Storia di Roma da Augusto in poi

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Testo

LA SOCIETA’ IMPERIALE: PACIFICAZIONE E DOMINIO
1. IL POTERE DI AUGUSTO: RIVOLUZIONE E RESTAURAZIONE
13/1/27 = Augusto dichiarò di riconsegnare lo Stato nelle mani del “Senato e del popolo romano”; con questo egli:
• voleva segnare:
• la fine:
• delle guerre civili
• del potere militare dei “signori della guerra”
• l’inizio di una nuova epoca di:
• legittimità
• pace sociale
• ordine interno
• non intendeva rinunciare al suo potere
16/1/27 = ad Ottaviano:
• il Senato conferisce il titolo di Augustus (il venerabile)

titolo che alludeva alla sovranità sacerdotale dei primi re di Roma
• gli venivano riconosciuti:
• potestà tribunizia
• imperium proconsolare a vita (carica di Pontefice massimo)
• titolo di “padre della patria” (2 a.C.)
APPOGGIO DEI SOLDATI E DELLA PLEBE
Ottaviano:
1. sistemò ben 300.000 veterani ==> molti dei denarii utilizzati li trasse da:
• suo patrimonio personale
• bottino egiziano, che gli spettava per diritto di conquista
b
si assicurò la fedeltà e l’appoggio di:
• vecchi legionari, finalmente sistemati grazie al loro generale
• soldati in servizio, che solo da lui potevano sperare di ottenere un simile trattamento
2. si legò immediatamente anche alla plebe romana, grazie alle distribuzioni di grano (anche queste elargizioni venivano finanziate dal suo tesoro personale)
3. Più tardi trasferì progressivamente le spese a carico del bilancio dello stato
l
intanto si era guadagnato la fama di benefattore dei soldati e del popolo romano
4. fece una grande politica di lavori pubblici. Egli voleva:
• celebrare la grandezza del nuovo potere
• offrire larghe possibilità di lavoro agli artigiani e ai proletari della capitale
5. offrì alla plebe romana spettacoli circensi di enorme grandiosità
LA RIVOLUZIONE ROMANA
La politica di Augusto:
1. era condizionata da una profonda esigenza sociale:
• chiusura della crisi “rivoluzionaria”
• restaurazione degli equilibri sociali
• consolidamento di una nuova forma di potere
2. portò a termine il lungo processo rivoluzionario anti-senatorio
CAUSA DELLA FORZA DI AUGUSTO E DELL’APPOGGIO DEL POPOLO
• L’onnipotenza senatoria romana è definitivamente eliminata
• Il senato viene allargato a membri dell’aristocrazia italica e provinciale
• L’imperatore è visto come protettore dallo spirito oppressivo e rapace dell’oligarchia senatoria
I VINCITORI: CAVALIERI, ARISTOCRAZIE PROVINCIALI, PLEBE ROMANA
Da questa rivoluzione si avvantaggiarono:
1. cavalieri. Essi:
• mantengono:
• i tradizionali privilegi economici
• controllo delle attività commerciali e finanziarie
• entrano a far parte dell’ossatura dell’apparato burocratico dello stato imperiale
• si assicurano i gradi intermedi dell’esercito
• vengono loro riservate due cariche importanti:
• governo della provincia dell’Egitto
• comando delle truppe pretoriane
2. aristocrazie e ceti agiati delle province. Augusto estende loro il diritto di cittadinanza

lo stato si avvia a trasformarsi da stato nazionale romano-italico in un grande organismo unificato mediterraneo
3. ricchi provinciali avvantaggiati da:
• pace
• ordine
• amministrazione fiscale meno rapace
4. plebe romana. Il governo augusteo:
• le assicura regolari forniture di grano
• la fa vivere in una città all’altezza del suo ruolo
• la fa sentire vicina al principe (giochi circensi) senza il diaframma ostile del potere senatorio
GLI SCONFITTI: CONTADINI, LIBERTI, SCHIAVI
Non traggono alcun frutto dal nuovo regime:
1. popolazione rurale:
• le campagne continuano a venir divorate dai latifondi
• sui contadini continua a gravare il peso:
• delle confische in Italia
• delle tasse altrove
2. poveri non cittadini romani, che vengono ridotti quasi al livello degli schiavi
3. liberti; i loro diritti vengono compressi con l’esclusione dalle cariche e dal diritto di voto
4. schiavi, che possono essere affrancati meno frequentemente
RESTAURAZIONE DELL’ORDINE SOCIALE
Augusto inizia una restaurazione di cui sono beneficiari i ceti privilegiati della società imperiale, ma in primo luogo il senato.
Augusto:
1. restaura la salda autorità dello Stato a difesa della pace e dell’ordine sociale

