Darwin

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Testo

L’EVOLUZIONISMO

Introduzione

La teoria dell’evoluzione è una delle idee più importanti nello studio della natura. Offre lo schema di partenza a quegli scienziati, i biologi, che studiano gli esseri viventi; ci aiuta a classificare in gruppi animali e piante, e a stabilire relazioni fra di loro. Pone interrogativi sull’aspetto e il funzionamento degli esseri viventi. Ed è una parte vitale della ricerca sulle origini della vita.
Ancor meno di 150 anni fa l’idea dell’evoluzione era pressoché sconosciuta. Molti scienziati del mondo occidentale credevano negli insegnamenti della Bibbia, secondo i quali le diverse specie di animali e di piante - dalle tigri alle termiti, dagli alberi ai funghi – erano state create da Dio.
Le specie erano immutabili , sempre le stesse dal giorno della creazione.
Soltanto alcuni scienziati indugiavano sull’idea che le specie non rimanessero sempre le stesse, ma che cambiassero o si evolvessero nel tempo; e tuttavia non erano in grado di spiegare come ciò potesse accadere.
Charles Darwin, un timido naturalista inglese, ci riuscì. Ipotizzò l’esistenza di una continua lotta per la vita: le piante e gli animali producevano più discendenti di quanti ne potessero sopravvivere, e la natura sceglieva chi doveva vivere e chi doveva morire.
Per il continuo processo di selezione naturale, gli animali e le piante cambiavano gradualmente, si evolvevano, per sopravvivere meglio nel loro ambiente. Alcune specie sparivano completamente , mentre ne apparivano di nuove.
Le idee di Darwin provocarono una rivoluzione nella scienza e nella società, e da allora influenzano il pensiero di biologi e di altri scienziati.

Charles Robert Darwin

Charles Robert Darwin nacque a Shrewsbury, in Inghilterra, il 12 febbraio 1809. Suo padre di nome Robert, era medico, mentre la madre Susannah, era figlia del proprietario delle famose ceramiche Wedigwood.
Il nonno di Charles, Erasmus Darwin, si guadagnò la facoltà di scienziato bizzarro, scrivendo di viaggi in aria, di esplorazioni sotto marine, e di evoluzione.
Ma un padre istruito e un nonno eminente non fecero di Charles un ragazzino brillante. A scuola contavano principalmente le materie classiche come il latino. Molti anni più tardi Darwin scrisse. “Credo di essere stato considerato da mio padre e da tutti i miei insegnanti un ragazzo normale, più o meno al di sotto di un’intelligenza comune”.

Dalla medicina alla religione

All’età di sedici anni Charles si iscrisse alla scuola di medicina di Edimburgo, le lezioni erano noiose, e, per di più, non poteva sopportare gli orrori della sala operatoria dove, a quei tempi, non si usava ancora il cloroformio come anestetico.
Abbandonò quindi la medicina con grande disappunto del padre, che cercò di organizzargli una carriera di ripiego. Così, Darwin, diciannovenne, se ne andò all’università di Cambridge a studiare la Bibbia per diventare sacerdote. Più tardi scrisse. “Non avevo allora alcun dubbio sull’assoluta e letterale verità di ogni parola della Bibbia.”

Il progetto di una spedizione

Pur essendo diventato più bravo a cacciare pernici che a seguire le lezioni, nel 1831 Darwin si laureò. Divenne amico di due suoi professori: il geologo Adam Sedgwich, e il botanico John Henslow, e continuò a sviluppare il suo interesse per rocce, fossili, animali, e piante.
In quel periodo dopo aver letto il libro “Narrativa personale” dell’esploratore Alexander von Humboldt, abbandonò definitivamente l’idea di diventare sacerdote; e decise di organizzare una spedizione alle isole Canarie.
Per combinazione, la Marina Reale stava organizzando una spedizione per rilevamento geografici intorno al mondo sotto il comando del capitano Robert Fitzroy, che chiese al professore Enslow di indicargli un naturalista per la spedizione. Il professore che conosceva gl’interessi di Darwin lo raccomandò.
Dapprima, il padre di Darwin rifiutò di dargli il denaro necessario, ma poi si convinse che poteva essere una buona occasione per il figlio. Così, il 27 dicembre 1831 Charles Darwin salpò sul brigantino Beagle. La sua eccitazione iniziale durò poco perché scoprì di soffrire tremendamente il mal di mare.
Intorno al mondo a bordo del Beagle

Via via che il Beagle veleggiava sull’Atlantico diretto in Sud America, Darwin guariva dal suo mal di mare. Arrivato a San Salvador, in Brasile, i suo occhi si spalancarono sulle meraviglie della natura. Il suo compito era di raccogliere esemplari di piante, animali, rocce, fossili, e di descrivere dettagliatamente ogni luogo visitato. Ben presto il brigantino si riempì di esemplari che venivano poi inviati in Inghilterra.

