Parco naturale Adamello Brenta e Lago di Tovel

Materie:Altro
Categoria:Biologia

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Testo

IL PARCO NATURALE ADAMELLO-BRENTA
COSA TUTELA IL PARCO
Questo parco provinciale si tratta di un’area caratterizzata da un’eccezionale integrità ambientale, favorita da un interesse naturalistico sviluppatosi fin dall’inizio del Novecento.
Il parco naturale Aadamello-Brenta è il più grande del Trentino, comprende i massicci dell’Adamello e del Brenta circondati dalla Valle di Non, dalla Val di Sole, dalle Valli Giudicarie e separata la Val Rendena.
Il parco è stato istituito il 12 settembre 1967 ed è formato da 61.864 ettari (circa 620 Km2), non è amministrato dallo Stato, ma dai comuni che lo compongono (39). Il parco è stato istituito perchè doveva tutelare delle cose precise: innanzitutto la natura e gli ambienti nella loro bellezza e maestosità, ma anche i ghiacciai, certi tipi di animali come i salmerini e principalmente l’orso, i fiori (come la violacciocca dorata e la nigritella rosa del Brenta che crescono solo in questo parco) e per salvaguardare e proteggere le valli più belle del Trentino come le Valli Giudicarie o la stupenda Valle di Tovel.
COME E’ GESTITO IL PARCO
Il parco è gestito dai comuni, i quali eleggono i loro rappresentanti che andranno a formare la giunta esecutiva, che prenderà le decisioni migliori sulle cose da fare in ogni situazione (come ad esempio costruire nuovi progetti oppure si discute sui vari problemi che ci possono essere all’interno del parco, ecc.). Tutta questa giunta elegge un presidente il quale controllerà l’operato di essa e rappresenta il parco.
IL LAGO DI TOVEL: NASCITA E FORMA
Il lago di Tovel, molto antico (circa 12.000 anni fa), ha una superficie di 0,5 Km2 una lunghezza di circa un Km ed è situato nell’omonima valle a 1178 metri sul livello del mare.
Nel corso degli anni il lago ha avuto diverse altezze. Si pensa che si sia formato dallo scontro di due ghiacciai che hanno formato una conca la quale si è riempita d’acqua e ha formato il lago.
Il lago è alimentato dall’acqua piovana e dall’acqua derivata dal scioglimento dei ghiacciai che giunge al lago grazie al fenomeno del carsismo, piccoli corsi d’acqua sotterranei che passano attraverso dei cunicoli.
Nel 1597 d.C. una frana sbarrò l’emissario e così il lago s’innalzò di molto. Grazie a quest’improvviso innalzamento le piante vennero in parte sommerse, infatti ancora oggi si vedono i tronchi degli alberi sul fondo del lago perfettamente conservati, e certi sono ancora impiantati sul fondale con delle radici.
Successivamente all’innalzamento si formò un nuovo emissario: l’attuale Tresenga.
PERCHE’ E FINO A QUANDO IL LAGO DI TOVEL SI ARROSSAVA?
Il lago di Tovel però è molto famoso e unico al mondo per il motivo che si colorava di rosso. Questo fenomeno era data da un’alga: la glenodium sanguigneum.
Questo tipo di alga appartenente ai Dinoflagellati, lunga appena 1/50 di mm, in particolari condizioni accumula dei pigmenti chiamati carotenoidi che la facevano apparire rosa. Questo avveniva durante l’estate nelle ore più calde della giornata, perchè oltre a riprodurle il sole le “alimentava” e grazie anche alla brezza queste alghe dal fondo risalivano in superficie e quindi il lago si vedeva rosso.
Le prime notizie sull’arrossamento del lago sono datate 1864 grazie a Freshfeld che ha riportato e osservato per primo questo fenomeno; sfortunatamente l’arrossamento è durato fino all’anno 1964.
Ancora oggi l’alga è presente nel lago solo che non ha ancora raggiunto la concentrazione necessaria a far arrossare il lago.
Per studiare il mancato arrossamento del lago di Tovel è stato fondato un progetto: SALTO ( studio sul mancato arrossamento del lago di Tovel).
Questo progetto si divideva in tanti filoni, infatti sono state fatte ricerche sull’alga; si ha provato a coltivarla in vitro; è stato analizzato l’ambiente del lago; sono state studiate le condizioni meteorologiche che ci sono state sul lago ed è stata studiata la stratificazione del fondo del lago. Questo progetto è iniziato circa 4 anni fa ed è stato portato a termine con successo, infatti sono state individuate delle ipotesi sul mancato arrossamento:
1. Il taglio della soglia;
2. L’eccesso di taglio boschivo e i cambiamenti nel modo d’uso del sottobosco;
3. Spargimento di cloruro di calcio;
4. Presenza di detersivi sul fondo del lago;
5. Influsso del volume idrico del lago di Santa Giustina;
6. Variazioni climatiche;
7. Piogge acide;
8. Inquinamento de parte di erbicidi e fitofarmaci;
9. Presenza di gruppi elettrogeni e gas di scarico degli autoveicoli;
10. Cessazione del pascolo bovino;
11. Immissione di trote;
12. Sommatoria di tante cause.
L’ORSO
Il parco naturale Adamello-Brenta è conosciuto anche per la presenza degli orsi.
Fino a circa dieci anni fa gli orsi erano pochissimi 2-3, grazie allo sterminio effettuato dall’uomo, perciò si è deciso di “fare” il progetto “Life Ursus” il quale, nato nel 1996, consiste nell’integrare dei nuovi orsi provenienti dalla Slovenia all’interno del parco per evitarne la scomparsa e per salvaguardare la biodiversità. Questi orsi sono stati ben accetti dalla popolazione, anche perché conviveva con loro ancor prima della loro integrazione. Grazie a questo progetto all’interno del parco è notevolmente aumentato anche il turismo.

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