Seconda guerra Mondiale

Materie:Appunti
Categoria:Storia

Voto:

2.5 (2)
Download:211
Data:01.10.2001
Numero di pagine:14
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
seconda-guerra-mondiale_11.zip (Dimensione: 13.75 Kb)
trucheck.it_seconda-guerra-mondiale.doc     47 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Lo scoppio della guerra
Hitler era convinto di poter costruire il Terzo Reich senza dover affrontare una vera e propria guerra. Mussolini intanto avanzò a sua volta pretese sulla Corsica, la Savoia, Tunisi e Gibuti. Nell’aprile 1939 l’ALB fu annessa all’Impero fascista. FRA e GB si impegnarono a garantire l’integrità territoriale della POL, ROM, TUR, GRE e cercarono di trovare un accordo con l’URSS contro l’espansione tedesca. L’URSS si risolse a salvaguardare i propri confini firmando un patto di non – aggressione direttamente con la GER. Il 25 agosto la GB e POL firmarono un trattato di alleanza di evidente significato antitedesco. Ma Hitler, garantito a est del patto con l’URSS, il 1° settembre mise in atto il piano da tempo preparato per l’invasione della POL. GB e FRA chiesero l’immediato ritiro delle truppe tedesche dalla POL. Fu l’inizio della guerra che nei piani tedeschi, doveva essere una guerra lampo. Nello stesso tempo l’URSS attaccava la FIN. Hitler attaccò la NOR e la DAN e puntò alla conquista della FRA. L’attacco travolse dapprima il BEL, OLA, LUS, la cui neutralità non fu rispettata. Quindi le truppe naziste puntarono sulla FRA che venne rapidamente invasa. Il 14 giugno i tedeschi entravano a Parigi, mentre una folla si metteva in marcia verso il sud del paese. La FRA restò divisa in due parti: quella nord fu sottoposta all’occupazione nazista; quella centro-sud costituì la repubblica di Vichy. Il 9 luglio l’Assemblea nazionale affidò il compito di dare vita a una nuova costituzione a Petain (destra) , ma il risultato fu un governo di tipo autoritario, che svolse una politica di collaborazione subalterna alla GER.
La guerra parallela dell’Italia
Alla prima fase del conflitto l’ITA mantenne una posizione di “non belligeranza”. Ma il 10 giugno 1940 il ministro degli Esteri consegnò alla FRA e GB la dichiarazione di guerra, mentre il duce annunciava pubblicamente l’entrata in guerra dell’ITA. Le operazioni avevano come scopo l’invasione della FRA attraverso il confine sud-orientale; l’attacco sulle Alpi contro un avversario già debole mise in evidenza la scarsa preparazione e l’inefficienza militare italiana. Il 24 giugno fu firmato l’armistizio che apportò modeste modifiche ai confini ITA-FRA. In settembre le truppe ITA attaccarono gli inglesi nell’Africa e la GRE. Entrambe ebbero però scarso successo. Dopo la conquista del KEN del SUD la controffensiva britannica riprese i territori persi e costrinse Musso a chiedere aiuto alla GER. Le colonie ITA (ETI, SOM, ERI) furono occupate dai britannici. In GRE gli italiani ritrovarono di fronte a una resistenza imprevista cui fece seguito una controffensiva greca che costrinse l’ITA a ripiegare a nord, in ALB. La crisi del consenso del fascismo si aggravò ulteriormente.
Il predominio tedesco
La GB rifiutò la proposta di pace che Hitler le rivolse. Churchill rivolse ai propri connazionali un discorso in cui annunciava il proposito di continuare la guerra fino alla vittoria, pur consapevole dei costi che ciò avrebbe comportato. Nel luglio del 1940 ebbe inizio il progetto (Leone marino) preparato dai nazisti per l’invasione della GB. La GER cercò di far valere la potenza della propria aviazione bombardando obiettivi militari, industrie e città. La volontà di resistere rappresentò il primo serio ostacolo sulla strada di Hitler. Al termine dell’estate il progetto venne momentaneamente accantonato. La GB assunse il ruolo di nazione-simbolo della lotta antitedesca. A fianco della GB si schierarono i Paesi del Commonwealth, mentre gli USA fornirono aiuti e rifornimenti. GER ITA e GIA firmarono il Patto tripartito, che delimitava le rispettive sfere di influenza in Europa e in Asia e garantiva il reciproco aiuto militare ed economico dei membri. Nell’aprile del 1941 truppe congiunte italiane e tedesche conquistarono la JUG e la GRE. Il 22 giugno 1941 ebbe inizio contro l’URSS l’operazione Barbarossa, che aprì un nuovo fronte di lotta e mutò il quadro del conflitto. Stalin era convinto che l’attacco non sarebbe avvenuto prima della conclusione dello scontro con la GB; perciò l’offensiva tedesca lo colse impreparato. I successi iniziali della GER vennero frenati dal gelido inverno russo, ma anche dalla forte resistenza dell’esercito sovietico e dalla sempre più forte organizzazione partigiana. La GER aveva impegnato al massimo uomini e mezzi nello sforzo iniziale, mentre non era attrezzata a una prospettiva bellica di lungo periodo. L’inaspettata reazione sovietica metteva in crisi la strategia militare del Reich.

