L'inquinamento ambientale

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Testo

L’inquinamento dell’aria, della terra e dell’acqua ha ormai coinvolto tutto il pianeta e se l’uomo non troverà presto qualche rimedio, le conseguenze saranno irreparabili. Enuncia qualche esempio tratto dall’attualità e suggerisci una possibile linea di condotta.
Foreste di alberi secolari abbattute nel giro di pochi anni, gigantesche ville costruite nelle insenature più belle, proprio in riva al mare, fiumi e laghi inquinati dalle deiezioni di animali allevati in scarse condizioni igieniche. Cronaca d’oggi? No!
Queste notizie risalgono ad oltre duemila anni fa. Sono testimonianze dei grandi autori classici. Plinio il Vecchio, ad esempio, metteva in guardia dai pericoli provocati dall’eccessivo sfruttamento delle miniere: per ottenere metalli, diceva, s’infliggevano grandi ferite alla Terra e si deviavano i fiumi.
Si pensa spesso all’antichità come ad un’epoca in cui gli uomini erano in perfetta armonia con la natura, ma non era così. Solo le società che si basavano sulla caccia e sulla raccolta di erbe e frutti, simili a quelle che sopravvivono ancora nelle aree più isolate del pianeta, non hanno danneggiato l’ambiente. In realtà, appena l’uomo abbandonò il nomadismo per creare civiltà sedentarie, la natura fu subito messa a dura prova.
Quando ha iniziato l’uomo ad incidere pesantemente sull’equilibrio del pianeta? Circa diecimila anni fa, nel Neolitico. A quel tempo, nel mondo c’erano appena quattro milioni di persone. Con la diffusione dell’agricoltura, però, la popolazione iniziò a crescere, raddoppiando ogni mille anni circa.
Nel passato si sono verificati anche casi di vero e proprio inquinamento. Nel Medioevo, per esempio, le attività artigianali ebbero un grande incremento. Concerie, fonderie e vetrerie producevano fumi, odori, sostanze tossiche e avvelenavano aria ed acqua.
Già nel 500 a.C., la percentuale di piombo contenuta nell’atmosfera era più alta che nel Medioevo. I Romani estraevano ogni anno oltre ottantamila tonnellate di questo metallo e di queste, circa 400mila finivano nelle miniere a cielo aperto.
Com’è possibile avere questi dati sul livello d’inquinamento dell’atmosfera di più di duemila anni fa? Studiando il ghiaccio. La calotta antartica ha registrato ogni traccia d’inquinamento, anche quello di migliaia di anni fa.
La neve che è caduta nel corso dei secoli, infatti si è depositata, strato su strato. Oggi si preleva con il sistema del carotaggio, cioè si estraggono campioni in profondità, si datano e si analizza la composizione dell’aria rimasta intrappolata nei cristalli di ghiaccio. In questo modo si ottengono informazioni sull’antica atmosfera della Terra e sulle sostanze che si trovavano nell’aria.
Dopo aver visto che l’inquinamento non è solo un male dei nostri giorni, viene spontaneo chiedersi a che punto è oggi l’inquinamento ambientale. Sappiamo che le emissioni di anidride carbonica, gas responsabile dell’effetto “serra”, stanno lentamente diminuendo.
Questa notizia, anche se positiva, non è frutto di una politica di interventi per la salvaguardia dell’ambiente, ma è anche la conseguenza di una notevole crisi economica che ha portato ad un calo delle produzioni.
Per inquinamento s’intende qualsiasi alterazione dell’ambiente naturale causata dall’uomo. Esso costituisce un grave pericolo in quanto molte volte è fonte di danni irreparabili alla salute.
Spesso siamo portati a pensare che quello dell’inquinamento sia un problema che riguarda solo la civiltà moderna, ma in realtà, come abbiamo già visto, anche nei secoli passati l’uomo ha fatto la sua parte per danneggiare l’ambiente, arrivando alle condizioni in cui si vive al giorno d’oggi: tutti i giorni la televisione ed i giornali ci forniscono notizie allarmanti. Sono ormai note le cappe di smog che ricoprono le città, le acque sporche dei fiumi e le macchie scure di petrolio che minacciano le spiagge.
L’uso di fertilizzanti e pesticidi in agricoltura deteriora profondamente il terreno e ne altera gli equilibri naturali. L’azione di questi prodotti chimici è di estrema gravità in quanto, infiltrandosi nel terreno, inquinano l’acqua delle sorgenti, dei fiumi, dei laghi e del mare, ed inoltre, se ingeriti dagli animali o assorbiti dai prodotti agricoli, giungono per strade diverse fino all’uomo.
Un esempio del grave danno procurato dall’inquinamento delle acque, è il fenomeno dell’eutrofizzazione. In alcune zone costiere l’eccessiva presenza di sostanze nutrienti, come l’azoto e il fosforo, favorisce la crescita incontrollata di certe specie vegetali acquatiche. L’alterazione degli equilibri, in questo caso, è determinata dai fiumi che portano acque inquinate dagli scarichi urbani. Se l’acqua del mare non è soggetta a correnti che disperdono in mare aperto gli elementi inquinanti, questi si concentrano in uno spazio limitato in prossimità della costa favorendo un’eccessiva espansione delle alghe, le quali, a loro volta, si decompongono per l’azione di batteri e consumano tanto ossigeno da non consentire la vita dei pesci.
Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, le sue cause sono da ricercare nei processi di combustione che avvengono quotidianamente, soprattutto nelle città. Oltre al traffico caotico che intasa le strade e le piazze, le città sono minacciate dallo smog che rende l’aria irrespirabile. Ciminiere di fabbriche, camini dei riscaldamenti, tubi di scappamento delle auto scaricano nell’atmosfera polveri e sostanze tossiche, quali il monossido di carbonio e il biossido di azoto, che provocano malattie respiratorie soprattutto nei soggetti a rischio: bambini, anziani, convalescenti. Strettamente collegato al traffico automobilistico è l’inquinamento da piombo e da benzene (o benzolo), causato dalla combustione della benzina. Il piombo si accumula lentamente nell’organismo umano intossicando il fegato e il sistema nervoso, mentre il benzene è fortemente sospettato di essere uno dei fattori che producono la leucemia.
Le fonti dell’inquinamento delle acque sono, invece, diverse. Prendiamo in considerazione l’inquinamento domestico, derivante dagli scarichi fognari che contengono prevalentemente sostanze organiche o residui di detersivi non biodegradabili; segue l’inquinamento causato dall’uso di pesticidi e concimi chimici in agricoltura. Queste sostanze, se arrivano a contaminare le acque potabili, possono avere effetti gravissimi sulla salute dell’uomo.
Tutti questi diversi fattori inquinanti rendono i corsi d’acqua, i laghi, il mare sempre meno ricchi di vita, l’aria irrespirabile, ed è sempre l’uomo a correre i rischi più gravi.
Qui di seguito riportiamo i punti più salienti della Carta Europea dell’Acqua, un documento approvato dal Consiglio Europeo nel lontano 1968, ma tanto attuale. Questo documento afferma il principio secondo il quale l’acqua è un’insostituibile fonte di vita per l’uomo e per tutti gli esseri viventi: tutti hanno il diritto di godere di questo prezioso elemento ma anche il dovere di non inquinarlo.
Art. 1. Non c’è vita senza acqua. L’acqua è un bene prezioso, indispensabile a tutte le attività umane. Essa è per l’uomo, per gli animali e per le piante un elemento di prima necessità. Infatti, l’acqua costituisce i due terzi del peso dell’uomo e fino ai nove decimi del peso dei vegetali. L’acqua è indispensabile all’uomo come bevanda e come alimento, per la sua igiene e come sorgente di energia, materia prima di produzione, via per i trasporti e base delle attività ricreative che la vita moderna richiede sempre di più.
Art. 2. Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili. È indispensabile preservarle, controllarle e se possibile accrescerle. In conseguenza dell’esplosione demografica e del rapido aumento delle necessità dell’agricoltura e dell’industria moderna, le risorse idriche formano oggetto di una richiesta crescente. Non potremo soddisfare questa richiesta, né elevare il livello di vita, se ciascuno di noi non imparerà a considerare l’acqua come un bene prezioso, che occorre preservare e razionalmente utilizzare.
Art. 10. L’acqua è un patrimonio comune il cui valore deve essere riconosciuto da tutti. Ciascuno ha il dovere di economizzarlo e di utilizzarlo con cura. Ciascun individuo è un consumatore ed un utilizzatore di acqua e, in quanto tale, egli ha una responsabilità verso gli altri consumatori. Usare l’acqua in maniera sconsiderata significa abusare dal patrimonio naturale.
Art. 12. L’acqua non ha frontiere. Essa è una risorsa comune la cui tutela richiede la cooperazione internazionale.
Dal 17 al 22 marzo del 2000 si è svolto all’Aja, in Olanda, il Forum mondiale dell’Acqua, durante il quale tremila delegati di vari paesi, ma anche ventimila internauti (navigatori su Internet), hanno risposto all’appello lanciato dagli organizzatori fornendo delle “ricette” per ridurre lo spreco e auspicando degli interventi per invertire questa situazione, che sta mettendo in grave pericolo il nostro pianeta, entro il 2025. L’ONU ha proposto di raddoppiare gli investimenti globali per migliorare la fornitura di acqua.
Altro tipo d’inquinamento dannoso per la salute dell’uomo, è quello acustico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che almeno un quarto dei cittadini europei ha problemi di udito causati dal troppo rumore. Oltre alle orecchie, il rumore danneggia anche il sistema nervoso e quello circolatorio, provocando sintomi di vario genere e stati di stress.
Anche rumori leggeri ma continui, come il ronzio dei condizionatori e delle fotocopiatrici, il chiacchierio dei colleghi d’ufficio, gli squilli del telefono, possono essere nocivi.
Il primo effetto di un ambiente troppo rumoroso è quello d’impedire il rilassamento, stimolare la contrazione dei muscoli, aumentare la dilatazione delle pupille e la produzione di vari ormoni, tra cui l’adrenalina. La maggiore presenza di quest’ormone accresce il pericolo d’ipertensione.

Melchiorri Christian

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