Foreste e fossili

Fin dalle prime escursioni Darwin rimase affascinato dalla foresta tropicale, e ne fece un’accurata descrizione: “la vegetazione lussureggiante … l’eleganza delle erbe … l’originalità delle piante parassite, la bellezza dei fiori, il verde lucente del fogliame …”
A un certo punto trovò un fossile: era l’enorme testa di un bradipo gigante ormai estinto, il megatherium. In Patagonia, a Port Sain Julian, ne trovò poi un altro somigliante a un lama, ma molto più grosso.
A poco a poco le domande prendevano a formarsi nella sua mente. Perché il bradipo gigante e il grosso lama erano scomparsi? Di piccoli ne esistono in Sud America; ci sono forse relazioni tra i fossili e le creature viventi?

Spinte per il cambiamento

Mentre il Beagle navigava verso sud, Darwin cominciò a riflettere sul cambiamento nel mondo naturale.
In Argentina aveva notato che la grossa erba delle pampas non cresceva più là dove era stato introdotto il bestiame, ne cresceva invece una piccola e fine.
Erano forse il pascolare delle bestie e i loro escrementi la causa di questo cambiamento?
Nella Terra del Fuoco, al limite estremo del Sud America, il capitano Fitzroy prese a bordo tre indigeni, come ostaggi per il furto di una barca. Darwin si meravigliò che gli abitanti di quelle terre affrontassero la neve e il ghiaccio ricoperti di poche pelli di animale, e potessero dormire all’aperto sulla terra bagnata.
“La natura ha adattato gli abitanti della Terra del Fuoco al clima del loro miserabile paese”, scrisse; ed era un primo accenno a come gli esseri viventi (in questo caso esseri umani) si modificano per adattarsi all’ambiente.

Terremoto in Cile

Le ricognizioni del Beagle presero in esame gli strati delle rocce lungo un tratto di 2000 Km. di costa, dal Rio della Plata alla Terra del Fuoco. Darwin scoprì isolandole, che a sud le stesse rocce erano più alte di cento metri rispetto al nord. L’intero continente sembrava essersi inclinato. Si era mosso da quando si era formato?
La nave aveva doppiato Capo Horn e stava risalendo la costa occidentale, quando, il 20 febbraio 1835, un tremendo terremoto scosse la zona.
Darwin vide l’immane disastro entrando nel porto cileno di Concepcion; osservò che le rocce intorno al porto si erano alzate di almeno un metro, e che i molluschi e le alghe, normalmente a fior d’acqua, erano alti e asciutti.
Cambiamenti così catastrofici nell’ambiente, potevano essere messi in relazione ai mutamenti nelle piante e negli animali?

L’evoluzione all’Equatore

Nel 1835 il Beagle lasciò il Sud America e fece vela attraverso l’Oceano Pacifico. A circa 1000 Km dal continente e sulla linea dell’Equatore gettò l’ancora presso un gruppo di isole rocciose, le Galapagos.
Darwin fu subito colpito dalla strana natura degli uccelli, dei rettili e degli altri animali. Mai aveva visto specie così strane.
Sembravano appartenere soltanto a quelle isole, benché mostrassero somiglianze con quelle del continente sudamericano.

Tartarughe e fringuelli

Strano nello strano, ogni isola aveva la propria varietà per ogni animale. Un esempio erano le tartarughe giganti, di oltre 200 chili, cavalcate dall’equipaggio come se fossero cavalli. Gl’indigeni potevano dire da qualche isola arriva una tartaruga dalla forma della sua corazza.
Ogni isola aveva anche un diverso tipo di tordo, e i suoi fiori erano unici benché simili ad altri. Darwin fu attratto in particolare da un gruppo di uccelli, i fringuelli. per la maggior parte erano piccoli dal piumaggio marrone e grigio; ma ogni specie aveva nel becco leggerissime differenze di misura e forma, che lo rendevano adatto ad afferrare un determinato tipo di cibo.
Nel suo taccuino Darwin scrisse: “Si potrebbe davvero immaginare che da un originaria carenza di uccelli nell’arcipelago un’unica specie si sia modificata per diversi fini.” L’idea dell’evoluzione stava mettendo radici.