• consiste nella garanzia del mantenimento delle gerarchie di potere e di ricchezza a vantaggio dei ceti più elevati
• grazie alla sua autorità, Augusto garantisce che esso non verrà mai più turbato.
L’Ara Pacis Augustae è il segno marmoreo dell’avvenuta restaurazione
L
grazie a questa pace riaffiorano:
• la maestà di Roma
• il prestigio del Senato
• la potenza della famiglia Giulia
2. nel senso della restaurazione vanno anche varie riforme sociali e morali. Augusto:
• varò leggi contro l'adulterio
• condannò il lusso eccessivo esibito dai ricchi
• incoraggiò il matrimonio e la procreazione negli strati più elevati della società
• ripristinò templi e culti delle divinità tradizionali di Roma
Il Senato:
• andava protetto dalla forza del principe
• doveva riprendere tutto il suo prestigio come massimo organo di coesione dell'aristocrazia
ACCORDO FRA PRINCIPE E SENATO
• Solo un "buon "senato poteva garantire all'imperatore il consenso dell'aristocrazia e della fascia più alta dei cavalieri
• Solo l'accordo fra imperatore e senato poteva rappresentare l'immagine di uno stato unito
s
Augusto si adoperò a rafforzare i ranghi dell'ordine senatorio:
• lo rese l'organo più rappresentativo della grande ricchezza imperiale (elevando a 1 milione di sesterzi il censo necessario per farvi parte)
• si assicurò che il prestigio del senato non fosse macchiato dai membri indegni (riducendo a 600 il numero dei senatori)
• nel senato si dovevano riconoscere i ceti dominanti di tutto l'impero (fu avviata una cauta politica di allargamento del senato all'aristocrazia provinciale)
POTERI DEL SENATO
• Augusto incoraggiò la tendenza ereditaria nella composizione del senato.
• I poteri effettivi di cui il senato disponeva erano:
1. governare le province (salvo l'Egitto)
2. massime cariche militari
3. principali magistrature giudiziarie
4. garantire al principe il consenso della grande aristocrazia dell'impero
LA FIGURA DELL'IMPERATORE
Dalla necessità di accordo con il senato deriva l'ambigua e contraddittoria definizione dell'imperatore:
• IMMAGINE GIURIDICA
Egli è console, tribuno, proconsole, pontefice; come in epoca repubblicana
• IMMAGINE IDEOLOGICA
Non può proclamarsi re o monarca alla maniera ellenistica, perché l'aristocrazia non è d'accordo
• In Oriente = Augusto è considerato un dio vivente e si edificano templi in suo onore
• A Roma = è solo il discendente del divino Cesare, e la divinizzazione gli spetterà solo dopo la morte. Egli è il primo dei senatori e protettore del popolo.
• POTERE REALE
il suo potere è quello di un tiranno, ma la sua immagine ufficiale è quella di un magistrato della repubblica
,
forte squilibrio
f
permanente fattore di un instabilità nel sistema statale romano
LA TRASMISSIONE DEL POTERE IMPERIALE
Questa situazione di ambiguità si riflette anche nel sistema di trasmissione del potere imperiale che Augusto adottò.
1. L'imperatore non può trasmettere il potere ai suoi figli per via ereditaria, perché questo potere promana dal senato e dal popolo
,
il figlio dell'imperatore non ha per nascita diritto al principato
2. Questa situazione portò al consolidamento dell'adozione.
.
• L'imperatore adottava un uomo degno di succedergli
• Il senato gli conferiva via via le cariche che ne avrebbero legittimato il futuro potere
• Alla morte del padre adottivo, il trapasso avveniva non per ereditarietà, ma perché l'imperatore designato deteneva già tutti i poteri legali inerenti alla sua funzione
3. L'erede veniva di norma scelto all'interno della famiglia imperiale, perché i soldati erano legati di più all'imperatore che allo stato
POSIZIONE CONTRADDITORIA DEL SENATO
Anche la figura del senato era in una situazione ambigua:
• COME ALTI FUNZIONARI CIVILI E MILITARI DELLO STATO, i senatori erano legati al loro capo, l'imperatore
• COME MEMBRI DELLA CLASSE ARISTOCRATICA, i senatori sapevano che non potevano fare a meno dell'appoggio dell'imperatore per mantenere l'egemonia sociale
• TUTTAVIA essi non potevano perdonare agli imperatori di aver loro sottratto il potere supremo di cui si sentivano legittimi

