Il prugnolo tardivo

Materie:Tesina
Categoria:Biologia

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Testo

Sartorio Carlotta
IL PRUGNOLO TARDIVO
Prunus Serotina
PRUGNOLO TARDIVO
SCHEDA
GENERE: Prunus
SPECIE: Serotina
FAMIGLIA: Rosacee
LUOGO DI ORIGINE: Nord America, Messico, Guatemala
TIPO: caducifoglia
PORTAMENTO: albero medio grande ombrelliforme
FOGLIE: lucide verde scuro, gialle in autunno
FIORI: bianchi in spighe
TERRENO IDEALE: fertile, ben drenato
CLIMA IDEALE: temperato
ESPOSIZIONE IDEALE: pieno sole
TEMPERATURA MINIMA: -15°C
ALTRI NOMI USATI: Wild cherry, Wild black cherry, Cerisier tardif, Cerisier d'automne, Rum cherry, American bird cherry tree, Punus canadensis Poiret, Cerasus semperflorens DC., Padus serotina Borckhn., Padus virginiana mill., Prunus virginiana miller, Cerasus serotina loisel, Cerasus virginiana miller.
UN CENNO STORICO-GEOGRAFICO:
Il prugnolo tardivo sembra essere stato introdotto a scopo ornamentale in Italia, precisamente nell'area gallaratese, intorno agli anni Venti. Originario dell'America del Nord, è stato coltivato da un poco prudente agricoltore a causa del suo notevole valore produttivo e da allora si è diffuso molto rapidamente rivelandosi una minaccia agli equilibri forestali specialmente nelle provincie di Milano e di Varese.
IL PORTAMENTO:
Il prugnolo tardivo (Prunus Serotina), comunemente chiamato anche ciliegio americano, ha un portamento arboreo variabile. I rami sono perpendicolari al fusto e paralleli tra loro, creano così una folta e vasta chioma con forma asimmetrica.

8/04/2004
Il fusto cresce diritto, talvolta raggiunge persino un'altezza di 18-22 metri, per poi dividersi in rametti più piccoli e sottili sui quali spunteranno le foglie. Ci sono però alcuni casi in cui il fusto, dopo essere cresciuto per alcuni metri diritto, si inclina.
LE FOGLIE:
Le foglie (semplici) sono verdi ma, in quelle nuove, è chiaramente visibile una sfumatura rossastra su fondo chiaro. Sono caduche e l'albero getta le prime foglioline tra i mesi di marzo e aprile.
Le gemme sono di piccole dimensioni, lunghe in genere 2-2,5mm, dopo un po' di tempo si sviluppano le foglie che raggiungono la lunghezza di 7-10 cm circa. La forma di queste ultime varia però a seconda dell'esposizione al sole; quelle in ombra infatti sono di forma ovata e più corte rispetto a quelle che ricevono una maggiore quantità di luce che presentano invece una forma più stretta e allungata con l'apice appuntito. La lamina è lucida e liscia al tatto e il margine è seghettato. Le nervature non sono molto evidenti ma si può facilmente notare che non sono tra loro parallele, si può quindi affermare che la pianta è Dicotiledone, il suo embrione è cioè dotato di due organi di riserva alimentare detti cotiledoni o anche foglie embrionali. Se si prova a sfregare le foglie, è inoltre percettibile un odore di mandorla.
17/04/2004
IL FIORE:

La fioritura ha inizio in giovane età.
I fiori sono ermafroditi, vi è cioè la coesistenza in uno stesso individuo di organi sessuali primari maschili e femminili. Sono piccoli e bianchi e sono riuniti a grappolo in infiorescenze che, in seguito, quando si caricano di frutti, diventano pendule. Circa 15-20 fiorellini, che fioriscono tra i mesi di maggio e giugno, crescono sulle estremità dei rami, per questo le infiorescenze assumono una forma allungata. Gli stami (filamento e antera, che sono gli organi riproduttivi maschili) sono ben visibili nonostante siano dello stesso colore dei petali.