L’intervento degli Stati Uniti
La guerra dilagò anche in Estremo Oriente, dove il GIA cercava di espandersi e di imporre la propria supremazia nell’area dell’Asia sud-orientale. Alla fine del 1941 gli USA entrarono in guerra, ma di fronte all’attacco hitleriano, Roosvelt nel 1940 decise di dare un concreto appoggio alla GB. Alla fine di maggio Roosvelt proclamò lo stato di emergenza e in giugno ruppe le relazioni diplomatiche con l’ITA e la GER. La marina USA si era assunta l’onere di scortare i convogli mercantili diretti alle coste britanniche. L’intesa anglo-americana venne ufficializzata da una dichiarazione conosciuta come Carta atlantica che fissava i principi secondo cui, a guerra finita, si sarebbe dovuto ricostruire l’ordine democratico. Nel luglio 1941 il GIA invase il VIE. USA e GB reagirono all’azione di forza decretando il blocco delle espo verso il GIA e chiedendo il ritiro delle truppe dalla CIN e dal VIE. Il GIA decise di aggredire gli USA e il 7/12/1941 bombardò la base navale di Pearl Halbour (Hawaii). L’11 dicembre ITA e GER dichiararono guerra agli USA. La guerra era davvero mondiale. GER e ITA ebbero di fronte la maggiore potenza industriale del mondo, dotata di risorse umane e materiali in grado di sostenere uno scontro di lungo periodo. Ciò avvenne nel momento in cui la strategia della guerra-lampo cominciava a mostrare la sua debolezza. Nella conferenza di Washington si ritrovarono USA, GB, URSS, Commonwealth e esponenti dei paesi occupati dai tedeschi. I partecipanti sottoscrissero il Patto delle Nazioni Unite che li impegnava a coordinare le forze nella lotta contro il fascismo. Durante l’estate 1942le armate italo-tedesche riuscirono a riportare nuovi successi nel nord Africa. Il generale Rommel occupò parte dell’EGI. Sul fronte russo i tedeschi aprirono con una rapida avanzata la seconda campagna ad est; dalla sua posizione dominante Hitler poteva mettere in atto il progetto antiebraico e infliggere gravi danni alle odiate potenze demoplutocratiche occidentali e a quella sovietica
L’Europa occupata
L’occupazione di una vasta parte dell’Europa diede alla GER la concreta possibilità di costruire il Nuovo Ordine progettato dal nazionalsocialismo. La razza eletta poteva assoggettare gli slavi di razza “impura”. Le popolazioni furono sottoposte a violenze sistematiche, private di tutto, uomini e donne sfruttati come animali da lavoro. In tutti i Paesi sottoposti al dominio nazista si scatenò la persecuzione antiebraica, che assunse la dimensione del genocidio, ovvero la distruzione dell’intero popolo. Agli ebrei fu imposto di portare un segno di riconoscimento esteriore (la stella di David),ì e di vivere segregati nei ghetti. Cominciarono poi i rastrellamenti e le deportazioni in massa verso i lager. Venne quindi messa in opera la cosiddetta “soluzione finale”, il progetto di sterminio degli ebrei. Coloro che non erano in grado di lavorare venivano uccisi nelle camere a gas e i loro corpi inceneriti nei forni crematori. Chi era in grado di lavorare veniva costretto a prestare la propria opera al servizio del Reich in condizioni di schiavitù. Accanto agli ebrei, furono internati gli zingari, gli omosessuali, gli antifascisti. L’amministrazione dei campi era affidata alle SS che seppero trarre il massimo vantaggio dalla forza-lavoro posta sotto il loro controllo. Varie industrie beneficiarono della possibilità di sfruttare i deportati come manodopera nella loro produzione. Il sistema del terrore esportato dalla GER nelle aree sottoposte al suo dominio suscitò reazioni, dapprima da parte di piccoli gruppi operanti in uno stato di estrema difficoltà e pericolo contro un regime di polizia. Il fenomeno della Resistenza coinvolse tutta l’Europa occupata. Vi fu via via un crescente coordinamento tra i gruppi partigiani (comunisti, governi in esilio) che combattevano in tutta Europa.