l'alleanza fra imperatore e senato era dettata più dalla necessità che da un vero consenso

ci fu sempre una tensione fra senato e apparato imperiale
Questa tensione esplodeva spesso in occasione della nomina di un nuovo imperatore. Si scontravano:
• erede designato
• senato
• eserciti
• e spesso anche plebe romana
2. AUGUSTO E LO STATO IMPERIALE
Augusto:
• proseguì la linea di Cesare di estensione della cittadinanza
• sottrasse le province alla fiscalità selvaggia e allo sfruttamento imposti dai pubblicani e dai governatori
• fece eseguire censimenti provinciali

è possibile istituire un sistema regolare di imposte sulle persone e sulle terre
• diede uno stipendio regolare ed assai elevato al governatore di ogni provincia

dovrebbe diminuire la sua rapacità nei riguardi dei sudditi
• riconobbe ampia autonomia amministrativa alle città
• diffuse colonie e "municipi"

città che godevano della cittadinanza romana
• istituì un efficace sistema postale di Stato

agevolava le comunicazioni fra governo centrale e regioni periferiche
IL SISTEMA FISCALE
Augusto:
• aveva speso enormi somme per guadagnarsi il favore della plebe e dei veterani.

Augusto:
• rendeva privato ciò che doveva essere pubblico (il potere)
• rendeva pubblico ciò che doveva essere privato (patrimonio)
r
grande confusione
• distinse il tesoro dello Stato dal patrimonio personale del principe. Entrambi erano a disposizione del principe e potevano essere devoluti a fini pubblici
RIFORMA FISCALE:
1. carico fiscale dei cittadini romani = tasse marginali (eredità e vendite fondiarie)
2. carico fiscale dei sudditi dell'impero = pesante:
• tasse sulla persona (tributum capitis)
• imposte fondiarie
• Le aliquote erano modeste per i grandi proprietari. I contadini dovevano pagare tanto quanto un latifondista.
• La quota da pagare era fissa

