Appunti sulla rivoluzione industriale

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RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E SOCIETA’ CONTEMPORANEA
1. Origini dell’industria moderna .Il modello inglese
Uno degli avvenimenti fondamentali che favorirono l’origine dello sviluppo della società moderna fu la rivoluzione industriale, avviata in Gran Bretagna ,che segnò il trionfo del capitalismo e del sistema liberale-borghese .In molti paesi l’industria acquistò un ruolo dominante e il nuovo sistema si estese soprattutto all’industria tessile ,alla produzione di acciaio ,ferro e macchine utensili .Le premesse della rivoluzione si ebbero non a caso in Inghilterra: qui si verificarono tra il XVI e il XVIII secolo importanti trasformazioni: una rivoluzione politico-sociale che favorì l’ascesa della borghesia e l’estensione del potere agli strati superiori della società e l’agricoltura si era liberata dei poteri feudali .Ciò favorì l’adozione di tecniche agricole più avanzate seguite da un aumento della produttività , una maggiore accumulazione di capitali nelle mani di ricchi proprietari . Esso aveva provocato inoltre la trasformazione di alcuni coltivatori in salariati , dipendenti del mercato e disponibili per attività extragricole. Così si allargò il mercato interno anche nelle campagne e accrebbe la popolazione nelle città. Importante fu anche il capitalismo mercantile: gli interessi dei ceti mercantili avevano spinto il governo ad intraprendere un linea espansionistica ,cui derivarono ingenti accumulazioni di capitali e la possibilità di essere riforniti delle materie prime per l’industria.
2. Il progresso tecnologico
L’industria cotoniera fu il settore in cui ebbe luogo la prima trasformazione dell’organizzazione produttiva in senso industriale moderno .Questo fatto è legato al ruolo rilevante che ebbe il colonialismo .Ruolo importante svolse la Compagnia delle Indie che si insediò nel territorio indiano e importava continuamente cotone di ottima qualità, ma soprattutto fu decisiva in seguito la possibilità di poter importare materie prime dell’America .Il centro dell’industria cotoniera si spostò dall’India all’Inghilterra tanto che nel 1830 erano un milione e mezzo le persone che lavoravano in questo settore. Ma la nascita della fabbrica moderna fu dovuta dalla meccanizzazione dell’industria tessile che avvenne con l’adozione della spoletta volante che raddoppiò la capacità dei telai ma soprattutto in seguito quando Hargreaves creò una macchina filatrice che permise un aumento della produttività. In seguito tante altre furono le innovazioni che favorirono questo sviluppo la più importante delle quali fu la macchina a vapore dotata di regolatore .Contemporaneamente si sviluppò anche il settore siderurgico dovuto all’utilizzo del carbone vegetale negli altiforni che fece aumentare la produzione del ferro greggio. In una seconda fase la vita economica non era più centrata nella filatura bensì nella metallurgia. La possibilità di sfruttare una sola fonte di energia, per tutto un complesso di macchinari e l’alto costo degli impianti determinarono la concentrazione dell’attività produttiva nelle fabbriche, concentrate soprattutto nelle campagne facendo praticamente scomparire l’industria a domicilio.
