Raffaello - Michelangelo

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Testo

Introduzione
La capitale estense, nella seconda metà del Quattrocento, ha una cultura artistica ben caratterizzata e di così lato livello da prendere il comando anche di Bologna (Ercole I).
La pittura ferrarese sboccia subitamente dopo lla metà del secolo, in un terreno culturale propizio. Lionello d’Este è un principe illuminato e Guarino da inizio allo studio Ferrarese. Nella prima metà del Cinquecento si era formata una fiorente scuola di miniatura. L’artista prediletto di Lionello è il Pisanello, ma alla metà del secolo Ferrara è il punto d’incontro di quattro correnti figurative: lo storicismo di Alberti, l’innovazione di Mantenga, l’universalismo di Piero della Francesca e la ricerca dell’intensità profonda del fiammingo Weyden.
La molteplicità delle fonti da luogo a soluzioni eclettiche come quelle di Cosmè Tura: la sua pittura ha l’obiettivo di conservare una coerenza perfetta in condizioni sempre più difficili. E la condizione più difficile è quella di voler sommare due perfezioni: quella meccanica medievale e la nuova perfezione intellettuale. Il contatto continuo con l’ambiente mantovano è determinante per il Tura: il suo problema si pone in termini chiari davanti all’altare di Donatello. Due cose lo colpiscono: la straordinaria qualità luminosa che la materia acquista nel tormento del modellato in quieto ed il pensiero dell’antico come mondo misterioso. Il Tura pensa che il proprio compito sia quello di imitare tutte le materie, e nel processo di imitazione purificarle a superiori livelli dell’essere.
Palazzo dei Diamanti (Biagio Rossetti) – 1492
la parte più notevole del palazzo dei Diamanti, non è tanto la facciata quanto i suoi spigoli, armati da solide paraste, e sopra lo spigolo la più pungente sporgenza del balcone d’angolo. Effetto di luce radente. Interamente ricoperto da oltre ottomila pietre scolpite una per una in forma di diamante, l'edificio è uno dei più belli e più celebri dell'architettura rinascimentale italiana. La pietra bianca con venature rosa fa sì che, nelle diverse ore del giorno, il palazzo assuma sfumature di colore e produca contrasti di luce e d'ombra ricchi di fascino e di poesia. La sua posizione su di un incrocio di grande importanza, ne ha poi consigliato la decorazione d'angolo, non sulla facciata, con le preziose sculture a bassorilievo di Gabriele Frisoni e l'elegante balconcino.

Angelo (Michelangelo)
In questa opera c’è stato un intervento di Leonardo nel paesaggio e nelle sfumature (è rappresentata la Valle del Lodo).
Nella scultura di Michelangelo il tema principale è il movimento, non c’è prospettiva. C’è una forte differenza tra lui e Leonardo. La scultura è l’”arte del levare” → la figura è giacente nel blocco della materia grezza e sta alla bravura dell’artista, riuscirla a liberare dal superfluo, dalla materia che non serve.
Bacco (Michelangelo)
Michelangelo raffigura un giovane (Jacopo Galli); era adorato ancora ai tempi di Adriano; la figura è leggermente spostata rispetto all’asse. Ha le ginocchia piegate, la testa inghirlandata (sinonimo di euforia) che simboleggia la condizione umana del tempo.
San Matteo (Michelangelo)
Per la prima volta l’arte coincide con la vita dell’artista.
Tomba di Giulio II della Rovere (Michelangelo)
È stata concepita nel 1505, ma non fu mai terminata. È un’opera imponente. Gruppo scultoreo. Vi è una forte solennità nella figura del Mosè, alla base del gruppo. Le proporzioni del Mosè sono leggermente allungate perché originariamente doveva essere collocato alla sommità della struttura, e doveva dare allo stesso modo un’impressione di forte solennità. Il Mosè è seduto; c’è una torsione della testa ed ha una posa asimmetrica → figura possente. Michelangelo per dare un’idea di movimento introduce barba e capelli molto folti e ben descritti nei loro dettagli. Nella parte alta dell’architettura, abbiamo delle paraste lisce. Il gruppo scultoreo, nel suo complesso ha una struttura piramidale.
