Leon Battista Alberti e Paolo Uccello

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

LEON BATTISTA ALBERTI (1404-1472)

Leon Battista Alberti, diede una sistemazione teorica alle scoperte, alle innovazioni, ecc…dei primi anni del ‘400. Figlio naturale di Lorenzo Alberti, nacque a Genova da una ricca famiglia fiorentina. I trasferì a Venezia e successivamente a Padova.
- 1428 si laureò a Bologna in Diritto e poi andò a Firenze.
- 1432 lavorò per il Papa a Roma.
- 1434 fu di nuovo a Firenze al seguito del papa Eugenio IV.
- 1438-39 Concilio dei Greci che unificò la Chiesa d’occidente con quella d’oriente.
- 1443 tornò definitivamente a Roma dove morì nel 1472.
Fu architetto e pittore, artista e letterato, scrisse tre grandi trattati dell’Età Moderna sulla pittura, sull’architettura e sulla scultura. Nel primo vengono esposti i principi della prospettiva, definito il disegno e la relazione tra luce e colore. Il disegno per l’Alberti è una linea di contorno.
Le sue idee vengono concretizzate in 2 dipinti su tavola:

- la Natività della Vergine (1443) New York
- la Presentazione della Vergine al Tempio (1443) New York
In ambedue viene utilizzata una prospettiva architettonica con zone di luce e di ombra, sono trattate da racconti del Vangelo e vengono rappresentate molte persone, cose e animali.
Nelle sue tavole, vengono rappresentati inoltre cieli quasi bianco, in basso, quasi azzurro, in alto. L’Alberti ritiene che lo scopo della pittura debba essere la ricerca della bellezza perché solo qesta può rendere indistruttibile l’opera dall’uomo.
Il primo intervento architettonico (1450), fu il rifacimento della chiesa gotica di…

- San Francesco (Tempio Malatestiano 1450) Rimini
L’Alberti si limito solo a fare l’architetto e quindi a mettere la mente, mentre il lavoro venne compiuto da Matteo De Pasti. Grande cupola emisferica simile a quella del Pantheon; la facciata è si riferisce all’antichità romana. Al contrario invece, gli archi sono simili agli archi do Trionfo: l’Arco d’Augusto a Rimini e l’Arco di Costantino a Roma. Sulle fiancate, troviamo grandi arcate a tutto sesto sorrette da pilastri. La parte alta è divisa in tre parti: quella centrale all’interno di un’ampia arcata e quelle laterali.

Per il Palazzo Ruccellai, l’Alberti offri uno schema di palazzo rinnovato urbano, sovrapponendo gli ordini.Sempre per Giovanni Ruccellai, nel 1456, progetto la facciata di Santa Maria Novella dove si trovo a dover seguire lo stile 300 e 400esco. Nella parte inferiore,nel portale centrale inserì all’interno un arco a tutto sesto, incorniciato da due semicolonne corinzie rivestite con fasci di marmo verde e bianco. Tra la parte inferiore e quella superiore, da inizio alla realizzazione del 400. L’intera facciata è inscrivibile in un quadrato e due quadrati minori che circoscrivono la parte inferiore e ancora un altro, la parte superiore.

- San Sebastiano (1460-1470) Mantova
Fu uno dei primi esempi rinascimentale a pianta centrale. I lavori furono seguiti da Luca Fancelli. La facciata originariamente prevedeva sei alte lasene schiacciate sul muro. L’eliminazione di due di queste, portò a una crescita di importanza della parete, interpretando il mondo classico. Sopra le quattro lesene, troviamo un’alta cornice che sorregge un frontone spezzato.

- Sant’Andrea (1470) Mantova
Fu iniziato da Fancelli e dopo due anni dall’Alberti che torna alla pianta longitudinale e fonde nella facciata l’Arco di Trionfo. Tre sono le aperture e quella centrale è costituita da una grande arcata. Le lesene corinzie sorreggono l’architrave al di sopra del quale troviamo un timpano. All’interno c’è una grande volta a botte cassettonata sorretta da pilastro che aprono delle cappelle coperte da volte a botte. All’interno l’architetto fa riferimento agli edifici termali, alla Basilica di Massenzio e alla volta a botte dipinta da Masaccio nella Trinita di Santa Maria Novella.

PAOLO UCCELLO (1397-1475)

(Paolo Uccello ebbe uno dei giudizi più crudi da Giorgio Vasari…)

Molto povero, non poteva permettersi di avere animali, dipingeva in particolare uccelli, da qui il soprannome. Fu educato nella Bottega di Ghiberti (gotico internazionale) . Paolo lascia la Toscana e da Firenze si reca a Venezia nel 1425. Qui, lavorò nella Basilica di San Marco come mosaicista.
- nel 1430 di ritorno da Venezia. Paolo si accorge di una nuova scienza fondata da Masaccio, da Brunelleschi e da Donatello sull’importanza della scultura nella prospettiva. Nei suoi studi, Paolo disegno il Calice ora agli Uffizi, prospettivamente perfetto con numerose sfaccettature e di visione frontale.

- Monumento a Giovanni Acuto (1436) Firenze
Di notevoli dimensioni rappresenta Giovanni Acuto che vince la battaglia nel 1364 di Cascina, sconfiggendo i Pisani. L’affresco è stato realizzato con un solo colore, in verde terra, dando l’impressione di una scultura sorretta da un basamento. Per la prima volta nell’età classica viene rappresentato il cavallo nei suoi particolari: il petto è arrotondato, il collo è sottile, le narici dilatate, gli occhi sporgenti e la bocca socchiusa. Donatello probabilmente si ispirò a questo monumento per la Gattamelata a Padova. Due sono i punti di vista prospettici: uno in basso a sinistra, l’altro frontale per il cavallo e il cavaliere.

- Storie di Noè (1447-1450) Firenze Santa Maria Novella
Paolo torna a dipingere nel Chiostro Verde di Santa Maria Novella. Nella lunetta rappresenta il diluvio e recessione delle acque, dove il punto di fuga non è unico ma ogni scena ne ha uno a cui riferirsi. Nel fondo, le nubi sono scure e minacciose, basse sulle acque mosse e un fulmine colpisce un albero incendiandolo. I rami si staccano e vengono verso lo spettatore. In primo piano a sinistra, due giganti armati continuano a combattere. Un uomo cerca di rifugiarsi dalla morte appoggiandosi all’arca, altri cercano di cavalcare un bufalo o una botte. A destra Noè, compare due volte, prima affacciato alla finestra che riceve una colomba con in bocca un ramoscello di ulivo. Poi mentre, finalmente è uscito dall’arca e poggia i piedi per terra.
Il mazzocchio viene usato come copri capo dai fiorentini. Geometricamente è un solido difficile da disegnare in prospettiva, ma che Paolo aveva disegnato più volte, anche a penna, il quale disegno viene conservato a Louvre.

Giorgio Vasari rimprovera Paolo Uccello perché ha dato colori innaturali nelle sue creazioni, e ci accorgiamo che sono colori fantastici del gotico internazionale con nuove composizioni prospettiche.

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