3. Il capitalismo nelle campagne
I beni fondiari entrarono sempre più nelle mani di borghesi e questo quadro della distribuzione fondiaria mise i proprietari borghesi sullo stesso piano dei nobili, infatti questi potevano esercitare una certa pressione sui contadini e sostituirono gli antichi contratti coloniali con il lavoro salariato. Furono aboliti gli ultimi diritti feudali e i residui diritti di pascolo e di semina. Nel 1845 furono emanati i primi decreti di recinzione (enclousers) a favore dei grandi proprietari. Una delle vie principali attraverso le quali si registrò la trasformazione sociale ed economica delle campagne fu il rafforzamento della grande azienda agraria capitalistica. In conseguenza di questo vi fu in Inghilterra una sincronia tra sviluppo capitalistico dell’agricoltura e industrializzazione e si creò nelle città una maggiore disponibilità di alimenti dovuti all’arrivo di molti contadini che non avendo più legami con la terra cercarono appunto lavoro in città. Anche in Prussia si verificò un processo simile grazie ai grandi proprietari (junker) che si trasformarono in capitalisti sfruttando anche le riforme realizzate da Napoleone. La Francia tardò un po’ di più in quanto trovò difficoltà nell’eliminazione totale del regime feudale che poi crollarono soprattutto per merito della classe contadina :fu nel 1830 che Francia e Belgio entrarono tra i paesi industrializzati . Dove possibile l’abbattimento del regime feudale causò la trasformazione dei rapporti di lavoro ,l’investimento di capitali sulla terra ,il progresso delle tecniche e l’aumento della produzione. Ciò avvenne anche in Germania e Italia del nord. In Spagna e nell’Italia del sud rimasero le condizioni di arretratezza in quanto persisteva la mentalità che la privatizzazione potesse dare la svolta al progresso . L’Irlanda invece era sottomessa dalla politica del governo inglese che impedì al paese uno sviluppo affermato: la possibilità di incremento fu data con la coltura della patata che si era molto diffusa e rappresentava da sola un elemento di sopravvivenza .Poi quando questo equilibrio crollò si registrò una delle più grandi catastrofi demografiche.
4. Seconda fase dell’industrializzazione
La seconda fase dell’espansione industriale fu caratterizzata dal dominio dell’industria metalmeccanica ma anche dall’inizio dell’era delle ferrovie e della navigazione a vapore .Conseguentemente anche il settore siderurgico e meccanico aumentarono di importanza ,i rapporti e gli scambi crebbero ,la struttura bancaria dovette adeguarsi alla necessità di finanziamenti più vasti . Importante per un paese industrializzato era possedere le materie prime ma non era sufficiente in quanto erano necessari anche capitali , manodopera e una legislazione moderna. In quasi tutta l’Europa si verificò la trasformazione tranne però in quei paesi in cui vi era ancora una agricoltura arretrata o legislazioni poco durature. A questo punto nacque un divario incolmabile tra paesi sviluppati e non :cercando di creare un sistema economico mondiale unico le possibilità dei diversi settori rimasero differenziate non solo per il tipo di attività ma anche per ciò che riguarda lo sviluppo appunto, uno sviluppo ineguale difficilmente eliminabile. Come detto questa seconda fase fu caratterizzata dall’aumento delle vie di comunicazione: finalmente si arrivò all’uso della macchina a vapore come mezzo di comunicazione e così si registrò un vero e proprio boom ferroviario: anche la navigazione a vapore si diffuse con l’invenzione dl primo battello :altri aspetti dello sviluppo delle comunicazioni furono il telegrafo per opera di Morse e l’uso di una tariffa standardizzata che semplificò il servizio postale e del francobollo .Banchieri ed affaristi trovarono nel credito industriale in buon campo di attività : capitali francesi e inglesi finanziarono imprese private o impianti pubblici. Un’altra via per il finanziamento di imprese industriali furono le società per azioni che facilitarono la concentrazione dell’attività in aziende secondo una tendenza che si sviluppo fino alla creazione dei monopoli.
