Il purgatorio, canto II

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Testo

CANTO II
PERSONAGGI STORICI
Casella → Quando visse precisamente non si sa, notizie sue non ne esistono, ma probabilmente morì poco prima del viaggio compiuto da Dante.
Fu un musico fiorentino amico di Dante.

SPIEGAZIONE
In questo canto l’invito è a dimenticare quello che c’è in terra (anche ciò che è bello) per dedicarsi a Dio.
Sono circa le 6 di mattina e il sole sorge l’orizzonte, mentre i due poeti si trovano ancora sulla spiaggia del Purgatorio, sono proiettati con il cuore ma restano fermi.
All’orizzonte appare un punto luminoso che va facendosi sempre più grande. Dopo poco appare a destra e a sinistra di quello e sotto qualcosa di bianco; finchè avvicinatosi ancora si distingue chiaramente che è un angelo. Esso sta a poppa di una veloce imbarcazione che sembra volare sull’acqua nonostante sia piena di spiriti (le anime che devono andare in purgatorio), questi cantano tutti insieme un salmo. Toccata la riva le anime scendono sulla spiaggia e l’angelo, dopo averle benedette, riparte velocissimo.
Le anime appena giunte e ignare del luogo chiedono ai due poeti la via per raggiungere la cima del monte . Virgilio risponde che anche essi sono nuovi del posto ove sono giunti da poco per via aspra e difficile. Le anime che si sono accorte che Dante è ancora vivo gli si affollano intorno stupite.
Una delle anime si stacca dal gruppo, avanza e fa l’atto di abbracciare Dante. Questi a sua volta cerca di cingerle il collo con le braccia, ma il tentativo, ripetuto tre volte, è vano, perché quello del penitente è corpo aereo. Dante riconosce nell’anima l’amico Casella, musico e gli chiede come mai solo ora giunga al Purgatorio.
Casella intona “Amor che ne la mente mi ragiona” una delle canzoni di Dante. Questi, Virgilio e tutti gli spiriti sono rapiti dalla dolcezza di quel canto.
Mentre i due poeti e tutto il gruppo delle anime stanno, rapiti, in ascolto di Casella ecco riapparire improvvisamente Catone che rimprovera gli spiriti della loro negligenza e li invita a correre al monte per purificarsi. Le anime si sparpagliano dirigendosi verso la montagna.