un anno di cattivo raccolto bastava a renderla esorbitante per un contadino
3. Non veniva toccato in nessun modo il capitale monetario mobile (commercianti e ricchi professionisti)
4. Tutta la macchina fiscale era gestita direttamente dai liberti e dagli schiavi personali dell'imperatore e non più dal senato
L'ORDINAMENTO GIURIDICO
• Oltre ai tradizionali tribunali di senatori e cavalieri, si aggiunse una giuria imperiale, presso la quale si poteva ricorrere in appello.
• Fu data una forte spinta alla costituzione di un ordinamento giudiziario stabile e uniforme
o
veniva valorizzata l'autorità dei professionisti del diritto, giuristi e avvocati (giurisperiti)
RIFORMA MILITARE
L'esercito:
• viene trasformato in un corpo stabile, permanente e professionale (20 anni di servizio)
• formato da 28 legioni, stanziate nelle province dell'impero
• ogni legione era composta da cittadini romani volontari
• i legionari ricevevano una paga di 225 denarii e un congedo di 3000 denarii
• a fianco delle legioni vi erano numerosi corpi ausiliari formati dai provinciali (25 anni di servizio)
• i provinciali ricevevano una paga molto inferiore a quella dei legionari e nessun congedo
• Per incoraggiare l'arruolamento Augusto dispose che i soldati in servizio potessero disporre liberamente dei loro beni
s
i giovani si arruolavano per sfuggire alla dipendenza familiare
• I soldati non potevano sposarsi e se erano già sposati il matrimonio veniva sciolto
o
spesso i figli "illegittimi" dei soldati si arruolavano per riottenere la cittadinanza
s
la professione militare tendeva a diventare ereditaria
I PRETORIANI
Istituzione del corpo dei pretoriani:
• conseguenza della riforma militare
• si trattava di 9000 uomini scelti e pagati il triplo degli altri soldati
• lavoravano a Roma o nei dintorni
• fungevano da guardia del corpo dell'imperatore
• erano comandati da un ufficiale, il "prefetto del pretorio", scelto nell'ordine dei cavalieri
Grazie ai pretoriani l'imperatore:
• poteva esercitare un controllo militare diretto sulla plebe
• si sarebbe spesso trovato prigioniero di questo potente corpo militare
L'ESPENSIONE ROMANA BLOCCATA IN GERMANIA
Nella prima fase del suo principato, Augusto volle allargare il dominio romano:
• consolidò la frontiera alpina dell'impero, sottomettendo la Dalmazia e le regioni fra le Alpi e il Danubio
• conquistò le terre della Mesia, ai confini della Dacia
• rivolse un grande sforzo militare verso la Germania
s
la frontiera del Danubio era insormontabile
6 d.C. = l'esercito romano fu distrutto dai Germani a Teutoburgo
14 d.C. = Augusto muore

venne ricordato come principe della pace ritrovata
3. LA VICENDA DEL POTERE IMPERIALE DA TIBERIO A MARCO AURELIO
TIBERIO (14-37)
Tiberio si sforzò di seguire la politica di pacificazione varata da Augusto:
• all'interno fece concedere da una banca di stato ai contadini prestiti triennali senza interessi
• all'estero si preoccupò di:
• sedare preoccupanti rivolte militari delle legioni stanziate alle frontiere
• consolidare i confini del Reno e in Oriente
Durante il suo principato sono emerse le contraddizioni che l'opera di Augusto aveva suscitato e insieme nascosto. Tiberio:
1. da un lato, seguì e consolidò la politica augustea di rispetto del Senato (il cui peso politico tornò rapidamente a crescere)
2. dall'altro, il potere del prefetto del pretorio, Seiano, aumentava. Per questo venne assassinato nel 31.

CALIGOLA (37-41)
Tentò di rafforzare la propria posizione forzando i tempi della trasformazione del principe romano in un monarca di tipo orientale. Proprio per questo venne ucciso
CLAUDIO (41-54)
I pretoriani imposero l'elezione di Claudio, fratello di Germanico:
• all'interno =
• rafforza la burocrazia statale, diretta dai liberti legati personalmente all'imperatore
• periodo di sviluppo economico e di allargamento della cittadinanza
• all'esterno = riprende la politica di espansione interrotta da Augusto (sottomette la Britannia, la Mauretania e nuove regioni della Tracia)
NERONE (54-68)
• Adottato da Claudio
• Ascese al principato a soli 16 anni.
1) Nerone è sotto l'influsso del suo maestro (filosofo stoico Seneca) e del prefetto Burro
B
piena restaurazione dell'autorità senatoria
2) morto Burro e ritiratosi Seneca, Nerone cambia la sua politica:
• dà al suo principato lo sfarzo, la grandiosità e lo strapotere propri delle monarchie ellenistiche
• si propizia, con elargizioni e spettacoli, il favore della plebe
• addossa la colpa dell'incendio di Roma del 64 ai Cristiani e ne ordina la persecuzione
• rafforza il ceto dei cavalieri agevolandone le attività commerciali