Le isole coralline del Pacifico

Il Beagle attraversò il Pacifico tino a Tahiti, e qui Darwin si innamorò dei picchi avvolti nelle nebbie, delle piante tropicali, degli animali variopinti e della vita semplice e naturale degli abitanti.
Più tardi, in Nuova Zelanda e in Australia, rimase sconvolto dalle terribili condizioni di vita degli indigeni, che nelle proprie terre erano stati ridotti in schiavitù dai colonizzatori europei.
Ciò sembrava convalidare quanto aveva osservato nel mondo animale: il più forte scalza sempre il più debole.
Nell’oceano Indiano Darwin, omai esperto viaggiatore, e sempre impegnato a raccogliere centinaia di esemplari, elaborò una teoria sulla formazione degli atolli e delle barriere coralline.
Al tempo di Darwin, le teorie sulla formazione delle isole coralline erano diverse. Una supponeva che l’anello di corallo crescesse intorno al cratere di un vulcano sommerso; un’altra che la dura conca di scheletri di microrganismi del corallo, fioriva e si sviluppava dal fondo del mare. Darwin, usando la sua capacità di osservazione notò che i coralli crescevano nei bassi fondali e non in acque profonde. Pensò ad una montagna sotto marina con la vetta fuori dalla superficie, che lentamente sprofonda o che il mare, intorno, ne livelli l’altura.
I coralli, rimanendo in acque basse e luminose, costruiscono la loro ossatura rocciosa, generazione su generazione. Così mentre la montagna sprofonda la barriera rocciosa diventa sempre più alta.

Il ritorno in Inghilterra

Il Beagle e il suo equipaggio fecero ritorno a Falmouth il 2 ottobre 1836. Darwin, per un paio di anni, si dedicò a catalogare la sua vasta collezione di piante, animali, rocce, e fossili, aiutato da Sir Richard Owen, che sarebbe poi diventato il suo massimo oppositore.
Trentenne Darwin pubblicò il libro Giornale delle ricerche nel campo della storia naturale e della geologia dei paesi visitati durante il viaggio attraverso il mondo della nave di Sua Maestà il Beagle.
Il libro ebbe un grande successo e consentì all’autore, diventato membro della Royal Society, di ritirarsi a Down House, nel Kent. Qui trascorse il resto della sua vita studiando e scrivendo.

Il lavoro a Down House

Con l’andar del tempo Darwin perse la salute. Il suo male non fu mai identificato; probabilmente, durante il viaggio intorno al mondo aveva preso il morbo di Chagas, una malattia tropicale.
Lavorava soltanto qualche ora al giorno, si concedeva brevi passeggiate in giardino e giri in carrozza.

Un lampo di ispirazione

Nonostante la malattia, Darwin continuò le sue ricerche sull’evoluzione sempre più convinto che le specie non fossero fisse e immutabili. Già nel 1842 aveva scritto su questo argomento, ma ora voleva raccogliere più materiale possibile, e scrivere un libro che contenesse innumerevoli prove a favore della sua teoria.
Anche gli allevatori di piccioni, interrogati da Darwin, accoppiavano esemplari selezionati per produrre nuove specie; e questa era una forma di “selezione artificiale”.
Ma come cambiano le specie in natura? Quale forza le fa mutare nel tempo? Un giorno, durante una passeggiata in carrozza, Darwin ebbe chiara l’idea di selezione naturale. Era come la selezione artificiale, ma era la natura a compiere la scelta.

“Confessare un delitto”

Per molti anni Darwin non rese pubbliche le sue idee dell’evoluzione per selezione naturale, anche se era da tempo convinto che piante e animali non fossero state create da Dio. Ma in molti, anche fra gli scienziati, continuavano a credere nella verità della Bibbia.
Nel 1844 scrisse all’amico Joseph Hooker. direttore del giardino botanico reale di Kew a Londra: “Sono quasi convinto, contrariamente alle mie opinioni di partenza, che le specie non sono (è come confessare un delitto) immutabili “. Come Galileo due secoli prima, Darwin era consapevole di ciò che avrebbe provocato andare contro gl’insegnamenti della Bibbia.
E, probabilmente, non avrebbe portato a termine il lavoro sull’evoluzione, se nel 1858 non avesse ricevuto una lettera da Malacca.

