"Gli Addii", U. Boccioni

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Testo

Gli Addii
Descrizione del quadro
• La locomotiva è ricordata dalla ciminiera, dai riflessi sul metallo e dal numero.
• Dei passeggeri appaiono volti e braccia levate a salutare: ai lati si notano anche degli abbracci.
• Il vapore della locomotiva crea turbini, rappresentanti le onde di commozione che uniscono le persone.
• La stazione si riconosce per gli archi alla sommità e per il traliccio a sinistra.
Secondo Boccioni la velocità provoca anche la visione simultanea, cioè la percezione contemporanea di varie immagini che nella realtà si possono vedere solo in sequenza.
Stati d’animo: Gli addii,del 1911, rappresenta una stazione, al momento dei saluti prima della partenza di un treno.
• La composizione, centrata nella locomotiva( simbolo di progresso),diverge simmetricamente.
• Linee sinuose e rette si contrastano.
• Volumi scomposti e compenetrati.
L’opera comunica la tensione e la vitalità della vita moderna.

Umberto Boccioni
Reggio Calabria 1882- Verona 1916
Umberto Boccioni è il principale esponente del movimento futurista.
Compie gli studi artistici a Roma.
Inizialmente si accosta al Divisionismo e al Simbolismo, ma il suo carattere irruento e passionale lo porta ad essere insoddisfatto di ogni convenzione nell’arte; fin dai suoi primi dipinti s’interessa a soggetti della vita contemporanea.
Nel 1910 conosce Filippo Tommaso Marinetti e aderisce immediatamente al Futurismo.
Nello stesso anno scrisse IL MANIFESTO DEI PITTORI FUTURISTI, cui seguì IL MANIFESTO TECNICO DEL MOVIMENTO FUTURISTA.
Pubblica anche un libro intitolato PITTURA SCULTURA FUTURISTE nel 1914: obbiettivo dell’artista moderno doveva essere liberarsi dai modelli e dalle tradizioni figurative del passato per volgersi risolutamente al mondo contemporaneo, dinamico, vivace, in continua evoluzione.
Nelle sue opere Boccioni seppe esprimere magistralmente il movimento delle forme e la concretezza della materia.
Dopo aver realizzato le prime opere futuriste, durante un viaggio a Parigi nel 1911 conosce il cubismo, destinato ad influenzare le sue ultime opere.
Insieme agli amici futuristi inscena molte provocazioni in teatri, gallerie, e molti altri locali pubblici che spesso degenerano in furibonde risse.
Boccioni è un acceso interventista e perciò s’arruola in guerra insieme ad altri futuristi.
Tra le sue opere pittoriche ricordiamo Rissa in galleria; Stati d’animo n.1. Gli addii; e Forze di una strada.
Muore a Verona nel 1916 in seguito a una caduta dal cavallo.
Il Futurismo
Nel 1909 un gruppo di intellettuali pubblica il Manifesto del futurismo, avviando l’esperienza artistica più importante del primo Novecento in Italia. I futuristi preannunciano un rinnovamento della cultura, profetizzano l’annullamento del passato: si distruggeranno i musei, così pieni di opere definite “accademiche”, e il “chiaro di luna”, con cui viene definito il periodo romantico. In realtà, non faranno niente di tutto questo: essi intendono solo provocare , usando un linguaggio violento, al fine di scuotere la cultura e il mondo dell’arte, ancorati a vecchi valori ormai superati.
L ‘esaltazione del movimento
Per gli artisti futuristi, tutto è in movimento.
Esaltati dalla velocità, espressione dei nuovi tempi, giungono a dare ai prodotti della tecnica un valore che va oltre il semplice uso: le nuove macchine, i nuovi mezzi di locomozione diventano strumento di conoscenza della realtà, più che l’osservazione compiaciuta dei quadri in un museo. Osservando i raggi di una bicicletta, o la rapidità delle mani di un musicista, si comprende la realtà, mediante la percezione del movimento.
Muovendosi l’oggetto si fonde con lo spazio circostante, creando nuove forme. Queste interagiscono con la luce, che si riflette nelle principali direzioni.
La linea è lo strumento pittorico più idoneo a esprimere la velocità, è il gesto più rapido e nello stesso tempo più immediato per l’espressione.
Famosi futuristi furono: Giacomo Balla, Antonio Sant’Elia, Gino Severini, Fortunato Depero e Umberto Boccioni.

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