La natura morta

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INTRODUZIONE
La Natura Morta è la rappresentazione pittorica di oggetti inanimati, in genere fiori, frutta, ortaggi, strumenti musicali, ed altre curiosità botaniche e zoologiche. In Italia, la nascita della natura morta come genere a se stante si ebbe intorno al 1600, favorita in parte dalla rivoluzione culturale laica, ed in parte dalle nuove condizioni di gusto dettate dal naturalismo: nuovo orientamento artistico che ebbe la massima espressione nella pittura di Caravaggio e dalla sua folta schiera di seguaci. L'espressione "Natura Morta", invece, fu introdotta in Italia soltanto allo scadere del 1800, per tradurre dall'olandese: "Still-Leven" (natura in quiete), termine che già dal 1650 indicava la rappresentazione pittorica di soggetti inanimati.
IL SEICENTO
Il ‘600 è il secolo nel quale si afferma la natura morta come genere a se stante.
La messa in posa degli oggetti, il più delle volte umili e quotidiani, è caratterizzata da notevoli valenze simboliche. Il frutto, il fiore, l'arredo ben definito, assumono un significato esclusivamente moraleggiante. Il ciclo delle stagioni, la fragilità, la caducità, l'annientamento sono le tematiche che il pittore affronta tramite una descrizione "minuziosa e appassionata" elevando tecnicamente e qualitativamente ogni singolo componente dell'opera. Anche i vasi di fiori e gli insetti, oltre a manifestare un interesse naturalistico, costituiscono il contenuto simbolico dell'opera. I fiori, proprio perchè di breve durata, meglio esprimono la fugacità e la transitorietà della vita umana. L'insetto, invece è simbolo di decomposizione.
SETTECENTO E OTTOCENTO
Già dalla metà del 1600 la Natura Morta iniziò a risentire dello spirito barocco e si allontanò gradualmente dai contenuti simbolici e dalle connotazioni emblematiche. Col passare degli anni prevalsero toni decorativi e sfarzosi: gli artisti sperimentarono nuove concezioni compositive e spaziali in sintonia con lo spirito barocco. Accanto alla ricerca artistica globale, dominarono anche gli altri generi come il ritratto, il paesaggio e la rappresentazione di scene quotidiane. La Natura Morta risentì anche dello stile neoclassico: prevalsero gli schematismi di composizione, la sintesi e le superfici brillanti. In questo lungo periodo, le nature morte diventarono standardizzate a livello compositivo, ed in molti casi i caratteri qualitativi non raggiungevano livelli elevati. Durante l'ottocento, l'affermazione definitiva dei processi di stampa seriale favorirono l'illustrazione naturalistica. Contemporaneamente la natura morta cessò di essere un genere a se stante, poichè nell'epoca romantica prevalse la libertà creativa dell'artista.

Caravaggio, Canestro di frutta, c. 1596, Pinacoteca Ambrosiana, Milano. Questa opera di Caravaggio è anch’essa divenuta un’icona della pittura, rappresentando sicuramente la natura morta più famosa dell’arte italiana. Del resto è questa l’unica natura morta certa, attribuibile al Caravaggio, che pure è stato a lungo considerato come il primo pittore italiano ad occuparsi di questo nuovo genere, nato qualche decennio prima nei Paesi Bassi.
Il realismo dell’immagine è davvero sorprendente: non vi è alcun particolare che non sia di una precisione estrema. Ma ciò che più impressiona è il particolare della mela bacata. Un particolare che ci introduce ad una inaspettata dimensione drammatica: di fuori le cose possono apparire perfette, ed invece il male è già dentro che mina dall’interno. Del resto, conoscendo Caravaggio, non c’è da meravigliarsi di questa nota pessimistica, che traspare sempre da un arte che non è fuga nel sogno ma coscienza piena della drammaticità della vita.

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