David (Michelangelo)
È una scultura che non occupa spazio. È un busto eretto. L’asse cade a piombo dalla testa ai piedi. Ha le sopracciglia aggrottate. Posizione di chiasmo e di ponderazione → giovane dal fisico modellato e perfetto nella bellezza e nelle forme del personaggio. Poiché la natura è stata creata da Dio, bisogna imitarla attraverso l’arte. La scultura è ispirata ad Agostino di duce.
Tondo Doni o Sacra Famiglia (Michelangelo)
È una delle poche opere pittoriche del grande artista. Michelangelo lo dipinge prima di partire per Roma, nel 1504. lo schema è piramidale, c’è un forte movimento di torsione dei personaggi, specialmente della Vergine in primo piano. Alla base, abbiamo un folto manto erboso, e dietro al muretto in secondo piano, c’è San Giovannino. Qui, Michelangelo utilizza la linea di contorno e del cangiantismo (anche nel Giudizio Universale) → il passaggio dalla luce all’ombra, non comporta solamente un cambiamento di intensità del colore, ma anche della stessa tonalità. Inoltre, c’è una forte vivacità nel colore.
Pietà (1497)
Il tema di questo gruppo scultoreo è il compianto, anche se questo ha due momenti. La madonna tiene in grembo il Cristo come se fosse addormentato. La statua vuole essere una previsione della passione del Figlio. La composizione ha una struttura piramidale. È un’opera molto imponente, alta più di 4 metri. L’opera è stata commissionata da Bill Jere Herse nel 1448. Il panneggio sontuoso delle Vergine contrasta con il corpo nudo e spoglio di Cristo. L’opera è completamente finita, pulita, levigata. Michelangelo imita la consistenza della natura umana. L’oggetto è anche il destino dell’umanità. La Pietà è un opera giovanile.
Volta della Cappella Sistina (per Giulio II della Rovere)
La volta è incatenata da una sequenza di archi. È divisa in tre fasce: una centrale e due laterali. Nella fascia centrale c’è una cornice architettonica e una scansione delle volte tipica del ‘500 e abbiamo nove scene bibliche che rappresentano la genesi. Agli estremi di queste nove scene abbiamo a sinistra una Sibilla e a destra un Profeta. A lato delle scene, abbiamo dei medaglioni monocromi, alternati. Nelle due fasce laterali si alternano i ritratti delle Sibille e dei Profeti. Negli angoli abbiamo anche qui, scene famose come quelle di David e Golia, Giuditta e Oloferne, Punizione di Amam ed il Serpente di bronzo. Vi sono poi delle vele, delle lunette, dei pennacchi. Nelle lunette e nelle vele sono rappresentati gli antenati di Cristo.
Creazione di Adamo (Volta Sistina)
Adamo è completamente nudo e semisdraiato. Egli cerca di protendere il braccio verso la figura di Dio. Di notevole particolarità è la forma che creano il manto rosso scuro e gli angeli che attorniano Dio: èla forma di un cervello. Le due mani non si toccano mai ed simbolo della volontà divina. Le figure umane sono piuttosto possenti, quasi monumentali. Infatti l’uomo per Michelangelo, essendo stato creato da Dio, doveva assomigliare a Dio, quindi possente. I colori non sono molto vivaci, tranne il rosso-viola del mantello sopra Dio.
