Bal au moulin de la galette, Renoir

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

AUGUSTE RENOIR “BAL AU MOULIN DE LA GALETTE”
1876 - olio su tela, 131 x 175 cm - Parigi, Musée d’Orsay

Nel “Moulin de la Galette” Renoir realizza una delle più importanti invenzioni atmosferiche dell’intera storia del movimento. L’atmosfera è quella del “plen air” ma la luce del sole giunge ad illuminare le persone e le cose filtrate attraverso le fronde degli alberi, determinando così una vibrazione cromatica talmente accentuata da disintegrare la materialità dei corpi; è la luce che conta, più che ciò che essa rende evidente.
Il “Moulin de la Galette” era un locale da ballo all’aperto sulla collina di Montmartre, a Parigi, frequentato da artisti, studenti e ragazze disposte a posare per i pittori. In questa tela, tra le più ambiziose e famose del periodo impressionista, Renoir ritrae con immediatezza figure e gruppi di persone animando i loro atteggiamenti attraverso lo scintillio intermittente della luce. Il pittore ogni giorno spostava dal suo studio il quadro per poterlo dipingere interamente sul posto.
La verità della rappresentazione è avvalorata dalla presenza.di alcuni amici di Renoir, come il giornalista Lhote, il gruppo di pittori seduti al tavolo in primo piano in compagnia del critico Georges Rivière e il pittore spagnolo Don Pedro Vidal de Solares y Cardenas che danza allacciato alla giovane Margot.
La composizione si svolge con andamento curvilineo, dal primo piano verso lo sfondo, lungo la diagonale del quadro. L’interesse di Renoir si appunta sulla folla in movimento e sugli effetti di luce che, per la prima volta, egli studia in un dipinto di grande formato. L’impressione della folla che si accalca nella piazzetta è ottenuta attraverso la sovrapposizione delle figure, tagliate ai bordi del dipinto in modo da suggerire la continuità dell’azione oltre i limiti della cornice. La percezione dello spazio è accentuata anche dall’esperto uso del colore e, in particolar modo, dalla disposizione di tocchi di giallo sul vestito della danzatrice, nelle magiostrine a destra e tra il verde delle foglie nella parte superiore della tela. Renoir traduce gli effetti di luce per mezzo del colore, senza ricorrere ai toni scuri e alle ombre. La luce solare filtra attraverso la cortina vegetale delle acacie e si riverbera sui volti e sugli abiti degli astanti in macchie colorate: sul vestito a righe della donna al tavolo e su quello scuro del personaggio ritratto di schiena, per riflettersi nei toni gialli della spalliera della sedia. Infine lo studio della luce naturale è risolto magistralmente nel terreno, su cui si svolgono le danze, screziato di rosa e azzurro. La dissoluzione della forma che consegue da tale insolita stesura del colore è tuttavia fraintesa da un critico del giornale “Le Moniteur Universel”, che trova ridicole le figure danzanti su un piano inconsistente.., su una superficie simile alle nubi violacee che oscurano il cielo in un giorno di tempesta. La luminosità diffusa del dipinto è armonizzata sui toni dominanti blu e malva, mentre la contrapposizione di colori quali il verde e l’arancio e i tocchi di giallo ne accrescono la ricchezza cromatica.
Il “Bal au Moulin de la Galette” offre una visione ottimistica della vita parigina di cui Renoir si fa portavoce affermando: “un dipinto può essere grande pur essendo gioioso”; egli sosteneva infatti l’inopportunità della rappresentazione in pittura delle sofferenze umane. In tal modo la poetica impressionista sembra voler esorcizzare, non negare, gli aspetti problematici della vita quotidiana.
Nel I 877 il dipinto è esposto alla terza mostra degli impressionisti: il critico George Rivière lo descrive come “una pagina di storia, un momento prezioso della vita parigina, di rigorosa esattezza” Nel contenuto come nel linguaggio pittorico innovativo, il “Bal au Moulin de la Galette” può essere considerato opera paradigmatica dell’Impressionismo degli anni settanta. Il riconoscimento ufficiale del dipinto come capolavoro dell'arte moderna avviene in data assai precoce: nel 1896, quando l’opera trova sistemazione nelle sale del Museo del Lussemburgo, nuovo tempio della pittura francese.

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