La svolta del 1942 – 1943
Nella seconda metà del 1942 l’avanzata GIA nel pacifico fu interrotta dagli USA. Nell’area russa la GER diede inizio a un’azione che si sarebbe risolta in una pesante sconfitta. Tra ottobre e novembre si sviluppò la controffensiva alleata, sotto la guida di Montgomery. L’8 novembre un corpo di spedizione GB USA sbarcò nel Nord Africa francese incontrando una debole resistenza nelle truppe della Repubblica di Vichy. Le truppe ITA GER operanti nell’area africana vennero incalzate dalle forze GB USA fino alla resa (maggio 1943). Queste prime sconfitte indussero Hitler a occupare anche la zona meridionale della FRA. Alla fine del 1942 il quadro complessivo del conflitto mostrava le potenze del Tripartito saldamente in grado di controllare la situazione sia in Europa, sia in Asia. Il loro slancio espansionistico era però stato bloccato. Nella conferenza di Casablanca venne stabilito che si sarebbe aperto un nuovo fronte in ITA per la relativa facilità dello sbarco sulle coste siciliane e le difficoltà politico-economiche del governo ITA. Churchill puntava sulla possibilità di una pace separata con ITA e voleva impegnare un certo numero di divisioni GER sul nuovo fronte a sud, alleggerendo la pressione al centro dell’Europa, in vista di un imponente progetto di sbarco sulle coste francesi. Gli alleati decisero anche la prosecuzione della guerra fino alla vittoria finale, senza scendere a patti con la GER.
La campagna d’Italia
L’apertura di un nuovo fronte in ITA viene realizzata il 10 luglio 1943, quando una flotta USA GB sbarcò sulle coste della Sicilia. L’isola venne presto occupata. Le popolazioni videro nei militari alleati dei liberatori. Nelle file del partito Fascista serpeggiavano malumori verso Musso. L’obiettivo delle forze moderate era lo sganciamento dell’ITA dalla GER e nello stesso tempo il distacco della monarchia dal fascismo. Nel Gran Consiglio del fascismo nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1943 Musso fu attaccato da Grandi e dal ministro degli esteri Ciano. Il risultato fu un ordine del giorno che invitava il re a riprendere le proprie prerogative, in primo luogo come comandante delle forze armate. Convocato dal sovrano il pomeriggio del 25 il duce venne invitato a dimettersi e seduta stante arrestato dai carabinieri, quindi imprigionato a Campo Imperatore, sul Gran Sasso. La notizia della caduta di Musso suscitò diffuse manifestazioni di gioia, nella speranza di una prossima fine della guerra. Vennero abbattute le istituzioni del fascismo (Gran Consiglio, Tribunale speciale). I tedeschi rafforzarono la loro posizione militare in ITA e fecero affluire alcune divisioni al confine del Brennero, pronti a intervenire contro la defezioni degli alleati italiani. L’ITA dovette accettare un armistizio senza garanzie. L’armistizio buttò l’ITA nel disordine assoluto. La capitale venne occupate dalla GER dopo aspri combattimenti con le truppe ITA. L’esercito sbandò senza opporre resistenza agli attacchi degli ex alleati. 600.000 militari ITA vennero fatti prigionieri e deportati in GER. Nuclei di soldati ITA in GRE, in ALB, in JUG si unirono ai partigiani locali, in Corsica ai FRA di De Grulle. La GER si fermò su una linea difensiva che attraversava l’ITA da Gaeta alla foce del Sangro (Gustav). Gli USA GB si fermarono nella primavera 1944. il governo monarchico dichiarò guerra alla GER. Il 12 set 1943 un commando dell’esercito GER liberò Musso che formò un nuovo Stato fascista con capitale a Salò. Ci fu l’annessione di fatto al Reich di regioni strategicamente importante come la Venezia Giulia e il Trentino. L’ITA si ritrovò così divisa in due: al sud continuò a esistere il vecchio Stato monarchico, al nord operò la Repubblica sociale in stretto contatto con le forze GER.