svaluta la moneta d'oro (senatori) in rapporto al denarius d'argento (rapporti commerciali)
s
di questa svalutazione beneficiano anche i soldati, la cui paga è corrisposta nella moneta d'argento
MORTE DI NERONE
Il peso dei tributi imposti da Nerone alle province determina nel 68 un'insurrezione in Gallia
n
il senato depone Nerone proclamandolo "nemico pubblico" e consegna il principato a Galba
i
Nerone si uccide
e
• la tradizione senatoria (Tacito e Svetonio) lo dipinse come imperatore folle, con una vita privata sfrenata e dissoluta (uccise la madre Agrippina e le mogli Ottavia e Poppea)
• la plebe romana conservò la memoria di Nerone come un grande indimenticabile principe
L'ANNO DEI QUATTRO IMPERATORI (69)
• I pretoriani uccisero Galba e proclamarono principe al suo posto Otone
• Le regioni del Reno (composte da uomini galli) contrapposero a Otone il loro generale Vitellio
• Otone forma un esercito, ma muore in battaglia
• Per non abbandonare il principato alle legioni galliche, quelle orientali e danubiane contrappongono a Vitellio il loro comandante, Vespasiano.
• Vitellio è ucciso

l'imperatore può anche venir eletto fuori da Roma
VESPASIANO (69-79)
• Eccellente amministratore
• Ottimo organizzatore burocratico e militare
• Riuscì in un decennio a riportare l'ordine nello stato e nell'esercito romano
• Avviò i lavori del Colosseo
• Promulgò una legge che regolava i poteri e le prerogative del principe, la lex de imperio

Vespasiano:
• ribadiva i principi sui quali era costituito l'impero di Augusto
• non si attribuiva nuovi poteri
• ribadiva il rispetto per l'autorità senatoria
• con la sesta clausola si attribuiva un potere assoluto e discrezionale (autocratico) con la solenne sanzione di una legge approvata dal Senato
• Accelerò la romanizzazione delle province occidentali:
• favorendo lo sviluppo economico
• inserendo le loro classi dirigenti nei supremi organi di governo
i
Vespasiano riduce il peso dell'Italia nello stato imperiale
TITO (79-81)
Con Vespasiano termina la serie di imperatori imparentati con la famiglia giulio-claudia

destina al trono il figlio Tito

• aveva represso per conto del padre una rivolta antiromana degli Ebrei
• distrusse Gerusalemme e costrinse gli Ebrei all'emigrazione (diaspora)
• tentò di recuperare il favore del Senato e degli intellettuali ad esso legati (amico di Plinio il Vecchio)
• il suo regno fu funestato da alcune grandi calamità:
• eruzione del Vesuvio nel 79 (muore Plinio il Vecchio)
• epidemia di pestilenza nell'80
• nuovo incendio di Roma nell'80
DOMIZIANO (81-96)
• Fratello di Tito
• Tentò di rafforzare il potere imperiale facendo attribuire un culto divino alla propria persona
• Accusò i cristiani di ateismo (non accettavano la divinizzazione del sovrano) e ne ordinò la persecuzione nel 95
• Fu ucciso nel 96, perché aveva ostili Senato ed ebrei-cristiani, che si stavano diffondendo anche all'interno dell'alta burocrazia
Il senato tornò ad imporre il proprio diritto di scelta del principe; e prevalse il principio che l'erede adottivo del principe dovesse essere scelto tra gli uomini più degni
NERVA (96-98)
• Nobile di fede senatoria
• Il suo principato apre una lunga fase di concordia fra Senato e governo imperiale
TRAIANO (98-117)
Imperatore spagnolo ed energico. La sua politica si mosse su due direttrici precise:
1) all'interno risanamento delle campagne italiche
r
lo spopolamento dell'Italia rurale rappresentava un fenomeno doppiamente preoccupante
• erodeva uno dei pilastri dello stato romano poggiato sull'abbondanza di prodotti e uomini italici
• rendeva sempre più difficile il reclutamento dei legionari in Italia

a) Traiano fondò le institutiones alimentariae
i
• pensioni offerte alle famiglie numerose dei contadini poveri
• lo stato concedeva ai proprietari fondiari prestiti a un tasso di interesse limitato e questi interessi erano devoluti a formare il capitale delle institutiones
i
ripresa della natalità in Italia
b) Traiano sistemò le strade interne, aperse nuovi porti, prosciugò le paludi pontine
2) ripresa dell'espansione verso l'esterno tra il 101 e il 106
• conquistò la Dacia (Romania) ==> enorme bottino di beni e schiavi
==> controllo sulle miniere d'oro della regione
• riprese l'offensiva contro i Parti, riuscendo a trasformare in provincia romana il regno d'Armenia nel 114
• occupazione dell'Assiria
• le legioni marciano verso la Mesopotamia, ma si ritirano perché c'è stata una rivolta degli Ebrei

