, alimentata da un tubo ma con il battito del cuore non artificialmente alimentato da macchine.
Nel 1998 il marito Michael chiede che siano staccati i tubi che tengono la donna in vita, visto le inutili speranze di cura, ma a questa scelta si oppongono i genitori di lei, che sperano in una guarigione.
Negli ultimi sette anni, il destino della Schiavo è stato al centro di una lunga e tortuosa battaglia umana e legale.
La corte della Florida, infatti, si è ripetutamente schierata con il marito Michael e per due volte consecutive ha ordinato che i tubi fossero staccati, secondo l’uomo la ragazza aveva spesso espresso la sua volontà di non vivere in stato vegetativo.
I genitori, però hanno trovato un deciso alleato nel governatore della Florida Jeb Bush. Nel 2000 il giudice Greer accoglie la richiesta di rimuovere il tubo.
Ma nel 2003 viene approvata la cosiddetta legge Terry che autorizza Bush ad intervenire, Bush ordina che il tubo sia riattaccato, ma la legge viene giudicata non valida.
Nel marzo 2005 dopo l’assenso del giudice Greer, Terry viene disintubata e muore dopo circa una decina di giorni di fame e di sete.
OPINIONE PUBBLICA SULL’EUTANASIA
Alcuni sondaggi svolti nei vari paesi danno sostegno all’eutanasia così:
- 60% negli Stati Uniti
- 74% nella Canada
- 80% in Gran Bretagna
- 81% in Australia
Secondo un’indagine sull’opinione degli italiani riguardo l’eutanasia, svolta dalla società EURES (Ricerche Economiche e Sociali sugli orientamenti ed valori della pubblica opinione e dei cittadini) nel 2004:
-Il 61,6% degli intervistati si dichiara favorevole all’eutanasia nei casi di grave malattia
- il 21,3% esprime l’indicazione contraria
- L’11% si astiene dalla risposta.
A sostenere l’eutanasia sono soprattutto gli uomini rispetto alle donne, del centro Italia (seguiti da nord e sud).

In Italia, secondo uno studio condotto dalla Fondazione Florian (che raggruppa i medici iscritti all'associazione italiana per le cure palliative cioè le terapie per alleviare il dolore ai malati di tumore), 4 pazienti su 100 riescono ad ottenere l’eutanasia anche se la legge lo vieta; cioè i medici sostituiscono alcuni farmaci che consentono il mantenimento in vita di un paziente terminale con altri assolutamente inutili a sostenere la sua esistenza in vita.
I medici così facendo rischiano però di essere puniti penalmente per l’omicidio del consenziente.

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