Il mosaico

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Categoria:Storia Dell'arte
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IL MOSAICO

Il mosaico è una tecnica artistica e decorativa mediante la quale vengono creati motivi geometrici o figurativi accostando piccoli frammenti di vari materiali duri. Questo tipo di decorazione si adatta soprattutto a grandi superfici lisce quali pavimenti, pareti, volte o soffitti. Può tuttavia essere usato anche per impreziosire pannelli e oggetti di piccole dimensioni. L'arte del mosaico nacque presso i greci, ebbe grande sviluppo in età romana e fioritura ancora più notevole nel periodo bizantino, quando venne largamente adottata in edifici civili e religiosi. Grazie alla resistenza dei materiali utilizzati, ci sono pervenuti molti mosaici antichi, conservati nel loro splendore originale.

Le tecniche e i materiali
In origine i mosaici erano composti di piccoli ciottoli; più tardi furono preferiti cubetti di marmo, di pietra, di vetro o di terracotta. Per la fabbricazione di questi elementi squadrati, detti tessere, normalmente si tagliano sottili lastre di marmo o pietra colorata in strisce di pochi millimetri, a loro volta poi suddivise in tasselli. Il vetro fuso, cui è possibile conferire le colorazioni più svariate mediante l'aggiunta d’ossidi metallici, viene invece di solito versato su una superficie piatta e lasciato raffreddare. Sulla lastra così ottenuta si praticano numerose tacche con uno strumento affilato e quindi si sminuzza il materiale. Le tessere d'oro e d'argento si ricavano infine applicando fogli del prezioso metallo a lastre di vetro dalle tinte tenui. Il blocco viene poi ricoperto con una "fritta", cioè un sottile strato di vetro in polvere; quindi è cotto in forno, dove la polvere di vetro si scioglie formando un rivestimento trasparente; infine viene tagliato in piccoli frammenti. Sia in età romana, sia nel Medioevo, esistevano anche mosaici realizzati con piccole lastre marmoree disposte a formare motivi geometrici o figurativi.

Mosaici greci e romani
I mosaici più antichi finora conosciuti sono stati rinvenuti nelle regioni greche dell'Eubea e della Macedonia (Olinto, Pella), e risalgono alla seconda metà del IV secolo a.C.: sono realizzati con piccoli ciottoli e talvolta presentano sottili lamine di piombo che delimitano le figure. L'accuratezza e la qualità artistica della realizzazione testimoniano già un alto grado di specializzazione. In età ellenistica, esempi di mosaici composti di tessere si trovano a Delo e ad Alessandria, dove quest'arte raggiunse livelli elevatissimi: fu proprio ad Alessandria che si sviluppò la tecnica del "vermicolato", attraverso la quale tessere molto piccole vengono accostate fittamente a ottenere straordinari effetti pittorici; ne abbiamo un ottimo esempio nel grande mosaico della Battaglia di Alessandro dalla Casa del Fauno a Pompei (ora a Napoli, Museo Nazionale), opera d’artisti alessandrini. In età romana il mosaico venne impiegato sempre più frequentemente per la decorazione di pavimenti, anche nelle abitazioni private. Nelle varie province sotto il dominio romano esistevano scuole regionali, caratterizzate da un repertorio decorativo e cromatico specifico: ad esempio nelle Gallie si producevano principalmente mosaici geometrici, mentre nell'Africa settentrionale si imposero i mosaici figurativi. Di gran lusso e molto costosi erano i pavimenti in commessi di marmo (sectilia), destinati alle residenze imperiali e ai più importanti edifici pubblici, come i palazzi imperiali del Palatino a Roma e la Villa Adriana di Tivoli. In epoca tardoantica (IV-V secolo) alcune grandi ville vennero decorate da vastissimi complessi musivi, ad esempio a Piazza Armerina (Enna) e a Desenzano (Brescia). Anche nell'arte paleocristiana l'impiego del mosaico conobbe grande successo: le principali basiliche di Roma avevano pareti rivestite da ampi cicli figurativi di soggetto biblico (si pensi a Santa Maria Maggiore).

I mosaici bizantini
L'arte musiva conobbe un grandissimo sviluppo nell'impero bizantino: gli esempi più antichi risalgono al V e VI secolo e sono stati rinvenuti in città anche molto distanti da Costantinopoli. Purtroppo, i cicli musivi della capitale imperiale sono andati quasi completamente perduti. I mosaici più famosi giunti fino a noi sono senza dubbio quelli di Ravenna, tra cui i cicli del mausoleo di Galla Placidia e del Battistero degli Ariani, entrambi del V secolo, e i preziosissimi mosaici della chiesa di San Vitale, realizzati intorno al 547. L'influenza di Bisanzio si fece sentire soprattutto a Venezia, dove l'arte musiva trovò la sua massima espressione nelle chiese di Santa Margherita e San Teodoro, e soprattutto nella basilica di San Marco (il cui interno è interamente rivestito di mosaici risalenti a periodi diversi). La fiorente produzione veneziana è testimoniata dalla presenza in città, oltre che di vere e proprie botteghe di mosaicisti, anche di maestri vetrai specializzati nella fabbricazione di tessere; i capolavori veneziani risalgono soprattutto ai secoli XII e XIII, quando furono eseguiti la maggior parte dei mosaici della basilica e quelli del duomo di Torcello. La maniera bizantina si impose decisamente con l'immigrazione di maestranze da Costantinopoli; nello stesso tempo molti artisti veneziani si trasferirono a Roma. Anche molte chiese romane furono così decorate a mosaico: le più note sono Santa Maria in Trastevere (1130-1143), San Paolo fuori le Mura (1218), San Giovanni in Laterano (1291) e Santa Maria Maggiore (1295).

I mosaici occidentali dal Rinascimento ai nostri giorni
Durante il Rinascimento, a Venezia pittori quali Tiziano, Tintoretto e Veronese fornirono cartoni da mosaicare. Nonostante fossero rimaste attive intere famiglie di mosaicisti (ad esempio gli Zuccato e i Bianchini) e laboratori specialisti, nel Seicento e nel Settecento si affermò l'idea del mosaico come mera riproduzione meccanica della pittura, determinando la decadenza di questa forma artistica nella città lagunare. A Roma gli unici due episodi di rilievo nel campo dell'arte musiva furono la decorazione della chiesa di Santa Maria del Popolo, basata su cartoni di Raffaello, e l'esecuzione delle pale d'altare di San Pietro. Solo nell'Ottocento si assistette a una rinascita d'interesse verso questa tecnica artistica, con l'istituzione dello Studio Vaticano, il cui laboratorio di restauro ispirò iniziative simili anche a Parigi, Londra e San Pietroburgo. Oggi si tende a rivalutare l'arte musiva soprattutto nella decorazione architettonica, per la quale spesso vengono adottate le tendenze e gli stili in voga nella pittura. Un esempio di tale orientamento sono gli spettacolari mosaici che rivestono numerosi edifici di Città di Messico.

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