rottura tra Ebrei e Cristiani
ADRIANO (117-138)
• Imperatore spagnolo
• Non fece altre conquiste in Oriente
• Si dedicò a solidificare i confini dell'impero (limes), fortificandolo contro la minaccia delle invasioni barbariche (vallo in Britannia)
• Dovette far fronte ad una nuova ribellione ebraica contro i romani, ma anche contro i cristiani
• Lavorò ad estendere la base ideologica di consenso all'impero
• Si presentava come saggio sovrano ispirato dai dettami morali della filosofia stoica
• Raccolse le simpatie di tutti i ceti privilegiati della società imperiale, compresi quelli delle provincie
L'impero romano è ormai un grande stato unificato del Mediterraneo in cui ogni popolo godeva di pari diritti; a Roma toccava solo il ruolo di capitale
ANTONINO PIO (138-161)
• Era ossequioso per la religione e la moralità di ispirazione stoica e care al senato
• Provvide a migliorare le condizioni degli schiavi

il padrone che uccide uno schiavo senza ragione può venire incriminato per omicidio
i
ci si avvia a riconoscere agli schiavi un minimo di personalità morale e giuridica
MARCO AURELIO (161-180)
• Era di origine spagnola.
• Si presentava come l'imperatore filosofo per eccellenza; era sempre in compagnia di filosofi (Galeno)
;
• non si era mai stati così lontani dall'immagine dell'imperatore-tiranno che il senato aveva visto in uomini come Nerone e Domiziano
• mai si era stati più vicini all'ideologia senatoria
• gli eventi catastrofici avvenuti nel suo principato non gli consentirono un governo sereno e pacifico:
• all'interno, il problema dell'insubordinazione dei cristiani lo convinse a fare nuove persecuzioni
• in Oriente riprese l'offensiva contro i Parti, perché:
• l'esistenza di un grande e potente stato ostile ai confini di una delle più ricche regioni dell'impero non appariva più tollerabile
• le ricchezze dei Parti costituivano l'ultima possibilità di ingenti bottini

Le legioni di Marco Aurelio fecero della Mesopotamia partica un paese tributario dell'impero romano
LA GRANDE PESTILENZA
Le legioni non riuscirono a tenere Babilonia perché c'era un epidemia di peste
e
i legionari presero l'infezione in Mesopotamia e la diffusero in tutto l'impero.
• I medici non conoscevano alcun rimedio
• La mancanza di igiene contribuì a rendere micidiale questa epidemia
• La peste dimezzò nel giro di 20 la popolazione dell'impero, mettendo in crisi l'agricoltura
c
l'ottimismo dell'ideologia stoica, che vedeva il mondo governato da una benevola provvidenza divina, subì nelle coscienze popolari un duro colpo
u
la disperazione della peste provocò la diffusione dei culti mistici
L'indebolimento dei parti e le conquiste in Mesopotamia permisero di consolidare le correnti commerciali verso l'Oriente indiano e cinese
I BARBARI E LA FINE DELL'EPOCA AUREA
• Sulla frontiera danubiana si fa minacciosa la pressione dei barbari
• I Quadi e i Marcomanni sfondano i limes e scendono fino a Verona
• La resistenza di Marco Aurelio è energica e i barbari vengono fermati
• Marco Aurelio è ucciso nella campagna contro i Marcomanni, ma li sottomette

• la sua morte interrompe gli equilibri stabili del periodo che va da Nerva fino a Marco Aurelio
• decide di trasmettere ereditariamente il principato a suo figlio Commodo
6. RELIGIONE UFFICIALE E RELIGIONE DI PROTESTA NEI PRIMI DUE SECOLI DELL'IMPERO
Politica religiosa nell'impero:
• massima libertà di culto a tutte le religioni tradizionalmente praticate nelle singole città e province
• si impone il culto dell'imperatore divinizzato

