La Nascita delle Signorie

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

La Nascita delle Signorie
Il Declino del Comune
Dopo la morte di Federico II e la crisi del potere imperiale,era tramontata in Italia la possibilità di creare uno Stato unitario.
Le principali forze che ostacolavano questo progetto erano il papato ed il comune.
Il papato,dopo lo scontro tra Filippo il Bello e Bonifacio VIII aveva trovato ad Avignone la protezione dei re di Francia e non era nemmeno in grado di controllare le terre del Patrimonio di San Pietro.
I comuni vivevano invece una situazione di crisi politica dovuta al loro assetto interno.
La principale debolezza del comune stava nella sua incapacità di allargare la partecipazione del popolo.
Conseguenze particolarmente gravi ebbe la mancata integrazione della popolazione del contado,considerata inferiore ed esclusa dai diritti politici.
La mancata evoluzione del comune verso forme più avanzate di organizzazione statuale si deve anche alla forza che nelle città avevano altre cellule della società urbana medievale ( famiglie,relazioni di parentela,corporazioni,confraternite).
Proprio da queste cellule nascevano le fazioni,le quali erano in lotta tra di loro.
Oltre ai motivi politici ed economici,altri motivi di contrasto erano simpatie,tradizioni familiari,clientele,appartenenza ad una “contrada” o ad una determinata “Arte”.
La conflittualità radicata nella vita politica comunale portò a situazioni di vera e propria ingovernabilità,che portò ad esecuzioni feroci e a una crisi politica.
La Nascita delle Signorie
La prima risposta ai problemi di conflittualità interna ai comuni era rappresentata dall’introduzione della figura del podestà.
L’opera dei podestà,limitata nel tempo e sottoposta a diversi vincoli,non era in grado di risolvere le tensioni dei comuni.
Essa poteva al massimo far abbassare la tensione ma non poteva sanare la conflittualità permanente che divideva le famiglie magnatizie tra di loro.
L’istituzione dei podestà fu ben presto superata dalla nascita delle signorie.
Il signore poteva essere un podestà che si era guadagnato il consenso dei cittadini e aveva imposta sulla città un potere duraturo;oppure l’esponente di una famiglia prestigiosa;poteva anche trattarsi di un individuo che si era impadronito del potere con un colpo di mano.
Il signore otteneva sempre una delega dagli organismi del comune ed egli veniva investito dal basso.
A questa delega dal basso si aggiungeva solitamente un riconoscimento dall’alto,da parte dell’imperatore (nelle terre sottoposte all’imperatore) o del papa (nelle terre sottoposte al papa).Le signorie si trasformavano così in principati.
I signori,tuttavia,non dovevano rispondere del loro operato all’imperatore o al papa,ed il loro era un potere quasi assoluto.
Il ruolo del signore all’interno della città era anche quello del mediatore tra gli interessi contrapposti della cittadinanza e dell’arbitro della pace e della giustizia.
Le prime Signorie
Il fenomeno della nascita delle signorie fu talmente vasto da coinvolgere tutta l’Italia centro-settentrionale.
Le più antiche signorie furono quelle degli Estensi (Ferrara,Modena,Reggio) dei da Romano (Vicenza,Treviso e Feltre).
Il maggiore esponente della famiglia dei da Romano,Ezzelino IV si impadronì di Vicenza,Padova,Verona e inglobò quasi tutto il Veneto tranne i territori appartenenti a Venezia.
Nel 1259 Ezzelino fu catturato e messo a morte e la gran parte della sua famiglia fu sterminata.
Un’altra signoria molto importante fu quella di Oberto II Pelavicino che dopo il 1250 si impadronì di Parma,Piacenza,Cremona,Pavia,Alessandria e persino Milano.Dopo l’offensiva guelfa scatenatasi in Italia dopo l’incoronazione di Carlo d’Angiò,il suo dominio si sfaldò.
Le altre signorie degne di nota sono le seguenti: I marchesi di Monferrato in Piemonte settentrionale ; il marchese di Saluzzo in Piemonte meridionale.
I Savoia signoreggiavano già nel 200 in Val d’Aosta e sul Canavese e,oltre le Alpi,lungo il Reno.
In Romagna e Marche nacquero alcune signorie di piccole e medie dimensioni (Malatesta a Rimini ;Montefeltro a Urbino ; da Polenta a Ravenna ; i da Varano a Camerino).
La Repubblica Fiorentina
A Firenze le istituzioni resistettero molto a lungo.Dalla seconda metà del Trecento la città toscana concretizzò la sua supremazia territoriale con una serie di importanti annessioni:Pisa,Livorno e Cortona.
