Il totalitarismo di Stalin

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Testo

Il totalitarismo di Stalin

LA RUSSIA
Nel 1917 durante la prima guerra mondiale, a causa della rivoluzione d’Ottobre, la Russia si trova costretta a ritirarsi. Questo fu l’ultimo atto di una storia che veniva da molto lontano.
L’impero russo era un paese immenso, che comprendeva anche la Siberia e raccoglieva più di 100 popolazioni ed etnie diverse. Pietro il Grande, lo zar del settecento, aveva formato una città portuale e industriale, San Pietroburgo. I suoi successori partecipando a molte guerre, conferirono alla Russia un posto di grande prestigio tra le potenze occidentali.
Nel 1922 la capitale fu spostata da San Pietroburgo a Mosca.

SVILUPPO E ARRETRATEZZA
La Russia oltre essersi sviluppata su alcuni settori, aveva accumulato, col tempo, molti problemi che non erano mai stati risolti:
• Essendo una regione molto pianeggiante, quindi legata alla terra, nelle campagne c’era un’agricoltura molto arretrata, quindi non riuscivano a pagare le tasse. Ciò provocò anche la mancanza di pane e cibo nelle città;
• Lo Zar era ancora un sovrano assoluto;
• Le famiglie nobili vivevano in modo parassitari;
• La censura imbavagliava la stampa e la polizia spiava la popolazione;
• Gli ebrei furono sottoposti a massacri imposti dalle autorità;
• Alcuni popoli erano soggetti a un opera di russificazione che imponeva la lingua russa e la religione ortodossa;
• L’analfabetismo era altissimo;
• L’istruzione trascurata dal governo;
• A Mosca e Pietrogrado sorgevano industrie moderne.

ATTENTATI E RIVOLUZIONI
Nel 1898 fu fondato il partito socialdemocratico russo, che fu diviso in due parti: i bolscevìchi guidati da Lenin e i menscevìchi.
Al di fuori di questi due parti, gli anarchici eseguirono attentati a classi di un certo livello ( nobili, ministri…); tanto che nel 1881 fu assassinato, da un anarchico, lo zar Alessandro II.
Nel 1905, ci fu una rivoluzione in cui i Russi dimostravano di non accettare le condizioni in cui erano. Seguirono poi, dopo la rivoluzione,molti scioperi, manifestazioni e ribellioni.
Nel febbraio 1917, lo sciopero organizzato dalli operai per la mancanza di pane si trasformò in una rivoluzione armata.
Lo zar Nicola II abdica, perché non riusciva a far tornare la pace; di conseguenza la Duma nomino un governatore provvisorio. Intanto contadini e militari si riunivano nei soviet (Nella rivoluzione russa del 1917, comitato esecutivo di operai, contadini e soldati. ETIMOLOGIA: dal russo sovjét ‘consiglio’).
Il socialista riformista, Kerenski divenne presidente del consigli, ma in ottobre Lenin assaltò il palazzo d’inverno e sciolse il governo borghese.
Dopo la rivoluzione d’ottobre e la nascita del governo sovietico, il 3 marzo 1918 Lenin firmò la pace con la Germania (pace di Brest – Litovsk).
La presa del potere dei bolscevìchi scatenò una guerra civile a cui parteciparono i sostenitori dello zar, i liberali, i socialisti, Inglesi e Francesi, i quali avevano vinto la prima guerra mondiale.
Tra il 1918 e il 1920 ci furono due periodi di guerra molto importanti: il terrore bianco dei controrivoluzionari, il terrore rosso dei rivoluzionari. Le quali portarono morte e devastazione.
I bolscevìchi istaurarono una dittatura, il cosiddetto comunismo di guerra. La Ceca, la nuova polizia di stato, istaurò un regime di terrore per tutti coloro che si opponevano.
La famiglia imperiale erano imprigionata sugli Urali, che vennero poi fucilati temendo che da vivo lui rappresentasse un simbolo per i controrivoluzionari.
Nel 1920, l’armata rossa prevale sui Bianchi.

LENIN VARA LA “ NUOVA POLITICA ECONOMICA”
Finita la guerra Lenin capì che non si poteva ottenere tutto e subito dalla popolazione.
Nelle campagne i contadini poterono di nuovo vendere liberamente le loro eccedenze, nelle città ridivenne possibile creare o gestire un’impresa, anche se furono trasformate in aziende di stato: industrie elettriche, siderurgiche, energetiche……
Questa fase fu chiamata nuova politica economica (NEP). Nel 1922 fu creata l’ URSS l’unione delle repubbliche socialiste sovietiche. Nello stesso anno Lenin si ammalò e nel 1924 morì mettendo al potere Stalin. Lui emarginò tutti coloro che lo potevano contraddire e stabilì una vera e propria Dittatura.

STALIN PONE FINE ALLA NEP E PROCEDE ALLA COLLETTIVIZZAZIONE DELLE CAMPAGNE
La NEP aveva ristabilito l’economia, ma rimaneva ancora arretrato con un forte predominio della produzione agricola. Stalin decise così di raggiungere immediatamente il suo traguardo: L’industrializzazione. Nel 1928 Stalin pose fine alla NEP. Per attuare la meccanizzazione dell’agricoltura e trasformare i coltivatori in operai, eliminò la piccola proprietà contadina, e fondò: I kolkhoz,le aziende agricole fondate sulla proprietà collettiva del bestiame e delle attrezzature; i Sovkhoz, aziende agricole modello gestite direttamente dallo Stato attraverso funzionari del partito; Kulaki, coltivatori benestanti. Questi ultimi si opposero e furono mandati a forza nei campi di lavoro in Siberia (Gulag).
Ciò permise la meccanizzazione dell’agricoltura. Questa operazione non risolse nessun problema. Stalin ,però, ottenne un eccezionale risultato di industrializzazione. Nel 1928 con il piano quinquennale che dava la priorità all’industria pesante portò allo sviluppo deLla siderurgia e degli armamenti. Nel 1939 L’URSS diventò una delle maggiori potenze industriali.

Nonostante i progressi sociali, la popolazione, priva di beni di consumo, vive nell’indigenza mentre le giornate lavorative di otto ore vengono prolungate con l’introduzione dello stachanovismo .

STALIN SCATENA LE PURGHE
La dittatura di Stalin ormai era inattaccabile e fu considerato il maggiore interprete nel pensiero di Marx. Egli controllava personalmente la polizia segreta che aveva il compito di individuare gli oppositori del regime. Nel 1934 Stalin decise di uccidere tutti coloro che erano considerati nemici e così venne ucciso Kirov che era un amico di Stalin e segretario del partito (il mandante di questo assassino fu Stalin, anche se non ci furono delle prove).
Dopo questo assassinio Stalin scatenò una serie di epurazioni chiamate “purghe” contro ufficiali dell’esercito, contro dirigenti sovietici, contro intellettuali. In questi anni (1936-39) la Russia visse il periodo di terrore più intenso, perché Stalin stabili la pena di morte per i traditori e per chi non li denunciava.

LO STATO SOCIALISTA SI TRASFORMA IN STATO TOTALITARIO
Stalin così istaurò totalitarismo, cioè una dittatura in cui il popolo arriva a identificarsi totalmente con il capo. L’effetto del totalitarismo fu di atomizzare l’individuo cioè ridurlo in un “Atomo” della società, quindi l’individuo non deve più identificarsi con un popolo, la religione, un gruppo di amici, la propria famiglia, ma deve identificarsi soltanto con il capo.

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