La resistenza Italiana
Nell’ITA sud si verificarono episodi di resistenza e di lotta spontanea contro le violenze dei tedeschi in ritirata, mentre gli USA GB cominciavano a risalire la penisola. Nell’ITA nord si formarono le prime bande armate; ne facevano parte nuclei di antifascisti. Il primo episodio di rilievo fu una battaglia combattuta in Piemonte, nella zona di Cuneo, dove si ritrovarono gli antifascisti. Il 19 settembre il nucleo venne attaccato dai tedeschi, che furono però respinti. LITA occupata si trovò in una situazione simile a quella dei paesi sottoposti al dominio GER. Si formarono anche unità relativamente omogenee, sulle base degli orientamenti politici prevalenti all’interno di ciascuna. I partigiani agivano soprattutto fuori dalle città, nelle campagne; attaccavano di sorpresa reparti GER, linee di comunicazione, depositi di materiale bellico. Il PC si rafforzò, dopo la caduta del fascismo, con la liberazione di molti dirigenti e militanti, in carcere o al confino. Si ricostruirono il PS e il PR. Dopo l’8 settembre i rappresentanti di tali partiti diedero vita al Comitato di liberazione nazionale (CLN), che si proponeva come punto di riferimento politico, in contrapposizione al fascismo e alla monarchia. Con la nascita del CLN si venne a creare una situazione di difficili rapporti tra il Comitato stesso e il governo presieduto da Badoglio. Togliatti propose di abbandonare l’antimonarchia per unire tutte le forze disponibili alla lotta contro il fascismo. L’obiettivo primo doveva essere la liberazione dell’ITA; una volta raggiunto lo scopo si sarebbe affrontato il problema politico-istituzionale della forma di stato e delle guida politica del paese. Vittorio Emanuele III si impegnò a delegare i propri poteri al figlio Umberto, dopo la liberazione di Roma; al temine della guerra i cittadini avrebbero deciso sul mantenimento o meno dello stato monarchico. Il 4 giugno 1944 i rappresentanti delle formazioni politiche di massa sottoscrissero l’impegno a dar vita a una associazione sindacale unitaria, che prese il nome di CGIL. Lo stesso 4 giugno Roma fu liberata. Gli USA GB avanzarono nelle regioni centrali; in agosto anche Firenze fu liberata. La consistenza delle bande si rafforzò con l’arrivo di nuove reclute. Un notevole peso ebbe l’adesione di giovani che sfuggivano alla chiamata di leva decretata dalla Repubblica di Salò. L’episodio clamoroso fu lo sciopero che nel marzo 1944 paralizzò la produzione nelle fabbriche del nord. Le rappresaglie GER contro le popolazioni civili avevano l’obiettivo di scoraggiare coloro che offrivano in vario modo sostegno alla Resistenza e frenare le iniziative partigiane per il timore di scatenare rappresaglie contro i civili. Il governo di Musso ridusse il proprio ruolo alla repressione del movimento partigiano. Nell’autunno 1944 l’offensiva USA GB nella penisola ebbe una battuta d’arresto; il fronte alleato si fermò sulla linea Gotica. Nel novembre1944 il maresciallo Alexander, comandante delle forze alleate in ITA, invitò i gruppi della Resistenza a smobilitare in attesa che riprendesse l’offensiva USA GB nella penisola. L’accordo tra il CLN e gli USA GB impegnava il CLN a eseguire le istruzioni impartite dal comando USA GB, subordinando le azioni della Resistenza alla strategia bellica e alle direttive degli alleati.