• momento di coesione ideologica e di unificazione politica attorno allo stato imperiale
• omaggio che si rende al potere dello stato romano
• viene accettato senza resistenza da tutti i popoli che ne accettano la supremazia
INSUFFICIENZA DELLA RELIGIONE UFFICIALE
La religione ufficiale non poteva bastare alle coscienze dei sudditi, perché:
1) l'ordine imperiale era edificato su:
• oppressione
• miseria
• servitù inesorabile perché universale
• perdita di identità nazionale

schiavi, liberti, artigiani, mercanti che vivevano ai margini della compatta società imperiale
2) l'ordine del mondo prevedeva anche per le classi dominanti un, sia privilegiato, asservimento
DIFFUSIONE DI CULTI PRIVATI
Questo disagio spiega la rapida diffusione dei culti privati, dai quali ci si attendeva:
• la salvezza dell'anima
• la difesa dal male e dalle sciagure
La società imperiale lasciava convivere in sé:
• alti livelli di razionalismo (religione stoicheggiante a base scientifica di Seneca, Galeno, Adriano e Marco Aurelio)
• il massimo di irrazionalismo, di superstizione, di misticismo (gli uomini che ho citato credevano nel potere divinatorio dei sogni e nell'esistenza di demoni buoni e cattivi)
Questa convivenza era possibile nell'ambito della spartizione tra sfera pubblica e sfera privata
Ciò che l'impero non poteva sopportare era il rifiuto del culto imperiale
LA SFIDA EBRAICA
Da questo punto di vista il vero nemico era l'ebraismo
l
il monoteismo di Israele era aperta sfida per il suo rigido rifiuto di venerare l'imperatore divinizzato
Il conflitto religioso si accompagnava a:
• l'irriducibile spinta ebraica all'indipendenza
• la straordinaria coesione del popolo d'Israele
• La distruzione di Gerusalemme nel 70
• La repressione delle rivolte del 115 e del 135
• La diaspora

• non piegarono la loro resistenza
• accentuarono la loro risposta in termini di identità religiosa e nazionale
GLI ESSENI E IL MESSAGGIO CRISTIANO
All'interno del mondo ebraico si erano formate sette:
Esseni ==> predicavano l'imminente venuta del nuovo profeta
==>Per prepararsi ad essa rifiutavano:
• la dominazione romana
• i costumi della classe dirigente ebraica
Cristiani ==> Gesù, detto Cristo, aveva raccolto una comunità di santi. La loro scelta era:
• umiltà nella fede e dell'amore CONTRO superbia della religione e del potere
• purezza dell'anima CONTRO l'oppressione, lo sfruttamento, la ricchezza
• annuncio della buona novella (Evangelo)
• realizzazione del regno di Dio in terra
• La forte vocazione egualitaria del primo cristianesimo
• La fiducia nell'imminente liberazione universale
• La capacità di appellarsi alle forze profonde della persona umana (speranza, carità e amore)

ne spiegano la rapida diffusione presso strati sociali diversi, ma accomunati dal senso dell'oppressione e della servitù
LE SCELTE DEL CRISTIANESIMO
Il cristianesimo dovette fare una serie di scelte; innanzitutto il senso da dare all'avvento del regno di Dio in terra

