Blaue Reiter

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

L'ASTRATTISMO

L’astrattismo è l’ultimo momento di quel processo che dal Romanticismo è andato sempre più negando all’arte il compito di descrizione della realtà esterna, per attribuirle piuttosto quello di esternare il sentimento interiore dell’artista. Ciò in cui l’astrattismo si dimostra innovativo è la capacità di andare oltre l’oggetto che è riscontrabile nella realtà: da questo scaturiscono linee e colori puri, che combinati ispirano nell’osservatore una risposta inconscia e immediata. L’effetto dell’arte astratta è quella della musica, che viene colta intuitivamente, nel suo insieme.


Il compositore rivela l’intima essenza del mondo ed esprime la saggezza più profonda in un linguaggio che la sua ragione non intende, come un sonnambulo, nel suo sonno magnetico, rivela cose delle quali, da sveglio, non ha nessun ricordo. Arthur Shopenhauer
L’intenzione dell’arte figurativa è quella di adeguarsi allo schema musicale, libero di articolarsi in qualsiasi dimensione e molto più efficace delle immagini., a livello inconscio. Già Wagner aveva concepito il Wort-Ton-Drama, il dramma teatrale di parole e suono, aspirando ad un’arte globale in cui musica, parola, azione, scena, luci, colori costituissero un tutto inscindibile. Il compositore Aleksandr Skriabin fonde musica e colore nel suo Prometeo, il poema del fuoco, accompagnato da uno strumento rivoluzionario, il clavier à lumiere, con cui premendo tasti si emettevano contemporaneamente luci e colori. A costoro va aggiunto Arnold Schönberg, il creatore di una delle più importanti tecniche compositive moderne, la dodecafonia. Definì Klangfarbenmelodie, melodia costituita dal colore dei suoni, la melodia con cui si sostituisce la tradizionale successione di suoni a quella di timbri sonori in rapporto reciproco.
Le prime formulazioni teoriche e pittoriche dell’arte astratta, di un’arte cioè che escluda la rappresentazione degli aspetti fenomenici, nacquero tra 1910 e 1914. All’evento concorsero più situazioni che coinvolsero società, filosofi, avanguardie artistiche del primo decennio, protese a cercare una libertà d’espressione sempre più svincolata dalla realtà visibile. Le radici stavano nell’arte francese, prima di tutto: la linea simbolista e fauve e quella di Cézanne. In Gauguin è il colore a farsi portatore del messaggio, in Cézanne la scomposizione analitica dell’oggetto e dello spazio secondo le coordinate geometriche. Entrambi i pittori sono le sorgenti dell’astrattismo, ma di due diversi tipi di astrattismo: Gauguin dell’astrattismo lirico e spiritualistico di Kandinskij, Cézanne di quello geometrico e razionalistico, che fa capo a Mondrian e Malevic. Quando nel 1911 viene presentata la prima mostra del Der Blaue Reiter, Kandinskij ha già pubblicato Dello spirituale nell’arte, il manifesto della sua pittura.



SUL COLORE …Il giallo risuona come una tromba acuta, è un colore tipicamente terreno, l’azzurro esula e sale al cielo, è il colore tipicamente celeste. Musicalmente, il miglior modo di indicare il verde assoluto sarebbe con i suoni calmi, lunghi, semibassi del violino
SULLA FORMA...un grande triangolo acuto diviso in sezioni ineguali, con la parte più piccola e acuta rivolta in alto: così si prospetta in modo giusto e schematico la vita spirituale. Al sommo del vertice sta qualche volta un uomo solo. La visione gioconda è simile alla sua interiore, incommensurabile tristezza.Wassily Kandinskij, Sullo spirituale nell’arte, 1912


Il Blaue Reiter è espressione di questi concetti: un cavaliere dal manto azzurro, simbolo della spiritualità, guida e domina la corsa di un cavallo, simbolo dell’energia psichica e dell’energia irrazionale delle passioni. gli artisti del gruppo si confrontano con le idee di Alois Riegl, che aveva proposto un nuovo modello di lettura della storia dell’arte, individuando una linea naturalistica (quella sviluppatasi a partire dalla Grecia classica) e quella astratta, ripresentatasi dopo millenni di storia. allo stesso modo leggono Wihelm Worringer, Astrazione ed Empatia (Monaco, 1908): l’opera d’arte influenza psicologicamente lo spettatore: e in questo sono evidenti anche le tesi freudiane e junghiane.






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