L’ultima fase del conflitto
Nel luglio 1943 l’URSS sviluppò una forte iniziativa sul fronte orientale che costrinse i tedeschi a ripiegare. Fu l’inizio dell’avanzata russa verso Ovest, che si sarebbe conclusa nella primavera del 1945 con la conquista di Berlino. Roosvelt, Churchill e Stalin si trovarono a Teheran per coordinare l’azione bellica, in vista dello sbarco USA GB in FRA previsto per l’anno successivo. Gli USA GB misero in campo un imponente schieramento di uomini e mezzi. Dopo quasi due mesi di combattimenti, le truppe del Reich cedettero e gli alleati ebbero aperta la via verso sud. Il 24 agosto giunsero a Parigi e successivamente venne completata la liberazione della FRA. Un gruppo di ufficiali GER preparò un attentato contro Hitler che però fallì. I russi, dopo aver liberato il proprio territorio, avevano occupato parte della POL, JUG, ROM, UNG, BUL, costringendo i GER a ritirarsi. Gli USA GB avevano preso il controllo nel settore del Pacifico e distrutto la flotta GIA durante una battaglia svoltasi alla fine di ottobre per la conquista delle Filippine. Nel febbraio 1945 Churchill, Stalin e Roosvelt si trovarono a Jalta per definire le sorti future dell’Europa. Il territorio GER sarebbe stato diviso in 4 zone di occupazione, l’esercito sciolto, il Paese disarmato, i criminali di guerra sottoposti a processo, l’intero Paese denazificato. Vennero anche definite le linee della futura SdNU e il ruolo che al suo interno sarebbe spettato alle maggiori potenze. Hitler sperò fino all’ultimo nell’arma segreta e risolutiva a cui lavoravano gli scienziati tedeschi e nella rottura del fronte antifascista. Roosvelt muore il 12 aprile. Intanto Hitler chiuso in un bunker sotto il palazzo della Cancelleria diresse fino all’ultimo la difesa della città, nella quale si battevano esclusivamente uomini anziani e ragazzi della Hitler-jugend. Il 30 aprile Hitler si suicidò. Il nuovo presidente del Reich chiese subito la resa agli alleati. Il 7 maggio venne firmato l’atto di capitolazione delle forze armate tedesche. Al crollo del Reich si accompagnò quello della repubblica sociale italiana. Tra il 24 e il 26 insorsero le maggiori città e le forze partigiane liberarono il territorio dai fascisti e dai tedeschi. Musso aveva cercato di intavolare trattative con gli alleati, ma senza successo. Cercò allora la fuga in SVI travestito da soldato tedesco ma venne catturato e condotto prigioniero a Dongo. Il 28 aprile Musso venne giustiziato. Il suo cadavere fu legato per i piedi ed esposto per alcune ore a Milano, dove nel 1944 i fascisti avevano fucilato 15 partigiani. La fine del terzo Reich non significò la fine della guerra, che continuava in Oriente. Alla forza dispiegata dalle portaerei e dai cacciabombardieri USA, il GIA rispose con l’azione dei kamikaze, aviatori suicidi che si buttavano con i loro apparecchi pieni di esplosivo sulle navi nemiche. Il GIA tentò la carta delle trattative chiedendo la mediazione dell’URSS per una resa condizionata. Al rifiuto GIA di arrendersi, il presidente degli USA Truman decise di impiegare una nuova arma: la bomba atomica. Due bombe furono sganciate il 6 e il 9 agosto sulle città di Hiroshima e Nagasaki. Le conseguenze furono terribili anche per gli effetti contaminanti delle radiazioni sui sopravvissuti. Il 15 agosto l’imperatore Hirohito accettò la resa senza condizioni.
Gli esiti della guerra
La guerra segnò la sconfitta del fascismo e diede all’Europa un nuovo assetto geopolitico e confermò in maniera definitiva la crisi della supremazia europea nel mondo. Gli imperi coloniali di tutti gli stati europei cominciarono a vacillare. Due superpotenze si ergevano orai ai lati dell’Europa: gli USA e l’URSS che poteva contare su una grande disponibilità di uomini e sui beni di un immenso territorio. Entrambi erano stati di grandi dimensioni, multietnici e dotati di grandi risorse naturali. L’esperienza della guerra sollecitò la comune ricerca della sicurezza, nel quadro di un nuovo sistema di relazioni internazionali e di nuove regole per governarlo. Nella conferenza di Bretton Woods si proponeva di ricostruire su nuove basi il sistema di convertibilità delle monete. Keynes sollecitava un’azione congiunta per evitare le conseguenze negative della politica seguite alla Prima Guerra. Gli accordi si basavano su un regime di scambi fissi sulla base della convertibilità in oro o in altra moneta. Vennero istituiti la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale. La prima aveva il compito di concedere prestiti ai singoli paesi per favorire la ripresa post-bellica, il secondo doveva garantire la stabilità dei cambi delle monete. I cambi vennero così ancorati al dollaro. Di qui la scelta dell’URSS di non aderire al Fondo. Nacque l’ONU