Il libro che scosse il mondo

La lettera era di un altro naturalista inglese, Alfred Wallace, che sapeva dell’interesse di Darwin per l’evoluzione, e accompagnava uno scritto intitolato Sulla tendenza delle varietà ad allontanarsi indefinitivamente dal tipo originale.
Gli autorevoli scienziati Lyell e Hooker si adoperarono affinchè i lavori di Darwin e Wallace venissero presentati ad un congresso scientifico, che si tenne a Londra, nel luglio 1858, presso la Linnean Society. Wallace fu del parere che spettasse a Darwin portare avanti l’idea, in quanto aveva raccolto più prove a sostegno della comune teoria. E Darwin lo fece; finì in fretta il suo grande libro L’origine della specie, che fu pubblicato il 24 novembre 1859.

Reazione a L’origine della specie

L’editore di Darwin, John Murray, che aveva letto il libro prima di mandarlo in stampa era consapevole del pandemonio che sarebbe seguito. Ne stampò solo 1250 copie che vennero vendute d’un colpo. Si ebbe così una seconda edizione.
Il pubblico si sentì oltraggiato: Darwin negava la verità della Bibbia! Gli scienziati dissero la loro. Molti suoi colleghi tra cui il famoso naturalista Philip Gosse, si misero contro di lui. In America fu aspramente criticato da Louis Agassiz, professore ad Harvard, seguace di Cuvier. Un sacerdote definì Darwin “l’uomo più pericoloso d’Inghilterra”. Ma presto altri accolsero con favore le idee di Darwin e le prove evidenti portate a sostegno.
In Inghilterra oltre a Hooker e Lyell, ebbe dalla sua parte il biologo Thomas Huxley, mentre negli Stati Uniti fu sostenuto da Asa Gray, botanico di Harvard.

Cosa c’è nel libro?

L’origine della specie per mezzo della selezione naturale, ovvero la conservazione delle razze favorite nella lotta per la vita, è un libro lungo ma di piacevole lettura. Inizia dalle variazioni durante l’addomesticamento ed esamina i piccioni, i cavalli, i fiori da giardino.
Poi affronta le variazioni in natura e i problemi di identificazione della specie. Fa notare come i discendenti di medesimi progenitori siano simili, ma anche leggermente diversi fra loro. Queste piccole variazioni possono dare a un individuo maggiori possibilità di sopravvivenza.
L’ultima parte tratta dei fossili e della distribuzione geografica della specie. Darwin fa molti esempi su ogni genere di animali e piante, dai topi agli elefanti, dagli asparagi ai cespugli di ginestra selvatica. Mai, però, spiega l’origine di una particolare specie.

Evoluzione per selezione naturale

Evoluzione significa cambiamento. Gli animali e le piante cambiano con il tempo, e Darwin ha chiarito che è la natura a compiere la scelta. La teoria funziona secondo questi principi:
Riproduzione: i genitori hanno figli simili a loro e diversi dalle altre specie. Le tigri hanno i tigrotti, i leoni i leoncini, e così via.
Troppi figli: non tutti i discendenti possono sopravvivere.
Darwin calcolò che una coppia di elefanti in 750 anni darebbe origine a 19 milioni di discendenti, se tutti sopravvivessero.
Variazione: non tutti i discendenti sono identici. Ci sono lievi differenze di altezza, forza, colore, o di altre caratteristiche.
Selezione naturale: la vita è una lotta per trovare cibo, spazio vitale, compagni, e altre cose essenziali. In questa lotta, determinati caratteri possono essere di aiuto, come denti più affilati in un predatore, o più semi in un fiore. Queste caratteristiche rendono l’individuo più adeguato, o adattato all’ambiente, ed accrescono le sue possibilità di sopravvivenza e di riproduzione.
Ereditarietà: se un animale, o una pianta, eredita un carattere utile, lo trasmette ai figli. Ciò li aiuterà a sopravvivere a generare più discendenti, che erediteranno questa caratteristica.
Evoluzione: su lunghi periodi di tempo e attraverso molte generazioni, le caratteristiche che aumentano la possibilità di sopravvivenza diventano più comuni in una specie. L’intera specie cambia.
Origine della specie: le specie che si adattano meglio all’ambiente vincono, quelle che non si adattano spariscono. Poiché l’ambiente cambia, le specie per adattarsi, evolvono continuamente.

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