Giudizio Universale (parete della cappella Sistina)
Anche in questa opera Michelangelo utilizza la tecnica del cangiantismo. Il punto di fuga coincide con la testa di Dio, che è attorniato da un fascio di luce. Accanto a lui c’è la Vergine. Dio compie un movimento di torsione che da origine attraverso un moto di rotazione a tutto il quadro. Lo sfondo è di colore blu oltremare. Il quadro è diviso in due fasce: quella superiore in compaiono gli eletti da Dio, quella inferiore dove vengono rappresentati i dannati insieme a Caronte (il traghettatore delle anime). Alcuni personaggi riconoscibili sono San Bartolomeo, che è appoggiato su una nuvola e tiene in mano la propria pelle (fu martire scorticato vivo). In alto a sinistra, abbiamo i simboli della passione di Cristo come la croce e la corona di spine. Nella parte bassa del quadro, abbiamo Caronte che bastona i dannati; al centro, si nota una piccola apertura che dovrebbe significare ingresso dell’inferno. Michelangelo, in questa opera fa un grande riferimento alla Divina Commedia di Dante.
Schiavo ribelle
Rappresenta simbolicamente il tentativo della scultura di liberarsi dalla materia; in un altro senso, ance lo sforzo che fa l’uomo per tentare di liberare l’anima dalle catene pesanti del corpo.
Schiavo morente
Anche questa è un’allegoria. Lo Schiavo Morente però, rappresenta la fase successiva ovvero quella in cui, l’anima si è liberata dal corpo e quindi la morte.
Sagrestia Nuova di San Lorenzo a Firenze
Lo spazio sembra diviso in due da una striscia di intonaco bianco. Sembra quasi che la parte superiore sia fluttuante nell’aria, non assemblata alla parte inferiore. Agli angoli, nella parte superiore abbiamo delle finestre timpanate, mentre nei lati parietali abbiamo degli archi a tutto sesto. C’è una grande cupola cassettonata.
Si contrappone al progetto di Brunelleschi, ma ne conserva alcune caratteristiche: costruzione modulare e l’alternanza fra quadrato e cerchio. La pianta è quadrata ed è sormontata da una cupola. Le pareti sono intonacate o con intonaco bianco o con pietra serena. Fra le modifiche c’è inserimento dello sviluppo verso l’alto. Abbiamo delle arcate a tutto sesto, delle paraste e cornici in pietra serena. Il fregio è interamente intonacato bianco: staccano la parte bassa da quella alta. La sagrestia contiene: la tomba di Giuliano de’ Medici (duca di Firenze) e la tomba di Lorenzo de’ Medici (duca di Menour).
Si impostano delle lunette intonacate bianche. Agli angoli ci sono delle finestre cieche timpanate. Fronteggiate da delle paraste, che vanno a poggiare su delle mensole. Abbiamo anche delle cornici mattapiane in pietra serena. Vi sono dei pennacchi e delle cornici anulari. Per accentuare il verticalismo, ha rastremato le finestre dei lunettoni. Le cupole sono ricoperte esternamente da degli embrici (tegole piatte). Il lanternino ha una pianta circolare e ha una forma quasi a campana. Nella cupola ci sono quattro anelli di cassettoni (detti lacunari): anelli concentrici, simili al Panteon. Protagonisti sono i due monumenti funebri a Lorenzo e Giuliano de Medici. Questi sono concepiti come delle architetture. Nelle nicchie centrali abbiamo le statue che ritraggono il defunto, delle paraste, delle finestre cieche e dei timpani curvi. Sono rappresentati l’Aurora e il crepuscolo nella parte bassa del gruppo. Introduce il concetto del non-finito.
Biblioteca Laurenziana
Lo spazio è molto ridotto. È un’architettura lunga e stretta. Michelangelo, inoltre, ha anche elaborato il progetto del vestibolo, anche se poi non venne rispettato. Le pareti sono bianche. Vi sono numerose lesene e delle porzioni di muro.
Piazza del Campidoglio
Qui, doveva essere collocata la statua del Marco Aurelio. Michelangelo dà ordine alla piazza aggiungendo un terzo palazzo: palazzo nuovo. Esso viene progettato, non come un palazzo, ma come un centro urbano. I precedenti sono Palazzo Senatorio (quello più alto) e palazzo dei Conservatori.