5. La condizione operaia
Gli artigiani e l’industria tessile domestica videro perdere la possibilità di svolgere la loro attività indipendente ,ormai incapace di sostenere i ritmi della fabbrica. Ad accentuare la crisi dell’economia contadina furono gli enclousers acts che favorirono lo sviluppo capitalistico dell’agricoltura e l’abbandono delle campagne di nuovi gruppi di contadini che andarono a rappresentare una parte della vasta schiera degli operai; con la macchina a vapore al posto della forza muscolare si rese possibile l’uso delle donne e dei fanciulli che offrivano anche la possibilità di essere pagati meno degli uomini. Aumentando i beni di consumo con l’industria ci fu anche un aumento demografico. I grandi concentramenti di popolazione urbana divennero molto frequenti in quanto le masse dei lavoratori trovarono nel sistema capitalistico-industriale nuove fonti di sopravvivenza. L’orario lavorativo di tutti gli operai ,anche dei fanciulli ,era dalle 12 alle 16 ore al giorno ed i salari erano appena sufficienti da assicurare la vita dell’operaio. Tutta la vita dell’operaio era concentrata nella fabbrica e f un problema per i grandi capitani regolare l’educazione di questi ,per questo furono assunti molti ragazzini facilmente disciplinabili. Lo stato esercitava una grande pressione sugli operai manifestò con i combination act ,che vietavano agli operai di legarsi associazioni; queste però si svilupparono clandestinamente e ci fu anche una violenta rivolta nel 181l che provocò la distruzione delle macchine. Un aspetto importante di queste repressioni fu il luddismo che prese il nome dall’antico capo Ned Lud e dal quale partì proprio la rivolta delle macchine cominciò a porre una serie di problemi che poi riguarderanno la legislazione sociale e che rappresenta la prima manifestazione del movimento operaio moderno. Poi fallì nel suo intento perché fu incapace di superare la forma primitiva della lotta contro le macchine e fallì a tal punto che fu votata une legge che prevedeva una pena di morte per i distruttori di macchine . Quando questo movimento sparì ,nacque il movimento radicale subito condannato in quanto ritenuto essere di origine giacobina. Solo dopo il 1815 poté svolgere la sua azione politica che si basava sulla promozione di campagne pubbliche .Dopo una rivolta e in difficili condizioni i radicali riuscirono a raggiungere un risultato che fu quello di far riconoscere agli operai la possibilità di riunirsi in associazioni mantenendo però il divieto di scioperare.
6. Struttura sociale e mentalità borghese nei paesi industrializzati
La borghesia capitalistica si era ormai affermata, dirigeva l’attività produttiva e aveva nelle mani la ricchezza. Il borghese riteneva che il compito fondamentale dello Stato fosse di garantire la libertà d’iniziativa individuale. La società borghese era dinamica e aperta Nessun ostacolo giuridico impediva a qualunque persona di entrare nella classe ; secondo la logica borghese i lavoratori erano tali in quanto privi di capacità e soprattutto di iniziativa. Attraverso l’istruzione soprattutto coloro che possedevano qualche risorsa potevano aspirare a raggiungere classi vicine a quelle dirigenti .
7. L’inizio della legislazione sociale
Nella società borghese si distingueva tra le classi sociali quella del proletariato operaio ,nato dal sistema della fabbrica era formato prevalentemente da contadini sradicati dalle campagne e da artigiani che avevano chiuso bottega. L’operaio era costretto a seguire i movimenti imposti dalla macchina ,sempre gli stessi tanto che anche egli era diventato strumento di lavoro in quanto l’imprenditore era costretto a sfruttare al massimo il suo lavoro anche dalla necessità di abbassare sempre più i costi di produzione e di gettare sul mercato prodotti a basso prezzo. Lo stato propose degli interventi per rallentare lo sfruttamento nelle fabbriche: vennero presi diversi provvedimenti: il primo venne preso nel l831 con una legge che vietava il lavoro notturno nelle industrie tessili ai minori di 18 anni e di assumere bambini: minori di 9 anni: nel 1844 vennero ridotte le ore a 6 e mezzo per bambini e 12 per uomini e donne: questo venne abbassato a 10 nel 1847: queste leggi non vennero rispettate per l’inadeguatezza dei controlli.

LA SVOLTA LIBERALE DEL 1830
1. I liberali al potere
In una parte dell’Europa trionfò il regime liberale e nel resto le forze dell’antico regime videro ridursi le loro possibilità di difesa. L’ordinamento costituzionale francese diventò una conquista definitiva e fu migliorato ed ampliato ; il compromesso politico tra liberali e reazionari fu sostituito da un regime stabile che assicurò potere alla grande borghesia e confinò i fanatici dell’ancien regime . Il sistema liberale si allargò al Belgio e alla Svizzera e anche Inghilterra ,Spagna e Portogallo si mossero in questo senso. Questo blocco creò un area liberale che si contrappose ad Austria ,Russia e Prussia che costituivano il blocco favorevole al regime assolutistico.