che poteva deliberare in maniera vincolante per gli stati membri e di adottare misure operative concrete, fra cui l’intervento armato. L’ONU riuscì ad essere un punto di riferimento mondiale, uno spazio di ascolto per le esigenze di tutti gli Stati e i popoli. Venne avviata una revisione delle norme del diritto internazionale che colpivano i criminali di guerra. Su questa base vennero istituiti i processi di Norimberga (45-46) e Tokyo (46-48). Il territorio USA non era stato direttamente colpito, l’economia non aveva avuto battute d’arresto, l’URSS invece aveva subito terribili danni e aveva avuto molti morti. Gli USA puntavano alla ripresa dei Paesi coinvolti nella guerra e alla costruzione di un solido sistema di rapporti internazionali. L’URSS al contrario intendeva far fruttare la vittoria conquistata sul piano economico-politico. La divergenza tra USA e URSS venne accentuata dalla scomparsa di Roosvelt. Truman mutò lo scenario dei rapporti tra le due superpotenze. In un discorso del maggio 46 Churchill denunciò la rottura tra USA GB e URSS, parlando di una cortina di ferro calata sull’Europa tra est e ovest. Si tenne la conferenza di Parigi in cui i vincitori raggiunsero un accordo con ITA, BUL, ROM, FIN e furono definiti i nuovi confini URSS. Restava aperto il difficile problema del futuro della GER. L’ITA venne considerata come un paese sconfitto. Perse tutte le colonie ma mantenne l’Alto Adige. (Istria → JUG, Trieste → ITA)
La nascita della Repubblica Italiana
Gli impianti industriali erano stati per la buona parte salvati, ma la produzione era scesa a livelli molto bassi. Si sviluppò il fenomeno della borsa nera (commercio illegale a costi altissimi). L’inflazione raggiunse livelli molto elevati, l’alto tasso di disoccupazione diffuse instabilità e malcontento. In Sicilia si svilupparono la mafia e il movimento separatista. La mafia era una sorta di società segreta che coagulava le proteste contro lo Stato e le sue istituzioni, costituiva un anti-Stato nello Stato con le sue leggi. La mafia era giunta anche negli USA alimentata da traffici illegali e dalla criminalità organizzata nel proibizionismo. Con lo sbarco degli alleati in Sicilia si riallacciarono i rapporti tra i clan USA e quelli ITA, che riacquistavano vigore con il diffondersi delle attività illegali. Il separatismo aveva lo scopo di fare dell’isola uno Stato a sé. Al nord molti combattenti e non, avevano visto nelle lotte partigiane la premessa per costruire una nuova ITA in un ambito di democrazia, libertà e giustizia sociale. In alcuni casi tali prospettive assunsero una carica rivoluzionaria. Il movimento partigiano aveva sensibilizzato e mobilitato larghe masse sul problema di un effettivo rinnovamento politico-sociale del paese. Il “vento del nord” della lotta partigiana aveva rotto il torpore degli anni fascisti smovendo le idee di milioni di persone ma il suo soffio innovatore non era giunto al Sud. La guerra di liberazione e la mobilitazione delle masse avevano stimolato la popolazione a partecipare alla vita politica a favore del PS, PC e la DC. Il PC rivendicava per se un ruolo significativo nella vita politica ITA. L’obiettivo di costruire una società socialista era considerato come l’esito di un graduale cammino attraverso le istituzioni, per trasformarle dall’interno senza rotture violente. La DC organizzava e raccoglieva le masse cattoliche. Il suo leader era Alcide De Gasperi. La DC ebbe l’appoggio della Chiesa, spaventata dalla crescita dei social-comunisti. L’eredità del fascismo venne colta dalla DC e dal PLI, che erano visti come argini contro la sinistra. Una parte dei consensi di destra andò al Fronte dell’uomo qualunque. Alla partecipazione e all’impegno per il bene comune, l’uomo qualunque contrapponeva la tranquillità, e alla politica la semplice tecnica della buona amministrazione. Bonomi si dimise e il nuovo primo ministro fu un comandante partigiano, Parri. Era un governo formato dai partiti della Resistenza che dava sostegno alla piccola e media impresa. Il suo successore fu De Gasperi, che impresse alla politica italiana una svolta moderata. Le elezioni amministrative del 1946 confermarono il seguito di massa della DC e del PCI. Il 2 giugno si svolse l’elezione dell’assemblea costituente: nella stessa data ebbe luogo il referendum che avrebbe deciso la forma istituzionale dell’ITA. Il re Vittorio Emanuele III abdicò a favore del figlio Umberto II, ma le votazioni videro il successo della repubblica. Per la prima volta votarono anche le donne. Fu eletto presidente provvisorio il liberale Enrico De Nicola.

Esempio



  


  1. MARCO

    DISCORSO CHE CHURCHILL FECE AI GIOVANI AVIATORI CHE SALVARONO IL PAESE NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE