L'arco

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

L’arco è una struttura rigida fondamentale in architettura ed è usato per collegare due punti di sostegno.
E’ presente in molte strutture architettoniche, ma può anche trovarsi da solo.
Il tradizionale arco in pietra o mattoni, composto da diversi segmenti tenuti insieme dalla spinta laterale, venne ideato per collegare, tra due sostegni, distanze maggiori di quelle che potevano essere unite da una trave orizzontale o un’architrave.
L’arco è formato da diversi elementi: i suoi sostegni possono essere mura, pilastri o colonne; i piedritti sono dei sostegni su cui posano le estremità dell’arco, l’imposta è la superficie d’appoggio dell’arco sui piedritti.
L’estremità superiore dell’arco si chiama corona, le parti vicine all’imposta sono dette fianchi, quelle a forma di spicchi sono dette conci e il concio centrale è detto chiave di volta, il profilo interno dell’arco si chiama intradosso, quello esterno estradosso, la fascia lavorata che si trova di frequente intorno alla fronte dell’arco si chiama archivolto, le porzioni di parete sui due lati dell’arco, o fra due archi adiacenti, sono dette pennacchi.
Se lo spazio fra l’arco e l’architrave è murato, ne risulta una superficie piatta che prende il nome di timpano.
Il raggio dell’arco è il raggio passante per l’intradosso, e la luce (o corda) è la distanza tra i piedritti e l’altezza dell’imposta.
La centina è una struttura in legno che serve per dare forma all’intradosso e sostenere i conci; è semplice per le piccole luci, ma complessa per le luci grandi.
La posa in opera dell’arco parte dall’imposta verso il centro e si conclude con la posa del concio di chiave.
Fin dalla preistoria era in uso una sorta di arco (detto falso arco) costruito non da conci rastremati bensì da pietre piatte che, a partire dai due sostegni, venivano appoggiate l'una sopra l'altra in modo che ne sporgesse una parte verso il centro: i gradini così ottenuti si avvicinavano tra loro fino a incontrarsi al centro, creando un arco a profilo spezzato. La tecnica costruttiva si affinò poi nel tempo, prevedendo tra l'altro l'uso della malta per tenere uniti gli elementi (pietre o mattoni) modellati in varie fogge. Gli egizi, i babilonesi e i greci usavano generalmente gli archi nelle costruzioni civili (magazzini, fognature); agli assiri si devono i primi palazzi con soffitti ad arco. Gli etruschi utilizzavano gli archi soprattutto nei ponti e nelle porte. Si deve comunque ai romani lo sviluppo su ampia scala di strutture ad arco semicircolari, che trovarono numerose applicazioni in edifici civili quali anfiteatri, palazzi e acquedotti; nell'architettura religiosa era invece in uso il sistema a pilastri e architravi dei templi greci: fra le poche eccezioni degne di rilievo si ricorda il Pantheon, a Roma, con la sua struttura a volta.
Diversa storia e funzione ha l'arco trionfale, a volte erroneamente avvicinato e confuso con la porta della città. L'arco di trionfo era dedicato all'imperatore e al suo esercito vittorioso di ritorno da una campagna bellica: il passaggio sotto l'arco (fornice) costituiva un atto simbolico, una sorta di rituale di purificazione dopo i massacri compiuti in guerra, necessario per potere ritornare nuovamente alle attività "civili" (in origine, per tale cerimonia si usavano due lance piantate nel terreno). L'arco di trionfo assunse a Roma forme monumentali (Arco di Giano, Arco di Costantino), rivestendosi di decorazioni marmoree e rilievi scolpiti. Una volta decaduta la pratica rituale del trionfo, restò nella tradizione architettonica europea come struttura con funzione celebrativa ed esornativa.
Nel periodo medievale sia l’architettura bizantina a oriente, che quella romanica a occidente, ripresero il motivo dell’arco romano a tutto sesto. Gli architetti islamici svilupparono una vasta gamma di archi, a sesto acuto, inflessi, a ferro di cavallo e a ogiva, utilizzandoli nelle moschee e nei palazzi, mentre nella Spagna araba gli archi a ferro di cavallo posti sopra delicate colonne creavano un caratteristico effetto di leggerezza. Nell’Europa occidentale, l’architettura gotica era caratterizzata dall’uso dell’arco a sesto acuto che, minimizzando la spinta esterna, rendeva possibile mura più alte, più sottili e con vetrate, creando così gli spaziosi e slanciati interni delle cattedrali del gotico continentale.
L’arco a tutto sesto è determinato da una semicirconferenza.
L’arco a sesto ribassato è formato da un arco inferiore alla semicirconferenza.
L’arco a sesto acuto è formato da due archi che si incontrano, e questo punto forma una chiave di volta a forma di cuspide.
L’arco rampante ha i piani dimposta a diversi livelli.
L’arco lobato è costituito da tratti circolari uno dietro l’altro.
L’arco inflesso ha un andamento curvo, prima convesso e poi concavo.
L’arco a ferro di cavallo è rialzato, con il centro più alto dell’imposta.
Volta
La volta è una struttura a forma di arco, di solito in muratura, usata come soffitto di una stanza o di uno spazio chiuso, come tetto di un edificio o come supporto di un soffitto o di un tetto. Le volte in muratura sono generalmente composte da pietre a forma di spicchi, dette conci rastremati, tenute insieme, come per gli archi, dalla pressione delle pietre adiacenti. Grazie alla pressione combinata delle sue componenti, ogni arco esercita a sua volta una pressione sulla base, che deve pertanto essere costruita in modo da reggere la spinta esterna dell’arco, oltre a quella verso il basso. Tale struttura può essere realizzata usando pareti massicce e resistenti che sorreggano l’arco, oppure sostenendo le pareti tramite strutture esterne, dette contrafforti. Durante la costruzione è necessario erigere all’interno della volta una struttura di sostegno temporanea, perché la volta in muratura non si regge da sé fintanto che i conci centrali (o le chiavi di volta) non sono stati collocati al loro posto.
Archi
La costruzione di un arco (A) richiede una struttura lignea temporanea per sostenere i conci (mattoni o pietre cuneiformi) fino a quando non viene collocata la chiave di volta, o concio centrale. Gli archi sono collegati mediante un'imposta (B), una membratura sporgente all'estremità dell'arco. Le imposte sono usate anche alla congiunzione fra un arco e il capitello di una colonna. L'unione di più archi (C) costituisce una volta a botte. Una serie di volte a botte (D) può dar luogo a un soffitto o tetto ad arcate. Una variante è la volta a crociera (E), ricavata dall'intersezione di due volte a botte.

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