PARAFRASI
Noi eravamo ancora lungo il mare come pellegrini che pensano al loro viaggio incerti sulla via, proiettati al viaggio con il cuore , ma fermi con il corpo (riprende il canto I verso 118-120).
(10-12)
Ed ecco come Marte sorpreso dalla luce dell’alba a causa dei densi vapori emana una luce rossastra giù verso occidente sopra la distesa del mare ecco che uguale mi apparve, possa io ancora vederlo, (speranza di salvarsi) una luce che avanzava così veloce sul mare che nessun tipo di volo potrebbe eguagliare la rapidità del suo movimento. (13-18)
Non appena ebbi distolto lo sguardo da questa luce per chiedere a Virgilio di cosa si trattava lo rividi più grande e più luminosa. (19-21)
Poi ad entrambi i lati mi apparve una macchia bianca di cui non distinguevo la forma e di sotto gradualmente emerse un’altra macchia bianca. (22-24)
Il mio maestro non parlò finché le prime due macchie bianche si rivelarono ali, allora quando riconobbe il nocchiero gridò :” Inginocchiati rapidamente. (25-28)
Ecco il messaggero di Dio: giungi le mani, da questo punto in poi vedrai ministri della volontà divina come questo. (29-30)
Vedi che disprezza gli strumenti umani così che non vuole né regni, né vele ma solo le sue ali per percorrere il tragitto tra litorali così lontani. (31-33)
Vedi come ha le ali dritte verso il cielo fendendo l’aria con le sue piume eterne che non cambiano come il pelo animale.” (34-36)
Poi man mano che si avvicinava a noi appariva più luminoso: perciò il mio sguardo da vicino non lo tollerò e dovetti chinarlo verso il basso e l’angelo giunse alla riva con un’imbarcazione lieve e rapida a tal punto leggera che non si immergeva nell’acqua. (37-42)
L’angelo stava a poppa con un atteggiamento di serenità tale che sembrava recare scritta in tutto il suo aspetto la sua beatitudine e più di cento spiriti sedevano nell’imbarcazione. (43-45)
Tutte le anime cantavano “In exitu Israel de Aegypto” in coro (le anime sono solidali→ caratteristica che le differenzia da quella dell’Inferno), con tutti i versi che lo componevano. (46-48)
Poi fece alle anime il segno della croce quindi esse si gettarono sulla spiaggia e l’angelo se ne andò velocemente come era arrivato. (49-51)
La folla di anime rimaste lì sembravano inesperte e volgevano lo sguardo attorno come colui che sperimenta nuove cose. (52-54)
Il sole era ormai alto, che aveva ormai con i suoi raggi allontanato dal punto più alto del cielo la costellazione del Capricorno e diffondeva la sua luce ovunque, quando i nuovi arrivati alzarono lo sguardo verso di noi dicendo :” Se voi la conoscete indicate la via per il monte”. (55-60)
E Virgilio rispose :“Voi credete che siamo pratici di questo luogo, ma noi siamo stranieri come voi. (61-63)
Siamo giunti prima per un altro viaggio che fu così doloroso che ormai per noi la salita risulta facile”.(64-66)
Le anime che si accorsero che io ero ancora vivo per il respirare diventarono pallide per la meraviglia. (67-69)
E come al messaggero che porta l’ulivo va incontro la gente per sentire buone notizie e nessuno evita di pigiarsi tra la folla, così verso il mio viso rivolsero tutte quelle anime fortunate il loro sguardo quasi dimenticando di andare a purificarsi. (70-75)
Io vidi una di loro farsi avanti per abbracciarmi con così grande affetto che portò me a fare lo stesso. (76-78)
Oh ombre inconsistenti tranne che nell’aspetto! (79)
Tre volte tentai di gettargli le braccia al collo e tre volte le mani mi tornarono al petto. (80-81)
Di meraviglia, credo, mi dipinsi perché l’anima sorrise e si ritrasse e io seguendo lei mi spinsi oltre. (82-84)
Dolcemente (richiama la dolcezza del canto che viene dopo) disse che io desistessi allora capii chi era e pregai che per parlarmi un poco si fermasse. (85-87)
Mi rispose:” Così come io ti amai nel corpo mortale così continuo ad amarti ora che sei libero dal corpo, perciò mi fermo, ma perché tu compi questo viaggio? (per salvarsi)”. (88-90)
“Casella mio, io faccio questo viaggio per tornare un’altra volta dove io sono” dissi io “ma a te come mai ti è stato tolto così gran tempo?”. (91-93)
Ed egli a me:” Nessuno mi ha fatto torto, se l’angelo nocchiero che fa salire sulla barca quando e chi gli piace più volte mi ha negato questo passaggio, perché il volere dell’angelo deriva da un volere giusto: tuttavia da tre mesi (inizio del Giubileo) egli ha tolto chi ha voluto entrare senza opposizione. (94-99)
Per cui io che mi ero rivolto allora verso il mare dove l’acqua del Tevere diventa salata (sfocia), benevolmente fui da lui accolto (100-102)
A quella foce ha egli rivolto ora l’ala (si sta dirigendo) perché alla foce del Tevere si raccolgono tutte le anime non destinate all’inferno”. (103-105)
E io:” Se una legge di questo luogo non ti toglie memoria o la possibilità di usare l’amoroso canto che solitamente calmava tutti i miei affanni, con ciò ti piaccia consolare la mia anima che arrivando fino a qui con il suo corpo e molto affaticata!” (106-111)
“Amor che ne la mente mi ragiona” cominciò allora lui così dolcemente che la dolcezza ancora mi suona dentro. (112-114)
Il mio maestro , io e quella gente che erano con Casella sembravano così presi come se non avessero altro pensiero. (115-117)
Noi eravamo tutti fissi e attenti alle sue note, ed ecco che Catone gridando:” Che cosa fate spiriti pigri? quale negligenza, quale indugio è questo? Correte al monte a togliervi la scorza che non vi consente di vedere Dio” (118-123)
Come i colombi quando sono alla pastura beccando biada e lolio quieti senza quella baldanza che li distingue nel loro procedere impettiti immediatamente lasciano stare l’esca perché sono assaliti da una preoccupazione maggiore così io vidi quella schiera giunta di recente smettere di cantare e fuggire verso la costa come un uomo che va e non sa dove va a finire , né il nostro allontanamento fu meno veloce. (124-133)

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