La beat generation

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La Beat Generation

Negli Stati Uniti, durante gli anni 60/70, accadde una delle più grandi rivoluzioni culturali mai avvenute nella storia; una rivoluzione che non toccò soltanto la letteratura, ma anche la musica, l’arte e la filosofia di quel periodo. Uno dei meriti principali di ciò, va sicuramente agli scrittori della Beat generation; una corrente letteraria caratterizzata da numerose opere di notevole interesse, che dettarono i principi fondamentali per la generazione di quel tempo. I beat erano, però, personaggi piuttosto scomodi alla società Americana, in quanto erano loro stessi i primi a remarvici contro. Tali atteggiamenti non hanno favorito lo sviluppo in altre parti del mondo di questa filosofia di vita, e tutto è finito nel dimenticatoio........
Negli Stati Uniti, durante gli anni 60/70, accadde una delle più grandi rivoluzioni culturali mai avvenute nella storia; una rivoluzione che non toccò soltanto la letteratura, ma anche la musica, l’arte e la filosofia di quel periodo. Uno dei meriti principali di ciò, va sicuramente agli scrittori della Beat generation; una corrente letteraria caratterizzata da numerose opere di notevole interesse, che dettarono i principi fondamentali per la generazione di quel tempo. I beat erano, però, personaggi piuttosto scomodi alla società Americana, in quanto erano loro stessi i primi a remarvici contro. Tali atteggiamenti non hanno favorito lo sviluppo in altre parti del mondo di questa filosofia di vita, e tutto è finito nel dimenticatoio........ L’unico modo per avvicinarsi a questo tipo di letteratura è ricercare le diverse opere (spesso difficili da trovare) nei vari negozi di libri. In particolare, in questi ultimi anni, sono sorti anche nella nostra penisola, dei negozi specializzati in letteratura alternativa. Da ricordarsi le varie succursali della casa editrice curata da Ferlinghetti (noto beat), la "City Lights", che ha anche un punto vendita a Firenze. Qui in Italia è impossibile parlare di beat generation senza citare la mitica Fernanda Pivano, che ha molto spesso curato le prefazioni e le traduzioni dei testi beat più importanti. Inoltre ha a lungo intrattenuto rapporti di amicizia con i vari Ginsberg, Burroghs e Ferlinghetti. Importantissima una delle sue ultime pubblicazioni (insieme a Cesare Fiumi): "Dreamers - la generazione che ha cambiato l’america". Uno splendido documento che parla dei durissimi anni della rivolta giovanile americana, della guerra del vietnam, e della rivoluzione dei figli dei fiori, con testimonianze fotografiche e citazioni letterarie notevoli. I beats, come del resto i successivi hippies, evocavano alla gente cose che per noi sono lontane anni-luce tutt’oggi. Beat equivale a sconfitto, battuto; se lo leggiamo come abbreviazione di beatus ( secondo ciò che suggerì una volta Kerouac ), ad abbattuto e a santo: a quella identificazione della santità con la sconfitta che era una delle loro caratteristiche migliori. In poche parole, il succo principale del loro messaggio, è che siamo tutti imprigionati e quindi indifesi, siamo tutti invasi dagli stessi doveri e dagli stessi discorsi, da sogni che appartengono ad altri e che vengono inseriti subdolamente nel nostro cervello, siamo, come disse Riesman, una "folla solitaria". È proprio qui la proposta della beat generation: il loro scopo è difendersi da tutto ciò che è possibile, ma a patto di allargare l’area della coscienza, di trascendere il proprio "io". Alcune opere beat, sono diventate essenzialmente importanti per la storia della letteratura mondiale, e lo sono altrettanto per capire le idee che caratterizzavano questo movimento così famoso. I linguaggi con cui venivano scritti testi come "on the road" o "the naked lunch" ( di cui parlerò approfonditamente più avanti ) erano piuttosto scarni e essenziali. Contenevano numerose espressioni gergali, quasi a voler dare un’impronta più "familiare" al testo, come per voler dare impressione di un linguaggio improvvisato sul momento, simile al parlato, libero e creativo. Già questo modo di scrivere, sottolinea la voglia di creare un qualcosa di nuovo, un modo per lasciare un segno nel mondo della letteratura, un segno diverso da quelli già lasciati da i precedenti scrittori. Rispecchia un po’ quei modi di fare scaltri, essenziali, quei vestiti strappati, la predisposizione verso l’alcool e la droga che erano riconoscibilissimi in loro. Furono proprio questi fattori che fecero guadagnare loro la designazione