• rapporto con gli ebrei
• rapporto con lo stato romano
• rapporto con i gentili
ALL'INIZIO
Tendenza di concepire il regno di Dio come liberazione di Israele dal dominio romano
l
simpatie verso Cristo della setta degli Zeloti (gruppo più risoluto della resistenza ebraica)
PAOLO (metà del I secolo)
Sciolse le ambiguità e decise le scelte del cristianesimo. Egli:
• scisse il futuro del cristianesimo da quello del popolo di Israele
• l'avvento del regno di Dio era da porsi in una prospettiva lontana
• la liberazione degli uomini era un fatto che doveva accadere all'interno delle coscienze
• i fedeli dovevano attendere le loro ricompense nella sopravvivenza ultraterrena dell'anima
PAOLO: RICONOSCIMENTO DELLO STATO ROMANO E ROTTURA CON L'EBRAISMO
Paolo poteva chiedere ai cristiani:
• obbedienza allo stato imperiale
• riconoscimento della sua autorità terrena alla quale contrapporre solo la fede interiore nella vita ultraterrena
l
• staccava il cristianesimo dalle sue origini ebraiche
• faceva del cristianesimo una fede potenzialmente universale
• i suoi discorsi si rivolgevano anche e soprattutto ai gentili
• ammetteva la conversione al cristianesimo senza esigere la circoncisione (obbligatoria per gli israeliti)
• il Cristo di paolo era il salvatore dell'umanità nel suo insieme
s
diffusione del cristianesimo in tutte le regioni del mondo romano, dove c'era bisogno di un messaggio di umanità, speranza, salvezza personale
LA DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO E LE PERSECUZIONI
Si formarono rapidamente comunità cristiane

• composte di liberti, artigiani, mercanti, funzionari dell'amministrazione imperiale e aristocratici
• non potevano rinunciare al monoteismo

non potevano rinunciare al rifiuto del culto dell'imperatore divinizzato
r
furono ordinate le persecuzioni (Nerone, Traiano, Marco Aurelio)

• non impedirono la crescita delle comunità cristiane. Il sereno coraggio con cui i martiri affrontavano la morte contribuiva ad accrescerne il fascino
• sulla linea tracciata da Paolo, queste comunità si organizzarono in una chiesa

ogni comunità era diretta da un vescovo (quello di Roma era più importante)
I CRISTIANI E L'IMPERO: LOTTA O INTEGRAZIONE?
Tertulliano (Africa) e Marcione (Asia minore):
• chiamarono i cristiani alla rottura di ogni compromesso con la società imperiale
• chiesero ai fedeli di prepararsi all'imminente seconda venuta di Cristo
• il nuovo vangelo conobbe una larghissima diffusione negli strati più poveri

• spogliarsi delle ricchezze
• realizzare un comunismo di carità
• Questa linea condusse il cristianesimo sulle posizioni di rivoluzione morale e sociale
• Si oppose l'organizzazione della chiesa, con Giustino e Clemente
CONVIVENZA FRA CHIESA E STATO
Secondo Giustino e Clemente:
• la chiesa può convivere con lo stato imperiale a patto di una spartizione di competenze tra dominio spirituale e temporale
• la stessa tradizione culturale pagana è pienamente compatibile con la dottrina cristiana
c
la ricchezza non è un male
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il ricco può entrare nella comunità cristiana se usa dei suoi beni con generosità
• non si deve sfidare lo stato esponendosi con leggerezza alla persecuzione e al martirio
Questa linea era destinata a prevalere e Tertulliano e Marcione furono dichiarati eretici
LA CHIESA COME ORGANIZZAZIONE UNIVERSALE
La chiesa cristiana affermava la sua vocazione a:
• proporre una fede religiosa valida per tutta la società imperiale
• costituirsi come un'organizzazione universale

• con cui lo stato avrebbe dovuto prima o poi fare i conti
• capace di esercitare l'egemonia ideologica sull'impero
Le comunità:
• diffondevano il proselitismo
• fondavano scuole
• mantenevano legami internazionali
• organizzavano opere di beneficenza per i poveri
• il vasto consenso sociale di cui disponevano le metteva in grado di resistere alle persecuzioni
LO STOICISMO E L'EPICUREISMO
LO STOICISMO
1) Constatazione della sofferenza dell'uomo. Per liberarsi bisogna staccarsi dalle cose materiali. Infatti l'uomo soffre perché è troppo affannato a rincorrere i suoi desideri materiali
2) Il saggio è colui che raggiunge l'impertubabilità, colui che cioè non è legato a cose e persone
3) Non c'è soluzione al problema della morte ==> paura della morte
4) Diffuso tra i senatori
5) Prepara la strada al cristianesimo, perché.
• È una corrente monoteista
• Predica l'unità e l'uguaglianza tra gli uomini
L'EPICUREISMO
• Gli dei esistono
• Gli dei sono indifferenti agli uomini

non bisogna temerli
• Prepara la strada al materialismo

Esempio