Sparta e Atene

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Testo

SPARTA E ATENE

Sparta sorgeva in una pianura, nel Peloponneso meridionale; essa aveva precedentemente conquistato la Laconia e, durante la prima guerra messenica, conquistò la Messenia. Gli abitanti di questo luogo si ribellarono, e la loro rivolta sfociò nella seconda guerra messenica. E fu con la stentata vittoria di questa guerra che gli Spartani ottennero il dominio di tutto il Peloponneso meridionale.
Alcuni studiosi sono soliti ritenere Licurgo come l’opera delle caratteristiche della polis spartana; tuttavia gli ordinamenti di Sparta furono il risultato di un lungo processo secolare.
Al vertice del governo Spartano c’erano due re (diarchia); essi comandavano soltanto l’esercito e non svolgevano nessun compito importante all’interno della città. Essi erano controllati dagli èfori, eletti annualmente dall’assemblea, l’apella; questa assemblea, in realtà, aveva il solo potere di approvare o respingere le proposte avanzate dalla gerusìa (formata dai due re e 28 anziani). Questo governo era forte espressione di quella che era l’oligarchia spartana.

I cittadini di Sparta erano detti spartiati. La loro unica attività era l’addestramento militare, e il cittadino, prima di qualunque ogni altra cosa, era un guerriero; veniva strappato alla famiglia fin da bambino, educato alla dura realtà della società spartana.
Chi si occupava delle attività produttive erano gli iloti, i quali non avevano alcun diritto politico, ma potevano trattenere metà del raccolto.
I perieci, invece, erano genti, come gli spartani, di origine dorica, ma che non avevano preso parte alla creazione della polis. Essi non avevano diritto politico, ma venivano impiegati come soldati.

Ad Atene nove arconti esercitavano tutte le funzioni del governo; essi erano assistiti da un consiglio chiamato areopago. Ci si trova nuovamente di fronte ad una organizzazione di tipo oligarchico. Ma il sistema fu scossa da una grave crisi sociale che si abbatté su tutta la Grecia, crisi che sfiorò la guerra civile.
Grazie a Solone, arconte eletto in quel periodo, furono presi provvedimenti per uscire dalla situazione di malcontento generale: furono annullati tutti i debiti e la libertà fu restituita ai cittadini. Successivamente, questi ultimi furono divisi in quattro classi:
1) pentacosiomedimni, cittadini che producevano più di tutti;
2) hippeis, cavalieri, il cui censo consentiva loro di militare nella cavalleria;
3) zeugiti, militanti tra gli opliti;
4) teti, che producevano meno di tutti e militavano nella fanteria leggera.
Solo i primi tre potevano ricoprire cariche pubbliche. I teti, però, potevano partecipare all’assemblea popolare e al tribunale del popolo. Fu anche creata la boulè, consiglio che elaborava i testi delle leggi.

Pisìstrato, che voleva ottenere un largo consenso per salire al potere, si propose come sostenitore del popolo. Dopo vari tentativi riuscì a impadronirsi del potere e divenni un tiranno. All’apparenza sotto Pisistrato la polis non cambiò in alcun aspetto, ma in verità Atene era governata da un solo uomo, che decideva per tutti; ciò vuol dire che la polis non esisteva più.
Alla morte del tiranno gli successero i figli Ippia e Ipparco, che però non possedevano la stessa astuzia e abilità del padre. Ipparco fu ucciso, e Ippia diede al regime un carattere dispotico, che fu la causa dell’intervento degli Spartani (supporto degli aristocratici) che vedevano con ostilità la tirannide ateniese. Alla caduta della tirannide, però, si ricreò quella situazione di malcontento che, panni prima, aveva causato l’intervento di Solone.

Con l’elezione di Clìstene, l’Attica fu suddivisa in 30 trittìe, che a loro volta furono divise in 10 tribù. Venne inoltre sminuito il potere degli aristocratici. Ogni tribù designava 50 consiglieri per il consiglio dei 500, organismo più importante della polis. L’anno fu diviso in 10 pritanìe (mesi); ogni pritanìa era affidata a 50 consiglieri che estraevano a sorte un presidente che restava in carica un giorno. L’assemblea era composta da tutti i cittadini ateniesi; per mezzo di questa, Clìstene istituì l’ostracismo. Essa, inoltre, eleggeva 10 strateghi che comandavano l’esercito.
Questo nuovo sistema è espressione di quella che fu la democrazia Ateniese.

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