di "gioventù bruciata", la cosiddetta generazione del "sesso, droga e rock and roll". Si, perché secondo le teorie di alcuni grandi protagonisti di questo movimento letterario, si dovevano provare tutte le sensazioni, tutte le cose possibili, droga e alcool compresi, era importante provarle perché potevano aiutare ad allargare la famosa area della coscienza. Un libro che viene ricordato poco, ma che ha rappresentato un estremo fondamentale della cultura beat, è "the naked lunch" (il pasto nudo), di William Burroughs. Tale saggio, che rappresenta al meglio la figura di Burroughs, è ricordato poco volentieri per il semplice fatto che l’autore lo scrive sotto l’effetto di droghe. Questo causa l’alternarsi di due differenti tipi di scritture: uno più razionale, nei momenti in cui l’effetto della droga stava andando via e uno molto confusionale, conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti. William Seward Burroughs, era considerato il "drogato - omosessuale - pecora nera di buona famiglia" fra i beat; era stato accusato di aver ucciso la moglie per gioco e di aver sperimentato ogni tipo di droga possibile e immaginabile (è morto nel ’97 all’età di 83 anni). Era stato riconosciuto un po’ il padre spirituale della beat generation. L’inizio del movimento, infatti, risale a quando, ancora studente incontrò Kerouac e Ginsberg, dando vita a questo fenomeno. Una delle sue caratteristiche principali è che intravedeva già negli anni ’50 ciò che sarebbe accaduto 20/30 anni dopo. Era un vero e proprio artista: ci sono molte sue collaborazioni famose con registi e musicisti. Purtroppo, una buona parte delle sue opere non sono state tradotte in Italiano. Altro saggio fondamentale, che rappresenta l’altro estremo della beat generation è "on the road" (sulla strada) di Jack Kerouac. Un libro che conoscono un po’ tutti, l’unico testo beat che viene inserito nei libri di letteratura. Romanzo sull’amicizia, sull’amore, sulla ricerca di se stessi, sul bisogno di rivolta che incarna il sogno americano al suo meglio. Quello di vagabondare liberi da ogni vincolo alla ricerca di spazi sempre nuovi e sempre più aperti. In questa opera si notano altri "miti" per i beat come lo spostarsi senza soldi e senza mezzi in autostop, o saltando sui treni merci: un modo per evadere dalle brutture della società. Questo romanzo, se letto attentamente nei suoi valori compositivi, è assai più serio di quello che può sembrare al lettore, preso dal suo ritmo incalzante. Il romanzo si può considerare autobiografico, in quanto lo stesso Kerouac, finiti gli studi, vagabondò a lungo per gli Usa, prima di stabilirsi a San Francisco ("Frisco") patria ufficiale della beat generation. Kerouac è stato considerato l’esempio che incarna i beat a suo meglio. Se "on the road" e "the naked lunch" rappresentano gli estremi fondamentali della beat generation, la poesia "the howl" (l’urlo) è il fulcro, il centro di questa cultura. È qui, che ogni ideale, ogni norma di comportamento, ogni esempio viene a galla. È questo il manifesto dei Beat, contenuto nella raccolta "Juke box all’idrogeno" di Allen Ginsberg. Come dice l’intestazione di tale libro, "il messaggio è: allargate l’area della coscienza.". questo dimostra come sia Ginsberg, sia Kerouac, sia Burroughs girino attorno agli stessi ideali. Le poesie di Ginsberg sono spesso polemiche e imperniate su realtà sociali e personali, scottanti per lui. Il giorno in cui Ginsberg recitò per la prima volta la sua poesia "Urlo" davanti al pubblico estasiato di S.Francisco , fu aspramente criticato. Quando Ferlinghetti (poeta e editore beat), pubblicò quella poesia, tutte le copie del libro che la conteneva vennero distrutte per paura che quei versi potessero turbare la coscienza di quei bambini che casualmente ne fossero venuti a contatto. Ogni elemento, ogni testo, ogni tipo di forma d’arte riguardante l’America di quel tempo, è stato nascosto, criticato e tenuto da parte per lunghi periodi. Poche informazioni, poche pubblicazioni e pochissimi elogi su un qualcosa che, in qualche modo, rappresentava al suo meglio i giovani della trasgressione, la gioventù del "fate l’amore, non fate la guerra". È opportuno oggi imparare a conoscere anche questo lato della letteratura moderna. La cosa non è certo facile, dato che la lettura di testi estratti da opere beat non è prevista nei programmi ministeriali scolastici. Evidentemente perché certi testi sono ritenuti eccessivamente scomodi e privi di importanza letteraria.

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