Dante Alighieri e le sue opere

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Testo

RELAZIONE SU DANTE
Dante nasce nel 1285 a Firenze dove vi rimane per quasi tutta la sua vita e muore nel 1321 a Ravenna.
Dante è il massimo poeta italiano del Medioevo, vive in un epoca dove erano presenti dei conflitti tra Papato e Impero, per la supremazia dell’Italia e della Germania; inoltre l’Italia era rimasta divisa in comuni, all’interno dei quali vi erano dei conflitti che avevano portato la Borghesia (nuova classe sociale) al potere schierata con le famiglie più ricche.
Dante proviene da una famiglia agiata, anche se non ricca, era una persona attiva politicamente, infatti si occupava della Vita Politica di Firenze e fu per questo motivo che venne esiliato.
Le lotte tra Papato e Impero avevano portato alla formazione di due frazioni: i GUELFI, alleati del Papa, e i GHIBELLINI, alleati con l’imperatore. I Guelfi a sua volta erano divisi in Guelfi Bianchi e Guelfi Neri; i quali all’interno del Comune in cui viveva Dante ebbero degli scontri tra di loro, dove rimase coinvolto anche lo stesso Dante. I Bianchi, pur appoggiando il Papa, non erano d’accordo con le idee del Papa Bonifacio VIII, il quale voleva sottomettere a se Firenze. Dante Faceva parte dei Guelfi Bianchi e sosteneva che tra la chiesa e lo stato doveva esserci una distinzione di poteri, e fu proprio questo uno dei motivi che lo portarono in esilio.
In questo periodo si era diffuso lo STILNOVISMO, un movimento letterario di cui Dante era il maggiore esponente e coloro che seguivano questa corrente badavano a scrivere in bello stile.
In genere Dante scrive Poesie Liriche o Poemi. Nelle sue opere tratta l’Amore (per Beatrice), la Politica e la religione. I suoi capolavori principali sono:
* LA DIVINA COMMEDIA
* LA VITA NUOVA.
Nella Vita Nuova,,narra in opere liriche, la storia del suo amore per Beatrice e la maggior parte di queste opere sono dedicate oltre che a Beatrice ai suoi amici.
Nella Dina Commedia, invece, descrive il suo viaggio in un regno diverso,dall’Inferno fino ad arrivare alla visione di Dio (il Paradiso).
Usa un linguaggio Ricercato (= colto) come nella Vita Nuova; ma contemporaneamente, fu il primo a scrivere con un linguaggio Composito (cioè popolare, il dialetto di Firenze) come quello che usa nello scrivere la Divina Commedia.
La vita
Della giovinezza di dante non si hanno molte notizie, si sa che partecipò alla vita della città; che condusse i suoi studi di retorica scrivendo liriche di argomenti diversi, in parte raccolti in una raccolta intitolata Le Rime, e in parte raccolti nella Vita Nuova.
Nel 1285 sposò Gemma Donati, con la quale era fidanzata per volontà paterna. Sempre in quegl’anni partecipò alla vita politica fiorentina; quegl’anni erano dominati dalle lotte fra due frazioni opposte del Guelfo: i Bianchi e i Neri. Dante appoggiava i Bianchi e decise così di raggiungere il Papa a Roma per convincerlo ad occuparsi solo della Chiesa, ma mentre era fuori città i Neri presero il potere e Dante fu accusato da questi di corruzione; venne condannato a morte.
Fu costretto ad andare in esilio, e non poté più rientrare a Firenze; si vide così costretto a chiedere esilio nelle diverse corti dell’Italia del Nord.
Le opere
Quelli dell’esilio furono per Dante gli anni di un intenso lavoro creativo. È proprio in questi anni che scrive le sue maggiori opere:
* Il CONVIVIO
* Il DE VULGARI ELOQUENTIA
* La DIVINA COMMEDIA (la più conosciuta)
* Le RIME.
Il Convivio è un opera di argomento filosofico, dove Dante scrive per scagionarsi dalle accuse dei giudici fiorentini. È un opera scritta in latino.
Quasi contemporaneamente al Convivio, Dante, scrisse il De Volgari Eloquentia, un’opera scritta in latino, con la quale vuole convincere, i grandi intellettuali del suo tempo, della necessità di una lingua comune.
Monarchia è un’opera in tre libri, dove vi sono scritte le concezioni che Dante aveva maturato negli anni dell’esilio. Questo è uno scritto politico dove dante sostiene che la Monarchia si deve occupare del potere politico, mentre il Papato del potere spirituale.
Nel corso della sua vita, scrisse, anche, delle liriche, raccolte in un’opera chiamata le Rime. Essa comprende liriche giovanili, legate allo stilnovismo e all’esperienza dell’amore.

