Cultura di batteri

Materie:Appunti
Categoria:Biologia

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Testo

De Paoli Jessica 4°STC 11/01/06
RELAZIONE LABORATORIO DI BIOLOGIA
TERRENI DI CULTURA DI BATTERI
In laboratorio di biologia abbiamo effettuato un esperimento attraverso il quale abbiamo creato dei terreni di coltura in vitro per differenti tipi batteri.
Per effettuare l’esperienza, abbiamo utilizzato questi strumenti:
* Due piastrine Petri trasparenti: in esse abbiamo prodotto due differenti terreni di coltura;utilizzando esse, avevamo un terreno sterilizzato, anche perché ad ogni fase dell’esperienza, operavamo in vicinanza del becco bunsen.
* Terreno di coltura solido,costituito da sostanze nutrienti, e selettivo, infatti permette la nascita e la sopravvivenza di un solo tipo di batteri, chiamato “verde brillante agar”. Esso è solido in quanto è presente dell’agar, una sostanza estratta dalle alghe rosse, gelatinosa, utile per far solidificare il terreno.Questo terreno non ha bisogno di essere sterilizzato,non ha bisogno dell’autoclave.
Differenti invece sono i terreni generici, in cui nascono tutti i tipi di batteri.

* Un becher in cui abbiamo inizialmente posto il verde brillante agar, che poi porteremo fino ad ebollizione, sopra ad un becco bunsen.
* Un becco bunsen con cui abbiamo riscaldato la soluzione contenuta nel becher, portandola fino ad ebollizione.
* Un’ ansa di nichel-cromo:con essa abbiamo prelevato e trasportato i batteri,facendo uno striscio a zig-zag sul terreno.
* Un vetrino ed un colorante chiamato orceina:in questo modo abbiamo potuto osservare i batteri al microscopio ottico.

Procedimento utilizzato:
Inizialmente preleviamo 5,2g di verde brillante agar in un becher e portiamo in soluzione con acqua distillata fino al volume di 100 ml. In segiuto poniamo il becher contenente la soluzione su un trepiedi sopra la fiamma del becco bunsen, in modo da portarla fino ad ebollizione. Nel frattempo prepariamo una soluzione 1:10 di latte, ossia mettiamo 1 ml di latte in 9 ml di acqua distillata. Da essa preleviamo 1 ml per trasferirlo in una delle due piastre Petri. Successivamente quando la soluzione nel becher inizia a bollire,la togliamo dalla fiamma,avvicinando invece le piastre Petri vicino al bunsen, per mantovuta al fattoenere l’ambiente sterile. Quindi versiamo metà della soluzione in una piastra Petri, fino al livello della tacchetta,indicata sul bordo di essa,e il resto nell’altra .(Fig. 1)
La semina effettuata nella piastra Petri,che contiene anche la soluzione 1:10 di latte viene definita “semina per inoculo”; in essa sarebbero dovuti nascere i lactobacilli, ossia i batteri del latte, composto utilizzato inizialmente.
(Fig.2)
Prendiamo successivamente la seconda piastra Petri,quella in cui abbiamo versato il terreno non coltivato,ed effettuiamo una “semina per striscio”.Preleviamo, aiutandoci con un’ansa di nichel-cromo, alcuni batteri da una coltivazione preparata in precedenza, e li portiamo sul nostro terreno non ancora coltivato,effettuando una striscia sulla sua superficie con l’ansa,con un movimento a zig zag e imprimendo un piccola pressione. Sulla striscia fatta sul terreno dovevano nascere i batteri prelevati dall’altro terreno.Prima di compiere questa operazione però, leviamo dal terreno l’acqua eventualmente presente.
La settimana successiva andiamo ad osservare i risultati ottenuti nelle due piastre Petri.Nella prima, in cui abbiamo applicato la semina per inoculo non notato, a differenza dei risultati che c aspettavamo, che non si è verificata la nascita dei lactobacilli, evidentemente dovuta al fatto che l’ambiente da noi creato non era stato sterilizzato bene;nella seconda piastra in cui abbiamo applicato la semina per striscio invece abbiamo osservato una patina di colore bianco sopra la striscia che avevamo tracciato, perciò i batteri erano nati.(Fig 3)
In ultima fase portiamo i batteri che abbiamo fatto nascere su un vetrino per poi osservarli al microscopio ottico.
Per fare ciò, inizialmente versiamo sul vetrino una goccia di acqua distillata e un numero ristretto di batteri, prelevati utilizzando l’ansa di nichel-cromo. Tenendo il vetrino con una molletta lo facciamo passare più volte, con passaggi rapidi, sulla fiamma del becco bunsen in modo da eliminare l’acqua attraverso la sua evaporazione.
In seguito aggiungiamo alcune gocce di colorante, chiamato orceina, lasciandolo sopra i batteri per un tempo breve, circa 30 secondi. Trascorso l’intervallo di tempo prestabilito gettiamo la quantità avanzata di orceina, pulendo il vetrino e potendo così osservare i batteri al microscopio ottico. Osserviamo due differenti tipi di batteri:un tipo a forma di bastoncini, ossia i lactobacilli(bacilli del latte) e alcuni a forma sferica, ossia i cocchi.

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