Analisi di tre opere d'arte di David e Canova

Materie:Altro
Categoria:Arte
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Testo

L’assassinio di Marat
L’opera dell’autore Jacques-Louis David, fu commisionata nel 1793 dalla Convenzione, al fine di rendere onore al martire della rivoluzione Jean-Paul Marat. Il dipinto ritrae l’assassinio immaginandolo in una stanza apparentemente oscura; la luce proveniente da sinistra illumina il corpo esamine di Marat, il quale, immerso nella vasca da bagno, regge con la mano sinistra la lettera della sua assassina, mentre con la destra la penna d’oca tramite cui era solito scrivere. L’opera a differenza di altre contemporanee, si concentra sulla figura patriottica del martire e non sulla ripresa del fatto; a questo scopo l’autore sceglie una rappresentazione spartana caratterizzata dai pochi elementi ritenuti strettamente necessari, tant’è che persino l’assassina è rappresentata da un pugnale. L’ambiente tragico è trasfigurato al fine di ottenere una scena composta e lirica rendendo la posa di Marat ancora più solenne; inoltre l’autore decide di assegnare a Marat la posa di un Cristo deposto in croce così da rendere manifesto il parallelo figurativo tra Cristo, martire della vecchia religione, e Marat, martire della nuova religione.

Amore e Psiche
Nella produzione matura del Canova, molti sono i gruppi statuari dedicati a divinità della Grecia classica, talvolta replicando, ma con piccole varianti, opere già realizzate e Amore e Psiche ne è un esempio. Il gruppo rappresenta il momento in cui Amore, non resistendo alle pene amorose, si reca di nuovo da Psiche; Amore ha ancora le ali spiegate e si accosta alla donna cingengendola in un tenero abbraccio. L’opera è concepita per essere vista da qualsiasi angolazione, e probabilmente è stata reallizzata mediante un cavalletto girevole. I visi dei due sono incorniciati dalle rispettiva braccia, le quali formano una catene; lo scultore organizza la scena nello spazio che separa i due visi, punto di incontro creato dai moti divergenti dei due corpi. Proprio in questo spazio è ben visibile il rapporto tra pieni e vuoti, che fa si che questo gruppo sembri un mirabile traforo da cui emergono le forme, infatti la statua è il trionfo della tridimensionalità e va ammirata come uncio centro d’attrazione nello spazio.

Deadalo e Icaro
L’autore dell’opera, Antonio Canova, ritenuto il portavoce della nuova scultura di ispirazione classica, vuole dimostrare ai contemporanei come sia possibile avvicinarsi alla perfezione delle sculture della Grecia Classica; l’intento di Canova è quello di raccogliere l’eredità delal scultura tardobarocca, e accingersi a rinnovarla. Il soggetto, in accordo alla tradizione classica, e rappresentato nell’atto che prelude la sciagura, infatti i canoni classici vengono ripresi anche se non completamente in quanto, ad esempio, nel padre manca quel senso di dignità solenne degli esempi antichi. L’opera gioca sull’accostameno degli opposti: il corpo maturo di Dedalo e quello adolescente di Icaro, la consapevolezza del padre e l’incoscienza del figlio, l’età avanzata e la fanciullezza. Il modello berniniano incide sull’interpretazione delle figure, purificandolo ed offrendo così un’immagine più essenziale, e meno impetuosa.

Esempio