Darwin, le sua tesi e le sue argomentazioni...

Materie:Riassunto
Categoria:Biologia

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Testo

INTRO
Tutti gli organismi presenti oggi sulla Terra sono derivati da forme precedenti presenti su di essa in tempi remoti. I problemi che oggi sussistono riguardano il meccanismo mediante cui l’evoluzione è avvenuta. Alla teoria dell’evoluzione contribuirono in maniera decisiva Darwin e Mendel, ma per ottenere una descrizione attendibile dell’evoluzione occorre fondere insieme le due teorie originando quindi la TEORIA SINTETICA.

LA TEORIA DI DARWIN
Oltre a sostenere che la diversità degli organismi è il risultato di processi storici a lui va il merito di aver formulato la teoria dell’evoluzione per 2 ragioni: 1)le sue argomentazioni sono molto credibili e lasciano poco spazio a dubbi, 2) egli intuì il meccanismo generale che è alla base dell’evoluzione.
La sua teoria è basata su 5 punti:
1) Il processo di riproduzione è stabile
2) Nella maggior parte delle specie il numero di individui che sopravvivono e si riproducono è piccolo in confronto al numero prodotto inizialmente
3) In ogni popolazione ci sono variazioni casuali tra singoli organismi prodotte dall’ambiente, solo alcune di esse sono ereditarie
4) La sopravvivenza di tali individui è determinato principalmente dalle iterazioni che intercorrono tra queste variazioni e l’ambiente
5) Dopo un lungo periodo la selezione porta ad un accumulo di cambiamenti tale da differenziare tra loro gruppi di organismi
Darwin riteneva che l’evoluzione fosse un processo talmente lungo da non poter essere osservato direttamente. Tuttavia gli esseri umani hanno prodotto pressioni selettive talmente forti su alcuni organismi che hanno prodotto fenomeni evolutivi su piccola scala.
-La farfalla notturna:
Prima si spostavano su tronchi coperti di licheni che quindi avevano un colore bianco, su tale sfondo i colori delle ali della farfalla si mimetizzavano per sfuggire ai predatori.
Poi a causa dello sviluppo industriale e delle conseguente polveri i licheni morirono scoprendo il tronco che pian piano divenne nero. Si assistette a un fenomeno strano alcune farfalle erano diventate nere e riuscivano a mimetizzarsi con i tronchi coperti dalle polveri. Le farfalle bianche erano quelle che avevano la maggiore probabilità di essere mangiate dai predatori.
-Resistenza agli insetticidi
dopo la diffusione degli insetticidi che ottennero grande diffusione nei decenni precedenti per la loro capacità di sterminare moltissimi tipi di insetti ora iniziano registrare alcuni cali nella loro capacità. Si sono formati alcuni ceppi resistenti a questi veleni. Una specie è perfino capace di togliere la molecola di cloro dal DDT e nutrirsi del resto. Un esempio è la coccide che prima era in grado di chiudere i suoi spiracoli per 1 minuto ma ora è in grado per ben 30 resistendo quindi al veleno.
-Resistenza dei batteri ai farmaci.
Un altro esempio di selezione naturale riguardo lo sviluppo della resistenza dei batteri ai farmaci. Dopo una rapida affermazione degli antibiotici nel dopoguerra ora la loro efficacia è diminuita . Questo a causa dei plasmidi, cioè piccole molecole di DNA che possono essere trasferite da una cellula ad un’altra. Perciò all’interno di una popolazione batterica la trasmissione di mutazioni che conferiscono resistenza è molto rapida rispetto al risultato che si otterrebbe con la selezione naturale.
La selezione naturale è perciò il meccanismo che provoca cambiamenti evolutivi, però questo non è la prova macroevoluzione. Le prove si dividono in 5 grosse categorie:
1) IL NUMERO DELLA SPECI:Riguarda l’esistenza di un enorme numero di specie. Viene messa in dubbio la dottrina della creazione a causa dell’esistenza di molte specie che non sono molto differenti. Darwin ebbe modo di osservare cambiamenti graduali in certe caratteristiche delle piante e degli animali prova che gli organismi si erano modificati col tempo a seconda degli ambienti in cui vivevano.
2) LA BIOGEOGRAFIA: è lo studio della distribuzione delle piante e degli animali nelle diverse regioni del mondo. In zone molto simili ci sono specie molto differenti tra di loro. Questo fornisce una giustificazione del fatto che gli esseri viventi sono quello che sono e si trovano dove si trovano a causa di eventi verificatisi nel corso della loro storia.
3) I REPERTI FOSSILI: sono la testimonianza dell’evoluzione degli animali e delle piante. Uno studio particolare fu dedicato alla genealogia dei cavalli.
4) L’OMOLOGIA: strutture omologhe e dati biochimici. Tutti i vertebrati hanno quattro arti e hanno tasche branchiali e tutte le omologie a livello di organizzazione submicroscopica emolecolare (la natura a doppio strato delle membrane cellulari, il ruolo dei ribosomi nella sintesi proteica, la glicolisi, l’organizzazione interna delle cellule)
5) L’ADATTAMENTO IMPERFETTO: ci sono tutte le gradazioni e le varietà di adattamenti, non semplicemente un gruppo di soluzioni perfette per un dato problema.

Base genetica dell’evoluzione
Il concetto di gene introdotto da Mendel fece capire in che modo le variazioni potevano originarsi conservarsi ed essere trasmesse da una generazione all’altra. L’evoluzione darwiniana e la genetica mendeliana trovarono punti d’incontro quando i biologi smisero di pensare in termini di organismi singoli e genotipi distinti ma in termini di popolazioni, geni e frequenze alleliche. Si sviluppò la GENETICA DI POPOLAZIONI
Una POPOLAZIONE è definita come un gruppo di organismi della stessa specie che si riproducono tra loro in un certo spazio e in un determinato periodo di tempo. Una popolazione è definita e identificata dal suo POOL GENTICO che è la somma totale di tutti gli alleli e di tutti i geni di tutti gli individui della popolazione: perciò ciò che interessa è sono i pool genetici, i cambiamenti della loro composizione ne l tempo e le forze che li provocano.
Nelle popolazioni naturali alcuni alleli aumentano di frequenza da una generazione ad un’altra. Dipende dal fatto che l’individuo possegga nel suo genotipo una combinazione di alleli favorevole. Questo determina la maggior probabilità di sopravvivenza e di generazione di altri individui.
Il successo biologico nel contesto della genetica delle popolazioni, non significa benessere fisico né adattamento ottimale all’ambiente. L’unico criterio per determinare il successo biologico è determinare il numero relativo di discendenti che sopravvivono, cioè quanto del genotipo di un individuo è presente nelle generazioni successive.

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