Lo sbarco sulla Luna

Materie:Appunti
Categoria:Ricerche
Download:230
Data:30.10.2000
Numero di pagine:4
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
sbarco-luna_1.zip (Dimensione: 6.42 Kb)
trucheck.it_lo-sbarco-sulla-luna.doc     36.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Fin dall’antichità, l’uomo ha cercato di raggiungere il cielo. Se né ha la prova nella mitologia greca: infatti, si narra del volo d’Icaro e Dedalo. Volare, a quanto pare, è sempre stato un sogno degli esseri umani, cui si dedicarono persone di varie nazioni ed estrazioni sociali: gente come il grande Leonardo Da Vinci, Etienne e Joseph Montgolfier (inventori della mongolfiera), i fratelli Wright e molti altri studiosi di questo tema, in parte ricordati nella storia. I primi progetti di un velivolo volante li abbiamo con Leonardo Da Vinci, anche se i volopioneri ne saranno stati tanti. Ma il primo apparecchio volante, una vera rivelazione per l’epoca, fu il biplano a motore dei succitati fratelli Wright. Da allora l’uomo ha cercato di arrivare più in alto. Con Auguste Piccard si ha il primo volo nella stratosfera, e da allora i progressi sulle macchine volanti non si sono più fermati. Ma per avere i primi voli anche al di fuori dell’atmosfera bisognerà aspettare il secondo dopoguerra e la guerra fredda. I sovietici, infatti, in tandem con le ricerche nucleari, fecero partire anche degli studi su delle tecnologie che permettessero all’uomo di viaggiare nello spazio. Il 4 ottobre 1957, la storia ricorda il lancio del satellite Sputnik-1, sovietico, seguito da un secondo con a bordo Laika, una cagnetta spedita nello spazio per vedere se c’era la possibilità di mandare anche l’uomo nello spazio. Il ritorno di Laika, dimostrava che l’uomo nello spazio non era un sogno, bensì una possibilità; così, il 12 aprile 1961 il pilota militare Yuri Alexeievic Gagarin percorse l’orbita della Terra a bordo del Vostok 1, lanciato alle nove e sette minuti della mattina, nel tempo di un’ora e ventinove minuti e tornò al suolo un’ora e quarantotto minuti dopo. Nato a Gzhatsk, attualmente chiamata Gagarin in onor suo, nel 1934, entrò nel 1957 nella scuola d’aviazione sovietica, e si mise in luce per il brillante rendimento scolastico. Non compì altri voli, fu decorato dell’Ordine di Lenin e morì a Mosca nel 1968 durante il collaudo di un velivolo militare da caccia.
Il successo dell’iniziativa sovietica fu un duro colpo per gli americani, che passarono al contrattacco: il mese successivo al volo di Gagarin, il presidente americano John Fitzgerald Kennedy lanciò il più ambizioso progetto per quei tempi, lo sbarco dell’uomo sulla Luna.Il programma con scopo lo sbarco dell’uomo fu seguito dal tedesco Werner Von Braun, nato a Wirsitz, in Slesia, nel 1912, il quale fu inoltre lo scopritore delle V-2 naziste, il principale capo di altri progetti americani e seguì anche le prime sperimentazioni di razzi a combustibile liquido, e fu eseguito a Cape Canaveral, in Florida. Mentre gli americani si preparono allo sbarco dell’uomo sulla Luna, vengono battuti nuovamente sul tempo dai sovietici: nel 1963, Valentina Tereskova è la prima donna ad andare nello spazio.
Accompagnato da insuccessi e gravi tragedie (tre statunitensi persero la vita durante una prova a terra dell’Apollo 1 nel gennaio del 1967) il 20 luglio 1969 (ora americana) il mondo assisté alla prima passeggiata lunare da parte di Neil Armstrong, nato a Wapakoneta nel 1930, e Edwin Aldrin.
Contemporaneamente al progetto lunare nel 1962 si apre la corsa a Marte, con il lancio della navicella sovietica Mars 1. Gli americani rispondono con la lunga serie dei Mariner: il Mariner IV nel ’65, il VI e il VII nel ’69, fino al Mariner IX nel ’71. Gli anni ’70 nascono sotto il segno dei Viking I e II, che decollano nel 1975. Nel 1993 è invece la volta dello sfortunato Mars Observer, il satellite di cui si perde il controllo prima che raggiunga l’orbita marziana. Il tentativo seguente è ancora russo ma i tempi gloriosi del Mars I sono lontani. Mars ’96, decollata il 16 novembre 1996, ha concluso il suo breve volo con un tuffo nel Pacifico. Solo il 6 novembre precedente gli americani avevano lanciato Mars Global Survayor che trasportava anche strumentazioni francesi e austriache, raggiungendo la sua orbita definita a 378 km dalla Terra dopo dieci mesi di crociera. Il resto è cronaca recente: Mars Pathfinder, ancora targato USA, ammarta il 4 luglio ’97.
La NASA ha una nuova linea progetti derivanti dal fatto che Marte e la Terra si trovavano in condizioni favorevoli per un lancio ogni 26 mesi. E quindi l’ente spaziale intende sfruttare ognuna di queste finestre di lancio per mettere in orbita nuove sonde della classe Discovery.
Il principale motivo delle esplorazioni di Marte è la ricerca di altre forme di vita: la NASA aveva rilevato traccie di nanobatteri, cento volte più piccoli dei fossili più antichi rintracciati sulla Terra, su un meteorite di provenienza marziana, sostenendo che ciò costituiva la prove che miliardi di anni
orsono erano esistite forme di vita su Marte. Queste affermazioni furono respinte da altri studiosi, i quali sostennero che composti del genere si formano attorno alle stelle di carbonio ad alta temperatura e solo in seguito si spargono nello spazio intergalattico, e di conseguenza non hanno nulla a che vedere con l’esistenza di forme viventi.
Ma che n’è stato nel frattempo della Luna? Dopo la missione dell’Apollo 11 si continuano le sperimentazioni di navicelle sempre più sofisticate: il 12 aprile 1981 compare per la prima volta lo Space Shuttle. Con il modello STS Columbia iniziò una nuova fase nella storia dei viaggi spaziali.
Lo shuttle ricordava, e ricorda tutt’oggi, per la sua forma e per le funzioni (decolla ed atterra) un tradizionale aereo. Fu proprio uno shuttle, il Challenger, a essere utilizzato nel 1985 nella missione di messa in orbita del laboratorio europeo Spacelab, grazie al quale vennero condotti importanti studi in fatto di nuovi materiali, fisica solare, astrofisica e geofisica. L’anno seguente anche i sovietici lanciarono in orbita la stazione spaziale MIR, che è ricordata maggiormente per una serie di avarie, fino al suo recente pensionamento. Il programma di voli degli shuttle subì una tragica battuta d’arresto il 28 gennaio 1986, quando il Challenger esplose poco dopo il decollo e morirono i sette componenti dell’equipaggio. Per il resto lo shuttle è normalmente utilizzato per le missioni lunari, e non solo.
Per lo studio invece di Giove, Saturno, Urano e Nettuno furono utilizzate le sonde gemelle Voyager 1 e 2: quest’ultima andò persa nello spazio mentre era nella zona di Nettuno. Di esso si scoprì che possiede un campo magnetico tre volte più potente di quello terrestre e che il suo giorno di 18 ore e 3 minuti.
Le prossime missioni previste nello spazio sono rivolte soprattutto a Marte, che ha già al suo attivo 20 missioni, tra sovietiche e americane.

Esempio