La democrazia ad Atene

Materie:Riassunto
Categoria:Storia
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Testo

1. ATENE DEMOCRATICA
La riforma di Clistere: nel 508-507 a.C. venne eletto Clistene che trasformò gli ordinamenti politici spezzando il predominio degli aristocratici e garantendo i diritti uguali per tutti. Il territorio di Atene fu suddiviso in 30 distretti chiamati Trittie che furono distribuite in 10 tribù. Gli aristocratici avevano potere politico. In ogni tribù c’erano tutti i ceti sociali dell’Attica.
Le istituzioni politiche: ogni tribù aveva un certo numero di opliti e cavalieri. C’erano 50 consiglieri che componevano il consiglio dei 500 (50 consiglieri per ogni tribù), che sostituì il consiglio dei 400 creato da Solone. Svolgeva funzioni importanti: preparava i decreti, controllava il lavoro dei magistrati e le finanze pubbliche e gestiva la politica estera. Il consiglio dei 500 era l’organismo più importante e ne potevano far parte tutti i cittadini. Questa boulè funzionava così: l’anno fu diviso in 10 Pritanie, una per ogni mese all’anno. Ogni pritania era affidata a 50 consiglieri. I 50 pritani del mese tiravano a sorte tra di loro un presidente che restava in carica un giorno. Non si poteva essere eletti per più di 2 volte quindi ogni cittadino potava prima o poi diventare presidente. L’assemblea era composta da tutti i cittadini ateniesi. L’assemblea si svolgeva per approvare, respingere o modificare le proposte del consiglio e per qualsiasi argomento. La giustizia ordinaria era amministrata dall’heliaia, formata da giudici sorteggiati fra i cittadini liberi, che organizzava i singoli tribunali (dikasteria). L’ostracismo era un provvedimento con il quale l’assemblea poteva allontanare per 10 anni dalla polis i cittadini che aspiravano alla tirannide o all’oligarchia. L’assemblea eleggeva 10 strateghi che comandavano l’esercito guidato da un arconte. Provvedevano alla sicurezza della polis. Per le magistrature si accedeva per sorteggio: le cariche erano annuali e mai ripetute.
Potere del “demos”: il sistema di Clistene diede vita a una forma di governo, la democrazia, cioè il potere in mano a tutti i cittadini.
2. LE PAROLE CHIAVE DELLA DEMOCRAZIA
Nuovi ideali: Quella ateniese fu la prima democrazia del mondo. L’isonomia era la parità di tutti i cittadini. Il potere era uguale per tutti i cittadini. La democrazia si basava sulla partecipazione diretta di tutti i cittadini alla vita politica. Tutti i cittadini avevano uguali diritti, tutti avevano piena libertà di parola, chiamata isegoria.Nell’assemblea dell’oligarchica Sparta non si poteva discutere. Nell’assemblea della democratica Atene ognuno aveva il diritto di esprimere il suo pensiero.
Valori di oggi: la democrazia è, per l’uomo moderno, un valore il quale nessun politico e nessun cittadino negherebbe di essere democratico e di voler rispettare le regole. Nell’antichità non era così: essa era ritenuta uno dei modi di governo della polis, non l’unico né il migliore.
Polis e territorio: le polis greche erano tutte città di medie o piccole dimensioni. Alcune, come Sparta e Atene, riuscirono a creare un piccolo impero. Per funzionare una polis non doveva avere né un territorio troppo vasto, né cittadini troppo numerosi.
Esigenze di funzionamento: il numero dei cittadini doveva essere limitato perché così nelle discussioni politiche o nelle decisioni tutti avevano la possibilità di intervenire.
3. GLI ESCLUSI DALLA POLIS
Esposizione dei neonati: i neonati che avevano qualche malformazione venivano lasciati morire. Anche l’abbandono di bambini sani era diffuso in tutto il mondo greco.Si abbandonavano se il bambino era nato da un’unione illegittima, se non si era economicamente in grado di allevarlo e per evitare di dividere il patrimonio familiare. Le femmine venivano abbandonate più dei maschi.
Gli schiavi: gli schiavi erano esclusi dalla polis: lo schiavo era ritenuto inferiore ed era un oggetto di proprietà. Gli schiavi potevano avere mogli e figli ma non godevano di un riconoscimento. Il padrone poteva separare l’uomo dalla donna, i genitori dai figli e poi venderli.
Stranieri residenti: gli stranieri non avevano diritti politici. Ad Atene gli stranieri, chiamati meteci erano uomini liberi che risiedevano nella città momentaneamente o stabilmente.
Le donne: le donne erano escluse dalla vita politica, e dovevano generare figli e governare la casa. La donna doveva avere un tutore: prima il padre, poi il marito; se restava vedova passava sotto la tutela di un figlio. Le donne appartenenti a famiglie benestanti potevano uscire di casa raramente; le donne povere erano più libere. Solo a Sparta le donne godevano di una certa autonomia.
Le etere: le uniche donne veramente libere erano le etere: uscivano, partecipavano ai banchetti e ricevevano in casa.

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