Il nuoto

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Il nuoto

Il nuoto è un esempio di come l’uomo sia stato in grado di adattarsi ad ambienti naturali differenti dal proprio habitat. E’ uno sport che si pratica in qualsiasi specchio d’acqua naturale –mare, fiumi e laghi- o artificiale come le piscine e che consente di sostenersi e spostarsi sopra o sotto la loro superficie usando braccia e gambe.
In campo sportivo può essere definito come la “corsa in acqua”, la capacità di spostarsi velocemente scivolando sulla superficie grazie a gesti tecnici: trazioni e spinte realizzate con braccia e gambe.
Il nuoto però non è solo agonismo; nella versione turistica e ricreativa permette di spostarsi, fermarsi, immergersi, giocare in acqua e muniti di maschera di scoprire il meraviglioso mondo sommerso.
È quindi un’attività piacevole ma anche utile sotto l’aspetto formativo perché l’adattamento all’acqua, gli spostamenti, i tuffi richiedono un impegno motorio e psichico notevole. Saper nuotare è anche un grande valore sociale perché può consentire di salvare la propria vita e quella altrui, in caso di situazioni di difficoltà.
Da dove viene
Il nuoto è antico come l’uomo, in fatti più che uno sport potrebbe essere considerato un “modo di vivere”.
Dai tempi degli Egizi i guerrieri in armi attraversavano i fiumi galleggiando su pelli di animali ben cucite e gonfiate d’aria o aiutandosi con fascine legate tra loro.
Solo con l’età imperiale di Roma che il nuoto passò da addestramento militare a vero e proprio svago. Era caro ai romani distendersi nelle acque delle Terme da loro costruite e per descrivere un uomo di incapacità usavano dire: “non sa né nuotare né leggere”.
Nel medioevo il nuoto scomparve perché l’immergersi in acqua fu associato con il diffondersi delle epidemie.
Si ha notizia che nel 1315 a Venezia si svolsero delle gare di nuoto, ma è grazie alla pubblicazione del “De arte natandi” (Nicola Wipman –1538) e de “L’arte ragionata del nuoto” (De Bernardi –tardo ‘700) che questo sport conquista una base scientifica.
Gare di tuffi e nuoto furono organizzate nel 1833, anche se solo negli anni successivi diventa disciplina sportiva vera e propria: la prima società di nuoto fu la National Swimming Society, fondata nel 1837 a Londra. Già nelle prime olimpiadi (Atene 1896) si gareggi nel nuoto, ma è in quelle che si svolgono a Londra (1908) che vi è una suddivisione delle gare in stili.
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Gli stili
I gesti tecnici che ogni individuo adotta per avanzare nell’acqua non sono altro che i modi di nuotare o STILI ormai diffusamente regolamentati e conosciuti nel campo sportivo-agonistico.
Essi sono quattro:
• Il CRAWL o stile libero
• La RANA
• Il DELFINO
• Il DORSO.
Crawl
È uno stile che presenta meno attriti con l’acqua ed è quindi il più redditizio ai fini della velocità e della continuità di azione. si nuota sul petto, in posizione prona: mentre il tronco rimane quasi immobile, l’azione degli arti permette l’avanzamento del nuotatore.
Le braccia si muovono in forma alternata che prevede una parte subacquea, con una fase di trazione spinta (da braccio in linea col tronco fino all’altezza della coscia) e una di recupero, che avviene con il passaggio del braccio fuori dell’acqua eseguito con molta scioltezza. La mano di ogni arto, normalmente tesa, prende l’acqua sulla linea anteriore della spalla prima di ritornare in presa per un’altra bracciata dopo le azioni descritte. Fra le due azioni viene inserita la respirazione che necessita di un momento inspiratorio (effettuato con la rotazione del capo da un lato) ed uno espiratorio col viso in immersione. L’azione degli arti inferiori è importante non solo per l’avanzamento ma anche per il galleggiamento e l’equilibrio del corpo.