Palazzo Nuovo: il piano inferiore è ricoperto da bugnato liscio → fa da piano d’imposta per il secondo. Abbiamo delle paraste di ordine gigante (ordine che occupa l’intero piano). Ci sono due rampe di scale simmetriche ed una balaustra.
Nel 1547 Paolo III affronta l’incarico di terminare la cappella nella zona absidale (la parte interna dell’edificio) con delle lesene di ordine gigante.
Raffaello nasce ad Urbino nel 1483; figlio di un pittore (Giovanni Santi) e muore nel 1520. alla sua formazione contribuiscono il padre, Bramante e il Perugino. Nel 1508 è chiamato a Roma, i due principali committenti sono Giulio II e Leone X. Tra il 1508 e il 1511 lavora nelle stanze Vaticane, i nuovi appartamenti di Giulio II. All’inizio l’opera di Raffaello è molto simile a quella del Perugino.
Sposalizio della Vergine
La tavola è centinata: la tavola ha un impianto quadrangolare con un terminale superiore circolare. È molto simile all’opera del Perugino. C’è un tempio che incombe sulle figure in primo piano. Il tempio del Perugino aveva otto lati, qui ne ha sedici. Attraverso il tempio vediamo il paesaggio retrostante. La composizione è dinamica, le figure sono disposte a semicerchio, con il sacerdote al centro. La dolcezza delle figure sulla sinistra (ricorda la pittura senese) contrasta con il dinamismo della parte destra che è resa anche attraverso la figura del giovane che spezza un legno. Ci sono elementi che lo accomunano a Leonardo (prospettiva ei perdimenti, il paesaggio va scolorendosi) e a Michelangelo (c’è un disegno, dei rilievi netti). Qui non c’è una linea di contorno netta, i colori sono vivaci (tipico di Raffello) e sfumati diversamente da Michelangelo. C’è un’armonia cromatica un’armonia tra disegno e chiaroscuro. La ritrattistica risente di Leonardo.
Ritratto di Maddalena Doni
Egli realizza i ritratti di Angelo Doni, mercante fiorentino e committente del dittico in cui Angelo e la moglie Maddalena Strozzi sono contrapposti. Maddalena ha l stessa impostazione della Gioconda; Raffaello si ispirato nella posa però ci sono delle varianti: mentre la Gioconda emerge dalla semiombra, qui c’è un’atmosfera sfumata. C’è un paesaggio umbro luminoso che incornicia la figura.
Raffaello è molto abile nel rappresentare la psicologia dei suoi personaggi, qui vuole trasmettere la tristezza che contrasta con la ricchezza dell’abito; le spalle sono coperte da un velo sopra il corpetto rosso. I colori sono luminosi e vivaci. Ci trasmette il ruolo sociale: la donna appartiene all’alta borghesia fiorentina però il paesaggio non ha la potenza educativa Leonardesca. Qui è solo una cornice e non un modo per indagare acqua, aria, terra e fuoco.
Madonna del Cardellino
La Vergine, intenta a leggere, abbraccia il San Giovannino (Battista) sulla sinistra, è quello con la pelle d’agnello. Ma cosa c’è di Leonardo? Prospettiva dei perdimenti, capelli molto curati, impostazione piramidale e una concatenazione attraverso la gestualità → c’è un gioco di mani. San Giovannino gioca con il cardellino.
Madonna del Belvedere
San Giovannino gioca con la croce. C’è un presagio del martirio che ricorre nei papaveri e nelle fragole in cui il colore rosso richiama l’idea del sangue. Anche qui il paesaggio è luminoso; la testa della vergine coincide con il Sole. Indossa un manto blu intenso e un abito rosso. La gamba destra è tesa diagonalmente. Il paesaggio è lacustre e vi è la prospettiva dei perdimenti.