21/5/2004

IL FRUTTO:
28/7/2004
Il frutto matura verso settembre, è piccolo e sferoidale e assomiglia molto alla ciliegia anche se di dimensioni ridotte. Ha un diametro che varia dai 4 ai 7 millimetri ma ha scarsa polpa. Il colore è inizialmente verde, passa poi dal rosso, quando è ancora acerbo, al nero lucido con la maturazione. I frutti sono raccolti in piccoli grappoli e sono molto più numerosi sui rami più esposti alla luce solare.
RIPRODUZIONE E DISSEMINAZIONE:
Il prugnolo tardivo si riproduce sia per seme che tramite polloni (giovani germogli che si sviluppano da un ramo o dalle radici) particolarmente vigorosi, che nel giro di 3-4 anni sono già in grado di produrre semi, in particolare se esposti alla luce.
La disseminazione comincia da esemplari che raggiungono i 6-7 metri. Il veicolo di disseminazione è rappresentato da tutte quelle specie di uccelli che si nutrono dei suoi frutti (Merlo, Tordo bottaccio, Fringuello, Passera d'Italia), che trasportano così i semi a grande distanza. Questi rimangono vitali anche fino a 3-5 anni e si sviluppano bene anche all'ombra.
ECCESSIVA DIFFUSIONE:
Nonostante si trovi in Italia da poco più di ottant'anni si è diffuso molto velocemente in tutto il nord della Lombardia. Il problema è che invece di inserirsi nei popolamenti forestali li soppianta radicalmente. Forma dei tappeti di rinnovazione che impediscono la crescita delle altre piante impoverendo così lo strato arbustivo del sottobosco. Le sue foglie secche, quando cadono in autunno, fanno man mano morire tutte le piante che crescono nel sottobosco, sembra infatti che contengano in piccole dosi derivati del cianuro. E' per questi motivi che il Prugnolo Tardivo può essere definito una pianta inequivocabilmente "infestante". Entra in competizione con le specie autoctone tanto da allontanarle e a sostituirvisi. L'impatto ambientale è quindi estremamente elevato: diminuisce il numero delle specie vegetali presenti, sia arboree, sia arbustive, sia erbacee e annulla la stratificazione del bosco.
Si ritiene che la naturale evoluzione del bosco porterebbe ad un suo ulteriore impoverimento ed è per questo che si sta cercando di intervenire, ma neanche i tagli ripetuti fermano questa pianta che ha una facoltà pollonifera (emettere polloni dalla ceppaia tagliata) di molto superiore a quella di altre piante. Uno dei provvedimenti effettuati è anche lo sradicamento manuale degli esemplari più giovani. Si sa per certo, però, che tale pianta non si sviluppa se coperta da altre chiome, per questo motivo si cerca di limitare il più possibile il taglio dei boschi effettuando contemporaneamente un continuo rinfoltimento con specie autoctone.
Inoltre si è voluta effettuare una ricognizione aerea sui boschi del Parco del Ticino con l'unico velivolo presente in Italia dotato di uno strumento tecnologicamente avanzato per la ricerca scientifica, costruito negli Stati Uniti e custodito a Parma. Lo scopo è quello di elaborare una mappatura delle specie arboree di particolare pregio naturalistico che allo stesso tempo consentirà di pianificare i futuri interventi sulle piante infestanti e in particolare sul Prugnolo Tardivo.
DANNI DA OZONO:
Nel 1993, in Ticino, sulle foglie del Prugnolo Tardivo sono stati notati sintomi quasi del tutto simili a quelli che nell'America del Nord vengono imputati all'ozono. Dopo aver studiato la distribuzione geografica dei sintomi, è stato evidenziato come questa coincidesse con quella delle più elevate concentrazioni di ozono.
Per provare che tali affermazioni sono esatte è in corso un progetto di studio a Lattecaldo con serre a cielo aperto grazie al quale sono state dimostrate. In questo progetto, iniziato nel 2002, lo studioso Kristopher Novak, laureato in scienze ambientali, ha rilevato che le alte concentrazioni di ozono a bassa quota rallentano la crescita dei vegetali e provocano loro dei danni. Ben 25 piante subiscono danni dall' ozono e tra tutte le specie colpite il Prugnolo Tardivo è quella più sensibile. Le foglie si ricoprono di macchie e nel peggiore dei casi cadono, la fotosintesi è rallentata e quindi le piante crescono più lentamente come pure le radici.
IL LEGNO E I SUOI USI:
Questa pianta americana viene anche denominata black cherry a causa del colore scuro ed intenso del suo legno. Questo è' particolarmente pregiato e viene utilizzato per costruire strumenti musicali, nelle costruzioni navali, per pipe, ed è particolarmente richiesto in ebanisteria per mobili di valore. Viene anche largamente impiegato dalle industrie del mobile.

BIBLIOGRAFIA
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www.addawwf.it
www.diocesivigevano.it
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www.mieliditalia.it
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www.farri.it/srl_leg08
www.mionome.com/origgio/la_vegetazione_arborea_autoctona
www.parcoriovallone.it/flora
www.elitwood.com

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