2. La rivoluzione di luglio in Francia
La rivoluzione di luglio in Francia nel 1830 fu lo sbocco della politica reazionaria avviata da Luigi XVIII e proseguita da Carlo X che una volta salito al trono spinse la destra a sferrare un attacco ai liberali e a restaurare gli antichi privilegi , a clericarizzare lo stato e ad indennizzare a spese della nazione i nobili che erano espatriati durante la rivoluzione . Nemmeno i pochi possidenti con diritto di voto erano d’accordo , così nel 1827 fu eletta al Parlamento una maggioranza di moderati ostili alla linea monarchica. Carlo non si fece intimidire e nel 1830 emanò 4 ordinanze che restringevano il diritto di voto ,annullavano la libertà di stampa ,scioglievano il Parlamento e indicevano nuove elezioni .Per far funzionare il piano egli contava anche sull’entusiasmo che poteva essere suscitato dalla conquista dell’Algeria che avviava anche la linea colonialistica della Francia. Intanto era in corso una crisi economica che con le tre giornate insurrezionali ( trois glorieuses ) ,con il popolo in primo piano, videro il re costretto alla fuga. La direzione del movimento rimase sempre nelle mani dei liberali che misero sul trono Filippo d’ Orleans ,un re che si impegnò a rispettare la costituzione e a incarnare quel tipo di monarca costituzionale che era l’ideale della borghesia liberale: Fu modificata la Carta del 1814 : il diritto di voto fu esteso ,venne istituita la “guardia nazionale” alla quale parteciparono tutti i cittadini che pagavano le tasse e venne abolito il diritto del re di emanare leggi d’emergenza. Il luglio francese creò in tutta Europa un rilancio della battaglia liberale : la Francia non si fece patrona di tutti gli scontri ma si schierava comunque con i rivoluzionari là dove erano coinvolti i suoi interessi come successe nel Belgio che insorse per rivendicare l’indipendenza e la rottura dall’Olanda .Alla Fine venne proclamata l’indipendenza sotto il regno del tedesco Leopoldo che adottò una costituzione liberale con più larga partecipazione al voto.
3. la riforma elettorale in Inghilterra
Come conseguenza del luglio francese ci fu la lotta per la riforma parlamentare in Inghilterra .I whigs e i radicali si allearono per la riforma elettorale in quanto i radicali chiedevano il diritto di voto anche a operai e agricoltori mentre i whigs sollecitavano une ridistribuzione dei collegi che assicurasse un’equa rappresentanza ai grandi centri industriali mantenendo i limiti censitari del diritto elettorale. I whigs dopo le elezioni rappresentavano la maggioranza e dopo l’ultima opposizione della camera dei lords venne emanato il reform act che non venne tanto ai radicali quanto ai whigs. La riforma assicurava più potere politico agli industriali e provocò un aumento degli elettori. I partiti presero il nome di “conservatore” e “liberale”, e questo sistema bipartitico si consolidò durante il regno di Vittoria .Uno dei primi atti del nuovo Parlamento fu nel 1833 : l’abolizione della schiavitù nelle colonie ,pena un salato indennizzo. Però questo fu solo un provvedimento formale in quanto le condizioni pressoché uguali.
4. Ripercussioni della rivoluzione di luglio in Svizzera ,Spagna e Portogallo
Alla fine del 1830 scoppiarono in Svizzera movimenti insurrezionali . Tra il 1830 e il !833 tutti i cantoni avevano costituzioni che sancivano libertà politiche richieste dai liberali. Ma dato che i liberali non riuscivano ad imporre la riforma a livelli federale il progetto di una Svizzera unita cadde. In Spagna gli ultras formarono un partito ,capeggiato dal fratello del re Don Carlos ,di stampo liberale che contestava l’insufficiente ardore antiliberale di Ferdinando VII .Quando egli morì scoppiò la guerra civile fra liberali con Maria Cristina e i carlisti con Isabella II figlia di Ferdinando. Analoga situazione si presentò in Portogallo con i reazionari e i liberali con Maria II ,ma alla fine i reazionari persero , così sia in Spagna che Portogallo avevano ordinamenti ispirati a quello francese
Storia: Rivoluzione industriale e società contemporanea I 1/3

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