Divina Commedia - Inferno - Canto 7

Materie:Appunti
Categoria:Dante

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Testo

DIVINA COMMEDIA CANTO VII

Vedendo i due poeti, Pluto, dio della ricchezza e custode del IV cerchio, grida parole blasfeme. Virgilio, dopo aver rassicurato Dante, zittisce il mostro dicendo che il loro viaggio è voluto da Dio, che si trova dove l’Arcangelo Michele vendicò la superbia degli angeli ribelli. Sentite queste parole Pluto si siede sconfitto.
Scesi nel VI cerchio i Poeti sono colpiti dalla moltitudine di gente, il cui movimento sembra quello dei mari che si incontrano a Scilla e Cariddi.
Queste persone sono gli avari e i prodighi. Sono divisi in due schiere e fanno rotolare col petto dei grossi macigni, ognuna di queste schiere gira in senso opposto. Dante rimane colpito dal fatto che in queste schiere ci sono molte teste con la chierica, quindi domanda a Virgilio se erano tutti degli ecclesiastici. Virgilio risponde che furono spiritualmente ciechi perché non furono capaci di equilibrare l’avarizia e la prodigalità; gli avari in particolare furono chierici, papi e cardinali.
Nessuno di questi dannati è riconoscibile, perché come in vita non furono capaci di distinguere tra il bene e il male, ora sono impermeabili ad ogni conoscenza. Gli avari risorgeranno con il pugno serrato e i prodighi con la testa rasata.
Infine Virgilio afferma quanto sia breve l’inganno di quelle ricchezze affidate alla Fortuna, poiché neppure tutto l’oro della terra potrebbe appagare queste anime.
Dante allora chiede cosa è questa fortuna che ha così tante ricchezze terrene. Virgilio gli risponde che Dio ha creato i cieli e le intelligenze motrici e ha assegnato al mondo una serie di beni che vengono distribuiti all’uno o all’altro popolo, secondo il suo giudizio. La fortuna, al pari delle altre intelligenze motrici, continua a girare la sua sfera e i suoi cambiamenti sono rapidissimi.
Terminata questa spiegazione i due poeti arrivano presso una fonte che ribolle e si getta in un fossato. Seguendo questo fossato arrivano alla palude Stigia che circonda la città di Dite. Immersi nel fango stanno le anime degli iracondi che si picchiano e si mordono a vicenda.
Seguendo la riva di questa palude Virgilio e Dante arrivano ai piedi di una torre.

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