Tema storico su Napoleone Bonaparte

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Testo

Napoleone Bonaparte, creatore del secolo XIX, che eppure non ha preso il nome da lui, ma è stato chiamato piuttosto il secolo della nazionalità. Egli è rimasto sempre presente come il vero creatore dell’Europa moderna. Tra tanti e tanti nomi di generali, se venisse nominato lui, tutti gli altri diventerebbero piccoli nani. Ci sono molti punti di vista su di lui, c’è chi lo ha esaltato e chi lo ha disprezzato, ovviamente chi fino allora era servo lo ha benedetto, i loro padroni maledetto. Con lui si è verificato il fenomeno storico che è il secolo delle nazionalità ricostruite, che ha avuto il culto e la religione della patria e della libertà, aperto e creato da uno dei più formidabili oppressori delle patrie e della libertà che la storia ricordi. Dopo la Riv. Francese, il popolo era in ginocchio, sull’orlo della bancarotta. Dopo l’ordine del direttorio di continuare la guerra, su due fronti, è Napoleone a prendere in mano l’esercito più mal ridotto sul fronte italiano entrando a Milano e liberandola dagli austriaci riuscendo a stipulare una pace molto vantaggiosa: il trattato di Campoformio. L’arrivo di Napoleone in Italia e il trattato avevano sdegnato gli intellettuali, molti dei quali si arruolarono con lui, accogliendolo come un liberatore, e dando vita al movimento dei giacobini italiani. Questi ultimi cominciarono quindi a sognare un Italia libera dagli stranieri, indipendente e repubblicana, anche attraverso radicali mutamenti sociali. L’Italia, dopo il suo passaggio, non fu più la stessa, gli abiti di voga degli italiani furono sostituiti dalle uniformi, cominciarono a frequentare i maneggi e i campi militari, i bambini stessi iniziarono a giocare sui selciati con interi reggimenti di soldatini. Nei teatri si cominciò ad inserire italiani valorosi che mettevano in fuga gli stranieri, sostenendo il proprio onore e diritto. Il nome Italia cominciò a varcare le frontiere, a imporsi alle attenzioni dell’Europa, a farsi stimare tra i patrioti di ogni nazionalità. Gran parte delle aspettative però svanirono quando risultò chiaro che Napoleone aveva ricevuto il preciso ordine di trattare l’Italia come una terra di conquista. Anche la spedizione in Egitto, verso i possedimenti inglesi venne assegnato a Bonaparte, che sconfisse l’esercito che deteneva il potere in paese, tuttavia, l’esercito francese incaricato di rifornire l’esercito di Bonaparte fu sconfitto dall’esercito inglese, con il risultato che l’armata Napoleonica si trovò completamente isolata dalla propria patria, per di più l’attacco provocò l’entrata in guerra contro la Francia dell’imp. Turco e della Russia. In Italia intanto, l’esercito francese continuò a conquistare e istituire vari protettorati francesi, noti come Rep. Sorelle che, tuttavia furono le principali vittime della grande controffensiva lanciata dai nemici della Francia, che le abbatterono. Sconfitta su tutti i fronti, la Francia dovette venire incontro ad una crisi militare. Quindi nacque l’idea di costruire un regime più forte e stabile, per mantenere l’ordine sociale e resistere i nemici esterni. Manzoni dice di lui che “il fulmine teneva sempre dietro al baleno”, e questo è vero in tutti i sensi: alle azioni militari e alle azioni sui campi, arrivava subito dietro la ricostruzione civile e politica, una ricostruzione che si estendeva in superficie ed entrava nel profondo, rinnovandoli dalle fondamenta. Infatti con il colpo di stato, il direttorio fu soppresso e il potere passo completamente nelle mani del primo console, Napoleone. Anche se la repubblica continuava ad esistere, si ha l’inizio di una dittatura militare, in cui poco dopo fu varata una nuova costituzione approvata da un referendum, che concentrava il potere esecutivo nelle mani del console e divideva il potere legislativo in consiglio di stato, tribunato, corpo legislativo e senato. I magistrati, aventi il potere giudiziario, divennero funzionari nominati dal primo console. Le prime preoccupazioni di Napoleone furono di natura militare, perché anche se con le varie vittorie si erano momentaneamente allontanati i rischi di invasione, occorreva riconquistare l’Italia e imporre di nuovo l’egemonia francese in Europa. Anche l’Inghilterra accettò di venire a patti firmando la pace di Amiens. Bonaparte cosi, libero da preoccupazioni, riorganizzò la società francese, in primo piano con la ricostruzione del codice civile, che ruotava intorno all’interesse dello stato e il diritto di proprietà. Tutti i cittadini venivano considerati