Stanze Vaticane (1508 – 1511)
Sono quattro stanze, è un lavoro molto complesso.
* Stanza della segnatura (firmare documenti: biblioteca privata per firmare documenti
* Stanza di Eliodoro: Prende il nome da un affresco – II libro dei Maccadei
* Stanza Incendio di Borgo: in ricordo dell’incendio in cui era intervenuto Leone VI, viene omaggiato Leone X.
* Stanza di Costantino: imperatore cristiano che con l’editto di Milano si è convertito al cristianesimo. Sono autografi i progetti. (nelle ultime due stanze lavorano gli aiuti di Raffaello perché a lui erano state commissionate altre opere).
Stanza della Segnatura
Il soggetto è suggerito dagli umanisti, l’artista supera i confini delle varie arti e tratta soggetti elevati. I temi sono: il vero, il bello e il bene.
È raffigurato:
1. Disputa del Sacramento
Nella Disputa del Sacramento è raffigurato il contrasto tra la chiesa terrena e celeste, quindi tra la comunità dei fedeli e dei santi. Non ci si sulla teologia: è una rappresentazione allegorica della Disputa. Le vie per raggiungere Dio sono:
- la teologia (nella disputa del sacramento)
- la filosofia (nella scuola di Atene)
Il bene si ottiene con la giustizia, sia con la legge ecclesiastica sia con quella civile. Sono rappresentate in modo allegorico le virtù teologiche (fede, speranza, carità: di solito figure femminili) e cardinali (giustizia, prudenza, temperanza, fortezza).
Nella stanza della Segantura, nella volta sono collocati dei medaglioni con scene bibliche e con rappresentazioni allegoriche di poesia, filosofia, giurisprudenza e teologia. C’è un programma ben preciso e definito. È una rappresentazione della filologia (elevazione del sacramento dell’eucaristia)
2. Scuola di Atene
Questo affresco riassume tutto il percorso evolutivo della prospettiva del ‘400. Il punto di fuga è collocato tra Aristotele e Platone. Platone indica il cielo perché ritiene che la verità sia nell’Iperuranio mentre la realtà che conosciamo sia solo una brutta copia del mondo delle idee. Al contrario Platone indica la Terra perché crede che la virtù risieda nel mondo sensibile. Raffaello colloca nell’affresco molti suoi contemporanei nelle vesti di antichi filosofi.
- Zenone: è sulla sinistra, personaggio barbuto con un mantello nero.
- Epicuro: vicino a Zenone, ha la testa coronata di foglie ed è intento a scrivere
- Averroé: personaggio a sinistra con turbante bianco.
- Empedocle: personaggio a sinistra accucciato e rivolto verso destra, barbuto.
- Pitagora: vicino a Empedocle e sta scrivendo.
- Francesco Maria della Rovere: giovane in veste bianca (parente del Papa) personaggio contemporaneo
- Eraclito: uomo appoggiato (non previsto nel progetto iniziale) → omaggio a Michelangelo
- Anassagora: in piedi con un bastone, ha un piede appoggiato su un blocco
- Diogene il cinico: è semisdraiato sui gradoni.. circa al centro
- Socrate: sopra Anassagora, ha una veste verde oliva ed è leggermente calvo.. sta discutendo
- Bramante: è a destra che sta disegnando con un compasso (con le seste) ritratto come Euclide
- Raffaello: a destra, dietro al personaggio in veste bianca, con capello nero, guarda verso lo spettatore
C’è un forte recupero dell’architettura… richiama il progetto di Bramante per San Pietro. Nelle nicchie a sinistra c’è Apollo e Atena. La copertura ricorda la basilica di Massenzio. Presenta un’imponente cupola. Successione di ambienti Romani. Rappresentazione dei moti dell’animo. Si nota il contatto con Michelangelo nella monumentalità delle figure.

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