Il dominio fiorentino non si tramutò in un’organica struttura statuale:era una giustapposizione di territori dipendenti a vario titolo dalla città-guida.
Dopo la rivolta dei Ciompi,il potere era saldamente nelle mani di alcune famiglie molto ricche.Prevalse se tutte la famiglia degli Albizzi.
I loro oppositori facevano capo a Cosimo dei Medici.La sua banca era la più importante d’Europa.
La sua immensa ricchezza,unita all’appoggio del popolo e di alcune famiglie potenti,fu la carta vincente di Cosimo,che nel 1434 riuscì a sconfiggere i suoi nemici e si impadronì del potere.
La caratteristica della politica di Cosimo fu che egli non assunse cariche eccezionali e non introdusse modifiche istituzionali,ma esercitò un ferreo controllo sulla vita politica della città,collocando uomini di fiducia nei posti chiave.
Anche se,durante il trentennale potere di Cosimo (1434-1464) cambiarono gli uomini,Firenze restò dominata da un’oligarchia ristretta.
Le Compagnie di Ventura
Le formazioni militari tipiche del medioevo erano state due:la cavalleria feudale e l’esercito comunale.
Esse però non potevano garantire un servizio prolungato nel tempo.
Infatti i signori feudali non potevano allontanarsi per troppo tempo dalle loro terre e le milizie comunali erano reclutate tra i lavoratori e gli artigiani che non potevano sospendere la loro attività per molto tempo.
Nacquero così le compagnie di ventura,formazioni di mercenari specializzati al servizio di condottieri (chiamati così dalla condotta,contratto d’appalto mediante il quale venivano assoldati i condottieri e i loro cavalieri).
In un primo momento i condottieri erano stranieri (Giovanni l’acuto e Fra Moriale) ma nel 400 i più famosi condottieri furono italiani (Alberico da Barbiano,Muzio Attendolo Sforza,Braccio da Montone).
I condottieri guadagnavano somme enormi e poiché il denaro liquido per pagarli non era sempre sufficiente,si faceva ricorso a concessioni di terre e feudi.
Talvolta il successo delle armi apriva ai condottieri un avvenire politico:Braccio da Montone divenne signore di Perugina nel 1416.
I soldati di ventura venivano reclutati soprattutto tra le popolazioni contadine più povere.
A volte però le compagni di ventura seminavano il terrore al loro passaggio,compiendo stragi,devastazioni e rapine.
Le città che non volevano subire conseguenze più gravi erano costrette a pagare dei forti indennizzi che prosciugavano completamente le casse cittadine.
Il Ducato di Milano
Nel XIII secolo Milano si era affermata come uno dei centri più attivi e popolosi d’Europa.
Questa città infatti godeva di un’agricoltura avanzata,una fitta rete di canali navigabili e floride reti commerciali.
Anche dal punto di vista militare,Milano non aveva nulla da invidiare alle altre grandi città d’Europa.
La famiglia milanese più potente di quel periodo era quella dei Visconti,una famiglia ghibellina che affermò il proprio potere dopo un’aspra lotta con la famiglia dei Torrioni.
Il fondatore della dinastia è Matteo Visconti che,governò con il titolo di vicario dell’imperatore Enrico VII di Lussemburgo.
In questo periodo,si era infatti allargato il fenomeno dei vicariati,che prevedeva la concessione,da parte del beneficiario,di somme ingenti,e rimaneva valida fin tanto che l’imperatore non avesse restituito quanto ricevuto.
Dopo la morte di Matteo Visconti,i suoi successori Azzone e Luchino proseguirono la creazione di un grande dominio,che si estendeva in Lombardia,Piemonte,Emilia,Svizzera,Liguria.
La potenza dei visconti raggiunse il suo culmine sotto Gian Galeazzo Visconti che si impadronì di terre in Veneto,Toscana e Umbria.
Egli inoltre sposò Isabella,figlia del re di Francia e ottene dall’imperatore Venceslao il titolo di duca di Milano (1395).
Dopo l’improvvisa morte di Gian Galeazzo (1402), Giovanni Maria riuscì a mantenere il potere ma perse gran parte dei possedimenti e il potere dei Visconti si ridusse a Milano e alla Lombardia.
Per coacervo di territori si intendeva il fatto che le conquiste si sommavano una all’altra ma non c’erano delle leggi che regolamentavano come dovesse svolgersi la vita all’interno dei territori di un unico signore.
