L'Italia nel XVIII secolo

Materie:Appunti
Categoria:Storia

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Testo

L'Italia nel XVIII secolo
La Controriforma finм col soffocare ogni dissenso e ogni libera ricerca culturale, provocando il progressivo distacco della cultura italiana da quella europea. Anche dal punto di vista economico, dopo una breve parentesi contraddistinta da un'impetuosa ascesa demografica e favorita dalla evoluzione dei prezzi e dalla riconquistata pace politica (seconda metа dei Cinquecento), l'Italia cominciт a regredire e a distaccarsi dai piщ avanzati paesi europei, contrassegnati da un grande sviluppo manifatturiero. Il regresso economico dell'Italia dipendeva da cause diverse, per gran parte collegate allo stesso processo controriformistico, e in primo luogo al fatto di essere sottoposta al dominio politico e allo sfruttamento di un paese economicamente e socialmente arretrato come la Spagna, che praticava una colonizzazione di rapina. Un altro fattore era rappresentato dalla diminuita importanza del Mediterraneo, posto in una posizione ormai marginale rispetto ai grandi poli di sviluppo europei piщ direttamente collegati, attraverso l'Atlantico, con America e l'Asia. Ciт doveva ripercuotersi ancora una volta sul divario, all'interno della penisola, tra Nord e Sud: le terre del Mezzogiorno si volgevano a una condizione di stagnazione economica, mentre la Toscana e le regioni del nord, soprattutto l'area milanese, inserite nel circuito economico del continente, godevano di un relativo sviluppo, pur nel quadro della generale stasi che caratterizzт l'Europa nel XVII sec. per il diffondersi di carestie, pestilenze e pauperismo. La crisi che colpм soprattutto il Sud trovт espressione in grandi rivolte contadine e nei contemporanei tumulti di G. D'Aless i a Palermo e di Masaniello a Napoli, col tentativo di creare una repubblica, subito stroncata dalla repressione spagnola (1647-48). Anche nel resto d'Italia, la situazione rimase statica, nonostante effimeri tentativi dei vari principi di rendersi indipendenti; lo stesso papato perse, dopo la pace di Vestfalia (1648, che concludeva la guerra dei trent'anni), un ruolo attivo, e l'Italia non fu piщ protagonista delle vicende politiche europee, riuscendo a sottrarsi al dominio spagnolo solo con l'affermarsi in campo europeo della Francia di Luigi XIV (1643-1715). Dopo la guerra di successione spagnola, coi t rattati di Utrecht (1713) e di Rastatt ( 1714), alla Spagna subentrт l'Austria, che stabilм il suo potere su Milano, Mantova, lo Stato dei Presidi, il Regno di Napoli (passato nel 1734 a Carlo di Borbone). Di questi mutamenti si avvantaggiт anche il Piemonte che, sotto Vittorio Amedeo II (1675-1730), alleatosi con l'Austria contro la Francia nella lega di Augusta, aveva giа ottenuto nel 1696 Pinerolo. Entrato in guerra a fianco della Francia contro l'Austria nella guerra di successione spagnola, e passato poi (1701) con l'Austria, esso ottenne Alessandria, Casale, la Lomellina, la Valsesia e la Sicilia (che dovette poi cedere all'Austria in cambio della Sardegna dopo la guerra promossa dalla Spagna del cardinale G. Alberoni nel 1720). Nuovi rimaneggiamenti seguirono alle guerre di successione polacca (1733-38): gli Austriaci acquisirono Parma e Piacenza, mentre Carlo I di Borbone diventava re di Napoli e di Sicilia (1738) e il re di Sardegna si annetteva Novara, Tortona e le Langhe. Infine, col trattato di Aquisgrana, seguito alla guerra di successione austriaca (1748), veniva definito il nuovo assetto italiano che vedeva lo stabilirsi della dinastia dei Lorena nella Toscana, eretta a granducato, e il passaggio di Parma e Piacenza sotto i Borbone. Seguм un periodo di rinnovamento culturale e di ripresa economica, particolarmente evidente in Lombardia, dove l'azione riformatrice di Maria Teresa d'Austria e di Giuseppe II, influenzati dalle idee dell'Illuminismo, si innestт in un tessuto sociale favorevole e maturato fin dall'epoca comunale. Anche nel resto del paese, l'iniziativa dei sovrani riformatori, appoggiati da ristrette йlites intellettuali di rilevanza europea, come A. Genovesi, F. Galiani, G. Filangeri, i fratelli P. e A. Verri, C . Beccaria, promosse un moto innovatore, benchй scarsamente sostenuto dall'adesione popolare e della ristretta borghesia italiana. Si ebbe ad ogni modo un parziale reinserimento dell'Italia nel contesto culturale europeo, una razionalizzazione del sistema fiscale, uno sviluppo dell'istruzione, la limitazione dei privilegi del clero, la riforma dell'amministrazione e l'incremento dei commerci e della manifattura, oltrechй dell'industria. In questo quadro, cominciт anche a maturare una coscienza civile sviluppatasi soprattutto nel clima venuto a crearsi in Europa in seguito alla Rivoluzione francese del 1789.

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