uguali di fronte alla legge, fu garantita la libertà di culto e aboliti ogni forma di discriminazione. Inoltre fu introdotto il matrimonio puramente civile e il divorzio, sganciandosi quindi dalla religione e costruendosi su basi laiche, che caratterizzarono pure l’istruzione pubblica. Napoleone, da primo console a console a vita, e nel 1804 cinge la corona di imperatore dei francesi attraverso un referendum, così non più per grazia di Dio ma per volontà del popolo: Napoleone, diversamente dagli altri sovrani si incoronò personalmente. L’Inghilterra intanto, non era potuta rimanere ferma davanti alla potenza francese, e dopo essersi messa in testa di tutte le coalizioni, a perfezionare la propria industria e la propria flotta, appoggiata dalla Russia e dall’Austria, riprendono la guerra contro la Francia. Tuttavia i due eserciti vennero immediatamente sbaragliati da Napoleone, che si ritrova nelle condizioni di poter imporre la propria volontà all’intero continente europeo, tranne l’Inghilterra che non riuscì mai a battere sul mare, per cui attuò un blocco continentale, cercando di piegarla sul lato economico. Tuttavia il blocco continentale non diede i frutti sperati, in quanto gli inglesi se la cavarono incrementando i propri scambi con America e USA, mentre i grandi porti sotto egemonia francese subirono danni gravissimi in conseguenza del fatto di non poter più commerciare con la Gran Bretagna. Inoltre la Russia decise di riaprire le porte alle merci britanniche, e per punire questa provocazione Napoleone organizzò una grandiosa spedizione contro la Russia, dove seppe di giocare una carta suprema che forse andava incontro alla propria rovina, ma che ricorda dicendo: un imperatore muore in piedi e allora non muore, dal sublime al ridicolo non c’è che un passo. Il successo del primo tempo con la conseguente entrata a Mosca fu conseguita dai vari problemi causati dalla tecnica delle terre bruciate applicata dai Russi in modo da rendere impossibili il rifornimento di un cosi grande esercito. L’arrivo dell’inverno infine, rese del tutto impossibile un’ulteriore permanenza dell’esercito napoleonico in campo russo, che fu costretto a ritirarsi in mezzo alla neve. La Grande Armata aveva perso quasi i 2/3 dell’esercito e approfittando di questo disastro tutti gli avversari di Napoleone unirono le proprie forze e riuscirono ad infliggere all’imperatore la gravissima sconfitta di Lipsia. Il 1813, fu il vero anno fatale per Napoleone, l’impero crolla con vertiginosa rapidità sotto i colpi della prima vera e grande coalizione che si sia formata in Europa contro la Francia. Il territorio francese fu invaso, Paragi assediata. Napoleone dovette abdicare e ritirarsi all’isola d’Elba. Nel 1814 il Congresso di Vienna, organizzato da Metternich, raccoglie insieme tutti gli stati vittime di Napoleone. Concluse infine riportando i vecchi sovrani ai relativi troni, dividendo i territori in modo che nessuno stato fosse più importante e creando stati cuscinetto intorno alla Francia in modo da riuscire a soffocare la rivoluzione. L’intento futuro era quello di voler distruggere l’illuminismo e restaurare l’Anciem Regime. Nell’anno in cui Napoleone scappa da Elba, l’antico regime in apparenza trionfa, servendosi delle sue stesse armi e chiamando i popoli alla riscossa contro di lui in nome di quei principi che erano la forza dell’Imperatore francese. Egli torna a Parigi, tenta per un ultima volta di riprendere il potere: la sua eccezionale vita politica e militare si concluse tuttavia definitivamente a Waterloo per opere dei prussiani e degli inglesi, che dopo averlo catturato lo obbligarono a risiedere nella piccola e sperduta isola di Sant’Elena, in cui morì di cancro il 5 maggio 1821. La sua ambizione, lo aveva spinto per una strada solitaria e terribile, ma fu proprio lei che diede al mondo il nuovo ordinamento e la nuova forma che scaturiva dal sul pensiero. Tutto in Napoleone porta il segno della grandezza suprema, ed è per questo che ha sempre esercitato tanto fascino sulla immaginazione degli uomini. Può essere o non essere amato, può forze anche essere odiato, ma davanti a lui non è possibile restare indifferenti, e non è possibile all’uomo che pensa, fare a meno di porsi, almeno una volta nella vita, il problema di Napoleone. Lo fa anche Manzoni, con una domande che si pone nella poesia 5 maggio: “Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza: nui chiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in lui del creator suo spirito più vasta orma stampar”.

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