L'arte a Ravenna

Materie:Riassunto
Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

L’arte a Ravenna
Dopo la morte di Teodosio il Grande, l’Impero Romano fu diviso in due parti, Oriente e Occidente, che vennero assegnate ai due successori: Arcadio ed Onorio.
Ravenna divenne capitale dell’Impero d’Occidente sotto il governo di Onorio (395-423) e tale rimase fino al 476, anno in cui l’ultimo imperatore d’occidente, Romolo Augustolo, venne deposto dal barbaro Odoacre.
Successivamente Ravenna divenne capitale del regno romano-barbarico di Teodorico.
Dopo la morte di Teodorico (526), l’imperatore d’Oriente Giustiniano, cercò di ricostruire l’unità dell’antico Impero Romano riconquistando il suolo italiano. L’Italia divenne una delle province dell’impero riunificato, sotto il comando di un esarca che risiedeva a Ravenna.
La città di Ravenna, essendo stata a lungo sede del potere politico fu oggetto di importanti interventi artistici. Essa fu il centro in cui si incontrarono arte paleocristiana e arte bizantina.
A Ravenna l’architettura ed i mosaici sono l’una in funzione degli altri. È per- tanto impossibile giudicare gli interni degli edifici ravennati escludendone gli straordinari interventi musivi.
Periodo imperiale (fino al 476)
• Mausoleo di Galla Placidia
La costruzione, dedicata a Galla Placidia, sorella dell’imperatore Onorio, presenta una pianta quasi a croce greca con volte a botte sui quattro bracci e una cupola all’incrocio di questi.
All’esterno l’edificio è semplice e povero, costituito da soli mattoni. La cupola non è visibile dall’esterno perché racchiusa dalla muratura. Al contrario dell’esterno, l’interno è estremamente decorato, infatti non vi è un solo centimetro quadrato che non sia rivestito di marmi preziosi e mosaici splendenti, fra le cui tessere spiccano quelle blu e quelle verde smeraldo.

La cupola copre il vano centrale con un mantello blu notte cosparso di stelle dorate disposte in modo concentrico intorno alla splendente croce gemmata. Nei quattro pennacchi angolari sono disposti i simboli dei quattro Evangelisti.
Sulla lunetta di una delle pareti è raffigurato San Lorenzo che si avvia al martirio tenendo sulla spalla destra una croce e un libro nella mano sinistra, su un'altra parete c’è la raffigurazione famosissima del Buon Pastore.

La rappresentazione del “Buon Pastore” esprime la tendenza simbolica, propria dell’arte paleocristiana, ad utilizzare un soggetto pagano (il pastore) investendolo di un significato sacro (Gesù Cristo).
Sono inoltre presenti elementi ancora legati al naturalismo greco - ellenistico (ambiente naturalistico, chiaroscuro, dinamismo delle figure) ma emerge già la tendenza all’astrazione propria dell’arte bizantina ( stilizzazione delle figure, fissità dello sguardo).
Periodo Ostrogotico (fino al 540)
• Basilica di Santa Apollinare Nuovo.
Fu fatta erigere da Teodorico intorno al 505. Si tratta di un edificio a tre navate privo di quadriportico e preceduto dal solo nartece.
La navata centrale è conclusa da un’ abside semi cilindrica e gli archi a tutto sesto che la delimitano sono sorretti da colonne dotate di pulvino.
Gli splendenti mosaici appartengono ad epoche differenti. Infatti alcuni di quelli teodoriciani furono sostituiti nel periodo giustinianeo quando l’edificio,
nato per il culto ariano, venne consacrato al culto cattolico.

Le decorazioni musive dividono in tre fasce distinte.
Lungo la fascia orizzontale che corre al disopra degli archi si snodano le teorie delle Vergini (a sinistra) e dei Martiri ( a destra); esse hanno inizio rispettivamente dalle raffigurazioni della Civitas Classis e del Palazzo di Teodorico e si concludono presso il presbiterio con la rappresentazione della Madonna in trono e del Cristo in trono.
Il registro superiore sia sulla parete destra che su quella sinistra è occupato da figure di Profeti e di Santi.
Nella fascia più alta al di sopra delle finestre sono rappresentati episodi della vita di Gesù Cristo (a sinistra) e della sua Passione (a destra).
Le processioni dei martiri e delle vergini, presenti nella fascia inferiore, furono eseguite nel periodo di dominio bizantino ed evidenziano alcuni dei caratteri dell’arte orientale quali: la ripetitività dei gesti, la preziosità degli abiti, la mancanza di volume, l’assoluta frontalità, la fissità degli sguardi, la mancanza di un piano d’appoggio per le figure che appaiono sospese nello spazio.
Periodo Giustinianeo (dal 540)
• La Basilica di San Vitale
Fondata nel 532 e consacrata nel 547, la basilica ha pianta ottagonale preceduta in origine da un quadriportico ma attualmente solo dal nartece.
All’esterno la struttura mostra la sua semplicità essendo di soli mattoni.
All’interno dell’ottagono perimetrale è presente un secondo ottagono i cui lati sono arricchiti da esedre che si dispiegano come i petali di un fiore.
Lo spazio centrale è coperto da una cupola emisferica.
Sono presenti due ingressi su due lati dell’ottagono esterno; l’abside è affiancata da due piccoli ambienti tipici delle basiliche bizantine: a destra il diaconicon per la conservazione del pane e del vino consacrati, a sinistra la protesis per la conservazione delle suppellettili.
I mosaici più interessanti sono quelli del presbiterio eseguiti tra il 546 e il 548 che raffigurano l’imperatore Giustiniano e l’imperatrice Teodora accompa-gnati da dignitari e dame di corte.
L’imperatore e l’imperatrice sono rappresentati mentre portano all’altare le offerte del pane e del vino il giorno della consacrazione della basilica.
I ritratti di Giustiniano e Teodora sembrano apparizioni divine; l’imperatore d’oriente era considerato infatti il tramite tra dio e il suo popolo.
La tecnica rappresentativa è molto schematica, Teodora e il suo seguito incedono da destra verso sinistra ma l’artista propone tutte le figure frontali: il movimento quindi è stato trasformato in staticità. Inoltre manca nei personaggi qualsiasi espressività, i gesti sono fissi e stereotipati, sono assenti la proporzione, il volume e lo spazio.
Si può affermare in conclusione che nei pannelli di Giustiniano e Teodora trionfino le caratteristiche proprie dell’arte bizantina e che si sia concluso quel processo di trasformazione del linguaggio artistico dal naturalismo all’astrazione di cui i mosaici ravennati rappresentano una preziosa testimonianza.

A cura di:
Michela IIA

Esempio



  


  1. simona

    battistero degli ortodossi mausuleo di teodorico