Gli arti inferiori sono distesi e non rigidi, con le punte dei piedi leggermente all’indietro che compiono un movimento alternato, con direzione dall’alto in basso e viceversa. Perché tale azione riesca efficace deve iniziare dall’articolazione dell’anca.
Le gambe contribuiscono alla propulsione per il 20-30%; il 70-80% è dovuto all’azione delle braccia.
Normalmente si eseguono tre battute di gambe per ogni bracciata. Il corpo deve essere allungato e sciolto per facilitare lo scivolamento sull’acqua.
Il CRAWL è la nuotata più usata nelle diverse discipline acquatiche, come la pallanuoto.

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Rana
Anche questa nuotata utilizza la posizione prona del corpo, ma la sua caratteristica è che sia gli arti inferiori che quelli superiori si muovono in forma simmetrica e simultanea.
Dalla posizione allungata del corpo, (la testa un po' più alta dei piedi che sono uniti e a “martello”) con le braccia distese e il palmo delle mani rivolto in basso, si raccolgono le gambe a ginocchia divaricate con le punte dei piedi girate in fuori.
Distendendo le gambe verso l’esterno (calcio-spinta) si spinge l’acqua utilizzando anche la pianta dei piedi per far avanzare il corpo. Quindi le gambe si chiudono e i piedi si estendono prima di iniziare un nuovo ciclo. Contemporaneamente le braccia si allargano con un movimento di trazione sull’acqua per fuori-basso fin quasi all’altezza delle spalle (fase attiva): quindi inizia una fase passiva o di recupero in cui gli avambracci si flettono sulle braccia senza che i gomiti si muovano e le mani convergono all’interno prima dalla distensione delle braccia avanti per tornare al punto iniziale della bracciata. Tra i due momenti coordinati della nuotata si inserisce la respirazione. Sia gli arti superiori che quelli inferiori hanno un’azione propulsiva, ma questi ultimi hanno anche la funzione di mantenere in equilibrio il corpo.
La rana è la nuotata meno veloce fra le specialità del nuoto, praticata in modo tranquillo e col capo in superficie permette un’andatura riposante.
Delfino
Si pratica in posizione prona, come le precedenti nuotate. Conoscendo il crawl, diventa facile apprendere la tecnica. I movimenti della nuotata a delfino sono infatti simili a quelli dello stile libero, con la differenza che sono effettuati in modo simmetrico, sia dagli arti superiori. Si avanza nell’acqua soprattutto per l’azione delle braccia che, da distese avanti si portano contemporaneamente indietro effettuando un tempo di trazione finché arrivano all’altezza del petto ed uno di spinta dal petto alle cosce, che serve ad elevare ve spalle e il capo per inspirare; l’espirazione avviene a capo immerso nel momento della trazione. Quindi le braccia compiono la fase di recupero passando per dietro mentre il capo si immerge di nuovo. La battuta delle gambe avviene quando si alza la testa perché gli arti inferiori, che agiscono distesi e leggermente voltati indietro, affondano, mentre emergono mentre si abbassa il capo. In genere si ha un rapporto di due battute di gambe per ogni bracciata, una ad essa contemporanea ed un’altra durante l’inspirazione.
La denominazione di questo stile è derivata dal fatto che esso riproduce i movimenti del mammifero omonimo. Questo tipo di nuotata deriva dalla “farfalla”, anch’essa riconosciuta nella pratica agonistica, che prevede un’azione di gambe come nella nuotata a rana.
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Il delfino consente una maggiore velocità, ma richiede anche maggior forza .
Dorso
La nuotata a dorso ha, come caratteristica principale, la posizione distesa supina sull’acqua, a faccia in su, quindi senza problemi per la respirazione.