La Repubblica di Venezia
A differenza di Milano e Firenze,Venezia conservò la sua costituzione repubblicana sotto la direzione di una ristretta oligarchia di mercanti e armatori navali.
Nel 1297 la Serrata del Maggior Consiglio aveva sbarrato l’accesso al massimo organo consiliare della Repubblica a tutte le famiglie che non vi fossero state già presenti nei quattro anni precedenti.
Ciò aveva evitato che “i nuovi ricchi” salissero al potere.
Il Maggior consiglio era la chiave di volta del sistema di governo politico veneziano,perché prendeva decisioni di politica interna ed eleggeva il doge.
La Repubblica si era concentrata in una espansione verso oriente che l’aveva portata ad edificare un vasto impero.
Durante il ‘300 Venezia proseguì l’espansione marittima.La rivale di sempre era Genova,con cui ci furono accesi conflitti.
Dopo aver sbaragliato la flotta di Pisa nella battaglia dello scoglio della Meloria (1284) Genova aveva portato il suo attacco contro Venezia e le aveva inflitto una cocente sconfitta nella battaglia delle isole Curzolari (1298).
La prima guerra tra Genova e Venezia durò dal 1351 al 1355 e si concluse con un nulla di fatto.
La seconda guerra,che prese il nome di Guerra di Chioggia,durò al 1378 al 1381.
Il motivo del conflitto era l’estensione del controllo veneziano su Cipro e Tenedo.La politica espansionistica di Venezia provocò preoccupazione un po’ dovunque.
Genova fu molto abile a spingere contro Venezia tutti i popoli impauriti dall’avanzata veneziana e queste città formarono una lega anti-veneziana.
Genova riuscì ad occupare l’isola di Chioggia,ma la Repubblica veneta riuscì a resistere:nel 1380 Venezia riconquistò Chioggia e nel 1381 fu firmata la pace di Torino.
Venezia fu costretta a rinunciare alle sue pretese e a riconoscere i diritti dei suoi nemici,ma riscì ad evitare uno scontro che sarebbe potuto essere fatale.
Nel ‘400 Venezia si riprese ma concentrò tutti gli sforzi verso la terraferma per due motivi:la nascita del potente Impero ottomano che chiuse alle navi italiane le vie dell’Oriente,l’altra aggressività dei Visconti di Milano nella pianura padana.
Venezia riuscì a conquistare Padova,Verona,Brescia e Bergamo.
Il Regno di Napoli
Il Regno di Napoli era il più vasto Stato della penisola ma non era molto potente economicamente e militarmente.
In questo territorio restavano saldamente radicate le strutture feudali e le attività commerciali e bancarie rimanevano in mano a stranieri (francesi e fiorentini).A eccezione di Napoli,mancavano città di un certo livello.
I baroni giunti al seguito degli angioni dominavano nei loro latifondi coltivati da masse di contadini impoveriti.
Il re,in mancanza di una forte borghesia,era inerme rispetto ai baroni.
Nel 1343 ebbe inizio una crisi dinastica.Alla morte del re Roberto d’Angiò,salì al potere Giovanna I che era andata in moglie ad Andrea,fratello del re Luigi d’Ungheria.
Quando Andrea morì in circostanze misteriose,il re d’Ungheria accusò Giovanna di essere complice dell’assassinio e rivendicò per se la corona di Napoli.
Nacque una guerra che nel 1352 si concluse con un nulla di fatto.
All’inizio del grande scisma,Giovanna si schierò con il papa di Avignone.
Il papa romano Urbano VII la scomunicò e offrì la corona a Carlo III di Durazzo,erede al trono ungherese.
Giovanna si oppose a questa designazione e indicò come proprio erede Luigi I d’Angiò,fratello di Carlo V re di Francia.
Nel 1381 Carlo III catturò Giovanna e la fece uccidere.Dopo aver regnato dal 1384 al 1386,alla sua morte gli successe Ladislao,che estese il proprio dominio a Roma,in Toscana,nelle Marche e in Romagna.
Ladislao morì nel 1414 e gli successe la sorella Giovanna II.Ma Giovanna non aveva eredi legittimi e alla sua morte si scatenò un’altra lotta per la successione.
Alfonso,re di Aragona e Sicilia e Renato d’Angio-Valois si contendevano il potere.
Firenze,Venezia,Milano e Genova parteggiavano per Renato d’Angiò.
Nel 1435 i genovesi catturarono nell’isola di Ponza Alfonso ma il duca di Milano Filippo Maria Visconti lo liberò,temendo un eccessivo rafforzamento degli angioini.
Nel 1442 Alfonso si insediò nel Regno di Napoli.

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