LA DIVINA COMMEDIA
La Divina Commedia è un poema didascalico-allegorico, cioè è un poema che vuole insegnare dei valori attraverso dei simboli o delle immagini.
Questo poema composto da tre Cantiche: INFERNO, PURGATORIO e PARADISO.
Il titolo di Commedia si riferisce si al suo contenuto sia allo stile. Per quanto riguarda il contenuto, il poema è commedia perché ha un inizio drammatico e una finale felice; dal punto di vista dello stile, Dante utilizza uno stile Composito, che sta a metà tra lo stile ricercato e quello mediocre.
L’aggettivo Divina è stato attribuito da Boccaccio per la bellezza del poema.
Il Purgatorio e il Paradiso sono composti da 33 canti, mentre l’inferno da 34 (perché il primo funge da introduzione), nel suo complesso l’opera conta 100 canti.
Inferno
Il poema rappresenta il viaggio immaginario che Dante compie nei regni dell’aldilà.
Smarritosi in una selva vicino a Gerusalemme, Dante incontra Virgilio, che lo accompagna nel suo viaggio all’Inferno. L’inferno dante lo immagina come una Voragine a forma di cono che si trova sotto Gerusalemme. Questa voragine si formò quando venne scaraventato dal cielo Lucifero, un angelo ribelle a Dio. Lungo le pareti del cono c’erano grandi cerchi dove erano distribuiti i dannati, i quali sono sottoposti ad atroci sofferenze fisiche: possono essere travolti da una bufera infernale, immersi nella pece bollente o nel ghiaccio.
La qualità della pena a cui Dante immagina siano sottoposti i dannati dipende dalla legge del contrappasso: la pena riflette per somiglianza o per difetto il peccato commesso in vita.
Gli ignavi, cioè coloro che non hanno avuto nessun ideale, per esempio, sono collocati nell’Antinferno, che si separa dall’Ingresso dell’Inferno grazie all’Acheronte, un fiume sul quale si trova un essere mostruoso, Caronte, che ha il compito di traghettare le anime; dal secondo al quinto cerchio sono punite le anime dei peccatori incontinenti (dei vizi capitali), nel sesto sono puniti gli eretici,nel settimo i violenti e il nono cerchio è formato da un lago di ghiaccio diviso in quattro zone, al centro del quale si trovava lucifero.
Il Purgatorio
Dante risale in un cunicolo sotterraneo e riemerge dalla parte opposta di Gerusalemme. Qui si innalza l’altissima montagna che è circondata dall’emisfero australe. In Purgatorio si trovano le anime di coloro che saranno ammessi al Paradiso. La loro pena è di carattere morale e consiste nel soffrire per la mancanza di Dio. Alla base della Montagna si trova L’antipurgatorio, dove ci sono gli spiriti che si sono pentiti soli alla fine della loro vita, i quali solo dopo un lungo periodo di attesa saranno ammessi in Purgatorio.
Qui le anime sono distribuite in sette cornici che salgono verso la cima della montagna. Le pene sono distinte secondo i sette peccati capitali: Superbia, Invidia, Ira, Accidia (cattiveria), Avarizia, Prodigalità (lo spendere), Gola, e Lussuria (abbandonarsi ai vizi).
Il Custode del Purgatorio è Catone il censore (era un antico magistrato romano, e anche lui come Virgilio non aveva conosciuto Dio perché è nato prima dell’anno zero; Dante lo sceglie come custode perché è morto per la libertà).
Il Paradiso
Nel Paradiso si trova l’Empireo, sede di Dio e di tutti i Beati.
Dante nel Paradiso viene accompagnato da Beatrice, con la quale sale di cielo in cielo. Nell’Empireo i Beati sono raccolti in un immenso anfiteatro di una candida rosa.
Alla fine dell’Empireo, San Bernardo prende il posto di Beatrice e guida Dante alla contemplazione di Dio, che appare al Poeta sotto forma di tre cerchi.

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