Il corpo in acqua deve essere esteso e orizzontale per offrire la minor resistenza possibile: solo il capo è leggermente flesso in avanti. Gli arti inferiori hanno una funzione stabilizzante e propulsiva che si compie con movimenti alternati ascendenti e discendenti delle gambe che devono essere allungate senza rigidità. Gli arti superiori hanno il compito di far avanzare il nuotatore ed effettuano un’azione di trazione –spinta in acqua ed una fase aerea di recupero. Il movimento sott’acqua (dalla posizione di braccio in linea con il corpo fino al termine della spinta) avviene di lato al corpo, quello di recupero avviene a braccio allungato per avanti alto.
Regole e Distanze
Le gare si possono svolgere in serie o in batterie .
In Serie: partono contemporaneamente tanti atleti quante sono le corsie della piscina. Si rileverà il tempo impiegato da ciascuno.
In Batterie: si dividono i partecipanti in tante batterie composte da uguale numero di concorrenti. I migliori i migliori disputano una finale disponendosi ala partenza: il miglior tempo in 4^ corsia, quelli successivi in 5^ e 3^e così via.
La partenza viene data con una tromba: se un concorrente la anticipa viene ripetuta. Due false partenze dello stesso atleta implicano la sua squalifica.
Nelle gare di distanza superiore alla lunghezza della piscina, il concorrente, alla virata, deve toccare la parete anche sotto il livello dell’acqua, pena la squalifica. Nelle staffette un frazionista non può partire sino a che il compagno non ha toccato.
Partenza e Virata :la gara ha inizio dai blocchi di partenza: superficie minima cm 50x50; altezza cm 50 –75. Possono essere costruiti con diversi materiali, purché la superficie risulti antisdrucciolevole. Ogni blocco è numerato sulle quattro facce.
Al di sopra della superficie dell’acqua (cm 30-50) sono installate le maniglie per la partenza a dorso. Un indicatore di falsa partenza, costruito da un festone di bandierine,
è fissato trasversalmente alla vasca: verrà fatto cadere lungo tutta la larghezza per
fermare i concorrenti. Va sistemato ad una distanza di metri 15 dalla testata di
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partenza e ad un’altezza di almeno 2m.Vanno inoltre realizzati indicatori di virata dorso, costruiti da due festoni di bandierine posti a 5m dalle pareti di fondo.
Distanze : METRI 25 dorso –rana –crawl –staffetta crawl 4x25
METRI 50 -dorso –rana –crawl –staffetta crawl 4x100 –staffetta . s. misto 4x50
Piscina : il nuoto si pratica normalmente nelle piscine, grandi vasche rettangolari riempite di acqua ferma, cioè priva di correnti. Le dimensioni delle piscine sono di due tipi: esiste la vasca grande, lunga 50 m e larga non meno di 21; e la vasca piccola, lunga 25 m e larga non meno di 10 m. Le piscine sono divise in corsie, larghe 2,5 m, le quali separano lo spazio nel quale nuota l'atleta permettendogli di gareggiare senza rischiare di incrociare gli altri. La profondità delle vasche varia da 100 a 180 cm, il fondo deve avere una pendenza trasversale del 2%. La temperatura dell'acqua non deve essere inferiore ai 24 °C e viene mantenuta costante grazie a un continuo ricambio. Sul bordo della vasca, in corrispondenza di ogni corsia, vi sono dei blocchi rialzati utilizzati dagli atleti per tuffarsi alla partenza delle gare.
La piscina è anche il luogo più adatto per praticare il nuoto non agonistico, sia perché ai bordi della vasca c’è sempre un “assistente bagnante” che ha il compito do vigilare sui nuotatori, sia perché, coperta e riscaldata, permette la pratica del nuoto nelle condizioni più favorevoli alle capacità delle diverse persone. La piscina ha diverse profondità, scalini, poggiapiedi e scorrimano, appigli comodi e facilmente raggiungibili ed è attrezzata con tutti i servizi necessari all’igiene e alle comodità di chi vuole usarla.

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